Migliorare la sanità nel lazio
Nonostante i periodici annunci della Regione Lazio sulle azioni intraprese per migliorare la Sanità, permangono le difficoltà quotidiane che medici e infermieri si trovano ad affrontare per arginare le carenze strutturali e organizzative di tutto il sistema sanitario laziale. Lo sostiene con convinzione la responsabile nazionale del 118 e Pronto Soccorso del Sindacato Medici Italiani (SMI), Francesca Perri . E’ solo di ieri la notizia che tutti i Pronto Soccorsi dei vari Ospedali sono sempre pieni, con tempi di attesa lunghi per effettuare una visita, con permanenza dei pazienti su barelle in attesa di ricovero, , in attesa cioè di un posto letto per circa 2 giorni, e a volte i pazienti rimangono addirittura sulle barelle del 118 per circa 40 minuti, bloccando di fatto l’ambulanza che quindi non è disponibile per effettuare soccorsi sul territorio. Insomma si instaura un vero e proprio ingorgo di tutto il sistema d’emergenza. I sindacati del settore sanità hanno chiesto a gran voce di essere coinvolti nelle scelte della Regione, ma finora sono rimasti inascoltati , continua la sindacalista, d’altra parte se non si affrontano in maniera complessiva le problematiche della sanità e si persiste con l’applicazione di “pannicelli caldi” non si arriverà mai ad un livello di assistenza sanitaria che una regione come il Lazio e una metropoli come Roma Capitale merita, nonostante gli sforzi di tutti gli operatori del settore. Medici e Infermieri sono esasperati e capiscono pure l’esasperazione della gente che si rivolge a loro per richiedere assistenza a volte con fare aggressivo dei familiari in attesa, così come non ritengono giusto visitare e assistere i pazienti in condizioni di assoluta promiscuità, senza distinzione fra uomini e donne, fra giovani e meno giovani.
Ci sembra che la Regione finora abbia messo in campo solo soluzioni tampone, annunciando lo stanziamento di fondi per le prime 3 Case della Salute (a Frosinone, a Rieti e alla RMH), la proroga di un anno per i 125 operatori di un Centro di Salute Mentale, la nomina dei Direttori Generali secondo criteri che così trasparenti non sono, la comunicazione di direttive ad hoc per gli Ospedali per gestire il sovraffollamento nei Pronto Soccorsi, la nomina di 40 sentinelle che dovrebbero assicurare la legalità in ogni ASL, l’istituzione di Tavoli Tecnici per definire la composizione e i compiti delle Case della Salute, e da ultimo l’introduzione di un sistema che permetterebbe a chiunque di collegarsi via internet con la Regione per avere in tempo reale la situazione dei vari P.S. e i tempi di attesa. Anche quest’ultima iniziativa, tuttavia, per quanto utile, non è risolutiva, infatti è utile per gli addetti ai lavori, può essere utile per i giovani e per chi ha familiarità col computer, ma non per il paziente anziano o per il paziente extracomunitario, che sono quelli che più si rivolgono al P.S.. E’ sicuramente utile per il 118, la cui Centrale può dirottare le ambulanze verso Ospedali meno affollati, ma allo stesso tempo aumenta il lavoro del 118, in termini di chilometri da percorrere per le ambulanze, che sono già scarse di numero, in definitiva aumentando i tempi di attesa per i pazienti da raggiungere al domicilio, problema che tra l’altro incentiverà il numero delle ambulanze cosiddette a spot, ossia ambulanze private chiamate dal 118 per sopperire alla momentanea carenza di ambulanze del servizio pubblico Ares 118, con un aumento dei costi.
L’unica vera novità utile , sostiene la sindacalista, è la nomina delle 40 sentinelle che dovrebbero assicurare la legalità. Questa della legalità, infatti, è una battaglia che bisogna intraprendere e portare avanti in maniera radicale, perché purtroppo c’è chi sulla salute continua a lucrare e per noi dello SMI, che con convinzione abbiamo scelto di curare e assistere secondo il giuramento di Ippocrate, è inconcepibile che molte delle risorse in Sanità vadano a disperdersi in mille rivoli per finire nelle tasche di chi è abituato a lucrare su tutto. Chiediamo al Presidente Zingaretti di continuare su questa via, assicurandosi che le 40 sentinelle siano di moralità e onestà rispecchiata, chiediamo che non vengano ulteriormente ridotti i posti letto per acuti, chiediamo che ci siano più controlli nelle cliniche convenzionate, con pesanti sanzioni per quelle non in regola, chiediamo che venga assunto tutto il personale precario che da anni contribuisce a mantenere in funzione i reparti di Emergenza ( alcuni sono vincitori di concorso già da 6 anni) e a mantenere i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza),chiediamo che vengano assunti più medici di Continuità Assistenziale (Guardia Medica) come da contratto Integrativo Regionale del 2005. Tra l’altro, sull’assunzione dei precari c’è da dire che si tratta di personale già in servizio e quindi già pagato, la loro assunzione quindi non aumenterebbe in maniera incisiva la spesa sanitaria, mentre, al contrario, l’Italia pagherà l’ennesima sanzione all’Europa perché in sanità non è ammessa la persistenza di contratti a tempo determinato reiterati ( superiori ai 3 anni). Chiediamo che non venga smembrato il servizio di 118, con la prospettata riduzione delle ambulanze, specie di quelle medicalizzate, mentre al contrario verrà implementato il servizio di elisoccorso, questo ci sembra un controsenso e forse un po’ propagandistico, basta considerare i numeri : nel Lazio il 118 riceve circa un milione di chiamate l’anno, di queste circa 500.000 si trasformano in soccorsi effettuati, nella quasi totalità con l’ambulanza, e solo 1.500 sono i soccorsi che necessitano dell’elicottero, quindi non solo troviamo un controsenso in questo implemento, ma addirittura uno spreco di risorse. Ecco un’altra cosa che chiediamo al Presidente, di istituire insieme alle parti sociali un Osservatorio contro gli Sprechi in Sanità, perché di sprechi ce ne sono e insieme saremmo in grado di ridurli reinvestendo quello che viene recuperato in cose veramente utili.
Il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio, è assolutamente disponibile a qualsiasi confronto, pronto a dare il proprio contributo, e pur con la consapevolezza di far parte di una Regione in Piano di rientro chiede a questa Giunta un atto di coraggio che, finora, non abbiamo riscontrato. Siamo ancora in attesa di un Tavolo Sindacale di confronto vero che, ad oggi manca, e lo diciamo con grande rammarico, nonostante le ripetute richieste e segnalazioni da parte delle varie organizzazioni sindacali di categoria, costituite da operatori che, quotidianamente, affrontano e risolvono problemi di salute, sperimentando e vivendo sul campo tutte le difficoltà descritte.
Francesca Perri
Responsabile e Smi per il 118 e Pronto Soccorso