Effemerid n1
Il 25 marzo 1914 morì Frédéric Mistral, scrittore francese di lingua e cultura occitana che nel 1904 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura. A metà dell’0ttocento era stato il fondatore e il maggior esponente del Felibrismo, movimento letterario romantico che intendeva salvare la lingua occitana e le tradizioni provenzali dal grave colpo ricevuto in seguito alla Rivoluzione francese quando i giacobini imposero la lingua francese a discapito degli idiomi locali con l’obiettivo di estirpare le identità culturali.
Quando la maggior parte dei collaboratori di Mistral si impegnò politicamente nell’Action Française, il movimento di destra di Charles Maurras, il capofila del felibrismo, pur simpatizzando anch’egli per lo stesso ambiente politico, si battè per evitare che il movimento letterario fosse chiuso in gabbie politiche e intensificò invece i suoi rapporti con altre minoranze etniche impegnate nella lotta per la cultura locale contro lo Stato centralizzatore, primi tra tutti gli autonomisti catalani. e il loro portavoce letterario, il poeta Victor Balaguer.
Coerente con i suoi principi, Mistral destinò l’importante somma di denaro del Premio Nobel al museo etnografico di Arles conservatore della cultura provenzale.
Il 28 marzo 1871 nacque ad Utrecht, Willem Mengelberg, destinato a diventare uno dei maggiori musicisti olandesi, compositore e direttore d’orchestra.
Studiò in Olanda e nel Conservatorio di Colonia; poi, a soli 20 anni, fu chiamato in Svizzera a dirigere l’orchestra della città di Lucerna.
Tornò in Olanda nel 1895 per assumere l’incarico di direttore del Koninklijk Concertgebouworkest di Amsterdam, l’orchestra sinfonica reale, la più importante del Paese.
Amico di Gustav Mahler, contribuì alla diffusione della sua musica in Olanda e la sede del Concertgebouworkest divenne il principale luogo di esecuzione dei lavori mahleriani. Mengelberg rimase per cinquant’anni nel prestigioso incarico ricevendo una serie impressionante di onorificenze reali e di lauree honoris causa da parte di varie, prestigiose Università. Ma Mengelberg negli stessi anni diresse orcheste anche negli Stati Uniti (l’Orchestra Filarmonica di New York), in Francia, Italia, Austria, Ungheria e in Germania; in particolare in quest’ultimo Paese lavorò e strinse rapporti di amicizia (anche con Richard Strauss) che proseguirono fino al 1945, anno nel quale, dopo la fine della guerra, in Olanda fu processato per i suoi presunti legami con il nazionanalsocialismo, interpretati come “collaborazionismo”.
Nella piccola Olanda con meno di dieci milioni di abitanti (9.700.000 circa nel 1947) negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, il più importante partito dell’area “fascista”, il Nationaal-Socialistische Beweging (NSB) – che, a dispetto del nome era più di tendenze fasciste che naziste – arrivò ad avere 47mila iscritti e ad ottenere quasi l’8% dei voti nelle elezioni del 1935, con picchi del 12% all’Aja, del 17% a Voorburg e del 20% a Winterswijk.
In unn Paese che durante la guerra vide accorrere giovani volontari al punto da formare ben due Divisioni di Waffen-SS (la 23. “Nederland” e la 34. “Landstorm Nederland”, oltre a integrare anche altre Divisioni nordiche, di scandinavi come la 5. “Wiking” e la 11. “Nordland”), non può stupire apprendere che a guerra perduta, fossero 120.000 gli olandesi incarcerati per la loro scelta.
Il musicista Willem Mengelberg processato in contumacia fu condannato e si vide vietare – per sempre – il suo lavoro, la direzione d’orchestra.
Inoltre gli furono revocate tutte le onorificenze reali e la decorazione d’onore per le Arti e le Scienze.
Evitò il carcere e il campo di concentramento perché riuscì a rifugiarsi in Svizzera, a Sent sulle montagne dell’Engadina, nel Cantone dei Grigioni dove aveva una villetta.
Passati i furori dell’epurazione, nel 1947 un gruppo di musicisti olandesi e di intellettuali amanti della musica redasse una petizione con la quale si sosteneva che, “finito il clima di polemica politica e di passione conseguente alle tragice circostanze della guerra”, si riteneva fosse giunto il momento di restituire “il prof. Willem Mengelberg all’arte” che aveva onorato per 50 anni facendo dell’Olanda “uno dei centri musicali più importanti del mondo”.
Primo firmatario dell’appello fu Eduard van Beinum, il direttore d’orchestra che era stato incaricato di sostituire Mengelberg al Koninklijk Concertgebouworkest.
La revisione del processo, durante la quale emerse anche il suo impegno per imperdire la deportazione di alcuni ebrei, portò ad una riduzione della pena: il divieto di dirigere fu ridotto a sei anni, il suo rifugio in Svizzera fu considerato “esilio” e gli fu tolto il passaporto. Particolare quest’ultimo che impedì a Mengelberg di accettare l’offerta, giuntagli da Mosca, di andare a dirigere in Unione Sovietica.
Morì nel suo “esilio” svizzero nel 1951.