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DIRITTI UMANI: atti del discorso del Ministro dell’ Ambasciata Argentina

 

ATTO DEL 10 DICEMBRE 2014 ALLA CASA ARGENTINA DI ROMA

DISCORSO DEL MINISTRO CARLOS CHERNIAK

  1. Saluto i presenti, la Ministro della Cultura della Repubblica Argentina, Teresa Parodi, l’Ambasciatore argentino in Italia, Torcuato Di Tella, l’Ambasciatore presso la Santa Sede, Eduardo Valdés.

 2. Oggi si commemorano i 31 anni di democrazia in  Argentina, il periodo più lungo di tutta la nostra storia. Si commemora anche la Giornata Mondiale per i Diritti Umani. Queste due date hanno molto in comune, infatti la nostra democrazia é stata costruita tenendo come riferimento la chiave dei diritti umani.

 3. Che cosa significa costruire una democrazia tenendo come riferimento la chiave dei diritti umani?   Dopo la dittatura civico-militare più tragica che ha sofferto il nostro paese, la società argentina aveva di fronte a sé un dilemma: rispettare la legge di autoamnistia dettata dal regime, voltare pagina e far finta che tutto fosse ormai passato, o scegliere la strada più difficile, più etica, più democratica.

 4. Raul Alfonsín ha rappresentato la strada più difficile. Si è optato per la deroga della legge di autoamnistia, per la creazione della CONADEP e per il processo alle giunte militari. Ma le forze dell’antidemocrazia non erano morte, sono sopravissute e hanno costretto il governo a fare un grande passo indietro: le leggi di punto finale e di obbedienza dovuta.

 5. Nel decennio degli anni   90’ la retrocessione in materia di diritti umani é stata di gran lunga peggiore: l’indulto agli unici condannati per violazione dei diritti umani.

 6. C’era un solo attore che non aveva mai fatto un passo indietro, che non si era mai piegato durante la dittatura e neanche di fronte alle pressione delle forze dell’antidemocrazia in democrazia: la società civile, e cioè  leMadres e le Abuelas de Plaza de Mayo, Familiari, Figli e altre organizzazioni per i diritti umani.

 Ed  è proprio quella società civile a convincere la classe politica sul fatto che non è possibile consolidare il processo democratico in Argentina prescindendo dalla verità e dalla giustizia piena, avendo come fine quello di costruire la memoria.

 7. Il Governo di Néstor Kirchner e Cristina Fernandez de Kirchner si fanno carico di queste bandiere, le leggi dell’impunità vengono derogate, i centri clandestini di detenzione diventano luoghi di vita e di memoria, i processi giudiziari contro militari, poliziotti, servizi penitenziari, di intelligenza, imprenditori, religiosi, ecc. vanno avanti, con tutte le garanzie della Costituzione.

 8. In Italia, dai tempi in cui arrivavano i primi esiliati, poi la costituzione del CAFRA come strumento di tutela e di resistenza,  quel primo incontro all’Ambasciata con Hipólito Solari Irigogyen già in democrazia, e l’apertura dell’Ambasciata alla comunità di esiliati sotto la guida dell’Ambasciatore Taccetti e la gestione di Eduardo Zuain; oggi, sotto la guida dell’Ambasciatore Di Tella abbiamo realizzato un approfondimento delle azioni in materia di diritti umani.

 Definiamo quattro canali fondamentali di lavoro:

 1.- Il rapporto con le Autorità italiane:

 a)      Iter procedurali presso la Farnesina affinché consegni tutti gli archivi dell’Ambasciata Italiana di Buenos Aires durante la dittatura.  Tre settimane fa il  Presidente del Senato Grasso ha consegnato gli ultimi fascicoli.

 b)      Iter procedurali presso il Parlamento italiano affinché ratifichi la Convenzione contro la Sparizione Forzata di persone, promossa dall’Argentina.  Prima della fine di quest’anno verrà  ratificata.

 c)      sostenere le richieste di estradizione che la giustizia argentina porta avanti contro i torturatori o i responsabili del terrorismo di stato nascosti in Italia.downloadCOLORI UMANI

 

Questo argomento, che non dipende dalla nostra conduzione,  non ha avuto un riscontro positivo con la giustizia italiana, in particolare con la Corte di Cassazione di Roma. Due accusati per reati di lesa umanità – il prete Reverberis Boschi (che oggi vive tranquillamente in un paese vicino a Parma) e l’ex Tenente Colonnello Carlos Malatto che vive indisturbato nella città di Genova, quest’ultimo difeso dallo stesso avvocato – Augusto Sinagra  – che ha difeso Priebke, Licio Gelli e il torturatore Olivera. Entrambi, Reverberis Boschi e Malatto, non possono allontanarsi dal territorio italiano poiché è stato spiccato nei loro confronti una richiesta di cattura dall’Interpol.

 2. Portare avanti azioni che rafforzino la memoria collettiva come unico anticorpo per evitare che si ripeta la storia.

 Siamo andati nelle scuole, nelle università, nei sindacati, al Parlamento, in tutto il territorio italiano, accompagnati dalle Madres de Plaza de Mayo.

Ricordo l’atto nelle Fosse Ardeatine del 24 Marzo 2012, dove abbiamo detto che la tragedia del popolo italiano era la nostra tragedia e che la nostra era anche italiana. E’ stato un “abbraccio di memoria”. 

 3. Come rappresentanti dello Stato argentino ci assumiamo la responsabilità di portare avanti una Campagna per il Diritto all’Identità, lavorando con le Abuelas de Plaza de Mayo e con i nipoti recuperati, per ritrovare qualcuno dei nipoti che manca, in Italia. 

Siamo andati dappertutto, parliamo e continuiamo a parlare ovunque. Ci avvaliamo del sostegno dei sindacati, delle università, della Farnesina, dei Sindaci e dei Presidenti delle Regioni, nonché dei mezzi di comunicazione.

 4.- Portiamo avanti delle azioni che verranno approfondite nei prossimi mesi, per mostrare gli effetti devastanti della speculazione finanziaria internazionale sui diritti umani dei popoli. I fondi avvoltoi non rappresentano solo un pericolo per la democrazia argentina ma anche per la comunità internazionale.

 Abbiamo ottenuto l’appoggio di oltre 100 legislatori italiani e ora andremo avanti con i sindacati e con altri attori italiani di rilievo.

 Autorità, compagne e compagni,

 Stiamo commemorando l’ultimo 10 dicembre durante la Presidenza di Cristina Kirchner, e ho iniziato queste parole affermando che la democrazia argentina è una costruzione in chiave di diritti umani, e questi ultimi 11 anni sono stati fondamentali per questa tematica.

 Per coloro che credono che il lavoro sia ormai compiuto, che certe politiche in materia di diritti umani andranno avanti per grazia di Dio, ho una brutta notizia: le forze dell’antidemocrazia sono ancora presenti, sono le stesse che hanno fatto sparire Julio López, sono le stesse che minacciano i testimoni che devono dichiarare nei processi in atto, sono gli stessi che scappano o che aiutano a fuggire i torturatori detenuti degli ospedali militari, sono gli stessi che oggi dicono che dobbiamo parlare di riconciliazione senza chiedere perdono, senza assumersi la responsabilità di ciò che si è commesso, senza rendere conto della sorte dei desaparecidos e dei loro figli sottratti.

 Per coloro che dicono basta con il passato, vi informo che  l’ultimo ritrovamento dei nipoti risale a una settimana fa. Di quale passato stanno parlando?

 Sappiano le Madres e le Abuelas che anche se lasciano questo mondo la loro causa sarà portata avanti dalle nuove generazioni.

 Vi ringrazio.