Il Presidente Sergio Mattarella
Sergio Mattarella, neo Presidente della Repubblica ha giurato e si è insediato ufficialmente. Il suo discorso, continuamente interrotto da applausi più o meno lunghi, a secondo dei bisogni emotivi e non dei nostri politici, è di riavvicinamento alla gente, quello che ci vuole in questo momento storico, nella vita di tutti i giorni, una vita fatta di crisi, mancanza di lavoro, di legalità, cultura, scuola e salute. Un discorso che dà vigore alle istituzioni, quel vigore che da anni i politici hanno tolto al nostro paese. Non entra nel merito dei temi politici d’attualità, ma auspica il compimento del percorso delle riforme, sia della Costituzione che della legge elettorale. Ricorda che nel linguaggio corrente al Capo dello Stato viene attribuito il ruolo di un arbitro: la considera un’immagine efficace e sottolinea: l’arbitro dev’essere e sarà imparziale, ma i giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Non a caso, l applauso più importante è partito quando il Presidente ha fatto riferimento ai giocatori; si sono forse immedesimati? Il Capo dello Stato ricorda l’importanza della lotta alla mafia e al terrorismo internazionale. Poi un pensiero alla tutela dei più deboli e ai più colpiti dalla crisi economica. “Riforme imprescindibili per la crescita del Paese”.
Mezz’ora è durato il discorso del Presidente Sergio Mattarella, pur emozionandosi con i fogli che confonde tra le mani
Proprio alla Costituzione fa riferimento, elencando i tanti motivi per cui è fondamentale difenderla e confermare il patto: significa garantire il diritto allo studio in scuola moderna e sicura, rendere effettivo anche il diritto al lavoro, ripudiare la guerra e promuovere la pace, garantire i diritti del malati, ottenere giustizia in tempi rapidi, fare in modo che le donne non debbano aver paura di violenze e discriminazioni, rimuovere barriere alle persone con disabilità, sostenere la famiglia risorsa della società, garantire autonomia dell’informazione.
L’applauso più lungo quando ricorda la Resistenza ed il sacrificio di tanti che 70 anni fa hanno liberato l’Italia dal nazifascismo.
Garantire la Costituzione – sottolinea Mattarella – significa anche garantire un forte senso della legalità.
Un capitolo molto sentito è quello dedicato alla lotta contro le mafie, nuove e vecchie, che insieme alla alla corruzione sono priorità assolute. Su questo l’unica citazione fatta, quella di Papa Francesco che le ha definite come un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti.
Parla di famiglia e del diritto all’amore, di giovani e donne, lavoratori e disoccupati, imprese e pubblica amministrazione, magistrati e forze dell’ordine, cooperanti e italiani all’estero. Ricorda i marò e i tre italiani ancora sequestrati (Padre dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli). Deplora il terrorismo in tutte le sue forme e auspica collaborazione internazionale per combatterlo.
Sorpresa e commozione quando cita come simbolo del prezzo dell’odio e dell’intolleranza pagato dal nostro paese il piccolo Stefano Taché, appena due anni quando rimase ucciso nell’attentato alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982.. Era un nostro bambino, un bambino italiano”. Lotta al terrorismo. “Va condannato e combattuto chi strumentalizza a fini di dominio il proprio credo, violando il diritto fondamentale alla libertà religiosa. Considerare la sfida terribile del terrorismo fondamentalista nell’ottica dello scontro tra religioni sarebbe un grave errore”.
Immigrazione, “un’emergenza umanitaria, grave e dolorosa, che deve vedere l’Unione Europea più attenta, impegnata e solidale. L’Italia ha fatto e sta facendo bene la sua parte e siamo grati a tutti i nostri operatori, ai vari livelli, per l’impegno generoso con cui fronteggiano questo drammatico esodo”.
I Marò «Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinché la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in patria”.
Non entra nel merito dei temi politici d’attualità come fece a suo tempo Giorgio Napolitano, ma auspica il compimento del percorso delle riforme, sia della Costituzione che della legge elettorale.
Un presidente scelto ad hoc da Matteo Renzi. Ma avrà scelto poi bene? Il neopresidente, non è proprio il tipo da mettere da parte il rigore costituzionale e, quindi tante riforme pensate o in essere dal Premier saranno poi firmate, senza battere ciglio dal nuovo inquilino del Colle?
Adelfia Franchi