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Ferrovie dismesse e piste ciclabili:turismo sostenibile

L’Italia ha un cuore verde, ricco di bellezze naturali, patrimoni artistici, spiritualità e prodotti tipici: l’Umbria. Caratteristiche ideali per una valorizzazione turistica slow e sostenibile.

Rientra in questo ambito la recente inaugurazione della pista ciclo-pedonale Spoleto-Norcia, seguita al recupero della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, dismessa nel 1968, dopo 42 anni di onorata carriera.

Si trattava di un vero capolavoro di ingegneria ferroviaria, con un susseguirsi di gallerie, ponti e viadotti lungo il percorso di 52 Km (pendenze massime del 45 per mille), che univa il Comune noto per il Festival dei Due Mondi alla città natale di San Benedetto.

Quella linea secondaria a scartamento ridotto, immersa nel verde delle vallate, è stata oggi riconvertita in un suggestivo tracciato interdetto ai motori, di facile percorribilità e adatto a tutte le esigenze. Al finanziamento dell’opera ha provveduto la Regione Umbria, grazie ai fondi previsti dal Piano per lo sviluppo delle aree colpite dal terremoto (Piat) del 1997.

lavori sono stati eseguiti dall’A.T.I. Giovannini Costruttori-Forti s.r.l. e hanno permesso di recuperare c.a. 45 dei 52 Km complessivi (il tratto da Balza Tagliata a Serravalle di Norcia è riservato agli ammodernamenti della strada statale), in seguito a interventi di messa in sicurezza e miglioramento della viabilità e dei punti d’accesso.

Il nuovo itinerario ciclo-pedonale (a tratti adatto anche per l’escursionismo a cavallo) si configura come un asse fondamentale della rete di mobilità ecologica regionale e rappresenta una notevole opportunità di sviluppoper l’economia locale, in termini di turismo sostenibile e valorizzazione di attività e servizi.

Esempio felice di recupero di opere infrastrutturali in disuso, la Spoleto-Norcia farà felici gli amanti della mountain bike, i semplici ciclisti della domenica e le famiglie in cerca di svago e relax, permettendo anche ai turisti di ammirare le bellezze storico-artistiche dei due centri e dello splendido paesaggio che le circonda, in modo più responsabile e in totale armonia con la natura.

spoleto norcia ciclabile

Dove una volta passava il treno (Immagini via: www.laspoletonorciainmtb.it)

Il percorso appartiene al Demanio dello Stato ed è stato dato in concessione ad Umbria Mobilità. Parte dall’ex-stazione di Spoleto e dopo un breve tratto cittadino immette sul tracciato dell’ex-ferrovia. I primi nove Km sono segnati da pendenze morbide (4%) e possono esser facilmente percorsi anche dai più piccoli o meno esperti di bici.

La prima galleria sbuca in uno dei punti panoramici più spettacolari dell’intero tracciato: il viadotto del Cortaccione, alto 60 metri e lungo 120, formato da quattro campate che uniscono i due lati della valle. Dopo un’altra galleria, i ciclisti continuano a salire in mezzo ai boschi e si imbattono in numerosi ponti che offrono splendide viste.

Si arriva quindi ad uno dei punti più suggestivi ed emozionanti del percorso della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, meno adatto ai più paurosi o claustrofobici, la stretta e buia galleria di valico della Caprareccia, lunga quasi due Km e un tempo percorsa dai minatori.

Dopo il ritorno alla luce, il tracciato procede in discesa per circa sette Km tra ponti e gallerie, fino ad arrivare al bel paesino di  Sant’Anatolia di Narco. Da qui si susseguono altri 30 Km di salita agevole, che si snodano lungo colli verdeggianti e il corso del fiume Nera spesso in parallelo alla strada statale, sfiorando altri deliziosi centri quali Castel San Felice, Vallo di Nera, Borgo Cerreto, Triponzio e Serravalle. Eccoci quindi alla meta finale Norcia, un borgo rinomato come centro spirituale, apprezzato anche per le sue specialità alimentari (chi non ricorda il famoso tartufo nero?).

Cosa aspettate, allora? Inforcate le bici o indossate scarpe comode per godervi la pace di questi 52 Km di paradiso verde.

Vogliamo fare un giro in Europa? QUESTO è IL MIGLIOR PERCORSO CHE ABBIAMO TROVATO.

La nuova via ciclabile da Grado a Salisburgo è la migliore d’Europa

  • Se siete amanti della mountain bike e potete concedervi almeno una settimana di vacanza, la ciclovia italo-austriaca Alpe Adria Radweg potrebbe soddisfare ampiamente la vostra voglia di pedalare e visitare attrazioni turistiche.Il percorso cicloturistico di 400 Km, che congiunge Grado a Salisburgo e si snoda attraverso borghi pittoreschi e paesaggi incantevoli, è stato appena eletto come migliore pista ciclabile del 2015, insieme al Tour della Manica. Il premio è stato assegnato ad Amsterdam e rappresenta il giusto riconoscimento per questo itinerario su due ruote, giudicato il migliore tra i dodici realizzati di recente in Europa.

Il progetto “Ciclovia Alpe Adria Radweg” rappresenta un perfetto esempio di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo della mobilità sostenibile. Nato dalla collaborazione tra tre entri locali italo-austriaci (Regione Friuli Venezia Giulia, Land Salisburgo e Land Carinzia) – desiderosi di dar vita a un itinerario per le bici che oltrepassasse le Alpi e permettesse un collegamento tra la rete ciclabile centro europea e il mare Adriatico –  si è aggiudicato il bando di gara indetto per il Programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg IV Italia-Austria 2013.

Le attività preparatorie di progetto sono partite nel 2008 e hanno individuato il percorso Salisburgo-Villach-Udine-Aquileia-Grado come migliore itinerario, data la possibilità di usufruire di piste ciclabili già realizzate o in corso di realizzazione, così come di una viabilità secondaria a bassa intensità di traffico nei tratti restanti. L’opera, costata in totale 1.200.000 euro, è stata possibile grazie alla condivisione delle attività dei partecipanti al progetto, che hanno collaborato proficuamente sia negli interventi infrastrutturali, che nell’elaborazione di un comune piano di comunicazione.

La passione suscitata da questo spettacolare itinerario ciclo-turistico internazionale, si legge nelle righe iniziali del depliant ufficiale stilato dall’Agenzia per il turismo del Friuli Venezia Giulia: «Da sempre le Alpi esercitano un fascino incomparabile sull’uomo. Se per secoli sono state un luogo inquietante, denso di pericoli e misteriose leggende, oggi sono una meta amata e agognata da escursionisti e ciclisti, una fonte di magia e di bellezza. La ciclovia Alpe Adria, una traversate delle Alpi da nord a sud, da Salisburgo al mare Adriatico, trasforma in realtà un antico sogno».

Ma come vivere al meglio questa via ciclabile da Grado a Salisburgo? Se volete partire da Salisburgo, la città di Mozart, il percorso toccherà la valle del Salzach e di Gastein fino a Bockstëin. Da questa località si prende un treno navetta che in 11 minuti conduce a Mallnitz (1.191 metri), da dove è possibile tornare a pedalare per dirigersi verso la Carinzia, dove il tracciato passa per alcune località al confine con l’Italia, quali Spittal sulla Drava, Villach e Arnoldstein. Il tratto italiano della ciclovia segue in parte il percorso di vecchie ferrovie dismesse e, dopo averci fatto apprezzare la bellezze naturalistiche di località ricche di storia quali Tarvisio, Pontebba, Gemona, Aquileia e Udine, si conclude a Grado, sulla costa del mare Adriatico.

Volendo percorrere in poco più di una settimana l’intero tragitto che dal mare Adriatico conduce fino al versante nord delle Alpi, gli organizzatori consigliano queste otto tappe in direzione Italia-Austria: 1) Grado-Udine; 2) Udine-Venzone; 3) Venzone-Tarvisio; 4) Tarvisio-Villach; 5) Villach-Spittal an der Drau; 6) Spittal an der Drau-Bad Gastein/Mallnitz; 7) Bad Gastein/Mallnitz-Bishofshofen; 8) Bishofshofen-Salisburgo. Nel complesso, il percorso è ben segnalato e attrezzato, non presenta particolari difficoltà e risulta accessibile a tutti.

All’inizio del 2015, sul territorio italiano sono stati completati 108 Km di ciclovia, 53 saranno terminati entro la fine dell’anno, mentre ne restano altri 23 da completare, più precisamente il tratto tra Resiutta e Venzone e l’attraversamento di Palmanova, Cervignano e Grado.

Nel Tarvisiano vi sono lavori in corso per far passare la ciclovia sul percorso finora inutilizzato della vecchiaferrovia Pontebbana. Più a sud, sarà aperta a breve la connessione tra Venzone e Gemona sempre grazie alla riconversione in pista ciclabile di un bel tratto di questa ferrovia dismessa, così che il percorso giungerà sino al sito naturalistico del laghetto Minisini e attraverserà la parte bassa di Gemona. Nei Comuni di Osoppo e di Buia si sta provvedendo a un lavoro di tabellazione del tracciato, nonché alla realizzazione di due brevi tratti ciclabili in sede propria. Osoppo, tra l’altro, ha chiesto e ottenuto il passaggio della ciclovia attraverso il bel centro del paese, al fine di una sua migliore valorizzazione turistica. Nel tratto da Buia a Udine si sta invece studiando un percorso alternativo all’Ippovia (o percorso In@Natura), poiché questa parte ufficiale del tracciato si è dimostrata difficile da recuperare e non adatta alla percorribilità con una semplice bici da turismo. Infine, un cantiere è presente all’ingresso di Cervignano, per completare nel più breve tempo possibile la pista ciclabile che conduce al paese.

Si parte dalla bella cittadina balneare di Grado sul mar Adriatico. Dopo una visita al grazioso centro storico, si percorre la ciclabile di recente realizzazione, che attraversa la laguna fino all’arrivo nei pressi di Belvedere. Da qui a Cervignano il percorso segue l’antico tracciato dell’ormai dismessa linea ferroviaria. A questo punto potete concedervi una visita al sito archeologico di Aquileia, fondato nel 181 a.C dai romani. Potrete così ammirare gli scavi che hanno permesso di tornare a godere della bellezza del foro, del porto e di numerose ville mosaicate. Da Cervignano si procede verso Palmanova, pedalando in parte sull’apposita pista ciclabile e per alcuni tratti su strade secondarie e poco trafficate. Quest’ultima località è una città fortificata a pianta stellata, fondata dalla Repubblica di Venezia nel 1593. Siamo sicuri che rimarrete piacevolmente colpiti dal fascino del percorso ciclabile che si snoda lungo i suoi bastioni. Il tratto  Palmanova-Udine risulta praticamente terminato: pedalerete sulla pista riservata alle due ruote e su strade secondarie, toccando vari borghi lungo la fertile pianura friulana.

Eccoci quindi a Udine, bella e accogliente città circondata da colline, vicina al mare e alla montagna e sita in una posizione privilegiata al centro del Friuli Venezia Giulia. Sottoposto al dominio della Repubblica di Venezia per più di tre secoli, il capoluogo friulano presenta varie attrazioni (il castello, il Duomo, la Loggia del Lionello, il Palazzo Arcivescovile ecc.) e un numero rilevante di opere del celebre artista Gianbattista Tiepolo, che qui dimorò e si formò artisticamente. Se siete amanti della gastronomia, concedetevi qualche pausa in una delle tante enoteche per gustarvi il “tajut” e altre specialità locali.

  • Dal centro storico di Udine, la ciclovia tocca il Parco del Cormor e segue poi il percorso In@Natura, che attraverso strade sterrate piuttosto degradate poste lungo la verde valle del torrente Cormor, giunge fino al centro di Buia. Da questa località vi muoverete lungo la piana di Osoppo e attraverserete il maggior fiume friulano, il Tagliamento, presso Braunlis. Dopo aver toccato altri borghi pittoreschi, a Pioverno imboccherete la ciclabile della montagna carnica FVG-8 e, una volta passato il ponte sul Tagliamento, vi ritroverete nello splendido paese di Venzone, unico esempio di cittadella murata medioevale in Friuli, dichiarato monumento nazionale di interesse storico e artistico nel 1965. Il terribile terremoto del 1976 è oggi un lontano ricordo: Venzone ha recuperato il suo fascino originario e vi incanterà coi suoi vicoli ed eleganti palazzi.
Colloredo di Montealbano: Ippovia Alpe-Adria

 Passato Venzone, il tracciato segue la viabilità ordinaria (SS13) fino a Resiutta, dove inizia la ciclovia “Senza confini” (FVG1), che corre lungo il percorso della vecchia ferrovia Pontebbana, attraversa molte gallerie e qualche viadotto e infine raggiunge il paese di  Pontebba, il centro maggiore della Valcanale, già abitata in epoca romana. Siete così arrivati al punto dove passava il confine italo-austriaco fino alla prima guerra mondiale, un’ottima base per escursioni nelle splendide valli montane o vari percorsi di trekking.

Oltrepassati il ponte sul torrente Pontebbana e la linea ferroviaria, dopo un tratto di strada secondaria vi immetterete di nuovo sul tracciato della vecchia ferrovia nei pressi di La Glesie-San Leopoldo, per immergervi nel tranquillo e rilassante paesaggio alpino della Valcanale. Superata la stazione termale dei Bagni di Lusnizza, rinomata per le sue sorgenti sulfuree, continuerete a pedalare in leggera salite tra boschi e baite, fino a raggiungere Malborghetto, una bella località montana vicina agli impianti sciistici di Tarvisio, ottimo punto di partenza per escursioni e passeggiate. Non mancate poi di visitare il cinquecentesco Palazzo Veneziano che ospita il museo etnografico, dove troverete tutta la storia e le tradizioni del territorio della Comunità montana Valcanale-Canal del Ferro. Il percorso prosegue poi verso Ugovizza e la Sella di Camporosso, il più basso valico delle Alpi coi suoi 816 metri. Oltrepassato il portale “conta ciclisti” nei pressi della partenza della funivia per il santuario del Monte Lussari – meta di pellegrinaggio sorta nel 1360 dove la tradizione vuole si sia verificata un’apparizione della Madonna – si scende verso Tarvisio, uno dei più importanti poli sciistici del Friuli Venezia Giulia, sito nella più grande foresta demaniale d’Italia (ben 24mila Ha), attraversata dal fiume Fella ed estesa sino al confine con Austria e Slovenia. Siamo qui in presenza di una delle aree naturalistiche e faunistiche più importanti del Paese, ricca di verdi boschi e ampie vallate.

Da Tarvisio il percorso prosegue verso l’Austria passando proprio attraverso questa meravigliosa foresta. Dopo una veloce discesa che congiunge Thörn-Maglern ad Arnlodstein, si svolta per imboccare la pista ciclabile carnica che ci porta nella ridente cittadina di Villach, la più “mediterranea” della Carinzia, non solo per le condizioni climatiche ma anche per l’architettura e l’ospitalità della gente. Circondata da monti e laghi, Villach è famosa per le sedute della gilda carnevalesca – da qui il suo nomignolo “roccaforte dei matti” –  e per la settimana dedicata alla festa patronale (29luglio-5 agosto). Il ponte sulla Drava è il punto di partenza ideale per un breve giro della città, dove meritano una visita la piazza principale (Hauptplatz), la  chiesa parrocchiale di St. Jakob e le bellissime ville ottocentesche.

Da Villach si risale la vallata della Drava lungo la ciclabile omonima, costituita in parte da tratti asfaltati e in parte da strada sterrata. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, ad esclusione delle piccole salite che si trovano in corrispondenza delle centrali idroelettriche che sbarrano il corso del fiume. Superata la località di Mauthbrücken, la pista tende ad allontanarsi dal fiume e corre a fianco dell’autostrada e poi della ferrovia. Passato il villaggio di Sankt Peter, si arriva facilmente a Spittal an der Drau, dove vi consigliamo di visitare il museo di cultura popolare, ospitato all’interno del rinascimentale Palazzo Porcia.

Lasciata alle spalle Spittal, si prosegue lungo la ciclabile della Drava fino a Möllbrucke, dove si sale la vallata del fiume Möll seguendo le indicazioni della Glockner Radweg, il percorso cicloturistico che comprende tratti di ciclabile e strade secondarie poco trafficate. Ricordatevi di alzare gli occhi e ammirare lo spettacolo del paesaggio: attraverserete piccoli borghi, fattorie, boschi e piccole aree coltivate. Questa ciclopista termina a Obervellach, dove inizia l’impegnativa salita della strada statale 105 (pendenze del 12% per i primi due Km!), fino ad arrivare all’ingresso del Parco nazionale degli Alti Tauri. Da qui, una breve discesa conduce al grazioso villaggio diMallnitz. A questo punto, salite sul treno navetta e in soli 11 minuti sarete a Bockstëin.

Scesi dal treno, riprendete la vostra bici e lanciatevi in discesa sulla bella ciclabile che corre lungo il torrente Gasteiner. Giunti a Bad Gastein, concedetevi un po’ di svago e relax alle terme (tra le tante attrazioni lo scivolo acquatico da 70 metri), che sono addirittura collegate alla stazione tramite un passaggio panoramico di 150 metri! Dopo una leggera discesa si arriva al paese di Bad Hofgastein, caratterizzato da un bel lago balneare. Proseguendo ancora in discesa lungo la vallata, si passa sotto alcuni tunnel che conducono al villaggio di Lend. Da qui inizia la ciclabile dei tauri, che coi suoi saliscendi incrocia vari paesi (compreso St. Johann in Pongau con le sue splendide cascate), fino all’arrivo al centro storico di Bischoshofen.
Tra Bad Hofgastein e Bad GasteinPassata Bischoshofen, si prosegue lungo la ciclabile dei tauri (Tauernradweg) che si snoda sulla riva destra del fiume Salzach. Lungo il percorso merita una visita Werfen, nota per la splendida fortezza medioevale di Hoenwerfen, dove sono stati girati anche celebri film di Hollywood, nonché per l’Eisriesenwelt, ossia la grotta di ghiaccio più grande del mondo, un suggestivo monumento dove anche in estate la temperatura è quasi sempre sotto zero. Passata Werfen, si prosegue lungo le corsie d’emergenza della strada statale, riconvertite in piste ciclabili. Alcuni saliscendi si susseguono fino a Golling, dove rimarrete estasiati dalla Blantautal, una piccola vallata ricca di acque e delimitata da pareti rocciose.

Dopo aver ammirato le possenti cascate del Weissen Torren e quella di Golling (72 metri di altezza per 15mila litri al secondo di portata), strade secondarie più o meno ondulate vi porteranno al borgo di Hallein. Da qui potete riprendere le piste ciclabili che corrono lungo le sponde del Salzach, fino ad arrivare al traguardo di questo magnifico itinerario, la piazza Mozart di Salisburgo. Nella città austriaca non mancate di visitare anche lo splendido DomQuartier in stile barocco e il castello di Hellbrunn coi suoi giochi d’acqua.

da (tutto green)

In bici, per il piacere di stare in compagnia, in forma e in mezzo a tanta bellezza.