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Voto di scambio


Il Parlamento ha finalmente modificato l’articolo 416 ter del Codice Penale che disciplina lo scambio elettorale politico-mafioso, dopo oltre 400 giorni di campagna e quasi 500mila firme raccolte. 

Una buona notizia e un errore da correggere: la buona notizia è l’inserimento, dopo un iter tormentato, delle due parole “altra utilità”, che colpiscono al cuore il voto di scambio politico mafioso, finora limitato all’erogazione di denaro. Si potrà contrastare in maniera più efficace il “mercato dei voti”, venduti e comprati in cambio di favori, a partire dalle prossime elezioni di maggio, europee e soprattutto amministrative. 

L’errore, su cui Libera ha espresso fin da subito le sue perplessità, è quello della riduzione delle pene, che vanno inserite, invece, in un più generale inasprimento di tutti i reati di mafia, a partire dal 416 bis oggi sanzionato con condanne inferiori a quelle previste per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. L’auspicio è che il governo intervenga quanto prima perché siano previste per i reati di mafia sanzioni più severe ed efficaci, nel rispetto del principio della proporzionalità della pena. 

Ora vogliamo festeggiare questa vittoria chiedendo tutti insieme che le prossime elezioni, quelle del 25 maggio, siano all’insegna della trasparenza.

Dobbiamo agire subito: chiedi a tutti i candidati ad europee e amministrative di aderire alle richieste della nuova petizione di Riparte il futuro: pubblicazione online di cv, redditi, patrimoni, conflitti di interesse e situazioni giudiziarie, e l’impegno, se eletti, a portare avanti azioni concrete contro la corruzione, dal più piccolo comune all’Europa intera.

Libera e Gruppo Abele

VSCAMBIO

Il ddl è legge. Caos in Aula, Grasso espelle due M5S

Approvato nel caos il disegno di legge. Il presidente  Grasso «Non accetto gazzarre» espelle Santangelo e Airola.

Il disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso è legge. Con 191 sì, 32 no e 18 astenuti l’aula del Senato tra le polemiche dà il via libera al provvedimento in quarta lettura a Palazzo Madama. Tra i punti, l’eliminazione del termine “qualsiasi” riferito alle “altre utilità” che sono sanzionabili; la cancellazione della punibilità della «disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione» mafiosa; la riduzione delle pene dalla forchetta di un minimo di 7 a un massimo di 12 anni di reclusione a quella di un minimo di quattro a un massimo di dieci anni. Il nuovo testo colpisce l’accordo tra il politico e il mafioso e introduce le “altre utilità” come contropartita rispetto al solo denaro. Ma c’è un alleggerimento delle pene che da 7-12 anni passano a 4-10.

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  • Tutti provvedimenti contestati dal M5S e che hanno reso il clima incandescente nell’aula del Senato nel corso delle dichiarazioni di voto. Protagonisti della bagarre, da un lato, i parlamentari 5 Stelle, dall’altro, i parlamentari di tutti gli altri schieramenti. Numerosi gli interventi del presidente Piero Grasso per richiamare all’ordine i parlamentari, invitando in particolare i 5 Stelle a «permettere ai colleghi di parlare liberamente». Dai banchi dei grillini, ad un certo punto, sono state esposte fotografie che accostavano Silvio Berlusconi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che mostravano Renzi con la coppola. Poi il presidente del Senato ha sospeso la seduta. Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso, le pene previste dal provvedimento per questo reato saranno applicate alle elezioni Europee previste il 25 maggio prossimo. Continue le provocazioni da una parte e dall’altra con i senatori che si sono scambiati insulti e accuse reciproche. Particolarmente agitati i parlamentari del M5S che hanno seguito i lavori in piedi e scandito cori come: «Fuori la mafia dallo Stato!», nonostante gli inviti a tacere e i richiami del presidente Grasso. Il presidente del Senato ha espulso dall’aula due senatori del M5S. Per primo Vincenzo Santangelo e a seguire Alberto Airola, per aver disturbato animatamente i colleghi senatori impegnati nelle dichiarazioni di voto sul disegno di legge relativo al voto di scambio politico mafioso. «Non accetto cori né gazzarre», ha sottolineato Grasso che, riferendosi ai due senatori pentastellati, ha detto: «Avete la possibilità di rientrare solo se vi scusate, l’ordine lo stabilisco io».  Grasso ha ammonito il senatore Santangelo che continuava a gridare, dicendo: «senatore, se io le dico di tacere lei deve tacere».