Per una nuova “Lega Nazionale”
Riportiamo un documento elaborato da un costituendo Movimento Associativo, che ha iniziato a coagularsi in occasione di una “Tavola Rotonda” per la presentazione del recente libro “DIFENDERE L’ ITALIA” di IDA MAGLI, svoltasi circa 2 mesi fa (14 ottobre) presso l’ Associazione Libraria “L’UNIVERSALE” in Roma – Il dibattito si è svolto con la partecipazione di un foltissimo ed attento auditorium. Accanto alla autrice erano Maurizio Messina – Presidente della stessa Associazione, Ugo Gaudenzi – Direttore del Quotidiano “Rinascita”, Arturo Diaconale – Direttore del Quotidiano “L’Opinione”, Mario Borghezio – Europarlamentare della Lega Nord, eletto a Roma; numerosi – e tutti di notevole spessore – i successivi interventi da parte dei presenti.
A questo incontro sono seguite in Roma altre tre importanti riunioni operative, di cui l’ultima in data 12 dicembre. E, anche a causa delle recenti vicende di cronaca e corruzione politico/delinquenziale che recentemente hanno coinvolto Roma Capitale (proseguendo analoghe vicende che precedentemente avevano terremotato il Veneto per il Moise e la Lombardia per Milano-Expo, ecc. ecc.), si è ritenuto opportuno imprimere una accelerazione ai “lavori in corso” durante i quali è stato redatto uno schema di Atto costitutivo e Statuto Sociale del nascente Movimento, nonché è stato elaborato un Manifesto che qui proponiamo in lettura ai nostri lettori e ai vari media che ci eventualmente ci seguon0 on-line.
Sul nostro web siamo disponibili a recepire osservazioni, commenti, suggerimenti o critiche per rigirarle al costituendo Movimento …… il dibattito è aperto !
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< E’ il momento di una Lega di Terra e di Popolo, una “Lega del Popolo Italiano” – una “Lega Nazionale” >
Un laboratorio di sovversione mondiale lavora per la perversa distruzione di ogni cultura, di ogni identità, di ogni giustizia sociale, di ogni differenza territoriale, linguistica e storica, di ogni assetto umano già fondato sulla libertà individuale, sulla solidità della famiglia, sulla centralità e solidarietà di ogni parte della comunità nazionale. L’arma brandita da questo “laboratorio della distruzione” è la feroce iniezione di massicce dosi di un pensiero unico ispirato a pseudo-modelli “universali” di finto egualitarismo culturale, sociale ed economico, imposti a una società di massa rassegnata e narcotizzata, ed estranei ai nostri costumi, valori, ideali, speranze.
Il suo inconfessabile obiettivo è l’annientamento dei popoli, soprattutto se forti di una civiltà e di un destino comune. E’ fondamentale dovere, di ogni uomo libero e di ogni forza sociale ancora gelosa e fiera della propria indipendenza e creatività, contrastare questa strategia della distruzione nelle sue molteplici manifestazioni.
Occorre ricostruire l’identità e la solidarietà di popolo. Innanzitutto rovesciando le nefaste politiche di decrescita demografica e di coatta immigrazione-invasione che hanno quale scopo comune la distruzione del tessuto identitario e socio-economico delle nostre genti. L’accoglienza indiscriminata di moltitudini sradicate dalle proprie culture, provocata dalla continua propaganda in favore di un falso umanitarismo spacciato come “espiazione” di presunte colpe ancestrali, è una politica suicida che conduce all’ineluttabile rottura di quel “contratto sociale” che ha reso possibile, da sempre, la nascita e la crescita delle civiltà.
I nuovi negrieri manovrati da “menti oscure” utilizzano questa merce umana per procurare profitti ai signori del denaro. L’iniezione di questa manovalanza a basso costo per abbattere i cosiddetti costi del lavoro crea soltanto, nei territori di accoglienza, disoccupazione, delocalizzazioni e disordine criminale. Nei territori di origine, guerre, sottosviluppo e destabilizzazione sociale, economica, culturale e politica.Ogni comunità organica ha diritto a decidere e a costruire essa stessa, nella sua terra, il proprio futuro. La civiltà non si sradica né si esporta: è il cammino autodeterminato di ogni popolo. La forzata integrazione, la forzata acculturazione, crea soltanto emarginazione e conflitti sociali.
La nobiltà dell’uomo e la nobiltà del lavoro. Ogni realizzazione dell’uomo, ogni creazione manuale ed intellettuale dei nostri popoli, va protetta: si tratti della cultura o della mozzarella, dell’acciaio o del vino. Rifiutiamo di importare ciò che già da noi si produce, in abbondanza e di qualità. Rifiutiamo ogni modello monoculturale di massa che il laboratorio della distruzione vuole imporre per dividere uomini e popoli e così assoggettarli alle leggi del profitto e dell’usura: dall’ipermercato h24 all’informazione unica e manipolata, dalle armate neocoloniali alla “giustizia universale”, dalla moneta unica alla lingua unica. Noi e la nostra terra possiamo già soddisfare ogni necessità sociale, industriale, agricola, politica e intellettuale.
E’ vitale restituire all’uomo la sua centralità nella vita, nel lavoro e nell’economia. L’uomo, il lavoratore, il produttore, deve tornare ad essere attore ed artefice della propria esistenza, del proprio benessere e del proprio futuro. Non più mercificato e sfruttato. Non più inconsapevole strumento dell’arricchimento di una ristretta oligarchia dei signori del denaro, la stessa che guida le multinazionali, le banche, la politica del Debito Infinito di uomini e nazioni e della globalizzazione.
Un’oligarchia senza volto, che utilizza i suoi camerieri imposti alla guida dei governi e degli Stati, che si nasconde dietro i suoi delegati di Wall Street e della City e che distrugge l’economia reale con vergognose speculazioni finanziarie, privatizzazioni-rapina, liberalizzazioni-truffa, delocalizzazioni e deregolamentazioni. Un’oligarchia senza volto che si maschera dietro impenetrabili trust e impone miseria per tutti, con la flessibilità, la precarietà e la mobilità del lavoro. Che spegne ogni scintilla di iniziativa imprenditoriali non conforme agli interessi della lobby globalista. Un’oligarchia che si ingrassa di eterne cedole e di tassi usurai imposti alle nazioni con inique tassazioni emanate da “governi tecnici” nominati ad hoc.
Tutto deve essere rimesso in discussione. Soltanto riprendendo nelle mani il suo futuro il popolo potrà liberarsi dalle catene dell’attuale servitù. Con ogni mezzo: referendum propositivi e abrogativi, iniziative di base, locali e nazionali. Tutto deve essere ridiscusso. L’imposizione di una società multietnica. // I trattati di servaggio internazionale. // Le leggi capestro sulla proprietà della moneta, che non può che essere dei popoli e non, come oggi, di banche d’affari “anonime”. // Le norme liberticide: quelle che comprimono le libertà dell’uomo e quelle che soffocano l’economia produttiva ad esclusivo vantaggio di speculatori e finanzieri internazionali. // La struttura elefantiaca e inefficiente dei mille organi istituzionali – amministrativi, governativi, legislativi e giudiziari – non più strumenti del contratto sociale e degli interessi del popolo, ma autoreferenziali e al tempo stesso sudditi di caste interne e di poteri transnazionali.
Tutto nell’interesse di tutti. E’ tempo di rovesciare il piatto avvelenato che il laboratorio della distruzione propone. E’ tempo di rivendicare con orgoglio la nostra diversità e unicità. Gelosi delle nostre autonomie e delle nostre tradizioni. Roma, Parigi e Mosca non sono né New York né la Bruxelles dell’eurocrazia. Arte, cultura, storia, genio, solidarietà e civiltà sono radicate nelle nostre terre e nelle nostre genti. La nostra identità vive anche delle nostre case, delle nostre strade, delle nostre campagne, della nostra opera, della nostra memoria. Non può essere accettato alcun attacco speculativo o fiscale contro questi valori primari. E quando prone e assenti istituzioni latitano dai loro doveri di tutela, è nostro compito e obbligo civile sostituirle con un impegno in prima persona.
E’ il momento di riaffermare la sovranità di ogni nazionalità. E’ il momento di stracciare tutti i pezzi di carta che altri hanno scritto e sottoscritto a nostro nome e a nostro danno. E’ il momento di riproporre il vero contratto sociale tra i cittadini e i loro rappresentanti, di costruire uno Stato strumento del popolo e non soggetto a caste interne ed oligarchie apolidi. E’ il momento di farla finita con la cosiddetta “unione europea” che altro non è che la cinghia di trasmissione dei diktat del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, delle sue Banche Centrali, della grande finanza e delle multinazionali. E’ il momento di riaffermare il sacro diritto dei popoli all’autodeterminazione. E’ il momento di riunire in un solo corpo vivente, in una potente alleanza, i popoli che da sempre condividono lo stesso destino, da Dublino a Vladivostok.