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Sindacalismo Nazionale

“SINDACALISMO NAZIONALE –  la storia raccontata da un protagonista”

Negli ultimi anni, sono usciti molti libri di analisi storiche che riguardavano il sindacalismo rivoluzionario di FILIPPO CORRIDONI e dei suoi compagni di lotta, il sindacalismo fascista sviluppatosi dopo la prima guerra mondiale ad opera soprattutto di EDMONDO ROSSONI il sistema corporativo, la legislazione sociale attuata durante il fascismo, ed altro ancora, compresa un’approfondita analisi sulla cosiddetta “sinistra fascista”, scritta dallo storico GIUSEPPE PARLATO per le edizioni del Mulino.

Tutte queste analisi del sindacalismo non marxista si sono però fermate al secondo dopoguerra, caratterizzato prima dalla costituzione della CGIL unitaria, poi – dopo l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 e l’adesione della Cgil alla Federazione Sindacale Mondiale, che era una struttura dipendente dall’Unione Sovietica – dalle progressive scissioni che hanno portato alla costituzione delle confederazioni CISL ed UIL ed infine, nel marzo 1950, alla fondazione della CISNAL, sindacato autodefinitosi “nazionale” collegato al Movimento Sociale Italiano e considerato erede dell’esperienza giuridica e culturale del sindacalismo corridoniano e corporativo.

Mancava però, in questo panorama librario, un’opera che raccontasse tutto quello che è successo dopo il 1950: le idee, i programmi, le attività del sindacalismo nazionale rappresentato dalla Cisnal, poi trasformatosi nell’attuale UGL (Unione Generale del Lavoro).

Questa lacuna è stata recentemente colmata da una ricostruzione, abbastanza completa e documentata, dell’attività sindacale svolta dal 1950 al 2011 da quell’organizzazione, vista anche in relazione con il contesto politico-sociale.

Si tratta di un racconto, in chiave inizialmente autobiografica, fatta da NAZZARENO MOLLICONE, un dirigente di quella stessa organizzazione che vi ha ricoperto, nel corso di cinquant’anni, tutti i ruoli: iscritto, rappresentante aziendale, membro di commissione interna, segretario di categoria, dirigente territoriale e poi centrale, fino ad assurgere alla carica di segretario confederale. Una carica che vedrà impegnato il suo autore, insieme ai suoi segretari generali ed ad altri collaboratori, nelle principali trattative con il governo e la Confindustria: dalla riforma delle pensioni effettuata da Lamberto Dini a quella del lavoro ideata dall’assassinato Marco Biagi; dalla crisi dell’Alitalia a quella delle Acciaierie di Terni; dalla riforma dell’apprendistato a quella della sicurezza sul lavoro; dalla vertenza della Fiat che ha fatto emergere la questione della rappresentatività aziendale all’annosa questione del reintegro dei licenziamenti ingiustificati (art. 18 e successive modificazioni).

Insomma, una panoramica ampia ed approfondita nella quale però si mettono sempre in rilievo due questioni ritenute fondamentali: la necessità della tutela da parte dello Stato delle aziende strategiche per l’economia nazionale insieme a quella dei loro dipendenti, e la partecipazione dei lavoratori alle decisioni di politica produttiva aziendale, oltre che alla compartecipazione dei risultati.

Com’è noto, la partecipazione è stata sempre un principio ispiratore della destra sociale italiana, ed essa è stata riproposta ed articolata in diverse modalità. Nel libro in questione, sono stati anche indicati degli atti concreti che vanno su questa strada.

Un altro elemento che appare evidente dalla narrazione degli eventi indicati è quello della cosiddetta “concertazione”. Un termine ed una prassi che sono state spesso criticate ed addirittura demonizzate, ma che molto semplicemente indicano le modalità con cui il governo si confronta con quelle che vengono chiamate “Parti Sociali” (sindacati ed associazioni datoriali) prima di varare dei provvedimenti legislativi che possono incidere o modificare notevolmente il diritto del lavoro, l’occupazione, il sistema previdenziale. Le numerose riunioni che si svolgono in quelle occasioni – presso il Ministero del Lavoro, il Ministero delle Attività Produttive, la Presidenza del Consiglio – servono soprattutto, senza nulla togliere alla potestà legislativa del governo, a mettere in luce i punti critici, a migliorare le modalità esecutive, al raccordo organico delle proposte legislative in esame con altre normative: in effetti, adottando la prassi della concertazione, sono state approvate leggi che hanno avuto esperienze positive.

Negli ultimi capitoli del libro non mancano però interrogativi ed analisi sullo stato attuale del sindacalismo italiano, individuando le cause delle sue difficoltà in problematiche sia interne (eccessiva burocratizzazione, carenza di militanza, assenza dalle iniziative di riforme) sia esterne (la globalizzazione, la crisi economica, l’individualismo e l’egoismo sociale).sindacalismo_nazionale

Il testo è preceduto da una prefazione di Giuseppe Parlato il quale in particolare pone in luce come l’attività svolta dall’autore, e le idee che lo hanno mosso, non lo possono far considerare rientrante nella concezione di “destra” comunemente intesa, soprattutto nella sua accezione “liberista”, perché in lui prevale sempre “la difesa del ruolo dello Stato nelle scelte economiche, con l’obiettivo della costruzione di una società nella quale il benessere del lavoratore non può essere compromesso da un eccesso di modernità alienante e falsamente rassicurante.”

Certamente nel libro vi sono delle lacune, dovute soprattutto al fatto che esso nasce da note biografiche e non da una ricerca storica a tutto campo basata sui documenti delle parti che hanno avuto un ruolo nelle vicende indicate ed in altre: comunque, è una prima importante opera che serve a far conoscere anche questa parte della storia contemporanea, quella cioè di un sindacalismo “nazionale” il quale, pur partendo dall’esperienza sociale fascista, ha voluto confrontarsi con l’evolvere dei tempi e con la società, superando le mille difficoltà provocate dal precedente ostracismo – a volte assai estremizzante – delle altre confederazioni sindacali e dalla sottovalutazione da parte del governo e delle associazioni datoriali. L’opera di Mollicone è quindi un punto fermo sui molteplici aspetti del sindacalismo nazionale che può servire da stimolo per essere proseguita da altri.

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 “SINDACALISMO NAZIONALE: storia narrata da un protagonista”

di Nazzareno Mollicone – prefazione di Giuseppe Parlato

300 pagine – Euro 18 – Edizioni I libri del Borghese