Il “Complottologo” (un’intervista intima e sgarbata con Maurizio Blondet)
DI ANTONIO MARGHERITI MASTINO
papalepapale.com
Un’intervista intima e sgarbata, un dialogo spudorato e per nulla cerimonioso, un botta e risposta per niente celebrativo all’uomo e al personaggio Maurizio Blondet. Che si rivela sino in fondo: la malattia, il pensiero alla morte, l’infanzia, i licenziamenti clamorosi, i complotti, gli ebrei, la fede e il dubbio, i suoi peccati e la conversione, il Katechon e la Bestia. Chi è veramente Blondet? E pensa davvero tutto ciò che scrive ?
A Maurizio Blondet gli riconosco anche io con ammirazione lo spessore culturale, il genio forse, certamente la penna brillantissima che spesso mi dà i nervi: per l’invidia magari. Un giorno a Roma incontrai un milanese che lo conobbe bene a suo tempo, e ne fu amico: mi narrò un po’ la sua biografia non autorizzata, “scriteriata” (si sarebbe detto nell’800 di certi tipi scapigliati) e vissuta pericolosamente. Come è entrato ed è uscito dai grandi giornali.
Gli dissi che non sapevo di preciso se fosse “sperpero di fosfati” o “emorragia di genio”, o magari, ora, “spreco di inchiostro”. Sta di fatto che la sua vita m’affascinò e, ho detto a Blondet, andrebbe raccontata in un romanzo, in un thriller forse. In mancanza di tutto questo stiamo qui per raccontarla in una mia intervista. Sull’uomo e il personaggio Blondet. E su qualche sua “ossessione”. Che non è poi detto, infine, risulti solo un’illusione. Chissà! Proviamo a capirlo.
QUEI FIGLI CHE NON HO AVUTO
*Caro Blondet! Ho passato la vita (e tanti guai) ad andare in cerca di gente che non mi piaceva, premurandomi di farglielo sapere. Lei mi è tanto simpatico umanamente, sono in certo senso affezionato: ricorda che gliel’ho scritto? Poi c’è tutto il resto, in base al quale ho stabilito una cosa. Blondet, lei non mi piace! Le dà fastidio?
No, anzi. Ho passato una vita a perfezionare l’arte di “non” piacere. Adesso ci riesco senza sforzo: la spontaneità è il vertice dell’arte.
*Ad ogni modo, ho annunciato questa intervista in un mio stato facebook, chiedendo agli amici se avessero domande per Blondet: me ne sarei fatto portavoce. Sono arrivati moltissimi commenti e messaggi privati: molti (penso a Gianluca Marletta che l’accusa di prendere troppi spunti dalle sue opere senza citarle, ma che glielo perdona) mi hanno incaricato di portarle i loro saluti: tutti cattolici puri e duri, molti giovanissimi…
Aspetti aspetti! Ho sempre creduto che fosse Marletta a prendere spunti da me, ma lo perdono (anzi lo ringrazio, mi cita). Insisto però: credo di essere stato il primo a documentare, con dati oggettivi, che l’attentato dell’11 Settembre è stato un false-flag, architettato dai neocon americani. Il mio libro sul tema è stato pubblicato nel maggio 2002, credo prima di Marletta. Ero stato mandato come inviato a New York, Marletta non credo.
*…Ok mettiamoci un chissenefrega! Che strano, stavo dicendo, che dei ventenni seguano così attentamente Blondet, prendendo davvero per oro colato quel che dice, e gli mandano pure i loro “cari saluti”. Sa cosa mi chiedevano di chiederle (e mi hanno sorpreso) molti di questi ragazzi?
La sento oltremodo impaziente di dirmelo…
* … io m’aspettavo domandassero di questo e quel complotto, di papi e antipapi, di ebrei e solite bufale sui “savi di Sion”. Niente di tutto ciò! Mi chiedevano di domandarle degli assoluti, Dio e l’uomo, la vita e la morte, la malattia e la sofferenza. E di Blondet dinanzi a tutto questo: Dio, la vita, la morte, la malattia, ogni mistero alto, assoluto; non da bassifondi. Le chiedono di parlar loro dell’uomo Blondet.
Chi mi chiama “complottista” (rovinandomi la carriera) è sempre uno che non ha mai letto i miei libri, dove – insisto – ho enumerato fatti documentati, che uno può smentire: ma deve farlo con altri fatti. E’ molto più facile non affrontare l’argomento (per esempio 11 Settembre) dando del complottista chi prova e dimostra che la versione ufficiale è falsa, invece di esaminare e rigettare le sue prove. Ma non è una cosa che mi stupisce. Ho vissuto troppo per illudermi sulla stupidià e malafede di chi – dall’una e dallaltra – ci guadagna.
Quanto alle domande alte dei ragazzi che mi leggono, ne parliamo dopo…
*E certo, sto lavorando per lei. Vuole a suo piacimento posticipare altro?
Al momento no, grazie.
*Dicevo… Qualche settimana fa scrissi un articolo dove per primo parlavo della telefonata del papa a un giornalista “tradizionalista” in cattiva salute. Senza fare il nome (questa porcheria l’ho lasciata fare a quel gentiluomo di Beretta, Dio lo ripaghi!). Ebbene, 5 minuti dopo, la mia mail ha cominciato ad essere assalita dai fan di Blondet (non immaginavo ce ne fossero tanti). Trafelati mi facevano tutti la stessa domanda: “Ma si tratta di M.B.? speriamo di no!”. Dove M.B. stava per Maurizio Blondet. Io invece mi domandavo perché mai il papa avesse dovuto telefonare a Blondet; ma soprattutto perché mai esclamassero “menomale!” al mio “non è M.B.”, come se la sua vita valesse più di quella d’altri. Blondet, ha allevato dei mostri!
A parte tutto, Lei Blondet, come sta veramente? Mesi fa ci ha fatto preoccupare seriamente, come stanno le cose adesso?
Questi sono i “miei” ragazzi. Mi spiego: non ho avuto figli a cui tramandare ciò che ho appreso dalla vita. Ma ne ho trovati facendo il blog, a centinaia. Sono un padre felice, ho tanti figli a cui faccio il pedagogo e trasmetto esperienza (per quanto posso) , mi vogliono bene e nemmeno devo dar loro la paghetta. La mia salute è oggi buona, grazie.
UN CANCRO CHE CONSIGLIO A TUTTI
*La sua ultima fugace battuta mi pare un comunicato tipico del Vaticano o del Cremlino quando dice “il papa sta bene” o “il Compagno Presidente è in ottima forma”, il che significa…
… So’ bene che significa, Mastino: non è il mio caso! Sto bene, ora, si rassegni! Passiamo alla prossima!
*Non le sembri jettatura, dopotutto siamo cattolici: pensa spesso alla morte?…
…E me pareva a me!…
*…Il cardinale Martini diceva di avere paura proprio di “quel momento” preciso in cui si abbandona questa vita, l’attimo eterno del trapasso. Lei è alla soglia dei 70 (a febbraio), ha più anni alle spalle che non davanti, e come recita un antico detto della Dinastia Tang “il sole del tramonto è magnifico, ma la notte si avvicina”. In definitiva, Blondet, ha paura della morte?
Ma perché, lei non pensa spesso alla morte? Scusi, ma che cattolico è?
*Un cattolico giovane e in salute. Torniamo a lei.
La meditazione sulla morte è assolutamente prescritta da ogni trattato di devozione come efficacissima ascesa alla santità. Per il Buddha, è la più grande meditazione, grande “come l’orma dell’elefante”. Vorrei pensarla di più; il fatto è che non è facile, è difficile immaginarla per sé.
Da inviato in zone di guerre o di catastrofi, ho visto molti morti ammazzati e ho sentito il pericolo della morte vicina e improvvisa: una granata, un proiettile, la jeep su una mina. La paura che avevo era di non essere preparato, di essere in stato di peccato. Preparato, non lo sono stato quasi mai, peccatore impenitente, con dubbi sulla fede, linguacciuto contro la Chiesa…
*E poi, per un attimo, ha incrociato la sua stessa morte, l’ha sfiorata.
A fine 2010. Mi è stato diagnosticato il cancro polmonare. Ho capito subito che questa “malattia”, malattia mortale nell’aldiquà, era la “medicina per l’aldilà” di cui avevo bisogno. Era ciò che mi necessitava, era la grazia di potermi “preparare”, di abbandonare vizi e peccati ricorrenti; quanto ai dubbi di fede, non ce ne sono più quando si ha qualche mese di vita (non ci sono atei nelle trincee). Non sono in grado di ringraziare veramente il Signore della grazia che mi ha dato: è immensa. Ma sapete, questa grazia viene per tutti, prima o poi: approfittatene, ringraziate, buttatevi nelle braccia che vi vengono tese, e di cui non siete degni. Quella che tutti qui chiamano una disgrazia, è una fortuna.
* Sarà. Ma lei non si è abbandonato del tutto alle “sue braccia”, se è qui a rispondermi. E consigliarmi la stessa esperienza, per edificarmi. Che belle parole che ha detto però…
Di fatto, poi, non sono morto. Ho rifiutato la chemio (amici “complottisti” mi avevano informato sul criminale business del cancro) e ho fatto flebo di alte dosi di vitamina C. Per un anno mi sono sentito un sopravvissuto, con la domanda: perché mi hai risparmiato? Non sapevo nemmeno esserne del tutto grato. Ora comincio a capire meglio, forse, che anche questo rimando è grazia.
* Rifiutare la chemio come sintesi chimica di un complotto universale? Scusi se tutto questo mi pare una stravaganza! Una eccentricità persino. E ancora più eccentrico è che lei sia ancora vivo: davvero, Dio esiste! E anche il coraggio, o l’incoscienza forse. Ma non era dopotutto proprio questa la religione della “stultitia crucis”… dell’idiozia della croce? Eccone la prova, semmai ce ne fosse stato bisogno. Avesse ragione Odifreddi?
Guardi caro Mastino, non voglio dare l’idea di non aver paura della morte. Certo che ho paura: ma anche Cristo nell’Orto degli Ulivi ha avuto paura, forse della sofferenza più che della morte… si vede che di lì bisogna passare. Ma Cristo ci ha aperto la strada alla resurrezione. Per un cristiano, confessato e comunicato, la morte e le sue sofferenze sono solo un brutto quarto d’ora. Poi, certo, non sono mai pronto come si dovrebbe; conto molto sulla Misericordia, come ci è stato insegnato.
*Accidenti Blondet, non immaginavo che fosse così saggio, in fondo. Mi ha quasi persino commosso.
Sta invecchiando pure lei, giovane Mastino, qualunque età lei dichiari in giro.
* … quasi mai quella vera. Mah!
RITRATTO DI FAMIGLIA CON SIGNORA
Quei giovani idealisti crudeli: la Brigata Garibaldi, comunisti radicali
* Stavo guardando la sua biografia su wikipedia: nato nell’anno crudele 1944. Mi chiedevo che bambino fosse stato Maurizio Blondet, e com’era sua madre, e suo padre.
I miei nel ’44: una coppia di giovanissimi sposini, entrambi impiegati in un’industria militare presso Sesto San Giovanni, senza casa perché la loro fu bombardata dai liberatori, abitavano in un locale requisito. Per scaldarlo, bruciavano dell’alcol in un catino di latta. Avevano fama di “fascisti”, il che in quel quartiere, dopo la “liberazione”, significava essere ammazzati come niente. Alcuni miei zii, impiegati civili di Salò, invitati a presentarsi (“Se non avete niente da temere”) si presentarono: mio nonno li trovò una settimana dopo sotto una catasta di cadaveri nella zona di piazza Durante, eliminati dalla Brigata Garibaldi.
* Maledetti porci partigiani, luridi assassini, divoratori di pensioni statali a tradimento. Possano bruciare tutti all’inferno! Meglio tornare a sua madre: non posso pensare ai partigiani (io che vengo dall’ex PCI) senza ripetere ogni due parole la parola “porci”, e tra una parola e l’altra inserirci un “assassini”. E “comunisti”! Torniamo a sua madre, che è meglio… (…che porci quelli!!…)
Mia madre, siccome volevo ascoltare racconti e favole, da bambino mi leggeva romanzi sulla cavalleria, il mito di Sigfrido (era a puntate sul Corriere dei Piccoli), e persino la storia della famiglia degli Atridi, Agamennone, Clitennestra… forse è questo che mi ha rovinato, cosa di cui sono infinitamente grato allla mamma.
*Forse da quelle favole nasce il produttore a catena di montaggio di teoremi complottistici direi io, fossi una persona maligna…
Fin da bambino ho capito che vivere significa affrontare inevitabilmente la tragedia, e la cosa più vile è nasconderselo. Se vuole, mi sono sempre considerato un soldato. Nei momenti di presunzione, mi vedo come un soldato oltre le linee nemiche, di un esercito che si è arreso in massa, o ha tradito. Il soldato giapponese scoperto nella giungla trent’anni dopo Hiroshima, che tutti considerano un fesso, è il mio eroe.
*(una smorfia sul mio viso: un sorriso forse…)
Sa una cosa? Dal Cavaliere ho cercato di apprendere lo sprezzo per l’etica. Il cavaliere non vuole “etica”, vuole “epica” ed “estetica”. Nel senso che per lui pugnalare alla schiena il fiducioso e derubare la vedova e l’orfano è “brutto” prima che immorale. Ciò non mi ha preparato ad apprendere la mascalzonaggine, e la mancanza di pudore, che tanto occorre per far carriera nella repubblica e nella demokràzia. Ne sono grato alla mamma. Mio padre, gravemente malato di reni, è morto che aveva 47 anni.
* Ma stiamo parlando del Cavaliere di Arcore?
In effetti stavo parlando del cavaliere dei romanzi cavallereschi, non di quello delle cronache giudiziarie sui giornali. Ma suppongo che per lei, caro ragazzo, sia la stessa cosa…. Le lascio le sue illusioni, deve ancora crescere e imparare.
* Anche i giornali sono diventati un romanzo “cavalleresco” (proprio nel senso di Arcore, stavolta: in diretta dalla camera da letto) non sai quanto noir o a luci rosse: cronache rosa scritte da penne rosse.
Resta il fatto che stavo parlando d’altro…
*Già!, torniamo indietro, siamo adesso arrivati al Dopoguerra. Mi domandavo se è stato un ragazzo felice, se si porta del dolore dentro, se i sogni della gioventù l’hanno tradita. Quando si guarda indietro, Blondet, cosa le dice il cuore?, cosa le racconta la sua memoria? Era questo l’uomo che immaginava di diventare?
Ebbene no, non la metterei così. Ho sempre vissuto come ho potuto, non come avrei dovuto; ho commesso anch’io la mia quota di abbiezioni. Ma non, per dire, quel tipo di abiezioni che fanno di te un Fiorito o una Rosi Bindi, un politico a 18mila al mese, un governatore di Regione a 400 mila l’anno… No, di quelle non sono stato capace. Non ho mai rubato denaro ai poveri e agli onesti contribuenti, non ho mai mentito professionalmente, né mi sono fatto passare per “progressista” quando era essenziale per avanzare in carriera… e molti giornalisti, persino ex nazisti, erano diventati filo-comunisti.
ANTISEMITA È CHI DETESTA GLI EBREI PER CIÒ CHE SONO. IO LI DETESTO PER QUEL CHE FANNO
*Alcuni dicono che lei è antisemita. Alcuni altri che lei è un complottista. Certuni che è semplicemente “pazzo”. Tal’altri un “folle lucidissimo” una tipologia umana della quale il mondo sarebbe “pieno”, e “Chesterton ne scrisse”. Questo dicono. Oh sia chiaro, per molti altri è un “profeta”, un oracolo. Io sono scettico su tutto.
Vediamo: folti gruppi di europei provenienti dalla Russia o dalla Polonia e parlanti un dialetto tedesco, o gente americana dai capelli rossi e gli occhi azzurri, tutti ben forniti di denaro da banchieri che restano a casa, piombano su un territorio abitato da arabi semiti, li cacciano compiendo atti di innominabile crudeltà, li inceneriscono con bombe al fosforo, sta compiendo su quella terra (santa) la più plateale pulizia etnica che sia mai avvenuta sotto i nostri occhi….e sarei io “l’antisemita”?
Antisemita è chi detesta gli ebrei per ciò che sono. Io denuncio gli ebrei per ciò che fanno.
* Ci dica Blondet – e le crederemo – lei è davvero un “negazionista”? lei è davvero complottista? O, semplicemente, lei è “pazzo” non di più ma almeno quanto un Cossiga qualsiasi? C’era un noto giornalista che avanzava un’ipotesi alternativa: “Blondet ci è o ci fa?”. Secondo questo suo collega, lei “ci fa”. Per coltivare il suo orticello, per blandire la sua nicchia di lettori ai quali lei dice quel che loro vogliono sentirsi dire. In definitiva, caro Blondet: lei crede davvero a tutto quel che scrive? Ma se tutto è complotto, non ritiene che alla fine nulla sia più complotto?
L’orticello, mi creda, non rende altro che insulti, censure ed emarginazioni. Soldi, niente… Se no, quel collega giornalista sarebbe qui a coltivarlo, cacciando me…
Non ritengo affatto che “tutto sia complotto”, questa frase è una sciocchezza disinformata. Le volte che ho descritto e denunciato complotti, ho documentato, allineando prove documentali ed indizi, quel che sostenevo. Vorrei che mi si confutasse confutando le mie documentazioni. Non lo si fa’ mai: si preferisce strillare: Blondet è “antisemita, negazionista dell’olocausto”, magari omofobo e femminicida.
*Un ragazzo, Giuseppe, mi chiede di domandarle questo: «Abbiamo letto sue critiche ad alcuni passi dell’Antico Testamento, che rifletterebbero una presunta perfidia della religione del popolo eletto. Sono fraintendimenti, o questa è la sua opinione della religione ebraica? E come concilierebbe ciò col Cattolicesimo?»
Vede fino a che punto lei è disinformato?
* E’ sempre “colpa dei giornalisti”! Ma lei qui mi casca male, Blondet: io non sono un giornalista, e querelo chiunque mi appelli in tal guisa! Se la prenda con quel moccioso che le ha fatto la domanda… io manco so che significa ‘sta roba… ‘sti regazzini de oggi già nascono imparati… io ho dovuto studiare invece. Se la prenda con lui dunque…
Il “moccioso” parla di “religione ebraica” come fosse la stessa dei tempi della Madonna e di Gesù. Ma invece è cambiata, ed è inevitabile dal momento che hanno rifiutato il Messia inviato per loro. Dovevano ricostruirsi una religione che non promette più a chi la segue la salvezza eterna, ma il possesso collettivo di un pezzo di terra… Le pare che questa sia una religione? Del resto, mi pare che già quel Messia, Gesù di Nazaret, ebreo, avesse sottolineato la perfidia di quei “religiosi” del suo tempo: sepolcri imbiancati, indecenti miscredenti sadducei, razza di vipere, ipocriti… spesso si mostrò esasperato fino a passare alle vie di fatto, dal modo in cui quelli “obbedivano alla Legge di Mosé” tradendone lo spirito: sicuramente era un antisemita. Oltretutto, omofobo.
*Rido: “Gesù omofobo”.
Era “omofoba” la Scrittura. Omofobia condivisa da San Paolo, rabbino scuola di Gamaliele. Nel mondo antico ebraico non c’era alcuna indulgenza per la sessualità contro natura. O ne trova qualche cenno da qualche parte?
*E che diavolo ne so io?!
E allora non c’è niente da ridere.
*C’era un suo collega, che avendo “sentore di intelligenza e cultura, forse di genio” in Blondet, accostava il suo caso a quello di Travaglio ai tempi della Torino di Voce del Popolo: lefevriano furioso e collezionista maniacale di ritagli di giornale, restò come per caso prigioniero di un ruolo da “accusatore del popolo”, da Fouquier Tainville dei poveri ed è riuscito alla grande assecondando egli pure una nicchia e prestandosi alla strumentalizzazione di quella sinistra che detesta. È la stampa, bellezza?
Un lefevriano, Travaglio? Non lo sapevo: bello! Ma lei sbaglia a farmi entrare nella categoria del mono-maniaco per vizio professionale e per tornaconto. Come le ripeto, io dimostro ciò che dico e scrivo sull’ebraismo sviato, razzista e psichiatrico di oggi. Perché sono monomaniaco? No, perché quella gente venuta ad occupare la Palestina da Europa ed Usa, s’è dotata di 200-300 testate atomiche, e in mano a squilibrati messianici, le testate atomiche sono un rischio reale.
LA TERRA PROMESSA E’ UNA BUFALA BIBLICA. E IL V. T. NON È POI TANTO VECCHIO. BLONDET ERETICO MARCIONITA?
Israel Finkelstein: “Mosè non è mai stato qui”
* Una sua vecchia conoscenza, Franco da Milano, vicino agli ambienti di Alleanza Cattolica e uno dei pochi gentiluomini d’altri tempi che io conosca, mi chiede di domandarle del suo “marcionismo”. Cos’è pure eretico lei, Blondet?
Senta, non sono io ad avere problemi con la veridicità dell’antico Testamento: è – fra gli altri – il massimo archeologo israeliano vivente, Israel Finkelstein, con i suoi colleghi. Se ne procuri il libro, intitolato “Sulle tracce di Mosé”. Il titolo vero avrebbe dovuto essere : “non c’è traccia di Mosé”: nel senso che l’indagine archeologica ha smentito le primarie asserzioni bibliche. E sì che gli israeliani hanno ormai indagato il territorio “metro per metro”, sollevandone ogni pietra, per un comprensibile motivo: è dalle tracce archeologiche che cercano la legittimità della loro occupazione, il loro “siamo stati qui tremila anni fa”. Invece, nulla…
*Che fa, adesso si mette a fare pure il negazionista sulla “Terra Promessa”? Ma quante volte delle “indagini archeologiche” hanno dogmaticamente smentito la Bibbia per poi essere infine, e definitivamente, smentite? Succede ogni santissima volta!
Non ci fu un esodo dall’Egitto; ai tempi del presunto re Davide, Gerusalemme era un villaggetto, non una capitale; impossibile che la tribù di Giuda, arretrata e povera, esercitasse una qualunque egemonia sulle altre undici; del Tempio di Salomone, descritto come colossale e fastosissimo, non s’è trovata la minima traccia; una quantità di cronache e racconti, che dipingono il popolo perseguitato che si prende una giusta vendetta sui vicini, come il Libro di Ester, sono pura invenzione, tipica “narrativa” ebraica, delirio di persecuzione paranoide.
*Lei è davvero un marcionita, Blondet. Blondet, lei è il diavolo! Sant’Agostino l’avrebbe schiaffeggiata sulla guancia destra come “marcionita”, sulla sinistra in quanto “manicheo”, forse.
“Forse”! Ma mi faccia il piacere!… esca fuori dalle scenografie de “Il nome della rosa” che sta vivendo adesso nella sua testa e torni alla realtà invece di fare il terribile Jorge da Burgos!
*Continui pure lei a fare frate Guglielmo da Baskerville…. Bernardo Gui l’avrebbe consegnata alle fiamme comunque!
A cosa crede che servissero “gli scribi” citati nelle Scritture insieme coi Farisei? Erano gli specialisti della “narrativa”, che variavano e correggevano secondo i bisogni della propaganda politica – anche se, purtroppo per loro, c’era l’impero egizio con i suoi enormi archivi, antichi di millenni, a sbugiardarli. Nè la Bibbia è così antica come vuol far credere: i primi libri non risalgono al 1400-1200 a.C., ma in pratica al cosiddetto “esilio babilonese” o giù di lì….tra il 630 e il 509 a.C.
E secondo me questa desolante assenza di “prove” della legittimità ebraica come occupante, è un geniale trucco della Provvidenza: proprio ora che gli ebrei sionisti vogliono ridurre la Bibbia ad atto notarile e prova del loro possesso immobiliare, non trovano nulla.
*Aridaje de complottismo!
Sulla Bibbia giurano ancora molti alti prelati cattolici, anche se sanno benissimo tutto ciò. Sono la genìa pericolosa contro cui combatté Paolo, fariseo convertito: i giudaizzanti, quelli che vorrebbero tornare nell’utero della madre, essendo intimamente scandalizzati da Cristo. Com’era appunto il povero cardinal Martini. Un tempo, la Chiesa sconsigliava ai comuni fedeli la lettura dell’Antico Testamento, sapendo che poteva essere un pericolo per la loro fede.
* Che curioso, vedo che la Chiesa, che in tanti anni non s’è fatta mancare niente, s’è fatta mancare proprio di mettere la Bibbia all’Indice dei libri proibiti. Ma come fai a no ride… Blondet, stiamo sfiorando il ridicolo! Mi tappo le orecchie…
” > ” width=”300″ height=”199″ />No, ascolti, ascolti. Quando sento rileggere a Messa i passi biblici sulla “terra” che Dio avrebbe “promesso”, mi rivolta lo stomaco, perché so come la leggono gli ebrei di oggi; è per questo che ammazzano i palestinesi. Sono marcionita per questo? Mah , forse il problema è superato. Dal fatto che abbiamo un Papa che dichiara l’assoluta libertà di coscienza… forse non è più il tempo di buttarsi in faccia accuse di eresia, altrimenti non si sa dove si va a finire.
*All’inferno, lei Blondet andrà a finire all’inferno di questo passo. Non come “eretico”, ma come il classico caso di “estremi” che finiscono per toccarsi. Lei “si tocca” con Martini. E’ come ne fosse l’altra faccia, quella presentabile; è il pendant di “quel povero cardinale Martini”, il quale, mi disse un giornalista cattolico, «mi sono convinto che (come tutti i biblisti) fosse un agnostico o al massimo un deista. Ma in questo fu ammirevole e va sul serio ammirato: provi Lei a fare il gesuita impeccabile – e lo fu davvero, pare – per tutta una vita, consapevole al contempo che è tutta una commedia! Provi Lei ad annunciare ogni giorno il Vangelo, sicuri che non è altro che un pastiche di midrash ebraici e di miti ellenistici… Santo subito: questa è davvero “virtù eroica”».
Una virtù eroica degna dell’inferno o di miglior causa, secondo me!
Lei è un romantico, caro Mastino! Un nevrotico anche. Beato lei che non capisce una mazza: perché di lei sarà il regno dei cieli! Come per tutti i “bambini”.
LA RIMOZIONE DEL KATECHON. L’INTRONIZZAZIONE DELLA BESTIA
*Seh seh. E a proposito di Alleanza Cattolica, visto che a ‘na certa è zompata fuori, perché punzecchia sempre Massimo Introvigne? Come si fa a punzecchiare Introvigne? In tante volte che l’ho incontrato non mi sono mai realmente convinto che sia davvero un essere umano: ho sempre l’impressione che all’interno invece che interiora abbia ingranaggi a orologeria e ne esistono diverse copie in tutto il mondo che sfornano simultaneamente libri articoli convegni su dieci cose diverse.
Introvigne ha preso partito per un anti-islamismo che sono stati i sionisti, e i neocon americano-ebraici, a voler diffondere. Quasi tutti i “tradizionalisti cattolici” l’hanno fatto, in ricordo delle Crociate… Introvigne dovrebbe sapere di più. Non credo sia in buona fede, è stato invitato nella università del Mossad…
*Lei ci ha dato i brividi qualche mese fa parlando della “rimozione del Katechon”, che è stato forse uno dei tanti, ma il più alto e drammatico, dei suoi momenti letterari; e il più profondo momento, teologicamente, intellettualmente, di pensiero cristiano. Apocalittico.
Sebastiano Mallia, quello che gestisce il sito Et-Et di Messori, mi chiedeva di domandarle circa la sua indagine a monte degli “Adelphi della dissoluzione” se «nota la sua teoria sul katechon come immagine dell’Imperius romanus, cosa pensa sia venuto (o stia venendo meno) come argine e se pensa, come credo lui pensi, sia questo il tempo in cui il katechon è tolto di mezzo».
Che cosa c’è da spiegare ancora? Mi pare che la rimozione del katechon sia evidentissima, sotto i nostri occhi – ammesso che non li chiudiamo. Quando alludeva a “ciò che trattiene” l’Anticristo dal manifestarsi, Paolo alludeva al governo e al diritto di Roma, “amico dell’uomo”, fondato sulla legge naturale. Oggi, sta avanzando un diritto che rende obbligatorio l’assenso dei cittadini aciò che prima era immorale, vietato, aberrante, o “grida vendetta al cospetto di Dio”; per contro, è vietato, o almeno criticato o deriso, ciò che è sempre stato “normale”. Questo rovesciamento del diritto è il “totalitarismo della dissoluzione”, è nemico dell’uomo e ne vuole l’estinzione.
* L’Anticristo è qui, Blondet?… perché lei pensa che l’anticristo c’è già, e, a quel che capisco, coincide con molte delle entità che non le piacciono: l’America, Israele, gli omosessuali, forse gli ebrei stessi. Allora uno si domanda se lei è troppo pessimista o troppo soggettivo nel giudicare il mondo. Per verità sto domandandomi anche se lei è in buonafede… e sono pessimista.
Macchè, non è questione di preferenze. Quando ero giovane, per decenni, l’approssimazione più vicina all’Anticristo fu il comunismo sovietico. Era quello che non mi “piaceva”, magari per il Gulag e le infornate di innocenti che ci gettava, magari per la persecuzione della fede, le chiese fatte saltare, per la Lubiankja dove si torturava, per la magistratura di partito che condannava per ideologia… chissà perché, allora “non mi piaceva” l’URSS. Oggi “non mi piace” l’America: precisamente dopo l’11 settembre, e visto che quel potere è pronto a fare strage di suoi cittadini per aggredire e devastare due paesi islamici, Afghanistan e Irak. Dove sono ancora, gli americani, dieci anni dopo. E non c’è più la Lubianka, ma c’è Guantanamo: dove si torturano persone di cui non si sa il capo d’accusa e nemmeno l’identità. Come nell’URSS, ci sono verità che non si possono dire, e menzogne che invece è obbligatorio profferire. Con in più la retorica della “libertà”, che almeno il Cremlino aveva il pudore di non vantare…
*Urss, Usa… mi faccia indovinare: adesso tocca a Israele?
Poi c’è Israele che ogni due anni bombarda Gaza, il Libano, la Siria, e minaccia l’Iran.. e che è uno stato razziale, fatto “solo” per ebrei, e bisogna pure dire che quella è la “democrazia”, la sola del MedioOriente, e che non fa altro che difendersi, povera pecorella… E insieme, Usa e Israele formano un potere mondiale che non riconosce in sé alcun limite giuridico. Chissà perché, ciò “non mi piace”…
*Ci faccia respirare, Blondet, ci sarà qualcosa di positivo a questo mondo: lei vede tutto nero… ma questo è un incubo diuturno!
Ha ragione lei, è una mia paturnia, una questione di gusti. Ha ragione, sono troppo pessimista. Mi fa anche venire in mente il “falso agnello” che parla come il dragone, e che si fa ventriloquo della Bestia, o più precisamente del suo “simulacro”. Quella che ha avuto «una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: “Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?”» (Apocalisse 13:3,4).
*E sarebbe la Casa Bianca la “bestia”? Tanto rumor per così poco?
Già, perché la Casa Bianca sembra oggi un simulacro, a cui qualcun altro dà voce: certi gruppi organizzati, certe lobbies, potentissime in denaro ed egemonia culturale e la prima lobby che è un Agnello, sempre da tutti perseguitato e sempre innocente… povero pecorella, che sembra proprio Gesù Cristo, o una sua imitazione. O sua parodia.
*… alle volte, incidentalmente, ce l’avesse ancora con gli ebrei… lobbisti? Ok, era una domanda retorica!
A lei, questo “piace”? La invidio. Concludo dicendo che i Padri della Chiesa dai primi secoli hanno messo sull’avviso: il popolo ebraico, che ha rifiutato il Cristo, farà dell’Anticristo il suo re… ma non ne tenga conto. Erano tutti Padri antisemiti e sicuramente omofobi.
* E “complottisti”, forse.
VIVERE IL GIORNALISMO PERICOLOSAMENTE, E FARE DELLA VITA OPERA D’ARTE. KITSCH
Dino Boffo… e dire che un po’ si “vedeva”…
*È rimasta negli annali, già leggenda un po’ triste non fosse un tantino comica, la sua cacciata e ricacciata (definitiva) da “Avvenire”. Lei è riuscito nell’impresa che ha del miracoloso di farsi cacciare da “Avvenire” perché solo un genio come lei poteva sputtanare il suo direttore in carica sul suo stesso giornale.
Un direttore quello che era un’altra “leggenda”… barzelletta anzi: Dino Boffo. Come mai lei arrivò a sputtanare il suo direttore? Soprattutto: come mai, mentre lo sputtanava, non ha pensato di dargli del “frocio”?… che poi fra i giornalisti era un segreto di pulcinella: gli davano del “frocio” tutti. Alle spalle.
Qualche anima buona mi ha fatto avere la lettera pubblica con la quale lei si scusò con Boffo, il quale – a detta di quest’anima buona – per spirito cristiano la riammise al giornale, dopo aver fatto lei ammenda, oltre il lecito anche. Salvo risputtanarlo su quello stesso giornale poco dopo. Ma allora la fa apposta! Vivere pericolosamente e fare della vita un’opera d’arte kitsch?
Il mio giudizio su Boffo era sul suo modo di essere direttore, la sua qualità come giornalista. Probabilmente ho esagerato, il vero colpevole era Ruini, quello del “progetto culturale” che non era né l’uno né l’altro. Boffo era solo il suo delegato. Il fatto è che mi annoiavo a morte di quella prudenza clericale, senza ali (nella Chiesa Italiana si proclama il Vangelo della Mezza Verità) e quando mi annoio faccio colpi di testa. Per fortuna avevo 37 anni di contributi pensionistici….
*C’è qualcosa in tutta la sua carriera giornalistica e di scrittore della quale s’è pentito amaramente? Qualcosa che avrebbe preferito non dire o non fare ma che le è scappata?
Forse di essere andato ad Avvenire…ma ormai è acqua passata.
*So che siete stati colleghi e amici, lei e Messori. So anche che fu lui a farla assumere da Folloni, allora direttore, ad Avvenire, togliendola dunque dallo stato precario di free-lance (che oggi è lo stato naturale di tutti i giornalisti e aspiranti “grandi giornalisti”). Una gran fortuna la sua.
Chi le ha raccontato questo, Messori?
*No. In ogni caso le mie “fonti” godono dell’immunità dallo sputtanamento.
In ogni caso gliel’hanno raccontata male. Quando sono andato ad Avvenire, non ero freelance o, come ritiene lei, precario: ero inviato economico al Giornale di Montanelli. Prima, ero stato per anni al settimanale Gente, e prima ancora alla Domenica del Corriere, dove sono diventato giornalista nel 1970. Al Giornale guadagnavo poco; ad Avvenire – a quei tempi in mano ai ciellini, che avevano grandi ed arditi progetti – mi attrassero offrendomi quasi il doppio. Ho ceduto ai soldi (ero appena sposato…) ed ho fatto male. Era chiaro che non era il mio ambiente.
*Chiusa l’esperienza giornalistica in modo così brusco, tentò l’approdo peripatetico fra le sperdute campagne viterbesi, al seguito di una casa editrice dal destino incerto, di qualche dietrologia e di Fabio de Fina, al quale so ha voluto molto bene, così come Messori pure, il quale ne riconosceva la fede profonda.
Restare a Milano da pensionato era parsa una scemenza. Il progetto era di costruire una “colonia” di milanesi in una città medievale, murata, gotica, che ci parve bellissima. Il progetto non è riuscito; anche se adesso ho più amici a Roma di quanti ne abbia mai avuti a Milano.
Fabio de Fina
*Si dice che De Fina, pace all’anima sua, avesse a casa sua stendardi e cimeli nazisti. Come si svolge adesso la sua vita, solo pensione e blog a pagamento?
Eh sì, De Fina aveva un’ampia raccolta di cimeli nazisti e fascisti, e inoltre una quantità di corna di cervi, trofei di caccia (che lui non praticava). Era un collezionista folle, frequentava le mostre e aste di “militaria”… ovviamente in quei luoghi vanno a ruba cose nazi; ammetterà che il nazi-look è stato d’insuperabile eleganza maschile. Se De Fina non fosse stato folle anche come editore, non avrebbe pubblicato i miei libri.
*Ma è un’altra la domanda stronza che le vorrei fare, in realtà. Lei dice: “io sono un giornalista”. Tanto di cappello! Ma non dovrebbe essere precisamente un “giornalista cattolico”? Ecco allora la domanda che presumo stronza: Messori con i suoi scritti, articoli, libri soprattutto è riuscito a fare diverso bene, quanti si sono convertiti coi libri di Messori? Tanti, io pure. Quanti con i suoi scritti?… o piuttosto (e qui, ammetto, sono stronzissimo) qualcuno può averla persa le fede? So che tanti lefebvriani pendono dalle sue labbra… tanti che ultimamente danno dell’“antipapa” persino al papa e si sentono la coscienza a posto. Perché loro sono “perfetti”. Proprio come il fariseo in piedi nel tempio.
Non capisco la domanda. Secondo lei un giornalista dovrebbe mettersi ben in vista l’etichetta di “giornalista cattolico” sulla fronte? Altrimenti non sembro abbastanza “cattolico” a lei e ai suoi amici? Ebbene, io non l’ho mai intesa così. Io ho lavorato, e ancora lavoro, osservando la realtà e riferendone, avendo dentro alcune categorie cattoliche: sono quelle categorie che occorre accettare per fede, ma una volta accettate, ti consentono di capire la realtà in modo più completo, profondo e complesso di quello banalmente giornalistico.
*Quali categorie?
Una è, per esempio, il peccato originale: l’uomo è ferito, per lui fare il male è più facile che fare il bene. L’altro è Satana come principe di questo mondo, con tutta la conoscenza del suo carattere suggerita da Gesù e dalla tradizione: omicida, padre della menzogna, soprattutto “parodista” del sacro, scimmia di Dio. In fondo, la passione per i complotti, il lato occulto e mortale del potere, viene dalla passione di indagare il satanico e il suo modus operandi.
*Tutto qui?
Poi c’è la coscienza della “discessio”, dell’apostasia generale come segno dei tempi ultimi; e ci sono i lampi dell’Apocalisse da scrutare: sappiamo che il Princeps porta l’umanità ad un impero politico globale, un potere finanziario totale, dove chi non ha il segno della Bestia “non può nè vendere né comprare”; e dove l’Uomo di iniquità si rivelerà non solo come un capo poltiico secolare, ma come “colui che siede sul trono di Dio”, la pretesa di essere re e sacerdote, parodia dell’unico vero. E io credo che avverrà a Gerusalemme, quando sarà ricostruito il Tempio e sarà di nuovo sgozzato, dentro, l’agnello pasquale: sacrilegio in odio a Gesù, abominazione del luogo sacro, perché l’ultimo Agnello è stato sacrificato una volta per tutte… Non ho convertito abbastanza lettori? E che cosa ne sa, lei?
*Insinuo; deduco col faro del pregiudizio, con la lente dell’avvocato del diavolo, col veleno tenue dell’antipatizzante. Queste sue ultime parole, però, sono uno squarcio di eloquenza drammatica: cazzo, quanto è bravo con le parole che evocano fantasmi. Applaudo! Se l’applauso del mondo non la turba…
So’ soddisfazioni, come dite voi a Roma…
“UNA DELLE SOLITE CASSANDRE”. EPILOGO
*Quali figure ecclesiali, politiche sente più vicine alla sua sensibilità?
Non so di “figure ecclesiali”: sono un devoto di padre Pio, padre Kolbe e la piccola Giacinta di Fatima sono i miei eroi… dai prelati sto lontano. Ma no, ho simpatia profonda per Pio IX quando ho visto, nel museo della guerra di secessione a New Orleans, la lettera che mandò a Jefferson Davis, primo ed ultimo presidente della Confederazione. Sconfitto il Sud, Jefferson Davis era in prigione, attendeva la pena capitale per alto tradimento. La sola persona che si ricordò di lui fu Pio, che gli mandò una corona di spine “fatta con le sue stesse mani”, insieme ad una lettera in latino (Jefferson Davis lo parlava) che lo esortava alla preparazione alla croce. La moglie di Jefferson Davis, lasciata sola in miseria coi numerosi figli, fu aiutata da suore cattoliche mandate alla sua porta da Pio IX. Poi: ecco chi amo, Pio XII, poi De Gaulle, poi Albert Speer, ebbene sì.
*E fra i colleghi giornalisti?
Quanto ai giornalisti, nessuno: nulla è più passeggero e svanente di questo mestiere. L’attualità ti inchioda, e quando è passata, anche tu non sei più attuale e tutti ti dimenticano. Ed è meglio così. Avrei, piuttosto, voluto essere un Thomas Mann, ma non ci sono risucito.
*Caro Blondet, a febbraio saranno settant’anni, dunque. Hemingway pensava a Dio “qualche volta di notte”. Con tutto quel che scrive da anni, trova tempo di pensare “qualche volta” a Dio di giorno? Che tipologia di cattolico pratico è lei?
Per decenni sono stato un cristiano intermittente, mi convinceva di più Buddha, ho molto peccato nella carne e nella mancanza di carità, soprattutto. Dopo il cancro, credo di stare migliorando: non tanto, e non per merito mio. Non avevo capito una cosa essenziale, e ciò mi rendeva difficile la fede, agra, mi ci avvicinavo con “accidia”, senza gioia. Credo che la scoperta decisia sia stata, per me, recentissima: il miracolo eucaristico avvenuto a Buenos Aires nel 1995.
* Quello che Bergoglio cardinale tenne in sordina perché non diventasse scontato e mantenesse la sua “sorpresa”? Così almeno l’hanno infiocchettata…
Un’ostia che si muta in un lacerto di carne, che all’analisi si rivela un ventricolo sinistro di cuore umano, e per il medico legale che lo esamina, “il reperto è stato prelevato da una persona vivente”, che “ha sofferto enormemente nel cuore”. E dunque, che cosa vai ancora a cercare, a dubitare? Cristo è lì in ogni ostia, anche se consacrato da sacerdoti in disarmo di una Chiesa che ha abbandonato la liturgia e l’idea stessa di sacrificio… E’ lì, Lui, perché è fedele. Ed è la verità addirittura letterale: “la mia carne, il mio sangue”. Da quel momento, sono tranquillo. Gli insulti alla liturgia, lo smantellamento del rigore sacro, non mi rattristano più, li sopporto – anche Cristo li sopporta. Lui è qui, anche se noi tradiamo. E’ l’indiscutibile realtà, cruda, fisica, sanguinante. E dunque è tutto alla lettera vero, anche la sua infinita Misericordia, che colmi la mia insufficienza. E’ sempre stato lì ad attendermi, con Lui la morte sarà solo un brutto quarto d’ora.
*Adesso mi sta spaventando: è impressionante come lei muti pelle in pochi minuti: fin poco fa stavo dandole dell’eretico… e la mandavo all’inferno. Ora mi sono convinto di stare a parlare quasi con un mistico. Lei mi confonde, Blondet… qual era la domanda?…
“Che cristiano sono?”. Cerco di pregare due volte al giorno, e non lo so quasi fare. Vado a messa feriale, e non è un sacrificio essendo in pensione. Dico il Rosario. Continuo a non sopportare le persone moleste: sono ancora al grado zero.
*Al compimento del suo centesimo anno di età, cosa vorrebbe ci fosse scritto sulla sua tomba? Su quella di Funari a Milano semplicemente “ho smesso di fumare”; su quella di una prostituta dell’antica Roma emersa durante degli scavi un “finalmente posso riposare con le gambe chiuse”. Sulla sua cosa leggeremo un giorno? “Fu a causa di un complotto”? Davvero, Blondet, a parte gli scherzi.
Non credo che la mia vita, vita di giornalista, valga un epitaffio. Forse, se mai, ecco: “Una delle solite Cassandre”.
*A proposito di sito Effedieffe a pagamento: mi regala un abbonamento gratis per un anno?
Certo, può usare la mia password: ma non la diffonda (e me la dà sul serio. NdR). Sia chiaro che non guadagno io i soldi dell’abbonamento. Ero contrario a far pagare l’accesso, ho ceduto a De Fina, ma questo ha quasi finito per essere, da ultimo, quasi l’unico cespite per lui e la sua famiglia, ed oggi per il suo erede… mi manca il cuore.
*Ce l’ha lei un cuore, Blondet. Forse persino grande. Possa Iddio concedergli di battere ancora a lungo.
Antonio Margheriti Mastino
Fonte: www.papalepapale.com
Link: https://www.papalepapale.com/develop/il-complottologo-unintervista-intima-e-sgarbata-con-maurizio-blondet/
26.11.2013
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