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L’ UNIVERSALITA’ di ROMA

I locali dell’Associazione Culturale “Raido” (in Roma – via Scirè), colmi tanto da costringere molti a restare in piedi, hanno ospitato sabato 13 Aprile la conferenza dedicata al Natale di Roma dal titolo “L’Universalità di Roma”. MARIO POLIA, che non ha bisogno di presentazioni, anche questa volta ci ha fatto dono delle sue parole “incandescenti”, come solo quelle ben ispirate sanno essere. Perché quello che interessa al pubblico accorso non è festeggiare il compleanno della città, bensì comprendere sempre meglio il significato simbolico di Roma e soprattutto della sua fondazione.

Su questo non ci possono essere dubbi o fraintendimenti, il mito come storia sacra fondante parla ad ognuno di noi ed ad ogni popolo e civiltà in grado di comprendere la sua validità. Questa è l’universalità di Roma. Roma infatti ebbe la capacità di unire genti di diverse patrie nel nome di un’idea che si realizzava nell’ Impero, ed è eterna perché nonostante la fine della sua esistenza storica, politica e culturale essa rimane un riferimento valido ed intatto ancora oggi. Questo perché è stata custode e faro della Tradizione. Quindi possiamo dire che Roma esisteva già prima della sua fondazione in quanto fu realizzazione terrena di qualcosa che sta al di là del mondo materiale. Mario Polia ha sottolineato inoltre come nel mito siano presenti innumerevoli simboli e riferimenti stanti ad indicare come nella fondazione di Roma si andò a compiere una forma di completezza, di unione e chiasmo tra elementi e polarità altrimenti distinte e complementari. Anche il sangue di Remo, colui che tenta di impedire la realizzazione della missione di Roma, si versa infatti nel solco tracciato da Romolo, il che sta ad indicare, ci viene fatto notare, come all’interno di noi ci sia una parte preponderante che tende a dividerci ed impedirci di realizzare il nostro destino ultimo: la parte che va combattuta, sconfitta e dominata, in modo da rifondare Roma anche e soprattutto all’interno di noi.

Questa è la grande battaglia da compiere e l’esempio Romano è quello dell’azione, dell’attuazione diretta e non intellettuale, della sfida nella realizzazione dei principi tradizionali contro questo mondo e non nel rifugio nella nostalgia o nella proverbiale “torre d’avorio” o in una archeologia dello spirito. Un cardo verso l’immutabile stella polare ed un decumano verso il sole nascente, ed al centro, dove il cielo e la terra si toccano, il nostro cuore; questo il lavoro immenso dell’uomo che vuole seguire l’esempio di Roma, attraverso dei piccoli grandi accorgimenti come la riduzione dei bisogni, la frugalità, ma soprattutto la capacità di incarnare virtù come la pietas e la fides.

Facciamo quindi rinascere ROMA dentro ognuno di noi. Seguiamo la sua ORMA. Incarniamone l’AMOR.

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