“Post-it” per Giuliano Poletti
MESSAGGIO ad un MINISTRO DEL LAVORO, forse senza particolare esperienza in alcun lavoro
Intervento ripreso su fb, segnalato da Gianfranco Procacci, postato da Michele D’Asaro e redatto da Gaetano Di Lisio
Lei, ministro del lavoro, il lavoro non sa neanche cosa sia, lei che non ha lavorato neanche un giorno della sua vita (il suo cv parla chiaro). Lei, che si rallegra di non avere tra i piedi gente come me, non ha la più pallida idea di quanto lei sia un miracolato. Lei non sa, perito agrario Poletti, che dietro ogni ragazzo che si trasferisce all’estero, ci sono una madre e un padre che piangono QUOTIDIANAMENTE la mancanza del figlio, c’è una sorella da vedere solo un paio di volte all’anno, degli amici da vedere solo su “facetime” e i cui figli probabilmente non ti riconosceranno mai come “zio”, c’è una sofferenza lancinante con la quale ci si abitua a convivere e che diventa poi quasi naturale e parte del tuo benessere/malessere quotidiano.
Il Suo, perito agrario Poletti, é un paese morto, finito, senza presente né tanto meno futuro e lo é anche per colpa sua e di chi l’ha preceduto. Chi è Lei per parlare a noi, figli e fratelli d’Italia residenti all’estero, con arroganza, con spocchia, con offese e mancando del più basilare rispetto che il suo status di persona, oltre al suo status di ministro, richiederebbe ?! O forse pensa che le sue pensioni d’oro, i suoi stipendi da favola possano consentirle tutto questo nei confronti di ragazzi, in molti casi più titolati, preparati e competenti di lei ?!
Ha mai provato a sostenere un colloquio in inglese? Ha mai scoperto quanto bello, duro e difficile sia conoscere tre lingue e lavorare in realtà multiculturali? Ha mai avuto la sensazione di sentirsi impotente quando le parlano in una lingua che non è sua e ha difficoltà a comprenderla al 100% ? Questo lei, perito agrario Poletti, non lo sa e non lo saprà mai. E’ per questo che il suo ego le permette di offendere 100.000 ragazze e ragazzi che l’unica cosa che condividono con lei è la cittadinanza italiana.
Lei è l’emblema di una classe politica e partitica totalmente sconnessa con la realtà, totalmente avulsa dal tessuto sociale che le porcate sue e dei suoi amici “compagni” hanno contribuito a generare. Io, e gli altri 99.999 ragazzi che siamo scappati all’estero dovremmo essere un problema che dovrebbe toglierle il sonno, lei dovrebbe fare in modo che questa gente possa tornare a casa, creare condizioni di lavoro e di stabilità economica che possano permettere a 100.000 mamme di non piangere più per la lontananza dei figli.
Lei, perito agrario Poletti, padre dei voucher e del precariato, è il colpevole di questo esodo epocale e quasi senza precedenti di questa gente che lei vorrebbe fuori dalle palle.
Si sciacqui la bocca, perito agrario Poletti, prima di parlare di gente che parla più lingue di lei, che ha avuto il coraggio di non accontentarsi e di cercare altrove ciò che uno stato che fa davvero lo stato avrebbe dovuto garantire al proprio interno.
E si tolga rapidamente dai coglioni per favore, prima lo farà e prima questo paese, visto dalla fredda e super accogliente Irlanda, sembrerà più bello e gentile. Firmato da uno di quelli che lei vorrebbe fuori dalle palle”.
Gaetano Di Livio
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NOTE a MARGINE – Ogni Governo, a prescindere da propri collettivi errori (od orrori), da inciampi procedurali, da errate manovre tecnico-politiche, da incomprensibili insensibilità individuali o di gruppo, annovera nell’ambito dei propri Ministri, generalmente, una o più “pecore nere” … eccelse per la propria somaraggine. La colpa di tali “scelte” va comunque imputata ad esclusivo merito (o demerito) del Premier di turno, per aver inserito certe “bestie” nella compagine ministeriale, prelevandole ad arte dalle favole di Fedro. Nei più recenti Governi, da quando si è provveduto a nominare il Premier di turno da parte dell’ex Presidente Emerito Giorgio Napolitano, è iniziata una atipica gara … molto simile al gioco “dilettanti allo sbaraglio”. Dopo il magnifico naufragio del Governo Monti – Fornero (la Famiglia Adam’s), il primo default è stato inaugurato da Enrico Letta, imponendo Madame Cecile Kienge alle “Pari Opportunità”. Sulla stessa scia ha proseguito Matteo Renzi, posizionando Mr. Giuliano Poletti al “Lavoro”, lasciandolo poi in eredità in un Governo quasi-fotocopia a Paolo Gentiloni il quale, per eccellere, ha chiamato al “Miur” Valeria Fedeli, nota per la sua specializzazione in filosofia gender, nonché per una laurea ottenuta per virtù sindacali. La memoria ritorna così a certi altri titoli di studio, in auge nella Lega Nord in precedenti legislazioni … ed il ricordo va a Rosy Mauro, a Francesco Belsito e ad altro animale soprannominato “Trota”, per ricollegarci a Fedro ed anche ad Esopo. Infine, a coloro che stigmatizzano come Mr. Poletti sia un Ministro che non abbia mai lavorato, bisognerebbe ricordare due suoi illustri predecessori: Gianfranco Fini e Massimo D’Alema ! Auguri e buon fine d’anno a Tutti ! (G.M.)