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CGIL, cambiare è faticoso

Applausi e qualche fischio per  il ministro del lavoro al congresso della Cgil di Rimini che annuncia la necessità di un cambiamento profondo, ricorda che per il governo la musica è già cambiata

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Da Rimini, dove è in corso la seconda giornata del XVII Congresso della Cgil, il ministro del lavoro Giuliano Poletti, spiega la necessità «di un radicale cambiamento in questo paese» evidenziando come anche «per il governo la musica è già cambiata». Poletti ha infatti ricordato come oggi «il ministro del lavoro incontra le parti, valuta poi come è naturale che sia, il governo si prende la responsabilità di decidere».

Questa mattina il governo ha preannunciato la richiesta del voto di fiducia su un maxiemendamento al decreto lavoro che di fatto recepisce il testo uscito dalla commissione lavoro del Senato. Come si ricorderà il decreto lavoro, così come modificato in commissione del Senato attraverso la presentazione e l’accoglimento di 8 emendamenti del governo, non piace  alla Cgil. Tuttavia, per Poletti,non esiste guerra tra i sindacati e l’esecutivo: «Ci sono valutazioni e scelte che il governo fa, di metodo e di merito. Su queste scelte è del tutto legittimo che si sia o non si sia d’accordo, ma il fatto che ci sia o non ci sia l’accordo debba portarci a dire che sono in corso delle guerre a me non pare che sia il modo giusto».

Il Ministro ha ribadito la necessità di cambiamento e se «troveremo alleati sulla strada saremo felici. Oggi bisogna praticarlo e farlo celermente. Oggi c’è un pezzo d’Italia che non ne può più, che non è più in grado di aspettare nulla e ha bisogno di atti concreti per ricostruire e recuperare un dato di fiducia che è l’elemento fondamentale per poi cambiare i comportamenti».

Due dossier caldi per i lavoratori: la cig in deroga e la riforma delle pensioni. Per quel che attiene il rifinanziamento della prima il tema «è stato messo formalmente all’ordine del giorno della discussione del governo. Il ministro dell’economia ha recentemente ribadito di averlo ‘messo nell’elenco’ dei temi di affrontare». In ogni caso per il ministro sia il tema della cassa in deroga che della mobilità in deroga dovrà essere «radicalmente rivisto perché non possiamo continuare ad andare avanti con un meccanismo di questo genere che pesa sulle tasche dei cittadini italiani, perché viene finanziato dal fisco». Come si ricorderà si trattava di uno strumento tampone che era stato messo in campo per fronteggiare l’emergenza e che ora è, a detta del governo, divenuto insostenibile.

Per  la riforma delle pensioni chiesta dalla Cgil, Poletti ha spiegato che «abbiamo davanti un periodo d’ascolto. Tutti quelli che vogliono depositare delle valutazioni lo faranno, alla fine di questo periodo faremo una sintesi di quello che è emerso e prenderemo le decisioni. Credo che oggi sarebbe sbagliato cominciare a discutere del “cambierete o non cambierete”». Questa partita d’altra parte non può dimenticare il nodo degli esodati che va chiarito in fretta soprattutto perché non si tratta di numeri in astratto.

Ha concluso:«Non facciamo niente contro nessuno, facciamo le cose che pensiamo siano utili agli italiani».non facciamo niente contro nessuno, nemmeno contro i sindacati.