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Il prezzo del petrolio e l’instabilità finanziaria

Conferenza dell’Ambasciatore  Juliàn  Isaías Rodríguez su: “La caduta del prezzo del petrolio crea instabilità finanziaria a livello mondiale”

L’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana, Julián Isaías Rodríguez Díaz, ha preso parte come relatore al Forum “America latina in Italia”, incontro organizzato da Mediatrends America-Europa, osservatorio indipendente che studia le tendenze dell’informazione internazionale e analizza i punti più significativi, nel contesto dei media, a partire da diverse culture giornalistiche.

Il Forum è stato ideato dal giornalista Roberto Montoya, coordinatore di Mediatrends e, oltre al massimo rappresentante venezuelano in Italia, hanno partecipato come relatori Juan José Guerra Abud, ambasciatore del Messico e Cristina Eguizábal, ambasciatore della Repubblica del Costa Rica. All’incontro, inoltre, hanno preso parte i rappresentanti del corpo diplomatico latinoamericano accreditati in Italia e i giornalisti dei principali media italiani. L’intervento dell’ambasciatore Rodríguez si è incentrato sul tema “America Latina e crisi petrolifera internazionale”, considerando la situazione attuale dei prezzi del greggio e le ripercussioni nel settore politico, economico, sociale e geopolitico dei paesi latinoamericani.

Nel suo intervento, Rodríguez ha sostenuto che gli attuali prezzi del petrolio obbediscono ad una strategia geopolitica mondiale degli USA per recuperare il proprio potere sulla scena internazionale; “Per questo, tentano di destabilizzare proprio i paesi in cui hanno perso maggiormente l’egemonia politica ed economica, come i paesi bolivariani (Venezuela, Ecuador, Nicaragua, Bolivia) la Russia e la China”.

“La strategia, in America Latina e in Venezuela, è stata quella di affogare Petrocaribe, organismo che possiede un credito blando e bassi tassi di interesse, con una produzione di cento mila barili al giorno pagata in parte in denaro ed in parte attraverso il sistema del baratto. Questo tipo di strategia, avviata contro il Venezuela, non colpisce soltanto il nostro paese ma anche l’ Ecuador, la Bolivia ed il Messico, tutti paesi produttori di petrolio”, ha ricordato Rodríguez.

Inoltre ha spiegato che “Quanto più scendono i prezzi del petrolio quanto più aumenta il valore del dollaro: se il dollaro sale, scendono le esportazioni ed aumentano le importazioni. Questo tipo di politica svaluta le monete, produce inflazione e disoccupazione, riducendo gli investimenti stranieri e la crescita nei paesi dell’America latina: di conseguenza, è una politica che destabilizza  e permette agli USA di recuperare quello che chiamano il loro “giardino di casa”.

Secondo l’ambasciatore venezuelano, la caduta del prezzo del petrolio colpisce anche il settore delle materie prime presenti in America latina. Al riguardo, ha spiegato che la deflazione del petrolio è la deflazione dell’Europa e del Giappone, perché abbassa l’Euro e fa salire il Dollaro. “Sfortunatamente, la caduta del prezzo non si riflette sulla riduzione del costo della benzina che consumano gli europei. Esiste una grande instabilità finanziaria che non solo colpisce i paesi che gli USA vogliono colpire strategicamente, ma ha ripercussioni su tutto il mercato”.

Il cambiamento climatico

L’ambasciatore degli Stati Uniti del Messico, Juan José Guerra Abud  e la sua omologa costarichense, Cristina Eguizábal, hanno affrontato il tema del petrolio considerando la sua incidenza sul cambiamento climatico. Guerra Abud ha ribadito che il cambiamento climatico costituisce la sfida più grande dell’umanità: “Il Messico è uno dei paesi più colpiti a livello mondiale dagli attuali cambiamenti che si verificano nell’ ambiente: si verificano costantemente uragani e tormente. Da ciò l’importanza di sviluppare, a livello mondiale, politiche che contribuiscano all’equilibro dell’ ecosistema ed alla vita del pianeta.L’ambasciatore Cristina Eguizábal ha spiegato che il Costa Rica è un paese che importa petrolio e, per questo, al momento sta compiendo grandi sforzi nel settore delle energie rinnovabili, come alternativa che contribuisca alla crescita del paese senza danneggiare il pianeta e con un minore uso dell’energie petrolifere.

Infine, Rodríguez ha preso la parola per sottolineare che è giusto che tutti i paesi del mondo facciano maggiore uso delle energie che contribuiscono a preservare la vita sul pianeta ma che, al tempo stesso, c’è bisogno di ancora molto tempo affinchè questo sistema si ponga completamente in funzionamento.

 a cura dell’Ufficio Stampa della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana