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Un’ intervista sul MOBBING

MOBBING ….parliamone

Anna Maria Olori, una giovane donna che conosce bene la materia…

 un’intervista di Adelfia FRANCHI

Conosciamola meglio, orfana di padre, una specie di fenomeno, assolutamente geniale fin dai tempi del Liceo Classico con una media del 9, si è sempre distinta durante gli studi e dopo nella professione per meriti e talento. Sempre circondata da innumerevoli amicizie, sempre generosa nella lode e cauta nella critica, proprio come è nel motto dei “LIONS” quale lei è, incarna perfettamente il leader carismatico, aperto al confronto e al dibattito, ottenendo dalle persone il pieno consenso. Affascinata dalle materie giuridiche e dalla medicina, con una laurea in Bocconi in Economia Aziendale e una specializzazione in gestione delle piccole e medie imprese, è stata spesso fin da ragazza citata dalla cronaca per successi personali e per meriti accademici. Brillante, esperta e competente in ambito economico-finanziario e bancario, con grandi doti di comunicazione, recentemente appassionatasi al diritto, ha lavorato in passato presso le principali multinazionali americane, come EDS, Andersen e McK. Impegnata sempre cuore e testa, sensibile ai temi sociali, integrata in vari ambienti culturali, accademici e professionali, ha recentemente costituito Metron-Antropos NPO, un progetto, come ama definirlo lei, che “rimetta al centro l’uomo, la centralità della persona e della dignità umana”. Perché la persona umana è per lei l’elemento cardine, il fine di ogni azione dell’uomo, anche nella prospettiva sociale.

1. D. Cosa vuoi fare con MetronAntropos NPO? R. Ingaggiare su temi concreti e problemi seri, mettendo l’etica al primo posto e ave ndo come fine ultimo l’engagement dell’uomo e della donna socialmente responsabili.

2. D. Possiamo dire che la tua avventura è partita? R. Non la vedo tanto un’avventura, piuttosto una “riflessione umana doverosa” e, insieme, una scelta etica e morale. E’ sicuramente partito MOBBIBLE, un progetto sul mobbing.

3. D. Il problema del mobbing come lo vedi? R. Il mobbing è sicuramente una ferita, è un problema di social justice o meglio di social unjustice. Non è un problema individuale ma piuttosto sociale. Non si perde solo il lavoro ma si perde la salute e a volte per colpa del mobbing si perdono addirittura delle vite umane.

4. D. Ce ne vuoi parlare? R. Devono arrivare informazione e risposte serie alla gente in un momento come quello attuale in cui con tanta facilità si perde il lavoro. Parlo di consapevolezza. Tutto ruota attorno a questa, la consapevolezza è la chiave. Se si è consapevoli si hanno infatti le chiavi per interpretare fenomeni come il mobbing. Senza consapevolezza si è come ciechi o come senza navigatore e senza alcun riferimento in un posto sconosciuto. Il mobbing è un problema che ci riguarda e non possiamo fare finta che non esista.

5. D. Cos ‘è per te un problema? R.  Qualcosa che richiede una soluzione.

6. D. Cerchi sempre la verità delle cose, la profondità del ragionamento, cos’è la verità? R. La verità è in senso agostiniano la “tua” verità, perché essa abita “dentro di te”; il senso dello scopo che ognuno di ricerca risiede in realtà in se stesso. Non puoi fingere a te stesso, la verità te la porti con te, fa parte di te. E con essa trovi il senso profondo della tua esistenza.

7. D. L’hai trovata? R. Sono in cammino.

8. D. Di cosa ti appassionavi quando eri adolescente? R. Musica,letteratura greca e logica.  Musica è armonia, integrazione dialettica, compo-sizione armonica, tante note che si combinano e si ricompongono in un unicum. Musica è creazione. Quanto al greco, raramente ricorrevo al dizionario, leggevo e contemporaneamente traducevo i testi originali, appassionata dei dialettici come dei grandi retori. La logica, non solo classica anche quella moderna e contemporanea, mi affascina ancora oggi con le sue implicazioni a livello di pensiero, ragionamento e linguaggio.Quegli studi mi hanno trasmesso molto, molto di come sono lo devo a quel tipo di formazione filosofica e intellettuale.

9. D. Chi erano i tuoi filosofi preferiti? R. Nessuno in particolare, ma sicuramente prediligevo, allora come ora, ritrovandovi ancora oggi ispirazione, quelli che più si sono appassionati all’uomo, alla conoscenza e alla coscienza morale; non avrei nessun dubbio ad indicare Socrate, Platone e Kant.

10. D. Quanto tempo dedichi a MetronAntropos? R. Non è il tempo che conta ma la qualità del tempo investito. Come diceva Seneca “aetas nostra bene disponenti multumpatet”.Due weekend intensi al mese dedicati alla causa in cui credi e di cui vedi l’immediata utilitàpossono valere più di un impegno pazzo e disperato su cose di cui non vedi alcuna utilità pratica.Percepire la tua utilità e riconoscerela tua missione è proprio questo che dà senso a ciò che fai e guida eindirizza quanto e come lo fai. Tutto il resto è secondario.

11. D. Cosa per te dà senso, qual è il tuo obiettivo? R. Togliere il velo dalla verità e dare gli strumenti a chi non li ha. E in tal senso molto ancora è da fare.

12. D. Qual è stata l’origine, come sei arrivata a concepire il tuo progetto?  R. La conoscenzasi genera con l’esperienza, diretta o indiretta che sia. Chi di noi non abbia  mai provato su di sé torti ed ingiustizie “scagli la prima pietra”. Ma quando dall’esperienza trai la ragione per fare del beneagli altri allora scatta la resilienza e con essail voler cambiare le cose per gli altri attraverso la condivisione della conoscenza e dell’esperienza.

13. D. Quanto credi nel potere dei video?  R. Tantissimo, ma solo in quelli spontanei e non costruiti. E chi parla per sé,a differenza di chi parla per conto di altri, si vede che non è ammaestrato e non recita.

14. D. Presentaci in tre aggettivi il tuo progetto. R. Mi bastano tre lettere MOB, Mobile Open Borderless: in continuo divenire, aperto, multi-    disciplinare. Lavorare in contesti dove non si è graditi porta alla perdita della stima di se stessi, all’ isolamento,alla depressione, ci vuole forza, se non si hanno: determinazione, cultura,informazioni e soldi, il percorso ha ostacoli  che da soli non si superano. La gravità di tutto questo è….le leggi che ci sono non arrivano nel profondo del problema, provare di essere oggetti di mobbing è difficilissimo, tutto è lasciato in mano a singole associazioni che si preoccupano di difendere i lavoratori, ma soprattutto le donne, soggetti più deboli ,sia economicamente che moralmente. Il progetto MetronAntropos NPOè ambizioso, intelligente ma, soprattutto coraggioso, in questa giungla, negli ultimi anni si aggirano strani elementi di poca cultura ma forti di un potere che permette loro di censurare, insabbiare, manipolare informazioni.

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