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Ombre sulla Cooperativa “Deposito Locomotive San Lorenzo”

Per 90 soci romani sia allontana il sogno di una casa e quello di riavere i soldi versati

Il 16 dicembre del 2012, il presidente Santino Dei Giudici riceveva l’ambito premio “Maestro dell’Economia” per la capacità, l’impegno e la longevità dimostrate alla guida della cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo. In quell’occasione, nel raccontare la storia della cooperativa, lo stesso presidente sottolineava i risultati ottenuti a partire dal 1964 (data di fondazione) fino a quel momento. Un viaggio che, come dichiarava il presidente, «non si è mai interrotto, puntando diritto ad uno scopo: rispettare gli impegni presi con i soci e consegnare loro un’abitazione.»
Questo fino al 2014, anno in cui inizia forse a vacillare la stabilità tanto elogiata qualche anno prima dal premiato Dei Giudici. Sembra non esser servito a nulla neanche il salvataggio che l’allora presidente della cooperativa “29 Giugno”, Buzzi (ora coinvolto nello scandalo Mafia Capitale), presentava nel corso della sua relazione annuale come «grande altro risultato» raggiunto in piena collaborazione con Legacoop: «il salvataggio, cioè, della cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo, storica cooperativa edilizia aderente a Legacoop, dalla quale abbiamo acquistato – diceva Buzzi ai presenti – 14 appartamenti in zona Case Rosse nel Municipio IV da destinare alle nostre attività assistenziali.»
Nel corso dei quattro anni precedenti all’intervento attuato a favore della Cooperativa, quando, cioè, le cose sembravano andar bene, 90 soci versarono circa 50mila euro, che per molti rappresentavano i risparmi di una vita, nella speranza di poter godere di una casa di proprietà.
Ed è proprio la speranza, l’unica cosa ad esser rimasta ai soci nel 2015. I 14 malcapitati, infatti, si sono trovati, a loro insaputa, senza soldi e senza casa, ed invece di ricevere aggiornamenti sullo stato dei lavori, sono venuti a conoscenza che la cooperativa alla quale appartenevano e nella quale avevano investito i propri risparmi, era stata messa in liquidazione. Azione di liquidazione coatta amministrativa, decretata dal Ministero dello Sviluppo economico e riportata in Gazzetta Ufficiale (n. 73 del 28 marzo 2015), dove viene riscontrata (da analisi della visura camerale aggiornata) una massa debitoria di € 23.638.721,00 ed un patrimonio netto negativo di € -135.906,00.
Ciò che più colpisce, sta nelle righe successive, dove si legge che viene decretata la liquidazione anche in considerazione dell’assolvimento dell’obbligo «di cui all’art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, dando (cioè) comunicazione dell’avvio del procedimento a tutti i soggetti interessati e (posto) che il legale rappresentante della società ha comunicato formalmente di non avere alcuna controdeduzione da produrre».
Strano, solo che ad esser ignari di tutto questo fossero proprio i diretti interessati che – ad oggi – non hanno ancora avuto spiegazioni, così come i loro “compagni” di disavventura che, alla stessa Cooperativa, avevano versato una cifra pari a 1milione e 500mila euro per l’acquisto di un appartamento posto su tre piani. Solo alcuni soci della cooperativa Deposito San Lorenzo ricevettero, a luglio del 2014, una raccomandata, l’unica nella storia della Coop, per una riunione straordinaria (anche questa unica nella storia della cooperativa), nella quale si informavano in presenti dei problemi economici della Deposito San Lorenzo, le cui casse risultavano completamente vuote. In quell’occasione i soci vennero tranquillizzati – come dichiara la dr.ssa Laura Tafaro, una delle vittime di questa vicenda. «A luglio – precisa la Tafaro ci informarono della situazione e ci proposero la liquidazione volontaria, prospettataci come soluzione indolore per noi soci, che ci avrebbe permesso di scegliere direttamente il soggetto liquidatore e ricevere indietro tutti i soldi». E mentre gli interessati erano in attesa di novità, avveniva il peggio e cioè la decisione della liquidazione coatta.
«Ci sentiamo presi in giro – afferma amareggiata la Tafaro e soprattutto abbandonati. Come è possibile che nessuno si interessi a tante famiglie che stanno rischiando di perdere i propri soldi e di non avere più casa? Purtroppo nessuno, a livello istituzionale, se ne sta occupando: dal Sindaco al presidente della Regione, sembra che la cosa non tocchi affatto! Per non parlare dei vari presidenti della Legacoop che si sono fin’ora succeduti.»
In questa articolata e oscura vicenda, ci si aspetterebbe che almeno il presidente della Lega delle Cooperative, Mauro Lusetti, scendesse in campo a favore dei soci di una delle sue affiliate (si ricorda che la cooperativa Deposito San Lorenzo fa parte della Legacoop), che invece continuano a non avere risposte.
I malcapitati cittadini, preoccupati ma allo stesso tempo decisi a proseguire, chiedono solo, anche tramite il web (www.truffatidallacooperativa.it), che si faccia chiarezza sul caso, che si affronti seriamente il problema, si restituiscano i soldi ai legittimi proprietari e si individuino i responsabili di quella che sta sempre più assumendo la forma di azione premeditata e organizzata a tavolino a favore di pochi.
Non chiedono molto, i soci della ormai “ex” Cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo, che stanno vivendo da mesi con la paura di aver perso tutto e di esser rimasti solo con l’amaro sogno di una casa di proprietà.

Roberta Spinelli