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G. d. F. – Roma // Comunicati Stampa del 24 e 22 luglio

24. 7. 2015 > DURO COLPO INFERTO AI FALSARI DI VIA SANNIO:  SEQUESTRATI BENI IMMOBILI E MOBILI, oltre  a 4000 capi di abbigliamento riproducenti le Griffe più note. Chiusi 5 banchi storici del noto Mercato.  Pugno di ferro” contro gli speculatori del “mercato del falso”, spregiudicati nel commercializzare capi di abbigliamento imitanti le griffe più prestigiose inquinando il mercato legale e danneggiando gli operatori onesti rispettosi delle regole.

Dopo diversi mesi di indagini, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, coordinati  dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno “chiuso il cerchio” su cinque persone proprietarie di altrettanti banchi – fra i più antichi del  celebre mercato di via Sannio,  location storica dell’usato e luogo di culto per generazioni di romani in cerca del capo di abbigliamento “modaiolo” – in cui venivano smerciate le imitazioni.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle del I Gruppo Roma, che hanno preso le mosse da alcuni venditori abusivi della Capitale, hanno permesso di fare piena luce sul giro d’affari del gruppo di falsari, acquisendo numerosi elementi che hanno permesso alla Procura della Repubblica di richiedere al Giudice delle Indagini Preliminari l’emissione di provvedimenti di sequestro preventivo, propedeutico alla confisca, dei beni immobili e mobili in uso agli indagati, fra cui tre depositi utilizzati per lo stoccaggio della merce taroccata, alcuni banchi di vendita, quattro autovetture ed oltre 4000 capi di vestiario che riproducevano i marchi di note case di moda, tra cui “Jeckerson”, “Burberry”, “Polo Ralph Lauren”. Con l’operazione, gli indagati sono stati privati dei mezzi logistici funzionali alla commissione dei reati loro contestati. L’attività  è  stata eseguita dal dipendente I Gruppo.Gli Ufficiali referenti sono il Cap. Luigi Carluccio ed il Ten. Nicola Maglione.

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22.7.2015 >  ESTORSIONE, ILLECITA CONCORRENZA CON MINACCIA E VIOLENZA E TRAFFICO INTERNAZIONALE DI SOSTANZE STUPEFACENTI,  aggravati dalle modalità mafiose. Arrestati  9 soggetti legati al Clan Guarnera di Acilia  // Operazione “VENTO DELL’EST”index

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti per i reati di estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, nonché  traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravati dalle modalità mafiose. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte da G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, hanno preso avvio dagli accertamenti svolti nei confronti del noto clan GUARNERA di Roma-Acilia che, nell’ottobre 2013, hanno portato all’arresto dei medesimi.  In quel contesto investigativo veniva accertato come i germani GUARNERA, Sandro e Sergio – dissociatisi dal boss Mario IOVINE “RIFIFÌ”, appartenente al “CLAN DEI CASALESI-GRUPPO IOVINE”:

>  avessero promosso ed organizzato, in Acilia (RM), un autonomo clan mafioso che si era affiliato con importanti esponenti della locale criminalità albanese, da utilizzare quale “braccio armato e violento” per rendere più concrete ed efficaci le intimidazioni e ottenere il controllo del mercato capitolino delle slot-machine;

> potendo contare sulle datate relazioni con soggetti appartenenti alla disciolta Banda della Magliana – quali i noti Luciano CRIALESI e Renato SANTACHIARA – avessero stabilito rapporti di coabitazione con esponenti del clan FASCIANI di Ostia, allo scopo di operare indisturbati nel comprensorio di Acilia – spesso in maniera violenta e con vincolo di esclusività – nel remunerativo settore delle “macchinette mangiasoldi”, che venivano imposte agli esercizi commerciali abilitati ed autorizzati dall’ANMS.

Per quanto di più stretto interesse rispetto all’attività odierna, è stato rilevato come – una volta ottenuto il controllo economico del territorio di competenza (Acilia e luoghi limitrofi) – le mire espansionistiche del clan siano state rivolte verso Guidonia Montecelio (RM), in ciò avvalendosi anche dell’apporto e delle facilitazioni offerte da Davide DI GENNARO, oggi arrestato, giovane imprenditore romano che, scientemente, decideva di avvalersi delle “capacità di persuasione” del clan per imporsi nel mercato legale. In particolare, le Fiamme Gialle hanno accertato un chiaro episodio estorsivo, aggravato dalle modalità mafiose, commesso nei confronti del titolare di un centro scommesse il quale, temendo per la propria incolumità fisica, è stato addirittura costretto a chiudere la propria attività imprenditoriale. Per quanto concerne il gruppo “albanese”, è emerso come lo stesso, capeggiato dal noto Arben ZOGU (detto Riccardino), fosse parte integrante e dirigente della cd. “batteria di Ponte Milvio”, già coordinata dall’altrettanto noto Fabrizio PISCITELLI, detto “DIABOLIK”, ponendosi come importante referente, sul territorio della Capitale, per l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di narcotico, anche dall’estero. Detta circostanza, peraltro, era emersa anche nella recente operazione “MONDO DI MEZZO”.

In tale ambito, è stata altresì registrata la repentina e significativa ascesa dello stesso ZOGU in seno alla malavita romana: lo stesso, infatti, è riuscito a relazionarsi, in condizioni di reciprocità, con boss del valore criminale di Massimo CARMINATI nonché ad ottenere ampio e riconosciuto rispetto nei contesti criminali più violenti della capitale, anche grazie alla nota capacità di imporsi, in maniera efficace e competitiva, sulle più redditizie piazze di spaccio.

Sul punto, emblematico è risultato il documentato traffico di 20 kg di cocaina – proveniente dalla Spagna – e la relativa commercializzazione nella piazza della Capitale, che ha visto la partecipazione: – a)      del narcotrafficante COKU Elis, detto “SANTA LUSIA”, quale fornitore;  – b) dei luogotenenti e guardaspalle Petrit BARDHI, detto “TITTY”, e Elvis DEMCE, detto “Cesare” (quest’ultimo recentemente tratto in arresto quale mandante dell’omicidio di Federico DE MEO, commesso a Velletri il 24.9.2013, maturato nel quadro dei rapporti conflittuali per la gestione della locale piazza di spaccio); – c) dell’altrettanto noto Ettore ABRAMO, detto “PLUTO”, reggente con funzioni vicarie delle iniziative di tipo organizzato della curva nord laziale, quale custode/magazziniere delle partite di droga importate a Roma dal gruppo narcotrafficante albanese; – d)  di Alessandro PRESTA, detto “ER NEGRO”, nipote dei fratelli GUARNERA, quale responsabile della commercializzazione dello stupefacente sulla piazza di Acilia e già noto per la sua indole violenta, come peraltro dimostrato in occasione del recente reportage giornalistico “LA RAPINA” del gennaio 2014, allorquando aggrediva, fisicamente e verbalmente, la troupe dell’emittente televisiva “LA 7”,

Tutti i predetti soggetti, oggi, risultano essere destinatari di apposite ordinanze di custodia cautelare in carcere. L’attività  è  stata eseguita dal dipendente Nucleo Polizia Tributaria.Gli Ufficiali referenti sono il Col. t.ST Gavino PUtzu ed il Cap. Marco Maria Russo