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PROGRAMMI GRIGI

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Il compleanno di mamma “RAI” e, programmi grigi
Una bella età, sessanta sono gli anni della nostra mamma e maestra Rai. Ci piacerebbe dire che li porta bene, ma non è così. le celebrazioni di questi giorni ripercorrono stagioni in cui – le trasmissioni avevano un senso, vena creativa e, in certi momenti anticipava i tempi. Il 3 gennaio del 1954, LA RAI Radiotelevisione italiana iniziava la messa in onda delle prime trasmissioni televisive. In pochi erano gli italiani ad avere il famoso apparecchio in bianco e nero a valvole, prima bisognava accendere il trasformatore, poi sono arrivati i transistor, lo stereo, l alta definizione, fino ad arrivare al digitale. Oggi parla di fatto solo alle fasce meno evolute della popolazione. O meglio, le intontisce di chiacchiere e le inchioda su posizioni di altri.

 

 I programmi televisivi sono tuttora un veicolo potentissimo ed economico, privo di materiale di qualità, il servizio pubblico diventa un mostro irresponsabile, programmi scadenti e indigesti dati in pasto al popolo, senza responsabilità di qualcuno. Il ruolo straordinario assunto dalla tv, era basato su premesse che sono state mantenute, la pervasività e l’immediatezza del mezzo (Marshall Mc Luhan, nel “villaggio globale)” il medium non si limita ad erogare un messaggio ma “è” esso stesso “il” messaggio”. Ci si è mai davvero chiesti cos’è un servizio pubblico e una struttura pagata da tutti i cittadini?

 

Perché non abbiamo capito che una tv pubblica non ha né il dovere né tantomeno il diritto di inseguire quella commerciale? Il profitto della tv commerciale è l’audience quindi – a lei è permesso di programmare format intrisi di: sesso, violenza, volgarità, gossip e finto buonismo. Ma cosa c’entra il servizio pubblico con tutto questo? La televisione italiana, dagli anni ‘90 in poi, è diventata la copia di quella commerciale, fatta di, urla, volgarità, vanità, interrotte sempre e solo dalla pubblicità? Chi ha stabilito che la Rai dovesse contendere a suon di miliardi ai privati i peggiori format, basati sulla speculazione mediatica delle tragedie. Un ventennio di polemiche sull’uso politico della tv, dove tutti i partiti hanno usato toni forti. Nessuna forza politica ha mai rinunciato a lottizzare i canali del potere televisivo e poi cercare di usarlo per indirizzare l’opinione pubblica. Solo che, mentre ad esempio montavano le polemiche su Travaglio, sul Tg1 di Augusto Minzolini nessuno diceva che il problema più grave era la trasmissione che lo precedeva e quella che lo seguiva: da un tg di parte possiamo difenderci, dalla tv spazzatura certamente no.

 

Siamo arrivati ad un compleanno particolarmente amaro. Un effetto di questa crisi è che le trasmissioni Rai di qualità sono così rare da essere ormai citate come “cult”, oasi nel deserto, le inchieste della Gabanelli o “i migliori anni” di Conti, la divulgazione scientifica di Piero e Alberto Angela, le incursioni di Benigni o di Saviano, qualche sceneggiato e qualche diretta sportiva..

 

Questo è ciò che abbiamo dell’inseguimento fra tv pubblica e tv commerciale ,se la Rai è di tutti ed è pagata da tutti, non può e non deve avere “concorrenti”. Oggi servirebbe un’operazione-qualità, non più nostalgica, di una Rai che resta comunque l’azienda italiana più amata. Bisogna tornare a studiare, ricercare chi ha requisiti, qualità professionale, cacciare chi non ha i requisiti dovuti e raccomandati ..togliere il potere ai politici, altrimenti è un baratro per tutti … Siamo stati tutti migliorati da una televisione che era anche scuola di vita. Manderesti tuo figlio ad una “scuola” dove, invece che cultura e formazione, gli vendono patacche copiate dai venditori abusivi? …1954-2014, mamma rai compie sessant’anni e, come dice il mio amico Gabriele Marconi ”si vede, in testa le stanno venendo tanti programmi grigi”

 

 

Adelfia Franchi