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I Due Cristianesimi

“I DUE CRISTIANESIMI”

Combattere il male diventa più importante che fare del bene…

Impressioni e note di ADELFIA FRANCHI

ANTONIO THELLUNG ………… si legge di lui: ricercatore, pittore, scrittore, è stato educato da figli e nipoti al dissenso. Per molti anni si è dedicato all’assistenza dei malati terminali. Raggiunta l’età che comprime il futuro, sta tentando di non sprecare il presente.

Nella sua veste di scrittore, ha presentato presso il Centro Ecumenico Russo, in Roma a  via Borgo Pio, il suo ultimo saggio “I DUE CRISTIANESIMI”. Spunti di riflessioni, dove ognuno di noi può riscopre un profondo legame con un mondo che ci sembrava lontanissimo .….. attraverso notizie tecniche e storiche ci permette di esplorare sentimenti ed emozioni. Un saggio che ci riporta a pensare al suo libro: ELOGIO DEL DISSENSO (2007). Il primo pensiero che ci affolla la mente è: perché si parla ancora di cristianesimo? La risposta che arriva immediata è: perché c’è confusione.In un percorso ben articolato, l’autore racconta la tolleranza religiosa, la divulgazione della parola, cultura e storia, che passa dalle vie dell’ambiguità cristiana, all’ imperialismo rinascimentale, fino ad arrivare al giorno d’oggi.

2000 anni riassunti con brevi cenni in un’ analisi di una realtà recente, l‘occasione per un incontro importante, come ci spiega una relatrice autorevole: MARINELLA PERRONE – Presidente dal 2005 del Coordinamento Teologhe Italiane. Fa riflettere gli ascoltatori ponendo domande: a cosa sono condannati i due Cristianesimi? È possibile arrivare ad una comparizione?  Conversione delCRISTO MESSAGGIO? Asserisce che per ora non abbiamo risposte, questi 2000 anni di storia sono un riconoscimento delle conflittualità da parte delle istituzionalità.

Per Don MATTEO MARIA ZUPPI, che potrebbe essere il quarto Vescovo della chiesa cattolica scelto tra i preti della Comunità di Sant’Egidio, attualmente Parroco a Torre Angela, un quartiere di Roma storicamente disagiato, il libro ha il vantaggio della dialettica  per la chiesa e – per lui stesso – la persona è al centro. Il desiderio del saggio è di cercare una chiesa che viva il CRISTO MESSAGGIO e lo sappia comunicare … continua con ironia: ”ho dovuto ritirare fuori la tonaca, ci sono rientrato, per mia fortuna. Il vero problema è: ricercare una chiesa che sia vicino alla gente. Il mondo è cambiato e mi trovo un po’ in imbarazzo; il problema vero è di guardare per strada, le zuffe di sacrestia non mi sono mai interessate”. Il libro ci pone tante domande, dove tutto alla fine ha un prezzo, ma fra le tante una: cosa lasciamo agli altri?  L’impressione allarmante è che la vita delle persone stia da un’altra parte, ci raccomanda dal dissentire dai profeti di sventure, guai e rovine, si percepisce che la domanda vera è: abbiamo ancora la speranza? Siamo in grado di mediare con tutte le nostre contraddizioni?  Don Matteo continua ….. ll problema vero è “cosa fare oggi”….. io credo nella chiesa delle coscienze, ci credo e ci spero, sarà utopia, sarò un illuso. Credo ci sa bisogno di autorevolezza, come qualsiasi realtà non di potere che prevarica l’altro, ma un punto di rifermento per l’ALTRO. Nel 2000 Papa Woityla con la sua richiesta di perdono della chiesa è stato straordinario; lui ha avuto il coraggio..… Oggi gli direi: se quelli avessero ascoltato il dissenso, ti saresti risparmiato il “Dissenso”.  Conclude trasmettendo a tutti le sue emozioni ”Ho sogni e speranze, dialogare fa sempre bene a tutti”.

Prendo io la parola ed Antonio Thellung accetta di buon grado le mie domande impertinenti guardandomi  con sfida dice ”non vale quello che dico, ma quello che confermo”; disponibilità e gentilezza lo contraddistinguono da molti. ”Noi viviamo nell’ ambiguità, dove il diabolico è negativo e li positivo è l’inverso, il nemico del vero è il falso ?”…. mette dubbi Antonio, ma subito dopo le dissipa dichiarando ”No il nemico del vero è il verosimile, dove s identifica qualcosa di vero; il diabolico ci ha fregati, bisogna recuperare il senso delle parole; esprimono cose, obbedienza, ascolto, sudditanza. Ritornare ad ascoltare attentamente la propria coscienza, cosa fondamentale, sarebbe ora chiamare le cose con il loro nome, altrimenti il rischio è che si rischia di pensare dinon essere ascoltati; cominceremo a manifestare un dissenso arrabbiato, perché la nostra sensazione è: non ce la facciamo a spiegarci” ….ma mette in guardia  “l’ascolto deve essere reciproco ed avremo cosi un dissenso affettuoso”. Nel suo libro Antonio Thellung è esplicativo, l’essenza del messaggio è: i due cristianesimi sono lontani fra loro anni luce, c’è inconciliabilità.  Racconta la storia per mettere in evidenza che la civiltà occidentale è un’altra cosa, sia in positivo che in negativo: “un esempio ? quando l’occidente ha sconfitto i Turchi.”  Le cose positive Antonio le vede per sopportare i resto; un sms di GESU’ gli dà la carica per distinguere il positivo e il negativo, per non rischiare i tutto. Ritornare ad una Chiesa delle coscienze è prioritario su tutto, altrimenti dice, si formano sudditi, con il rischio di fare cose orrende. Sarà utopia, illusione, ma ha bisogno di autorità, come qualsiasi realtà, non di un potere che prevarica l’altro ma,un punto di riferimento per l’altro.

A questo punto, per me che con la scrittura ho un rapporto complesso, la domanda da porgli è: “Antonio, perché scrive?” –  La sua risposta?  ”E’come dire perché vivo….Per invitarvi a leggere” il libro vi lascia con un messaggio rubato all’autore: le parole le dobbiamo ritrovare, riappropriarcene… rimaneggiare la carta, che propone e canta fra le nostre mani…

Rubare non è corretto….. presa in prestito per invitare tutti noi a riflettere.

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Il tavolo dei relatori

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L’Autore con Adelfia Franchi

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