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Dal Fashion all’arte Neoclassica: tutto è Food Design

DAL FASHION ALL’ARTE NEOCLASSICA: TUTTO E’ FOOD DESIGN
Il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana interpreta il food design a “Fashion at IUAV” e “Dripping Taste.. a tavola con Antonio Canova” alla Gipsoteca di Possagno
Arte, moda, design e cucina, quattro mondi diversi, trovano un linguaggio comune in due appuntamenti dove protagonista è il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana e il cibo diventa lo strumento per il più libero estro creativo.  Dopo “Fashion at IUAV” con la presentazione di ieri sera dei lavori degli studenti del workshop di Food Design, sarà la volta, domenica 6 luglio, di “A tavola con… Antonio Canova” alla Gipsoteca di Possagno, evento aperto al pubblico che anticipa il festival autunnale “Treviso: Dripping Taste – l’Arte nel Piatto”.

Si è svolta dunque ieri sera, nella nuova sede dell’Archivio di Stato di Treviso, nei locali dell’ex convento di Santa Margherita, l’esibizione e la degustazione dei progetti degli studenti del corso di laurea in Design della Moda e Arti Multimediali dell’Università IUAV di Venezia che hanno partecipato al workshop in Food Design, evento svoltosi, grazie a Treviso Glocal, in collaborazione con il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana.

Il laboratorio, organizzato dal gruppo internazionale di food designer “Arabeschi di Latte”, rientra tra le iniziative del festival Fashion at IUAV 2014, progetto dell’ateneo veneziano dedicato alla moda e al design, che dal 2 al 4 luglio ha portato nel centro di Treviso seminari, mostre, talk-show e performance. Il corso, suddiviso in tre incontri più l’Eating Event conclusivo, ha visto la partecipazione di una decina di universitari sotto la guida di tre chef del Gruppo, Giuseppe Agostini del Banqueting Teatro dei Sapori di Treviso, Mirco Migotto del Ristorante Al Migò di Treviso e Diana Bertuola del Ristorante Villa Castagna di Crocetta del Montello (TV), che, con la regia di Francesca Sarti di Arabeschi di Latte, hanno guidato gli studenti nell’ideazione e nella realizzazione di una serie di finger food e bevande assolutamente originali, ispirati al mondo della moda e del design, ma con una forte attenzione alla tipicità e alla stagionalità.

“Scampoli di ortiche” ossia modelli di tessuti ottenuti con foglie di ortiche, piuttosto che con i petali di rosa, di ibiscus e con le rape rosse, tali da poter essere tagliati con vere e proprie forbici da sarto, sono solo un esempio delle diverse installazioni che sono state presentate e degustate ieri sera.

Lo chef Giuseppe Agostini, team manager dell’evento gastronomico, commenta così l’esperienza:

“E’ stato interessante e divertente confrontarci con una creatività pura, quella degli studenti, non mediata dalla tradizione della cucina.  Abbiamo imparato anche noi a vedere il nostro lavoro da un punto di vista diverso.”

L’originale sequenza di finger food non avrebbe mai potuto vedere la luce senza l’esperienza di Giuseppe Agostini, Mirco Migotto e Diana Bertuola che si sono espressi guidando gli studenti nella realizzazione di un originalissimo menù dove forchetta e coltello sono stati rigorosamente banditi.

“La Barca di San Pietro e Paolo”, “False acque”, “Il vero Spritz”, “Cumuli di cibo”, “Ghiaccioli mela e rafano”, “La notte in un tortino”, “Lo Sciottino dell’amicizia”: questi i fantasiosi titoli che hanno contrassegnato un evento artistico e gastronomico assolutamente particolare anche per gli elementi scenografici, sempre progettati dagli studenti, che hanno arricchito la “mise en place” della serata.

Domenica 6 luglio, nella cornice della Gipsoteca di Possagno, si terrà invece l’evento di food design, aperto al pubblico, “A Tavola con… Antonio Canova”. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Antonio Canova e Treviso Glocal, è l’anticipazione estiva di “Treviso: Dripping Taste, l’Arte nel Piatto”, affermato progetto del Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana che celebra il connubio fra cibo e cultura.

Il tema di quest’anno, a 100 anni dallo scoppio del primo conflitto mondiale, sarà la Grande Guerra e i sei ristoranti partecipanti, in rappresentanza di tutto il Gruppo, presenteranno al pubblico le loro creazioni ispirate alle parole chiave Bellezza, Distruzione, Emozione, che vanno a ricordare il bombardamento subito dal museo nel 1917 e la paziente opera di restauro operata da Stefano e Siro Serafin, padre e figlio, che permise, nel 1922, di riaprire il museo al suo splendore.

I piatti saranno esposti in un percorso di “Isole del Gusto” dislocate nel giardino della Gipsoteca con la possibilità per il pubblico di assaggiare queste creazioni che, per la scelta degli ingredienti, la tecnica di cottura, il cromatismo e l’esposizione plastica cercheranno di ricreare, appunto, il dramma della bellezza, sconvolta dall’evento bellico.

Una giuria di esperti del settore e giornalisti ha selezionato il progetto gastronomico più efficace, che è risultato essere quello di Diana Bertuola di Villa Castagna di Crocetta del Montello, che avrà l’onore di presentare il proprio piatto all’interno del museo, al centro di una speciale installazione. Davanti alle foto storiche della sala distrutta dal bombardamento, verranno esposte alcune opere portanti ancora gli evidenti segni di quel terribile giorno, che verranno affiancate, in un sottile gioco di specchi, alla loro versione restaurata: sicuramente un vero e proprio “evento nell’evento” per gli amanti della storia, dell’arte e del buon gusto.

La serata sarà arricchita dalla partecipazione del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e del Consorzio di Tutela del Montello e Colli Asolani Docg, alla presenza dei produttori e dei sommelier AIS Veneto, per una serie di degustazioni guidate del Prosecco DOCG ma anche delle più interessanti varietà autoctone delle colline trevigiane.

I ristoranti del Gruppo della Marca Trevigiana che daranno vita a questo originale “percorso del gusto canoviano” sono: “Villa Castagna” di Crocetta del Montello, “Villa Razzolini Loredan” di Asolo, “Da Domenico alle Grave” di Spresiano, “Da Dussin” di Piavon di Oderzo, “Al Migò” di Treviso e “Al Sile” di Casier.