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Un professionista, un cliente e l’Usura bancaria: chi sarà il nemico?

Un anno fa ho aperto il mio studio da Dott. Commercialista. Mi sarei aspettata di lavorare con le contabilità di ditte individuali professionisti e perché no anche di piccole realtà aziendali. Ero realista non certo mi aspettavo di curare la contabilità di una SPA. La realtà però a volte non corrisponde alle aspettative e… Ahimè le contabilità scarseggiavano, le aziende fallivano e i piccoli negozietti morivano velocemente. Quindi contabilità poche, molto poche. A quel punto ho capito che bisognava adattarsi alle nuove esigenze di MKT, dovevo trovare una soluzione e Tac per caso si è palesata davanti a me una nuova realtà. Bisogna aiutare i clienti, bisogna garantire loro una forma di tutela nei confronti delle Banche e delle Istituzioni finanziarie. Bisogna trovare una soluzione per le anomalie bancarie. Iniziamo a capire l’usura bancaria cos’è.

L’usura bancaria (parola latina per interesse) è la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali, socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, spingendo perciò il debitore ad accettare condizioni poste dal creditore a proprio vantaggio. In sostanza è una fattispecie normativa introdotta dall’Art. 644 del Codice penale italiano, che ha subito significative innovazioni con la legge 108 del ’96. La stessa legge 7 Marzo 1996, n. 108, ha modificato il testo dell’art. 644 cod. pen. e dell’art. 1815, secondo comma, cod. civ., prevedendo, all’art. 2, un meccanismo attraverso il quale, in sostanza, ogni trimestre, il Ministro del Tesoro (ora, Ministro dell’Economia) “sentita” la Banca d’Italia e l’Ufficio Italiano Cambi rileva il tasso effettivo globale medio degli interessi, riferiti ad anno, applicati dalle banche nel trimestre precedente per ogni categoria di operazioni (il cui elenco può variare ogni anno). Il tasso effettivo globale medio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, aumentato del 50%, è il limite massimo oltre il quale vi è usura. Dal 2011, a dire il vero, la norma è stata modificata e, ora, il limite è fissato nel tasso medio rilevato, per la relativa categoria di operazioni, nel trimestre precedente aumentato di un quarto cui si aggiunge un ulteriore margine di 4 punti percentuali, secondo quanto specificato da una circolare della Banca D’Italia.  La differenza tra il limite e il tasso medio non può essere superiore di otto punti percentuali. Quest’ultima modifica, a dire il vero, così come ritenuto da vari tecnici contabili e associazioni di consumatori ancora prima che venisse approvata, sembra avere costituito un ulteriore “regalo” alle banche visto che ha comportato l’innalzamento dei tassi soglia.

Ogni volta che la situazione viene esplicitata cosi mi ritrovo visi di clienti annoiati o peggio ancora a forma di punto interrogativo, allora ho deciso di presentare la problematica e la relativa soluzione in modo molto più semplice e appetibile: “ buonasera, il suo contratto è viziato da usura, secondo i tassi soglia dettati dalla Banca d’Italia, possiamo richiedere appellandoci alla legge 108 del ’96, tutti gli interessi indebitamente versati e non pagare quelli ancora da maturare.”  E vissero tutti felici e contenti.

E cosi che il nostro lavoro viene sminuito perché il cliente non acquisisce consapevolezza del operato di noi professionisti, si certo alla fine sarà contento riavrà indietro una bella somma, perché il lavoro di noi professionisti è fatto bene, ma sarà giusto non educarlo a capire come si è arrivati a quel risultato? Chi è il vero nemico? Il professionista, il cliente o l’istituto di credito?

Dott. Commercialista Rosanna Marisei