A Roma con il Kiwanis per affrontare il tema dell’obesità infantile
L’obesità infantile è ormai un problema globale: il 30% dei bambini del mondo occidentale ne è colpito e sta dilagando anche nel nostro Paese. Un tema, quello della sana e corretta alimentazione che ha riunito, a Roma, esponenti del mondo accademico, medico e della società civile. L’occasione, creata dal Kiwanis club Roma Giulio Cesare e dall’Associazione L’Alba del Terzo Millennio, è stato il Simposio dal titolo “Nutrirsi meglio, nutrirsi tutti” che lo stesso Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, in una nota a sua firma ha definito come «iniziativa utile per diffondere la consapevolezza della grande rilevanza che uno stile di vita basato sull’equilibrio, a tavola come nelle abitudini quotidiane, può avere sulla qualità della nostra esistenza».
Un evento necessario in un periodo in cui sembra predominare l’alimentazione con cibi spazzatura, tipica degli States a sfavore di quella Mediterranea. Per convincersene basta verificare gli ultimi dati pubblicati dall’iniziativa dell’Oms Europa “Childhood Obesity Surveillance Initiative” da cui emerge che il nostro Paese è tra le nazioni a più alta prevalenza di sovrappeso e obesità nei bambini di 8 e 9 anni insieme a Grecia e Spagna, mentre i Paesi del Nord Europa presentano prevalenze più basse. Il problema non è solo medico ma interessa tutta la società e spesso trova la sua origine nella difficoltà di comunicare correttamente il connubio tra sana nutrizione, obesità infantile e cibo inteso non solo come valore economico. Di questo ha parlato il Magnifico Rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma, Eugenio Gaudio, convinto che il problema sia soprattutto culturale. «I due ambiti nei quali possiamo agire sono la scuola, intesa come la necessità di un’opportuna educazione scientifica di tipo alimentare e di una maggiore cultura del movimento, e i mezzi di comunicazione di massa che spesso danno informazioni contrastanti. In Italia abbiamo la dieta mediterranea che insieme da una giusta e costante attività fisica, permettono di evitare casi di obesità infantile che – ricorda il prof. Gaudio – sfociano in danni molto più gravi non solo per il bambino, di cui si riducono le aspettative di vita, ma anche per le famiglie e per la società. Nel mondo universitario – ha rassicurato il Magnifico Rettore – è stata aumentata l’attenzione ad aspetti di dietologia e scienze del movimento e abbiamo istituito una serie di nuove facoltà come dietologia, scienze dell’alimentazione che aiutano a formare operatori che poi devono esser il lievito all’interno della società per far nascere una nuova coscienza nei singoli, importante per far funzionare al meglio la meravigliosa macchina che è il corpo umano».
Comportamenti virtuosi, campanelli d’allarme e consigli utili per i genitori sono stati al centro dell’intervento di Giorgio De Rita , segretario generale del Censis. «Calo dell’attenzione, soprattutto nei bambini, e arretramento nella capacità e tranquillità del sonno, sono solo due dei segnali che possono esser legati all’alimentazione: se è corretta anche la qualità del sonno sarà buona. L’obesità – ha fatto notare De Rita – non ha un legame diretto con un disagio verso il cibo. È, piuttosto, una caratterizzazione in parte dovuta all’educazione, in parte allo stile alimentare, in parte a fattori biologici».
Tre i consigli che il Segretario generale del Censis ha dato ai genitori e nonni presenti in sala: «Promozione dell’attività fisica in maniera costante, rispettando le attitudini del bambino; equilibrio – giusto trasgredire ma anche mantenere uno stile alimentare corretto – ed infine prestate attenzione che la consapevolezza dei bambini su temi come l’alimentazione o ad esempio l’uso di internet, si costruisce a partire dal comportamento dei genitori. Ciò non vuol dire che il bambino deve mangiare o deve comportarsi come i genitori, ma deve sviluppare consapevolezza dei rischi di cui si fa carico e su questo prende esempio dai genitori».
Il disagio alimentare e il coinvolgimento dei bambini non poteva lasciare indifferente un’associazione come il Kiwanis, da sempre impegnata a favore dei più indifesi: i bambini. “Gratuità, servizio, passione e impegno” sono le quattro parole chiave del discorso che il Governatore del Kiwanis Distretto Italia-San Marino, prof. Antonio Maniscalco il quale ha evidenziato il lavoro che i Kiwaniani sparsi in Italia e nel mondo svolgono con passione e dedizione, anche e soprattutto sull’obesità infantile, argomento al centro di uno dei sette Services che impegneranno i club d’Italia per l’anno 2015-2016.
«Il tema dell’evento realizzato grazie all’impegno della nostra Chair Distrettuale, Rita Cerminara e al club Giulio Cesare – ha affermato Maniscalco – ci porta a riflettere sull’importanza sociale legata alla corretta alimentazione ad un sano stile di vita. Le nostre azioni sono per questo finalizzate alla salute delle famiglie e dei bambini; all’educazione e sostegno ai genitori e alle campagne itineranti di sensibilizzazione sul tema. Anche in questo ambito l’impegno di noi kiwaniani si può sintetizzare in cinque parole: “Noi a difesa dei bambini”».
Il convegno si è arricchito con gli interventi degli altri esperti presenti: da Corrado Daclon della Fondazione Italia-Usa, al dott. Valerio Nobili, Primario UOC malattie Epatometaboliche dell’Ospedale Bambino Gesù; dal prof. Antonio De Lorenzo, Direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’alimentazione dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” a Don Walter Trovato.
Roberta SPINELLI