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Lettera aperta al Sindaco di Perugia

Lettera aperta del Centro Culturale Lepanto al neo Sindaco di Perugia

Gent.mo Sindaco Andrea Romizi, come cattolici e come italiani abbiamo molto a cuore il presente della bella e nobile città di Perugia, la cui civiltà cristiana ha origini quasi bimillenarie (1)Le intossicazioni e i decessi per overdose, il disagio sociale e la presenza sul territorio di forme di criminalità anche internazionale fanno si che la città di Perugia, che si è imposta nella storia, come lei ben sa, come un importante centro artistico e culturale, oggi è conosciuta come “Scampia Umbra(2) o “Capitale dell’Eroina(3).

 “Salvateci dalla spaccio” (4) era l’appello su uno striscione apparso su una casa di quel centro storico di Perugia che attira spacciatori anche dall’estero perché viene “percepita come una città dove si possono fare i soldi con la droga” data la locale alta richiesta di droga per “uso personale”(5).

E’ evidente che la soluzione potrà venire se, accanto all’ Opera di Contrasto delle Forze dell’Ordine, verrà avviata una coerente ed organica Politica Sociale di Prevenzione come si è raccomandato Papa Francesco: La Chiesa, fedele al mandato di Gesù di andare dovunque c’è un essere umano sofferente (…) non ha abbandonato quanti sono caduti nella spirale della droga (…) Ma questo lavoro di recupero è molto limitato, non è sufficiente. Bisogna lavorare sulla Prevenzione. Questo farà molto bene(6). Oggi a Perugia, come nel resto d’Italia, l’uso di droga e’ il pericolo maggiore per la gioventù perché,come ha denunciato in un altro discorso il Santo Padre, “frena” e “blocca” la loro naturale capacita’ di operare e crescere nei “valori della bellezza, della bontà e della verità(7).

Gli effetti eversivi del traffico di droga sono forse la maggiore concreta minaccia per “la stabilità del pianeta, la stessa sopravvivenza della democrazia, delle nostre civiltà, delle libertà: il futuro dei nostri figli e i loro diritti(8) come ha ribadito di recente il Presidente del Senato Pietro Grasso. Ma una realtà altrettanto concreta e’ la Prevenzione che funziona e che libera la Società dall’uso di droga. I modelli di intervento sociali per prevenire uso e dipendenze da droga, e l’abuso di alcol, che hanno successo sono quelli articolati su modelli scientifici basati su un approccio educativo come in Islanda. Il modello islandese nasce da una teoria elaborata in ambito accademico  e messa in pratica con un approccio di continua verifica che prevede la collaborazione sistematica tra i responsabili politici, gli scienziati del comportamento e gli operatori del Sociale e del Privato insieme con i residenti della comunità locale (9).

Una azione che era esperimento 15 anni fa ed è ora acquisita dalle Scienze sociali e che l’Università di Reykjavík sta esportando nel resto d’Europa tramite lo svedese European Cities Against Drugs – ECAD la più grande Ong europea nel campo della Prevenzione alla droga composta e diretta da amministratori locali.

Gentile sindaco Romizi, Perugia possiede le risorse culturali e morali necessarie per eliminare la domanda di droga, e con esso la criminalità e il disagio sociale correlati, e così poter ritornare ad essere faro di civiltà e modello di convivenza civile.

Una strada che pero’ deve passare per un sistema scientifico di Prevenzione ispirato “ad un progetto educativo centrato sulla verita’, sulla libertà’ e sulla responsabilità (10)” perché una prevenzione unicamente basata su elementi di natura sanitaria sarà del tutto insufficiente per trattare i problemi riguardanti la droga.

Come presidente del Centro Culturale Lepanto, associazione di laici cattolici impegnati nella promozione dei principi della Civiltà cristiana, mi permetto quindi di sollecitarla ad intraprendere con determinazione ed urgenza questa strada che senz’altro godrà del favore e dell’appoggio della intera cittadinanza.

 Suo Fabio Bernabei  – Presidente Centro Culturale Lepanto

www.lepanto.org – lepanto@lepanto.org