Le Diaconesse
Intervista sul Diaconato Femminile
Il dibattito sul “DIACONATO FEMMINILE” si è acceso dopo che PAPA FRANCESCO ha deliberato la creazione di una Commissione specifica di Studio sull’argomento. In verità la discussione sul diaconato femminile era già iniziata a febbraio in concomitanza della festa di San Valentino, nella cerimonia della benedizione dei fidanzati appositamente ristabilita dalla CHIESA ORTODOSSA ORTODOSSA ITALIANA AUTOCEFALA In quella occasione, il Primate, Sua Beatitudine Alessandro I (al secolo Alessandro Meluzzi), diede esplicita notizia della volontà della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefale, da lui presieduta, di rilanciare l’ ordine sacro delle diaconesse. Ne parliamo con l’Arcivescovo Vicario, nonché Eparca del Lazio e della Tuscia FILIPPO ORTENZI, Cancelliere della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala
D. Come mai la Chiesa di cui lei è vescovo rilancia il Diaconato femminile? > R. Il diaconato femminile è un’istituzione risalente al periodo apostolico, infatti ne parla San Paolo di Tarso che, nella Lettera ai Romani, scriveva: “vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencrea”. Proprio da questo scritto noi traiamo la deduzione che le diaconesse erano presenti ed attive fin dalle origini del cristianesimo. Dunque il diaconato femminile è addirittura ben precedente, all’istituzione del monachesimo che è nato in Occidente con San Benedetto ed in Oriente con Sant’Antonio, successivamente al III secolo dopo Cristo. Le discepole di Gesù, come un po’ tutte le donne che operarono nel cristianesimo delle origini erano tenute in grande considerazione dalle comunità dell’epoca. Le loro testimonianze e i loro insegnamenti erano molto apprezzati. Un ruolo preminente lo ebbe, per esempio, Santa Maria Maddalena, che Ippolito nel suo Commento al Cantico chiama “l’Apostolo degli Apostoli“. San Paolo (1 Tim. 3, 8-11) sui diaconi scrive: «Che i diaconi siano degli uomini onorati… che siano provati, e solo poi assolvano il loro servizio di diaconi. Che le donne parimenti siano onorate (semmai,), non maldicenti, sobrie, degne di fiducia in tutto. Che i diaconi non siano stati sposati che una volta».
D. Ma detto ordine è stato mai formalmente riconosciuto dalla Chiesa? > R. Sulla legittimità del servizio delle Diaconesse vi sono anche delle delibere conciliari, quale quella del Concilio Ecumenico di Calcedonia del 451 e quello di Costantinopoli del 692, concili ai quali formalmente ha partecipato anche la Chiesa di Roma, che però in seguito ha disapplicato e disatteso.
D. Quindi per la Chiesa Cristiana delle origini il Diaconato, sia maschile che femminile era il primo grado dell’Ordine Sacro. Gli altri gradi erano il presbiterato e l’episcopato,. > R. Certamente, se si consultano le Costituzioni Apostoliche, libro VIII, valide per tutta la Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica ed Ortodossa (Chiesa indivisa del primo millennio) si leggerà chiaramente che le stesse prevedono l’accesso delle donne all’ordine diaconale. Tale consuetudine è rimasta nella Chiesa Ortodossa, anche se dal 1400 in poi molte Chiese dell’Est ne hanno fortemente limitate le consacrazioni. La Chiesa Ortodossa è rimasta fedele ai Concili Ecumenici della Chiesa indivisa del primo millennio mentre, al contrario, la Chiesa Romana, che man mano si è allontanata dalla Retta Fede, lo ha abrogato fin dal VI -VII secolo, considerando le donne indegne di far parte del clero, compreso quello minore.
D. Ma del diaconato femminile in Italia in epoche passate vi è rimasta memoria? > R. Vi sono sante italiane, venerate anche dalla Chiesa Cattolica Romana, che erano delle Diaconesse, anche se l a Chiesa tende a nascondere la loro appartenenza all’ordine sacro.
D. Ad esempio? > R. Le Sante romane Giulia, Typhena e Melania . Vi è poi il caso della Santa più venerata in Sicilia: Sant’Agata, patrona di Catania, San Marino e Malta, nonché copatrona di Capua e Palermo ed altre località in Italia e all’estero.
D. Mi risulta però che in Russia, Romania, Bulgaria ed in altre Chiese Ortodosse non vi siano diaconesse. > R. Per la verità con il crescere del monachesimo femminile in diverse Chiese ortodosse è caduta in desuetudine la diaconia femminile, ma non è stata mai formalmente abrogata. Non soltanto, vi sono Chiese come quella Apostolica Armena e quella Apostolica Autocefala Ortodossa Georgiana dove è difficile trovare una parrocchia dove non vi sia almeno una diaconessa. Per quanto riguarda le chiese greco-ortodosse va ricordato che San Nektarius, (Nettario), nel XIX secolo reiniziò a consacrare diaconesse, scegliendone diverse tra le monache del monastero da lui fondato. Il rilancio del diaconato femminile è stato auspicato, tra l’altro, sia dalla Commissione Pan-Ortodossa di Rodi del 1988 che dal Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Greca del 2004.
D. Nell’antichità come venivano scelte le diaconesse? > R. Prevalentemente tra le vergini, le vedove e tra le mogli dei vescovi. Al riguardo va ricordato che San Gregorio di Nissa, che per altro aveva una sorella diaconessa di nome Macrina, ebbe la consacrazione ad episcopo unitamente alla moglie Teodosia che nella stessa liturgia venne consacrata diaconessa.
D. Come venivano viste le Diaconesse nella Chiesa antica e come vengono viste dall’Ortodossia attuale? > R. Per comprendere bene il ruolo e la funzione della Diaconia femminile è utile leggere il libro dello scrittore Evanghelos D. Theodoru dal titolo: La questione dell’ingresso delle donne nel Sacro Clero secondo la tradizione Ortodossa orientale”.Qui l’autore ci ricorda come “secondo la Didaskalia e secondo la Costituzione degli Apostoli (Costitutiones Apostolorum) la diaconessa occupa una posizione molto onorata negli Ordini del clero, dato che in queste fonti da una parte viene sottolineato che i diaconi e le diaconesse appartengono allo stesso ministero, al “ministerium diaconiae”… è come un’anima in due corpi” . E’ dunque importante sottolineare che, come ci ricorda lo scrittore, diaconi e diaconesse, appartengono allo stesso ministero. Il testo che ho citato è consultabile nel sito dell’Arcidiocesi italiana del Patriarcato di Costantinopoli. In ambito cattolico è difficile reperire della documentazione perché si tende a sminuire e negarne il ruolo delle diaconesse dei primi secoli. Ho l’impressione che si punti a farle apparire in un ruolo senza significato e senza consacrazione … una specie di colf o sacrestana.
D. Come mai la vostra Chiesa si è caratterizzata in questi ultimi quattro mesi nel rilancio delle diaconesse? > R. Il rilancio delle Diaconesse è stato, fin dall’origine, uno dei punti caratterizzanti la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, come ha più volte rimarcato il nostro amatissimo Metropolita Sua Beatitudine Alessandro I. Il nostro Primate, tra l’altro, è erede della tradizione ortodossa assiro-caldea del compianto mons. Leopoldo Adeodato Mancini, che per primo rilanciò detto ministero consacrando diacono la signora Marzia Vicenzi di Ala (TN). Madre Marzia, che è tra i membri fondatori della nostra Chiesa, in quanto decana della diaconia femminile nel nostro Paese, è stata ultimamente promossa ad Arcidiacono. Ultima diaconessa consacrata dalla Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, è stata Maria Dimitrova, autorevole esponente della comunità bulgara di Roma. Nella Chiesa Ortodossa le donne sono presenti anche in altri ordini ecclesiastici minori quali l’Ipodiaconato ed il lettorato. Va ricordato che la prima donna Lettore della nostra Chiesa è stata ordinata a Roma ed è Lorella Latini, stilista, artigiana e creativa, nonché Presidente dell’associazione laica di fedeli denominata L’Arca di Sant’Antonio Abate che si occupa prevalentemente della difesa del creato e contro la violenza agli animali.
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La presente intervista rilasciata da FILIPPO ORTENZI è stara raccolta dal giornalista MARCO TARTARINI e già pubblicata anche su “IL BORGHESE” di Ottobre.