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I CATTOLICI per una nuova Classe Dirigente

COMUNICATO STAMPA post TAVOLA ROTONDA ALL’ISTITUTO STURZO

CATTOLICI: RINNOVARE LA DEMOCRAZIA E CREARE UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

ROMA – Grande successo per “Rinnovare la democrazia per non subire la crisi” la tavola rotonda che si è svolta sabato 10 novembre a Roma presso l’Istituto LUIGI STURZO.

Organizzata da EPTAFORUM, RETINOPERA e dallo stesso Istituto, ha visto alternarsi, nella sala gremita di gente, numerose personalità illustri legate, tutte, dallo stesso fil rouge: il consolidamento della democrazia politica ed il recupero della credibilità dei partiti e della loro rappresentanza può aversi solo attraverso una più ampia partecipazione degli italiani. È essenziale, cioè, per il cittadino entrare nella politica vivendola  365 giorni l’anno e non solo nel momento in cui deve esprimere la propria preferenza elettorale.

Per questo è necessario – ha affermato Francesco Gagliardi, direttore di Eptaforum – perseguire tre obiettivi, e cioè puntare ad un’elevazione culturale, offrire formazione, anche politica, e rendere il cittadino realmente partecipe della società. Perché se il sistema della rappresentanza è entrato in crisi, la responsabilità non è solo della classe politica, che pure ha tante colpe, ma anche dei cittadini italiani che non hanno difeso con la dovuta energia gli spazi di partecipazione che gli sono propri. La delega in bianco consegnata a leader carismatici che hanno costruito le loro fortune sulla demonizzazione degli avversari e sulla divisione della società ha prodotto il disastro attuale.”

Sull’ importanza di perseguire questi tre obiettivi si è focalizzato l’intervento di Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale. “L’elevazione culturale e l’adeguata formazione del cittadino – ha detto – sono i fattori che invertono la tendenza catastrofica che stiamo vivendo e che favoriscono l’aumento della partecipazione politica attiva sul territorio.”

Promotori di ciò possono essere gli enti intermedi,  e cioè la scuola, la famiglia e le associazioni. Ad affermarlo Piero Alberto Capotosti, altra presenza emerita della Corte Costituzionale. Indubbiamente questo non significa che bisogna mettere nel cestino quel che è stato il vecchio sistema politico, “quanto piuttosto – ha dichiarato il presidente emerito – entrare nei partiti, muoversi al loro interno guidati dai principi ispiratori degli enti intermedi che si rappresentano e da qui modificare la politica.”

“Se la democrazia rimane solo politica e non diventa anche sociale, non interessa a noi cattolici”. A citare Aldo Moro nel suo intervento, il presidente delle Acli, Andrea Oliviero che ha sottolineato “quanta capacità aggregativa abbiano, oggi, le reti virtuali. Mettendo le azioni in rete, il cittadino scopre valori comuni e si ritrova in un disegno politico nuovo, propositivo e concreto che combatte la frustrazione ed incita al cambiamento.”

Sull’importanza di essere in rete ha parlato Iori di Retinopera perché “è proprio grazie alle potenzialità offerte dalle reti digitali  che si possono trasformare i rapporti tra politica e potere e si possono ricostruire i legami fra i cittadini che, a dispetto di ogni distanza fisica, si ritrovano a discutere in tempo reale nelle agorà virtuali.”

La straordinaria esigenza di etica e di rinnovamento della politica sono stati i punti chiave su cui si è ispirato il discorso di Ugo De Siervo, terzo presidente emerito presente all’assise di sabato. “Oggi è essenziale formare ed informare in maniera chiara e corretta la società altrimenti i livelli indecorosi che subiamo giorno dopo giorno dal cattivo andamento delle classi dirigenti non smetteranno mai di essere protagonisti. Quale il dovere del cittadino cattolico? Quello di partecipare alla vita politica del Paese e di scegliere senza preclusioni.

La giornata si è riscaldata con l’inserimento di interventi non programmati, ottimi spunti per stimolare nuove azioni. In primis restituire senso e ruolo al concetto di cittadinanza e richiamare in prima linea un cittadino attivo in grado di azionare le cose, degno sostitutore di un cittadino passivo, che invece, semplicemente ascolta (ed anche esegue) i precetti indicati da altri come ha sottolineato nel suo intervento Angelo Deiana, presidente del comitato scientifico del CoLAP. A sostenere il diritto/dovere del cittadino a partecipare alla vita pubblica anche l’avv. Tommaso Paparo che ha acceso l’attenzione sul primato tecnico dei valori di ogni cittadino e sul bisogno del popolo di riappropriarsi dei propri spazi come pure, rientrando nel calendario degli interventi programmati, Roberto Gatti dell’Università di Perugia che indica quale strada per uscire dal tunnel il non identificare più la politica con lo Stato.  Concetto, questo, rafforzato da quanto detto dal presidente dell’Istituto Bachelet, Gian Candido De Martin che ha fatto un inciso sull’importanza di sentire la politica come un servizio del bene comune. Azione questa possibile, fattibile e necessaria per trasformare l’indignazione in partecipazione.

Adriana Apicella

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