Skip to main content

Lo sport ci unisce

La storia del Dottor Antonio Maglio nelle parole di sua moglie Maria Stella

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo di Antonio Maglio. Scopriamo segreti e vicende che lo hanno reso leggendario nella storia dello sport paralimpico attraverso le parole della moglie Maria Stella.
Il vero amore: questo abbiamo sentito entrando nello studio di Antonio Maglio. Sua moglie Maria Stella, che oggi si occupa di divulgare la sua opera e di stare accanto agli atleti disabili eredi della Sport Terapia di Antonio, ci ha aperto le porte del suo mondo, lasciandoci entrare in una dimensione di dedizione e generosità che non immaginavamo. Siamo entrati in contatto con informazioni che pochi sanno, abbiamo visto attestati prestigiosi concessi dal CONI, come Benemerito dello Sport, e pergamene autorevoli, tra le quali quella donata dallo Stato dell’Alabama negli Stati Uniti per onorare il suo lavoro in campo medico e sociale. Abbiamo letto e sfogliato documenti rari che narrano le gesta importanti di questo personaggio indimenticabile del nostro tempo, che realmente ha preso per mano chi era stato sconfitto dalla vita e allettato dalla malattia, avendo la forza e la volontà, nonché la competenza medica, di farlo rialzare. Molti sono stati i beneficiari della sua attività riabilitativa e umana.

Di questi, ne prendiamo uno di esempio significativo: “Al tempo in cui mio marito era Primario e Direttore Sanitario del Centro Paraplegici di Ostia, accadde un grave incidente a Paolo Granzotto, giornalista presso “Il Giornale” a Milano. Dopo un tuffo sfortunato in mare, rimase paralizzato. Fu trasportato d’urgenza alla clinica Villa Marina, ma la sua tetraplegia non lasciava scampo. Mio marito lo curò sei mesi con le sue terapie, con competenza e responsabilità. Lo guarì per il 90%. Oggi Paolo ha due figli e può deambulare in modo efficace” . Appesa al muro c’è una lettera che lo stesso Granzotto ha scritto a Maglio in occasione delle sue nozze con Maria Stella. Da essa si legge: “Caro Maglio, gli impegni al lavoro mi obbligano a non essere in Italia per il 18. (…) Ma se ho impegni di lavoro, se posso muovermi, il merito è solo suo. Una cosa questa per me di inestimabile valore”.
Anche noi crediamo che lo sia per una persona che, di colpo, perde la speranza. Il dott. Maglio ha agito affinché questa potesse riaffiorare dal dolore non solo di questa persona, ma anche delle altre che hanno ricevuto e ricevono cure adeguate. In particolare, dobbiamo segnalare un’eredità eccellente che continua a vivere e a operare. Il centro italiano della riabilitazione e cura di queste malattie specifiche, che è l’Ospedale Santa Lucia di Roma, dove vi sono medici, tecnici e atleti nati con la Sport Terapia e cresciuti nel segno dei suoi insegnamenti attraverso una Fondazione specifica: “Mi fa piacere ricordare che Carlo Di Giusti, il coach della squadra del Santa Lucia della pallacanestro in carrozzina, è stato un atleta di mio marito”. Il mito di Antonio Maglio continua a vivere nell’universo della pallacanestro paralimpica: “Una persona che sta facendo molto bene, e che ringrazio, è sicuramente Fernando Zappile, il Presidente della FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) per la quale ho messo in palio una coppa dedicata alla memoria di mio marito”.
Un’altra eredità che ha lasciato il segno nella storia degli atleti disabili e del mondo dello sport è quella lasciata da quei Giochi di Stoke Mandeville portati a Roma in occasione delle Olimpiadi. Questa, una collaborazione con Sir Ludwig Guttman che ispirò Maglio nell’attuazione della Sport Terapia : “Siccome in Italia non vi era alcuna struttura adeguata per curare queste patologie fisiche, ha cercato in Europa dove è venuto a conoscenza del Centro di Stoke Mandeville. È andato a Londra, dove si è incontrato con Guttman, e da qui ha cominciato la sua fortunata attività in Italia, inaugurando Villa Marina l’1 giugno del 1957”. Sicuramente un’eccellenza nel nostro Paese, se pensiamo che proprio Maglio fu l’ideatore e il propugnatore dei primi Giochi per i Disabili sotto la bandiera dei Cinque Cerchi: “Dopo 3 anni dalla nascita del CPO di Ostia, ha avuto l’intuizione di portare i Giochi per i Disabili alle Olimpiadi. In poco tempo è riuscito a formare una squadra di persone in carrozzina che potessero competere a livello mondiale, ideando anche il primo pullman attrezzato che potesse accompagnare i suoi atleti al campo”.
Siamo entrati in possesso dell’estratto del documentario “IX Giochi Internazionali per Paraplegici”, che ci attesta il discorso toccante che fece Sir Ludwig Guttman durante la Cerimonia di Chiusura, alla presenza delle autorità, tra le quali vi era anche quella di Donna Carla Gronchi, che dette il Patrocinio all’INAIL per l’organizzazione: “Sono ormai diversi anni che la squadra italiana capeggiata dal Dr Maglio, prende parte ai Giochi. Se c’è una Nazione che ha dimostrato il valore dello sport come uno dei più importanti mezzi di riabilitazione dei paraplegici, questa è la squadra italiana del Centro Paraplegici Inail di Ostia. Ciò, naturalmente, non sarebbe stato possibile senza la devozione e l’entusiasmo dell’amico Maglio. A nome del Comitato e di tutti i Paraplegici del mondo, ho l’onore di offrire al CPO di Ostia il vessillo di Stoke Mandeville, che è la più alta onorificenza che possa essere assegnata per il raggiungimento di alti meriti nella causa del movimento sportivo dei paraplegici”.
Sappiamo che il dott. Ludwig Guttman incominciò questi Giochi importanti di Stoke Mandevilleche diventarono internazionali e precursori delle Paralimpiadi moderne : “Ludwig Guttman è stato il pioniere per antonomasia perché lui recuperava e riabilitava i reduci dalla guerra,e aveva creato questo Centro di Riabilitazione a Stoke Mandeville, l’unico centro in Europa negli anni 1955 e 1956, dove riabilitava persone in carrozzina, paraplegici e tetraplegici. Vi si organizzavano i Giochi Internazionali, ma non erano ancora Paralimpiadi”. Una collaborazione fondamentale per il movimento paralimpico e per tutte quelle persone che dagli anni ’50 a oggi hanno potuto riscrivere la loro vita nonostante la loro disabilità, oggi chiamata “abilità”, grazie alle migliaia di iniziative, strumenti tecnologici e progetti nati da quest’amicizia importante e dal lavoro in Italia del dott. Maglio.
Come Sir Guttman ebbe il merito di cominciare quella storia, e di creare i Giochi di Stoke Mandeville che poi divennero Paralimpiadi, il dott. Maglio ebbe ampiamente il suo per aver dato all’Italia il privilegio di dare vita a quei primi Giochi Estivi, come ci spiega uno stralcio di questa storia, sul sito del Comitato Paralimpico Italiano. Leggiamo un documento che attesta l’ufficialità di questo evento. Appartiene a una dedica di cui Maria Stella ha avuto la gentilezza di fornirci. Una rarità che appartiene allo studio del dott. Maglio e a lei, ma che, da oggi, lo sarà anche per i lettori di Spoome Week per sua gentile concessione: “Al mio amico e collega Dr Antonio Maglio, in forte apprezzamento per il suo grande apporto per i Giochi di Stoke Mandeville a Roma 1960” a firma di Guttman.
Ciò che più ci deve importare, non è solo la capacità di aver contribuito in modo fondamentale a creare un’eredità inestimabile per migliaia di atleti e addetti ai lavori, come è stato dimostrato ampiamente a Londra 2012, ma ci deve far riflettere il suo spessore umano: “Mio marito era una persona generosa e onesta che ha dedicato la vita ai suoi ragazzi. Un suo grande dolore è stato quello di non aver potuto salvarne uno. Un riconoscimento inestimabile per me, che mi ha fatto commuovere e ispirato un sentimento di gratitudine, è stato un messaggio speditomi dal Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Sir Philip Craven che ha citato mio marito come personaggio importante di livello mondiale”. Riportiamo in originale il messaggio: “Signora Maglio, How delightful to hear from you and for you to tell me about the amazing contribution that your husband (and I do not doubt yourself!) has made towards the Paralympic movement both in Italy and worldwide.The Paralympic Games in London were amazing even for someone like myself who has been striving for such a success for a very long time. There is no doubt that all the Paralympic “planets” were in alignment in London in August and September. The country is still very much alive with the Games and professional football seems so boring in comparison (…) Many thanks for your views also on the lack of the need to use the words “the disabled” any more in this potentially amazing world. We must keep in touch. Philip Craven”.
Il desiderio di chi scrive di sport è quello di testimoniare la vita di questi grandi personaggi che lo hanno reso importante ed elevato nel suo spessore umano e sociale. Antonio Maglio è stato un uomo che, seguendo il suo istinto di medico generoso, ha risollevato dall’abisso la vita di molte persone. Vogliamo chiudere con una sua dichiarazione, quella dalla quale tutta la sua avventura nel campo della Sport Terapia e quindi nel mondo paralimpico, è cominciata : “Non possiamo lasciarli così, dobbiamo fare qualcosa”.

Alessandra Giorgi