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Medicina … una Sfida Europea

MEDICINA TRANSFRONTALIERA: GIOIE E DOLORI…

UNA SFIDA TUTTA EUROPEA…SIAMO PRONTI A COMPETERE?

di ADELFIA FRANCHI

SALA CAPITOLARE, PRESSO IL SENATO DELLA REPUBBLICA 31 OTTOBRE

Ad affrontare questo argomento, molti i relatori che si sono alternati per confrontarsi con il folto pubblico di addetti ai lavori, attento a captare idee, novità e, nuove proposte di legge che da qui al 4 dicembre saranno operative.

Medicina verso il futuro; se bastasse fare solo una cosa per cominciare o per ottenere rapidi risultati, tutti noi saremo sistemati e tranquilli. Chi tranquillo non è…è il paziente, per questo strano modo di vedere e percepire il nostro sistema sanitario. Si sviluppano nuove idee, nuovi argomenti, nuove tecniche, ma il paziente malato (gli altri sono sulla strada) non conosce quasi niente… continua a curarsi come sempre… di routine prende i soliti farmaci…va a farsi curare nelle solite strutture … fa i soliti accertamenti, fino a smettere di curarsi per mancanza di reddito. Chi è il colpevole? OH via su, ormai lo sappiamo tutti, è “LA CRISI”… C’è, non c’è … cresce , diminuisce…Tutti i relatori hanno condiviso le loro esperienze e il loro bagaglio professionale, uno fra tutti, il Dott, FILIPPO FORDELLONE, organizzatore dell’ evento e presidente del comitato scientifico che, avanzando delle proposte per le istituzioni, si prefigge un obiettivo principale, quello di portare avanti progettualità per creare sinergia tra pubblico e privato, per eliminare liste di attesa, erogazione di servizi a prezzi stabiliti, prestazioni odontoiatriche per fasce di reddito. Il suo scopo è quello di portare avanti un programma per rendere l’Italia competitiva in Europa. Gli scogli da superare sono soprattutto politici… le normative ci sono, importante è: non chiudere questi bagagli, altrimenti siamo tagliati fuori da un mercato che fa gola ai nostri vicini di casa, si chiama “turismo sanitario”. Il Dr. Fordellone continuando nella sua esposizione dice “mi rivolgo alle pubbliche amministrazioni, autorità, e operatori, voglio sottolineare che sul piano organizzativo, la creazione di un progetto per la collettività, è una condizione per uno sviluppo di una sanità a portata di reddito, per la salute di tutti… con prezzi competitivi con l’ Europa, che fino ad oggi produce reddito per altri paesi e, deficit per il nostro paese”

Portare all’attenzione di tutti innovazioni e idee, dovrebbe essere un punto di forza  di ogni progetto, per il confronto e la competitività con l’Europa .Per far si che tutte le notizie arrivino a tutti, ho riassunto con dei punti chiave un’ intervista fatta al Dr. RAFFAELE ZINNO, segretario nazionale S.I.S.M.I.A, che ci parla di “standard di qualità, che devono diventare eccellenza, responsabilità medica… consenso informato, prescrizione dei farmaci fatte da nuove figure professionali: infermieri prescrittori, delle figure sanitarie oltre il medico; su chi le ricadute di responsabilità?…dove finisce la prestazione e le responsabilità del medico e dove inizia quelle degli altri? I pazienti devono sapere? Visto che in Italia il sistema prevede la presunzione di responsabilità, il medico all’estero è più tutelato! Dove ci dobbiamo interrogare? Forse adeguarci velocemente  per essere in linea con l’ Europa, questo ci permetterà di competere, di mettere a punto le esperienze di tutte le eccellenze del nostro sistema sanitario”.

Ad aprire e chiudere i lavori del convegno il Dr. Filippo Fordellone ha affidato il compito alla dr.ssa Vanessa Seffer, consigliera del Sottosegretario agli Affari Regionali WALTER FERRAZZA; si riportano integralmente i suoi due interventi.

“Per il 25 ottobre, giorno dal quale i cittadini europei assicurati possono usufruire di cure in altri Paesi membri, andava fatto un lavoro da parte dell’Italia e degli altri Stati membri che è cominciato in ritardo e chissà a che punto è questa matassa, lo scopriremo grazie all’evento di oggi//: tanti sono i nodi da dipanare.. c’è l’anagrafe delle strutture, la modalità con cui si spostano i pazienti dall’Italia agli altri Paesi e viceversa, ci sono le ricette da interpretare, c’è un tariffario delle prestazioni, le fatture che dovranno essere rimborsate, ci sono le problematiche delle varie lingue. Poi ci sono le cure di alta specializzazione, punto debole del nostro Paese, causa dei maggiori spostamenti in altri Stati. E se i pazienti si dovessero trovare a dover anticipare le spese di queste cure? Quante trappole ci sono in questa normativa?  Il nodo più grosso che mi è saltato agli occhi quando ho letto questa normativa  e’ stato: ma chi si potrà permettere queste assicurazioni? Ci sarà una sanità sempre di più per ricchi e una per i poveri?

Se in Calabria, e non solo li, c’è un paese come Gioia Tauro che ha un ospedale con 32 posti letto, nessun posto letto in cardiologia e nessuna rianimazione e i medici vostri colleghi sono costretti a dire che non possono curare i cittadini… E se ci sono non poche resistenze per la chiusura di tanti piccoli ospedali in giro per il Paese che sarebbero invece da chiudere  e per farlo bisogna avere forza ed autorevolezza, perché solo fonte di sprechi, ovviamente bisogna dare strutture alternative alle persone.. facciamo presto a comprendere che tra poco tante di queste persone impareranno ad andare fuori, all’estero, se potranno permetterselo, con un’assicurazione che li coprirà, e si cureranno altrove e per questa ragione è fondamentale aprire un dialogo subito fra voi medici, custodi della salute, e le istituzioni, su questa normativa che è stata inaugurata il 25 ottobre, per vigilare su questa tematica.

Noi sentiamo che il dottor Fordellone sia la persona giusta per il nostro gruppo per potersi fare carico per noi ed essere il nostro referente per questo tipo di problematiche fra voi medici e le istituzioni e gli siamo grati perche’ ha aperto questo dibattito qui oggi pomeriggio.

Quando si parla di Sanità non dimentichiamo che si parla di malattia.
La malattia priva le persone del progetto. Questo e’ gravissimo. Per questo non possiamo non pensare questo pomeriggio, vi prego, consentitemi una breve digressione, ad una parte del nostro paese dove si sta consumando un dramma immenso tra Caserta e Napoli. Non si parla di rifiuti semplici urbani, ma di rifiuti tossici sepolti da anni sotto terra, sotto le colture, cumuli rivestiti di erba e di sterpaglie che prendono fuoco quotidianamente, liberando diossine, inquinando falde acquifere e le coste fino al basso Lazio.
Una Terra avvelenata che miete vittime, migliaia di persone aggredite da tumori alla tiroide e al seno, che muoiono di leucemia, soprattutto bambini. Non se ne parla abbastanza e soprattutto non ne parlano imprenditori e politici, ne parlano solo i medici e un prete (don Patriciello) che ammiro molto, che stanno facendo insieme a tante brave persone e tante associazioni una grande battaglia. Sono scesi in piazza in 20 mila pochi giorni fa a Napoli..
Ecco perché dedico questo pomeriggio, col vostro permesso, un pensiero a loro, alla terra dei fuochi e ai tanti comitati terra dei fuochi, perché combattono senza le istituzioni questo terrificante problema, perché vorrei dire loro che noi vogliamo essere vicino.
Incredibile come tutta l’Italia sia immobile dinanzi a questa situazione e che fino ad ora in pochi ne abbiano parlato. Persino il nostro Presidente della Repubblica che non è certo valdostano.

Lascio un’idea di un giovane medico a questo tavolo e al Dr. Fordellone, che mi è stata donata qualche settimana fa durante uno dei tanti incontri, raccogliendo una delle tante istanze come mi capita di fare ogni giorno: il giovane medico dell’ Ospedale Pertini di Roma, un ortopedico, mi ha suggerito: facciamo un portale dove tutti i medici possono scambiarsi opinioni e possono prima di un intervento scambiarsi consigli sui casi, come fanno in America quando prima di cominciare a lavorare si riuniscono e parlano tutti insieme di tutti i casi che hanno e poi iniziano il giro dei pazienti. Una piattaforma web dove tutti i medici italiani possono incontrarsi la mattina e lasciare il proprio contributo su un caso speciale. Questo medico lo presenterò a Filippo Fordellone perché è un entusiasta come lui.

Ritengo che il convegno sia stato fondamentale per aver aperto una serie di interrogativi fondamentali per questo tema. Se in questo Paese non inseriamo nel programma di istruzione dei ragazzi la lingua inglese e una terza lingua, faremo fatica a pensare di poter anche immaginare rapporti con l’Europa e con il mondo lavorativo quotidiano, di questa importanza come il tema della salute, dove per interpretare una semplice ricetta in un’altra lingua sarà un grandissimo problema. Dovremmo concentrarci dapprima su come investiamo i nostri soldi sull’istruzione e sulla scuola, sul fatto che per darne una adeguata ai nostri figli non possiamo contare di inviarli all’estero per insegnare loro l’inglese, non tutti se lo possono permettere. Dev’essere la scuola italiana a insegnare le lingue ai giovani che poi possono un giorno parlare anche di Sanità Transfrontaliera ed affrontare i farraginosi meccanismi che questa comporterà fra un Paese e un altro. Vedremo i primi disagi molto presto, a partire dal 4 di dicembre…”

Per lasciarvi ho preso in prestito una frase che dice spesso il mio amico Enzo Foschi “Non ci sono più i soldi di papà ad aspettarci (chi di noi?)” Chi si conquista la vita tutti i giorni, sa che niente “esiste”. Sono d’accordo, vero, chi fatica ogni giorno  e si trova a dover rinunciare a curarsi perché fuori dalla sua portata, ha diritto ad avere attenzioni e cure a portata di reddito, se con i vari progetti messi sui tavoli delle istituzioni si può arrivare al cuore del problema, avremo fatto un salto nell’eccellenza.

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