Relazione resa al Parlamento Mondiale degli Stati
RELAZIONE del Senatore Dr. Francesco Mavelli
“Guerre, Violenze e Delitti” – Triangolo dell’Apocalisse umana
Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghi
Relazionare sulle Guerre, sulle Violenze e sui Delitti, non è cosa di poco conto, anzi, non è né semplice, né facile. Solo parlarne comporterebbe ore ed ore di discussioni, senza mai giungere a conclusione definitiva. Mettere per iscritto, poi, ogni quanto riguarda le Guerre, le Violenze e i Delitti, sarebbe impossibile e presuntuoso. Ogni qual volta, a qualsivoglia longitudine e latitudine, si parla e si discute di questi argomenti, quasi unanimemente, tutti i cittadini di tutte le Nazioni esprimono uguale condanna alla possibilità di una presunta guerra “preventiva”, o di una guerra per “esportare” od “imporre” visioni democratiche di altre nazioni, che potrebbero risultare completamente avulse da quei luoghi, da quelle culture e da quelle tradizioni dove si decide di portare la Guerra. Questo è un termine irrazionale ed internazionale che indica la via maestra della violenza, della sopraffazione, degli abusi, dei crimini, delle catene di delitti … Popolazioni intere vengono annullate per il tramite di assassinii ideati e perpetrati con crudeltà estrema, molto sangue viene sparso con brutalità animalesca, impera un clima esclusivo di delazione e di tradimenti, tale che si giunge a tradire e a vendere persino i propri cari. “Non c’è Pace senza Giustizia“, ripeteva instancabilmente, ad ogni occasione, Papa Giovanni Paolo II, pensiero condiviso dalle innumerevoli comunità, cristiane e non, sparse in tutto il mondo, che sono convinte della completa inutilità delle Guerre, della Violenza e dei Delitti, per trovare una soluzione ai conflitti di qualsivoglia natura. A questo punto, mi corre l’obbligo di riportare, per iscritto, alcune delle riflessioni che mi hanno portato drasticamente a dire un “NO” assoluto alla Guerra, alla Violenza e ai Delitti, come mezzo risolutivo di qualunque controversia di qualsivoglia natura. Di contro le stesse riflessioni mi hanno convinto definitivamente, a dire un “SI” alla Giustizia ed alla Pace.
Sono ben pochi gli Uomini, rispetto alla grande moltitudine presente sulla Terra, che, scevri da interessi solo personali e/o di parte, si sono accorti che la prima e vera vittima delle Guerre è sempre, solo e soltanto, la Verità che viene sacrificata sull’altare del sangue e della menzogna.
Sono ben pochi gli Uomini, rispetto alla grande moltitudine presente sulla Terra, i quali si sono accorti che la prima Violenza la fanno alla propria coscienza.
Sono ben pochi gli Uomini, rispetto alla grande moltitudine presente sulla Terra che rimangono veramente vivi (divengono infatti degli esseri paragonabili agli Zombi che di umano non hanno più nulla), dopo aver soppresso una vita umana che era, è, e sempre sarà un bene di appannaggio esclusivo del Creatore, unico Padre di tutte le genti. Nessuno ha mai considerato che, negli animaleschi scontri bellici, dopo aver abdicato ai principi e ai valori della propria coscienza, si spalancano volutamente e colpevolmente tutte le porte alla corruzione, all’omicidio, all’adulterio e alla completa dissolutezza morale, che, assieme all’odio dilagano facendo crescere il nero fiore del lutto di ogni principio morale. In tutti i casi il primo ed unico vincitore, in senso negativo, è solo e soltanto il vorace profitto d’ogni tipo, che, avulso dalla coscienza di ogni vero Uomo, pur d’esserci calpesta la dignità e la sacralità d’ogni singolo individuo, annullando e distruggendo con tipica arroganza la speranza, trascurando e/o dimenticandosi volutamente della Pace e della Giustizia e di quello che queste parole vogliono significare. Il termine “profitto” è l’unico obiettivo di quei pochi potenti che, con estrema prepotenza ed arroganza, calpestando i diritti d’intere popolazioni, decidono di controllare per il proprio aberrante tornaconto le ricchezze naturali e non, con qualunque mezzo e ad ogni costo, adoperando eserciti composti da figli mercenari di quel popolo contro lo stesso proprio popolo, da padri snaturati che si schierano contro i propri figli e da fratelli che combattono contro i propri fratelli. I veri ed unici motivi di quasi tutti gli aberranti confronti bellici sono stati da sempre, e continuano ancora oggi, ad essere sempre gli stessi: “gli elevati interessi economici”. Questi interessi sono talmente forti e potenti da riuscire a condizionare ed inquinare irrimediabilmente, per il tramite della politica e dei politici di primo piano, il vero timone che regola la vita delle navi denominate “Nazioni”, infatti sono i politici che sono chiamati a decidere su tutte le questioni inerenti i conflitti armati e la possibilità di una eventuale entrata in guerra.
E’ da notare che in nessun discorso, in merito a queste decisioni, nessun leader politico di alcuna nazione, prima di dichiarare guerra ha mai fatto riferimento all’elevato numero di morti e di feriti, che la follia legata alla guerra, da lui stesso sponsorizzata, produrrà inevitabilmente. Nessun politico ha mai fatto riferimento, neppur lontanamente, alla disperazione delle popolazioni, di tutte le parti belligeranti, e del numero impressionante dei senza tetto che si produrranno, così come alcun Capo di Stato ha mai fatto riferimento ai numerosi delitti privati che, grazie alla scellerata occasione offerta dalla guerra, saranno posti in essere. Che dire poi, del cortocircuito di tutti quei valori legati al rispetto reciproco che ogni essere umano deve avere per l’altro? E che dire di quelli che hanno da sempre caratterizzato il rispetto e la dignità dell’uomo?. Il fermo e deciso “No” alla guerra non vuol affatto esprimere il desiderio, più o meno occulto, di restare estranei ai conflitti e non vuol essere per nulla una larvata forma di vigliaccheria. Il primo “No” è alla guerra nella sua stessa essenza e nel suo stesso significato. Gli Stati, quelli che ritengono di essere giunti al giusto grado di civiltà, dimostrano di essere veramente civili depennando dai propri bilanci tutte quelle voci legate alle spese atte a finanziare le guerre e tutte quelle spese destinate a costruire e mantenere sempre pronto un sistema bellico. Qualunque sistema di guerra, inevitabilmente, realizzerà innumerevoli perdite di vite umane, con consequenziali sofferenze e profonda disperazione di chi riesce a sopravvivere, sia che si trovi dalla parte del vincitore, che dalla parte del vinto.
Questo relatore è profondamente convinto che il futuro del genere umano è legato indissolubilmente al comportamento dell’agire quotidiano dello stesso genere umano, e che il domani sarà necessariamente ad immagine e somiglianza del metodo e delle pratiche seguite per costruirlo. Così come un padre, dopo la dipartita, lascia in eredità ciò che ha costruito ai propri figli, e questi utilizzano quanto ereditato per costruire una migliore vita futura. Alcune dure lezioni sull’inutilità delle guerre e dei costi relativi alle stesse l’uomo le ha già ricevute ripetutamente dalla storia, sia antica che moderna. Non bisogna mai dimenticare che le guerre generano odio e diseguaglianze che, dopo il conflitto, invece di scomparire, escono rafforzati e profondamente radicalizzati da quei conflitti armati, creando ulteriori e futuri rancori, discrepanze, insicurezze e instabilità proiettate per numerosi anni a venire, coinvolgendo così diverse generazioni in continue forme di contrapposizione quotidiana, generando, giorno dopo giorno, soppressioni e sacrifici di vite umane.
L’abbandono della strada politica non è mai, di conseguenza, la soluzione delle soluzioni ai conflitti, ma la guerra è la tragica condanna a continue ed interminabili spirali di violenza che, inevitabilmente, alimentano senza fine il bisogno di ostilità insanabili e destinate a permanere per molti lustri. Con questo tipo di ragionamento, non si vogliono affatto fornire alibi alle aberranti organizzazioni terroristiche, o alle bande armate, o ai gruppi formati da violenti in senso lato. Ciò di cui tutti dobbiamo convincerci è che l’arma delle armi, capace di debellare ogni proposito di belligeranza, è la PACE, la PACE nei cuori e la PACE nell’anima! Bisogna che ci si convinca definitivamente che è la PACE l’unica vera modalità di risposta alla violenza, con tutti gli annessi e connessi. Ciò di cui ogni singolo uomo deve convincersi è che di fronte all’orrore e alla follia legata all’animalesca violenza, insita nelle guerre, occorre il supremo coraggio del ragionamento, del capire le motivazioni, dell’intervenire con lungimiranza e dell’evitare la tentazione delle scorciatoie (Guerre, Violenze e Delitti). Non sono poche le guerre nazionali ed internazionali che hanno violato le regole fondamentali legate al diritto, così come hanno anche spazzato via, con irrazionale coscienza e caparbia incoscienza, l’idea di un diritto internazionale legato alla competenza esclusiva dell’ONU a deliberare su operazioni di polizia internazionale. La guerra, che dopo l’ultimo conflitto mondiale, fu formalmente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e “ripudiata” da molte Carte Costituzionali, tra cui quella della Repubblica Italiana, in perfetta e ipocrita violazione agli stessi dettami delle Carte Costituzionali, ha recentemente ripreso la sua vocazione, legata alla semina di principi basati sulla Violenza, sui Delitti e sulle Guerre. Non sono pochi coloro i quali, dotati di ottima ed esclusiva eloquenza, cercano ripetutamente di profondere confusione alle idee sane al fine di giustificare la necessità di un intervento militare, con espressioni del tipo “guerra giusta”, “umanitaria”, “preventiva”,o “legittima difesa”. Oggi si è giunti persino al tentativo di voler trasformare senza vergogna, sfrontatamente e a viso aperto, la “Guerra” in un’operazione di Pace e di nuova vita (è giusto ribadire che la guerra è il tipico strumento al servizio della morte e della disperazione). E’ necessario che ci si convinca che solo nella politica esistono i reali strumenti perché la gestione di un conflitto non debba essere affidata alla violenza e alla logica del più forte, prescindendo dalle ragioni e dalle legislazioni presenti sul piano internazionale.
Così come è necessario convincersi che il terrorismo non è affatto il figlio della povertà e dell’ingiustizia, come a molti piace affermare e sostenere colpevolmente, ma si nutre della linfa vitale nella disperazione da esse inevitabilmente prodotta continuamente ed incessantemente. Intervenire politicamente su tali situazioni significa intervenire con la maggiore equità sociale possibile, sulle condizioni di sfruttamento dei popoli e quindi contribuire a realizzare maggiore giustizia, confinando e relegando definitivamente in una dimensione legata alla dimenticanza, qualsiasi forma di terrorismo e di violenza ad esse connesse. Bisogna tenere sempre presente che la PACE, per divenire stabile, esige irrevocabilmente un approccio politico realistico, dialogico e capace di aggredire le cause sociali che sono le fondamenta su cui poggiano lo sfruttamento, la miseria e le disuguaglianze internazionali, finalizzando il tutto a una giustizia giusta, che è la premessa di ogni convivere disteso e sereno. Conseguentemente diviene necessario che il baricentro del diritto internazionale si sposti dagli Stati alle persone.
Questa diversa concezione antropologica permetterà, senza tema di smentita alcuna, la creazione di condizioni ideali affinché non si realizzi solo una tutela dell’equilibrio tra i governi, ma una vera tutela dei diritti fondamentali di ogni singolo cittadino del mondo. Sarà necessario fornire all’ONUe al Parlamento Mondiale degli Stati per la Sicurezza e la Pace strumenti internazionali di effettiva e reale verifica incondizionata con un serio controllo e con possibilità di sanzionare seriamente ogni tipo di abuso e di prevaricazione del diritto, affermando così il diritto di avere una difesa collettiva non armata. Tale controllo severissimo e minuzioso, potrebbe essere costituito da un nuovo ramo della Diplomazia Internazionale con una denominazione che potrebbe essere: ”Corpi Diplomatici di e/o per la Pace”. Questa nuova organizzazione che dipenderà esclusivamente dalle Organizzazioni Internazionali sopra citate, dovrà lavorare coerentemente, senza favorire alcuno, senza alcuna timidezza verso quei potenti e quei prepotenti, che più di altri, potrebbero essere in grado di condizionare in virtù del loro potere politico-economico. Sboccerà così e fiorirà un gruppo formato da Diplomatici che si occuperanno del sociale nei vari Stati , riuscendo a sensibilizzare tutti i Governi e costruendo, giorno dopo giorno, una prima risposta qualificata ai problemi che minano le fondamenta della Pace.
In definitiva, il nascente Corpo Diplomatico Sociale prenderà posizione collettiva per attualizzare appieno la Pace, perché questa è la suprema volontà della maggioranza degli uomini sul pianeta Terra che hanno fatta una scelta di fondo. Il lavoro quotidiano di questi Diplomatici consisterà nel progettare continuamente soluzioni che portino a risolvere i conflitti armati senza armi, se non quella del ragionamento. Riesce naturale segnalare che questa nuova categoria di Diplomatici potrebbero avere alla base dei seri studi di filosofia, di teologia, di psicologia, di relazioni sociali ed ogni quant’altro si dovesse ritenere utile per l’espletamento del loro alto ed essenziale incarico. In conclusione, il “No”, di questo relatore, al triangolo dell’Apocalisse umana è netto e deciso, ed è una vera proposta, affinché la Giustizia e la Politica, con azioni a queste ispirate, si sostituiscano definitivamente alle armi, agli eserciti e qualsiasi altro tipo di Violenza e Sopraffazione. Pensarla diversamente vorrebbe dire continuare a viaggiare imperterriti sui binari dei vecchi sistemi e delle vecchie visioni che hanno prodotto quel che siamo oggi. Conseguentemente è bene invitare tutte le Associazioni e i Movimenti Internazionali per la Nonviolenza e la Pace ad un atto di chiara condanna nei confronti dei governanti che continuano a stanziare ingenti fondi per spese militari.
Tale invito va esteso “a tutti gli uomini di buona volontà” affinché dall’intreccio delle diverse, ma valide iniziative possa finalmente vedere la luce quel mondo possibile caratterizzato esclusivamente dalla PACE e dalla capacità di “fermare il male con il bene”, contribuendo così, come ogni figlio degno di tal nome deve fare, a far sì che ci si orizzonti completamente verso il compimento finale del Disegno di Dio, unico e solo Padre dell’intera umanità.
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