Nuovi Ricercatori nel Mezzogiorno
5 x Mille per formare nuovi GIOVANI RICERCATORI nel MEZZOGIORNO, con l’ I.S.B.E.M.
MESAGNE (Brindisi) – Una settimana fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi dei beneficiari del Cinque per Mille per l’anno 2014; per cui ora si conosce la somma (120.602,72 €) che l’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM) riceverà e il numero di Cittadini (3.245) che hanno scelto ISBEM nella categoria “Finanziamento della Ricerca Scientifica e delle Università”. Scopriamo così, che anche nel 2014, ISBEM è il 1° beneficiario in Puglia, il 2° nel Mezzogiorno e il 26° in Italia. Tuttavia, è altissimo il numero di pugliesi (7 su 10) che destinano il loro 5×1000 fuori regione, con un trasferimento di soldi quantificabile fra 25 e 30 milioni di €. Un autolesionismo “cronico” che dura da quando esiste il 5×1000: 9 anni!
Nella figura allegata si riportano i risultati dell’ISBEM in 9 anni: dal 2006 al 2011, l’istituto è cresciuto per scelte e per euro ricevuti. Poi ha avuto una “stasi” di fondi ed una “flessione” del numero di destinazioni su cui i ricercatori, i collaboratori – e in primis i giovani ISBEM – stanno riflettendo per capirne le cause e porre i rimedi. E’ bello però poter dire che con le somme percepite in questi anni – modeste rispetto a quelle potenzialmente ottenibili – e grazie ai meccanismi del posto aggiuntivo previsti dalla Legge italiana, l’ISBEM ha potuto finanziare un discreto numero di Dottorati di Ricerca. Così, alcuni giovani del territorio hanno vinto e poi completato il Dottorato di Ricerca in varie università italiane (molti a Lecce), aumentando le loro competenze, cioè qualificandosi al meglio in specifici settori del Pianeta Salute, preludio essenziale per essere professionisti affidabili. Troppo pochi, tuttavia, rispetto ai tanti giovani desiderosi di sfidarsi oggi sull’innovazione scientifica!
Fin dalla sua fondazione (1999), l’ISBEM ha operato da ‘incubatore di talenti’ e quindi recluta giovani altrimenti destinati ad emigrare. Attua cioè una concreta contromisura alla scarsità di incubatori e di strutture del sistema post-universitario del Mezzogiorno, dove pochissimi giovani trovano accoglienza in laboratori scientifici con un contratto d’ingresso per fare ricerca: da qui la ben nota fuga dei cervelli. L’ISBEM in poco più di 3 lustri di attività ha finanziato 56 posti di dottorato di ricerca, facendo transitare e formando molti giovani che hanno scelto di rimanere nel Mezzogiorno e qualificarsi bene per poter successivamente lavorare in vari Enti fra cui il CNR, le Università, le ASL, i Policlinici, le Industrie, lo stesso ISBEM, etc. Pensate però ai tanti giovani in più che potrebbero beneficiare di tale meccanismo e del denaro di inseminazione fornito dagli stessi cittadini del Mezzogiorno, pugliesi in primis. Sarebbe invero del tutto saggio e fisiologico che in massa dessero il loro 5×1000 alle istituzioni della loro stessa regione, siano esse le università oppure i centri di ricerca come l’ISBEM ed altri.
Proprio pochi giorni fa, la Dr.ssa Roberta Ciccarese, giovane biologa di Erchie, ha discusso nell’Università di Genova la tesi di dottorato sul tema della Medicina Riabilitativa nei malati di Parkinson. Altre recenti collaborazioni hanno portato alla formazione di altri Dottori di Ricerca nell’Università del Salento e nella Università di Pisa. Infatti, nel 2014 hanno ottenuto il titolo di Dottori di Ricerca nell’Unisalento, sia il biologo Cosimo Neglia di Mesagne che il medico epidemiologo Prisco Piscitelli di Corigliano d’Otranto che sono esperti in tema di osteoporosi con un ricco bagaglio di pubblicazioni. L’anno prima, si erano dottorati a Pisa i biotecnologi Alberto Argentiero di Latiano e Santa Mundi di Oria, su temi avanzati di farmaco-genetica clinica.
Attualmente sono 3 le borse di dottorato in corso, generate col meccanismo dei posti aggiuntivi, grazie al 5×1000: trattasi di Gianna Mangeli, psicologa di Novoli, che sta ultimando la sua tesi presso l’Università del Salento, di Antonella Vigilanza, biotecnologa di Torre Santa Susanna, nonché di Giulia Della Rosa, CTF, cioè Chimica e Tecnologa Farmaceutica di San Daniele del Friuli, che hanno appena iniziato i loro studi su come prevenire, diagnosticare e curare al meglio il melanoma. Infine, un’ingegnera biomedica di Lucera, Ilaria Bortone, ha addirittura vinto una borsa messa in palio per il Dottorato di Ricerca dalla SSSUP (Scuola Sant’Anna di Pisa): a tutti, ad maiora!
ALESSANDRO DISTANTE, Presidente ISBEM