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Effemeride: Ferruccio Burco

Come ogni anno in questa data ricordiamo un uomo con il quale ormai tanti decenni fa condividemmo il sogno di un’Europa che niente aveva a che fare con quella dei mercanti.
Il 27 aprile 1965 il musicista Ferruccio Burco, militante di Jeune Europe, trovò la morte a soli 26 anni in un “incidente” automobilistico ad Ostuni (Brindisi). 
Nato a Milano, pronipote di Vincenzo Bellini, era stato un enfant prodige: a 4 anni aveva diretto il suo primo concerto; ne seguirono molti altri: tournée dapprima in Italia, poi, dall’età di 6 anni, all’estero. A 8 anni diresse al Lirico di Milano, poi all’Arena di Verona, al San Carlo di Napoli, al Regio di Parma e al Teatro dell’Opera di Roma.
Nello stesso anno, in udienza privata, discusse di musica con Pio XII. Concluse l’anno dirigendo un concerto allo Châtelet di Parigi davanti a 72 direttori d’orchestra entusiasti.
Sui giornali era definito “il nuovo Mozart” ma il piccolo Ferruccio rispondeva: “Mozart era Mozart, Burco vuole restare Burco”.
L’anno successivo tenne concerti in Svizzera, ancora a Parigi, in Inghilterra, in Egitto alla presenza della famiglia reale, alla Carnegie Hall di New York (dirigendo l’Orchestra Filarmonica di 80 elementi).
Fu l’inizio di una tournée nei maggiori teatri americani davanti a folle ed autorità.
Nel suo repertorio: Beethoven, Chopin, Rossini, Verdi, Wagner …, Diresse poi in Brasile, in Messico, a Cuba.
Arturo Toscanini commosso, lo salutò con un affettuoso: “Caro collega”.
Fu anche protagonista di due film.
La sua vita fu complicata dagli studi che seguì privatamente, compreso l’apprendimento di varie lingue.
All’apice del successo decise di fermarsi per compiere studi regolari, entrando per sei anni al Conservatorio di Milano, nel quale si diplomò nel 1960. Contemporaneamente iniziò a sentire pulsioni ideali e di impegno civile.
Nel 1961 riprese a dirigere in Europa e negli Stati Uniti e programmò la realizzazione di una sorta di Carro di Tespi finalizzato a portare la musica classica italiana nel mondo.
Trovò anche il tempo per prendere il brevetto di paracadutista.
Nel 1964 aderì al movimento europeista Jeune Europe militandovi con la serietà con la quale aveva vissuto le altre esperienze, giungendo anche agli scontri fisici con gli avversari. All’inizio del 1965 subì un’aggressione a Milano, assieme al dirigente italiano di JE, Renato Cinquemani, nei giorni successivi furono tagliate le gomme della sua auto.
Ad aprile partì per una tournée nel Sud assieme a due colleghi musicisti. Tutti e tre morirono per lo schianto dell’auto contro un albero in un incomprensibile incidente e si pensò al sabotaggio. La Procura della Repubblica aprì un procedimento contro ignoti per “omicidio plurimo” che finì nel nulla.
A Ferruccio Burco, caro agli Déi il comune di Milano ha dedicato una strada.

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