Una “Rivolta Etica” contro le Caste
UN MOVIMENTO d’OPINIONE, al di fuori dei partiti politici, per una “RIVOLTA ETICA”
di RICCARDO ABBAMONTE
con osservazioni e note di Giuliano Marchetti
Come già comunicato nelle scorse settimane con le notizie flash in home sulla nostra agenzia, Lunedì 14 novembre in Roma a Palazzo Ruspoli si è svolta una conferenza stampa per presentare la costituzione di un “MOVIMENTO d’OPINIONE” al di fuori dei partiti politici.
Era presente un folto ed attento auditorio, tra cui Sua Ecc. Salvatore Sfrecola, l’avv. Paola Zerman, l’ing. Francesco Rebecchini, il sen. Niccolò Sella di Monteluce, l’on. Roberto Fiore, la Duchessa De Giovanni Centelles, il dr. Luciano Lucarini – Editore de “Il Borghese”, il prof. Marcello Ricci – Lega Nord, oltre ad un folto gruppo di Sacerdoti e di rappresentanti delle Gerarchie Ecclesiastiche.
L’iniziativa è stata illustrata dal Principe LILIO SFORZA RUSPOLI che ha auspicato, tramite questo costituendo Movimento, il sorgere di una vasta ed ampia aggregazione di cittadini motivati da un forte impegno e da un’assunzione di responsabilità.
Dopo il Principe Ruspoli, sono intervenuti l’Avv. GIOVANNI VISCONTI – in rappresentanza dei Centri di Azione Agraria, l’Avv. FILIPPO de JORIO – per il Movimento Pensionati Uniti, il Dr. FABRIZIO LASTEI – per il movimento Milithia Christi. Nei diversi interventi è stata analizzata la attuale situazione del nostro Paese, anche nell’ambito di una più ampia visione Europea. E’ stata altresì evidenziata la necessità di dar vita ad una vera e propria “rivolta etica” per recuperare tutto ciò che in questi anni è andato perduto sia moralmente, che materialmente.
Riportiamo qui di seguito una sintesi degli interventi dei vari relatori.
INTERVENTO dell’ Avv. GIOVANNI VISCONTI (CENTRI D’AZIONE AGRARIA)
La demagogia e clientelismo hanno distrutto l’agricoltura, ciò per una errata politica agraria priva di una strategia di fondo e legata a stimoli contingenti. I maggiori problemi sono stati affrontati senza la dovuta preparazione, altri rinviati “sine die”, altri ancora impostati in modo totalmente errato. L’agonia della nostra agricoltura è la conseguenza di questa politica ed è il frutto di una scelta antieconomica che ha incoraggiato le spese superflue in settori devianti o parassitari, favorito l’esportazione di prodotti industriali in cambio di importazione di prodotti agricoli. Le campagne sono in crisi perché l’agricoltura italiana ha sempre pagato gli svantaggi delle crisi economiche, sacrificata nell’Unione Europea, sottomessa alle esigenze di scambi commerciali da cui è sempre stata esclusa.
I prodotti agricoli italiani, di eccellente qualità, restano spesso a marcire nelle aziende al contrario di quelli che arrivano da paesi esteri, non solo europei, cui ci si è prostituiti e che invadono tutti i mercati, a causa dei bassi prezzi dovuti ai costi irrisori di produzione, alla scarsa qualità e alla totale mancanza di garanzie per la tutela dei consumatori, nonché per i sussidi all’esportazione che ricevono dai loro Stati. Di conseguenza, i prezzi dei prodotti agricoli sono sempre più bassi e gli agricoltori abbandonano le aziende in un momento in cui un miliardo di persone è denutrito e venti milioni muoiono di fame ogni anno. Il mondo agricolo italiano è schiacciato dai troppi debiti anche per via delle imposizioni in materia di contributi agricoli unificati, dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale e dichiarati in molte sentenze dalla magistratura imposizioni illegittime, vessatorie e immorali. Per la risoluzione della crisi delle campagne occorre una valida politica economica che garantisca una economia stabile e capace di dare occupazione.
La speranza è che attraverso la lotta e la protesta dei Centri di Azione Agraria, movimento apartitico e indipendente che si batte da cinquant’anni in difesa del mondo rurale, continui a rappresentare le preoccupazioni dell’economia primaria al governo e ai politici che, sino a oggi, hanno dimostrato di ignorare le leggi fondamentali dell’economia nazionale, considerando l’agricoltura come terreno di esperimento per le prove più demagogiche e merce di scambio con l’UE per favorire, al suo posto, l’industria assistita. Non è più tollerabile affossare sempre più gli agricoltori sia per mantenere i privilegi della grande industria finanziata dai contribuenti a loro insaputa, sia per subire le incapacità manageriali del mondo bancario, dato che i banchieri sono sempre pronti ad assecondare le oligarchie al potere (ma molto più spesso pronti a sostituirsi a tali oligarchie e divenire essi stessi il “centro del potere”, tanto che Ezra Pound aveva deifnito “i Politici come camerieri dei Banchieri”. Ci piace rilevare come tali tematiche siano state più volte trattate sulla Consul Press e nostri interventi in materia siano stati ospitati anche sui quotidiani “Rinascita”, “L’Opinione” e sul mensile “Il Borghese” – ndr).
INTERVENTO Del Prof. FILIPPO DE JORIO (MOVIMENTO dei PENSIONATI UNITI)
Oggi la triste situazione dei pensionati italiani è ignorata e beffeggiata dalla classe politica al potere. Ci sono infatti 24 milioni di italiani, i pensionati, che da tempo sono dimenticati dalla classe politica benché essi siano elettori che per la maggior parte fino al 2006 hanno votato per il Pdl o per l’Udc. Ma ultimamente hanno iniziato, in numero sempre più cospicuo, a non votare perché disgustati dalla mala politica e dal malaffare che, spesso, anzi quasi sempre, tra loro coincidono. Dal 1991 i pensionati non hanno avuto vere rivalutazioni pensionistiche, ma solo parzialmente accostamenti alle variazioni dell’indice Istat che, come noto, è del tutto carente per determinare l’aumento dei prezzi.
La Corte Costituzionale, su ricorso del Movimento dei Pensionati Uniti, evidenziava nella sentenza n. 30/2004 la necessità di individuare un meccanismo in grado di assicurare un reale ed effettivo adeguamento dei trattamenti di quiescenza alle variazioni del costo della vita.
Così i Giudici delle Leggi, ma la Casta Politica li ha ignorati.
Va tra l’altro considerato che mentre tutte le altre categorie di cittadini hanno la possibilità di adeguare i propri redditi al costo della vita, come ad es. sia i lavoratori autonomi, sia i lavoratori dipendenti e i pensionati assistenziali (questi ultimi con la difesa dei loro interessi efficacemente sostenuta dai sindacati), i pensionati previdenziali, completamente dimenticati dalle forze politiche e sindacali, da tempo subiscono una pesante svalutazione delle loro pensioni, costantemente erose dal crescere del costo della vita, non adeguatamente compensato da un sistema di rivalutazione inadeguato sia nella sua impostazione che nella sua applicazione.
Unica possibile difesa da tale ingiustizia perpetrata in dispregio dei loro diritti sanciti dalla Costituzione sono le sentenze di una magistratura sensibile e oculata. E in particolare di una Corte Costituzionale che non subordina il diritto di una categoria debole e indifesa alla discrezionalità di un potere legislativo chiaramente più disponibile agli interessi di potenti caste, come diffusamente pubblicato, senza ombre di smentite, da numerose fonti di informazione, e che decide disinvoltamente della destinazione delle risorse dell’Erario. Occorre reagire e i Pensionati Uniti e la Consulta dei Pensionati intendono essere parte integrante della “Crociata per l’Italia” che si intende portare avanti.
INTERVENTO del Dr. FABRIZIO LASTEI (MOVIMENTO MILITIA CHRISTI)
Da parte del Movimento Cattolico di Militia Christi viene accolto con entusiasmo l’appello del principe Ruspoli, per collaborare con approfondite riflessione e cercare di fornire risposte concrete alla crisi che attanaglia la attuale società. Infatti, quando si vede inflazionato il mondo del lavoro da sedicenti criteri che non rispondono all’essenziale stabilità economica e professionale richiesta dalla dignità della persona e delle famiglie; quando si parla di crisi della produzione, estromettendo i naturali capisaldi economici della nostra nazione, quali agricoltura, allevamento, pesca e turismo; quando siamo obbligati, in nome dell’Europa Unita, a gettare via latte, oppure a comprare agrumi e carni dall’estero, è facile concludere che ci troviamo dinanzi a cause sistematiche di crisi.
C’è qualcuno che pensa per noi e agisce in nostra vece. Si tratta, ieri come oggi, di strutture e lobby che, mentre qui s’impadroniscono della moneta con una disinvoltura degna di Arsenio Lupin, nel resto del mondo, sotto forma di Stati, gruppi di potere e imprese, si accaparrano risorse energetiche non rinnovabili, con grave impedimento per lo sviluppo dei paesi poveri. Ai quali vengono elargiti milioni in contraccettivi e abortivi, ad onta della vita e della dignità umana, ma ben poco o sostanzialmente nulla in scienza e tecnologia, in finanziamenti a fondo perduto o in strutture di produzione.
Sono soltanto alcuni tratti del capitalismo selvaggio dai quali, tuttavia, emerge a sufficienza la caratteristica di fondo di tale ideologia e prassi politico economica: un elemento di libertà assoluta, quella libertà che vuole prescindere dai limiti che le cose portano in sé, per cui la società odierna è incline all’edonismo e al consumismo. E’ il rifiuto di quella funzione sociale, e di quella sociale responsabilità conseguente, che è la legge morale naturale, voce intimamente connessa al diritto di proprietà privata e al suo legittimo esercizio.
Una libertà votata ineluttabilmente alla conflittualità tra quelle imprese, categorie sociali e produttive che, invece, dovrebbero intrinsecamente essere di reciproco complemento e come tali coordinarsi. Una società di questo genere scambia il vero con il fattibile e adotta come unico criterio della verità l’efficienza e l’utilità. Così, proprio nella Repubblica fondata sul lavoro si è persa non solo la cognizione di quelle dinamiche naturali che presiedono il lavoro, ma il lavoro stesso (si dovrebbe rivalutare il concetto gentiliano de “l’Umanesimo del Lavoro” – ndr).
E’ da ristabilire, dunque, il legittimo protagonismo sociale dei corpi intermedi, dando loro rappresentanza e voce autorevole anche in sede legislativa. E’ necessario quindi tornare a fare i conti basandosi sulle ricchezze reali della nostra patria: agricoltura, allevamento e un turismo considerato nella sua plusvalenza che ne fa un unicum. Incentivare in modo sussidiario allora e detassare abbondantemente tali settori, ristabilendo al contempo il rispetto attivo per quei valori non negoziabili da cui dipende la tenuta complessiva, anche economica, della società. Sostenere dunque il diritto alla vita. Detassare seriamente inoltre anche le famiglie, soprattutto per ciò che concerne le spese legate alla cura dei figli, degli anziani e di eventuali disabili gravi, detraendo anche i costi affrontati da chi abbia scelto una scuola alternativa a quella laicista di Stato.
Quindi e in primo luogo, attribuire nuovamente alla famiglia, singola e associata, quel ruolo primario di sede educativa privilegiata che le spetta in quanto culla naturale della nuova vita, promuovendolo in tutti gli assetti sociali, dalla collaborazione con la scuola, sino a quella di ordine ricreativo, istituzionale e del volontariato. Promuovere inoltre l’acquisto a riscatto della prima casa per giovani sposi, erogando il mutuo direttamente dalle casse regionali (*) a tasso legale. Perché contro ogni compromesso del mondo occorre che si possa e si debba edificare una società a misura d’uomo (*è opportuno ricordare a tale proposito la Regione Lazio che, nella Legge per il “Piano Casa”, ha introdotto il concetto del “Mutuo Sociale”, già da tempo propugnato da CASA POUND e e fatto recepire in tale impianto legislativo dall’assessore Teodoro Buontempo – ndr)
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A chiusura del convegno, il Principe LILIO SFORZA RUSPOLI ha illustrato un manifesto in difesa della libertà, della Costituzione e dei diritti dei cittadini di fronte al gravissimo degrado morale in atto, facendo appello a tutti i cittadini, e in particolare ai giovani, agli emarginati, ai disoccupati, insegnanti, contadini, artigiani, pensionati, operai, professionisti e piccoli imprenditori ed anche, ovviamente, alla gente del Sud, saccheggiata e abbandonata, per chiedere di:
1. Partecipare alla lotta per “abbattere la Casta”: un’oligarchia che si regge sulla dittatura e la complicità delle segreterie di tutti i partiti, condannandoci a un inarrestabile degrado. E’ necessario abolire tutti i privilegi dei parlamentari, che dovrebbero essere al massimo 400, quanti sono negli Stati Uniti.
2. Restaurare i diritti costituzionali di ogni cittadino, primo fra tutti quello di poter scegliere i propri rappresentanti e di conseguenza i propri governanti, possibilmente con una legge elettorale simile a quella inglese.
3. Adempiere alle richieste dell’Unione Europea è una priorità in questo difficile momento, ma auspicando altresì un’unione politica dell’Europa delle Cattedrali, luce spirituale dell’universo, dall’Atlantico alla Mongolia. Per l’Europa chiediamo una sola costituzione, un solo governo, un solo sistema fiscale, una sola moneta stabile, possibilmente agganciata all’oro o a un paniere di materie prime da sostituire alla carta moneta; auspichiamo una sola filosofia politica: sconfiggere le povertà e le ingiustizie del mondo, ove è in corso da troppo tempo un crimine planetario, che vede 20 milioni all’anno di nostri fratelli costretti a morire di fame, mentre coloro che producono gli alimenti sono costretti ad abbandonare le campagne.
4. Riportare trasparenza nell’attività dello Stato e impedire il saccheggio, in atto da anni, finora impunito, e allontanare dal potere le “Caste di parassiti” che pensano solamente ai loro profitti e non al bene comune.
5. Ridare spazio all’agricoltura, storica attività italiana, potenziale fonte di tanta occupazione, in ginocchio dagli anni Cinquanta per colpa delle scelte sciagurate che l’hanno paralizzata per favorire il gigantismo industriale in decomposizione. Opporre un rifiuto nel continuare a sacrificare gli interessi della nostra civiltà rurale a quelli del sistema bancario e della grande industria come avviene da oltre 50 anni.
6. Ridare giustizia ai pensionati e ai ceti medi, che soffrono una continua decurtazione dei loro emolumenti; pertanto si propone un aumento delle pensioni minime del 20%.
7. Fornire urgentemente un sostegno alla piccola e media industria creatrice di innumerevoli posti di lavoro.
8. Difendere l’ambiente devastato dall’abusivismo edilizio, conseguenza di una mancata programmazione urbanistica a lungo termine, evitando la prassi del programmar facendo ed attuando immediate politiche di rimboschimento per proteggere il territorio dal dissesto idrogeologico che ci minaccia costantemente.
9. Operare per una divisione netta tra le banche di investimento finanziario (Merchant Banks) che, se necessario, devono poter fallire senza problemi, qualora risultino banche ormai decotte. Le banche sane commerciali devono occuparsi esclusivamente del mondo del lavoro e del credito all’impresa, astenendosi dal partecipare all’azionariato delle industrie assistite e dalle speculazioni finanziarie. In sostanza, le banche devono fare le banche, cioè raccogliere il risparmio da utilizzare solo per erogare credito agli imprenditori affidabili; i soldi non devono mai servire per comprare titoli tossici ad alto rendimento per motivi speculativi o di bilancio. Le banche sane, al servizio degli imprenditori e del lavoro, in caso di difficoltà debbono essere aiutate eventualmente anche con la nazionalizzazione, salvo poi essere riposizionate sul mercato, una volta risanate come ben suggerisce Massimo Muchetti (1– va rilevato comunque come, a suo tempo nel ben noto “Ventennio”, una linea di demarcazione nel mondo bancario era stata già formulata da Alberto Beneduce; 2– va altresì osservato come siano ancora misconosciuti con “democratica protervia” da parte delle Caste Dominanti gli studi del Prof. Giacinto Auriti sulla sovranità popolare della moneta – ndr).
10. Volere, in una sola parola, cambiare le cose per offrire a tutti gli italiani un orizzonte nuovo di pulizia morale e di impegno disinteressato, per attuare una “rivolta etica” e ricordare a noi stessi, come afferma Don Luigi di Merola – Parroco di Forcella, che “non è Dio che ci ha voltato le spalle, ma siamo noi che abbiamo voltato le spalle a Dio”.
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Qui termina l’appello del Principe Ruspoli …….. il dibattito è aperto
inizia una raccolta di adesioni per una prima manifestazione il 15 Febbraio 2012
da tenersi in Roma, a Ponte Milvio,.
Per aderire o essere informati, contattare via e-mail abbatterelacasta@libero.it
o visitare ll blog www.https://www.sforzaruspoli.com/ inviare un fax al n. 06.68300515
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