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Venerdì 3 ottobre a Roma il “Tribunale Dreyfus”

Venerdì 3 ottobre si “anticipa” il processo Napolitano-Storace. Presso il Tempio di Adriano, in piazza di Pietra a Roma (alle spalle di piazza Montecitorio), alle 10,30 farà il suo esordio il TRIBUNALE DREYFUS, l’associazione contro la malagiustizia promossa da Arturo Diaconale, direttore dell’Opinione. E la “prima” sarà dedicata al caso dei due Maro’ e al processo per vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica a carico di  Francesco Storace – segretario de “La Destra”. 

Il “Tribunale Dreyfus” è una Associazione  che rappresenta «le vittime della malagiustizia», presieduta da Arturo Diaconale il quale, in tandem con l’Avv. Valter Biscotti ha inoltrato una lettera aperta al premier Matteo Renzi, indicando 12 punti imprescindibili da inserire nella bozza di riforma. Inoltre, qualora non venissero considerati i temi indicati, il Tribunale Dreyfus minaccia di ricorrere a referendum abrogativi. «Le linee guida della riforma della Giustizia – scrivono Diaconale e Biscotti nella lettera al premier – predisposte dal ministro Orlando, non segnano un’inversione di tendenza rispetto alla deriva giustizialista in atto ormai da alcuni decenni. Indicano, al contrario, la volontà di dare vita a un’ennesima spinta a trasformare lo stato di diritto fondato sulle garanzie dei cittadini in uno stato autoritario incentrato sulla supremazia della casta ristretta dei magistrati. Il Tribunale Dreyfus – conclude la lettera minacciando il ricorso a referendum – mette in guardia il governo e la maggioranza dal procedere nella realizzazione di provvedimenti di ispirazione controriformista».
Segue l’elenco dei temi. Ai primi punti le questioni riguardanti i magistrati, dalla responsabilità civile alla separazione delle carriere passando per la riforma del Csm. Al punto 6 la revisione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Per risolvere le lungaggini del processo civile Tribunale Dreyfus propone la «rottamazione delle cause civili pendenti attraverso camere arbitrali private» e l’instaurazione di procedure di negoziazione assistita. L’associazione chiede infine lo stop al reato di concorso esterno in associazione mafiosa e un intervento deciso sulle intercettazioni, per garantire il diritto alla privacy dei cittadini.