Effemeride: Alfred Roller
Il 2 ottobre 1864 Alfred Roller nasceva a Brünn, in Moravia (allora territorio dell’Impero degli Asburgo). Giusto il tempo e il luogo per trovararsi in piena Finis Austriae, assieme a Hoffmannstahl, Klimt, Otto Wagner, Schnitzler….
Autodidatta e poi studente all’Accademia di Belle arti di Vienna, fu uno degli artisti che dettero vita alla Secessione viennese e alla rivista, espressione del movimento artistico, “Ver Sacrum”.
Alfred Roller in quel contesto fu un artista eclettico: grafico di manifesti e copertine (come quelle per “Ver Sacrum”), disegnatore di tessuti, di ex libris e di biglietti da visita per gli amici, costumista, illustratore di libri (e di libretti musicali) e anche progettista di giocattoli per i suoi figli….. Ma sopratutto fu scenografo per il teatro (e un po’ anche per il cinema con il “Rosenkavalier”, film del 1925 di Robert Wiene), un vero rivoluzionario della scenografia, imponendo il suo stile ma riuscendo ad essere mutevolissimo a seconda dell’autore che doveva mettere in scena: da Goethe a Stravinskij, a Beethoven.
Lavorò anche con Gustav Mahler e Richard Strauss. Fu inoltre insegnante, docente di Belle arti e direttore della Scuola di arti applicate.
Il meglio di sé però lo dette nelle scenografie wagneriane.
Uno che colse appieno tutta la bellezza del suo lavoro nel “Tristano e Isotta” wagneriano messo in scena a Vienna nel 1906 fu un certo Adolf Hitler, allora squattrinato pittore bohémien che spendeva i pochi soldi che riusciva a guadagnare dalla vendita dei suoi acquerelli, in serate a teatro e tanti libri.
Vale la pena di narrare un aneddoto che riguarda ambedue i personaggi. Due anni dopo, nel febbraio 1908, un’amica di Roller gli segnalò che c’era un suo giovane ammiratore, un pittore che desiderava incontrarlo. Nonostante Roller fosse oberato da impegni accettò di incontrare quel giovane. Hitler si recò all’appuntamento al teatro dell’opera, portando con sé una cartellina con alcuni suoi lavori da sottoporgli ma, giunto sulla soglia….. la timidezza fu più forte e scappò via. La scena si verificò per tre volte, nonostante l’eccezionale disponibilità di Roller, quel giovane, futuro Führer, non trovò il coraggio.
Tuttavia, Hitler non dimenticò la disponibilità di quell’artista famoso che continuava ad ammirare e, nel 1933, diventato Cancelliere, quando Winifred Wagner, direttrice del Festival wagneriano di Byreuth, stava per mettere in scena il “Parsifal”, Hitler, che aveva un rapporto di amicizia stretta con la donna, le propose, ottenendolo, che a realizzarla fosse Roller.
Un anno dopo riuscì finalmente a incontrarlo e colse l’occasione per narrargli il retroscena della sua triplice mancata presenza all’appuntamento di 26 anni prima.
Alfred Roller morì a Vienna il 21 giugno 1935. Il destino gli risparmiò così di vedere la fine del figlio Ulrich che cadde in combattimento sul fronte russo nel 1942.
Quando la notizia giunse a Hitler, questi si infuriò: “A che cosa è servito spedire un artista in guerra? Qualche idiota russo ha semplicemente sparato a un uomo come lui! (…) Un uomo della sua caratura è insostituibile”.
Evidentemente Ulrich Roller non era rientrato nella lista di migliaia di uomini, pittori, scultori, musicisti, registi, architetti., ecc. ecc, che Hitler aveva fatto esentare dall’andare in guerra già dal 1939; una lista, continuamente incrementata, stilata per non depauperare il patrimonio culturale della Germania. Quando, verso la fine della guerra, per necessità di uomini, furono fatte pressioni per ridurre il numero degli artisti esonerati, almeno di 3.500 unità, Hitler fu irremovibile e negò l’autorizzazione anche a coloro che chiedevano di arruolarsi volontariamente.
Amerino Griffini