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Napoli: i block bce

Ecco chi sono i BlockBce…

Mentre  discutevano delle sorti economiche dell’Europa asserragliati nella Reggia di Capodimonte, tante sono state le persone a scendere  verso il centro della città di Napoli. Sono le loro storie reali che ogni giorno si scontrano con l’immaterialità di sogni precari

 I potenti delle Banche  discutono delle sorti economiche d’Europa, asserragliati in una Reggia di Capodimonte super militarizzata, i giovani, precari, disoccupati, studenti, i comitati che lottano per il diritto al lavoro, alla salute, alla casa si scagliano contro soluzioni calate dall’alto che non tengono conto delle ricadute sulla vita reale delle persone al grido di “Block BCE”. Partiti dalla metropolitana dei Colli Aminei arrivano a Capodimonte dove con una scala cercano di issare un manifesto di protesta sul muro della Reggia, ma Mario, precario con tre figli, viene fatto cadere con il getto degli idranti e poi condotto in Questura, cosa che genera la carica della polizia che tuttavia si conclude velocemente senza feriti.

Il  lavoro è sempre il tema  centrale  della protesta. : “Vogliamo protestare contro chi ha creato la crisi in Europa a tavolino per giustificare precarietà, disoccupazione e dei tagli alle strutture pubbliche. Alla Bce decidono anche chi deve governare e come deve governare. Riteniamo che questi signori creano le condizioni migliori per loro tenendo le popolazioni nella fame. Anche Renzi che si dice in opposizione alle banche, di fatto con il taglio all’articolo 18 toglie uno strumento fondamentale che tutela i lavoratori. E’ lo smantellamento dello stato sociale”.  Una ragazza  grida dal megafono: “Siamo scesi in strada perché vogliamo riscrivere un’altra storia, come sempre è accaduto partendo dal popolo. Vogliamo che tutti possano avere una vita degna e un lavoro sicuro. Non vogliamo guadagnare 4 euro all’ora sfruttati, vogliamo che le ferie o le malattie siano, come dovrebbero essere, un diritto e non un favore.Sono 2000 i poliziotti che difendono la corte dorata della finanza e i cittadini da temute rivolte dei blackblock. Genny, operatore sociale sottolinea: “Ci interessa lanciare un messaggio a tutti: non credete al terrorismo mediatico: non c’è nessun black block, in strada ci sono giovani, studenti, operatori sociali: tutti coloro contribuiscono a far si che la vita delle persone sia più dignitosa, un popolo che ha fame di giustizia. I veri violenti sono quelli in giacca e cravatta che stanno là dentro e decidono del nostro futuro senza essere stati eletti “.