Confesercenti: di nuovo allarme suicidio imprenditore ucciso dalla crisi
Deciso di farla finita sopraffatto dai mancati pagamenti, dai debiti che si stavano accumulando senza avere colpe, dall’incubo di non riuscire a pagare gli operai rimasti.
l’uomo, è partito da casa come ogni mattina per recarsi in azienda – situata a Ponte Pattoli di Perugia ,è stato trovato senza vita all’interno del suo capannone dai suoi dipendenti che sono entrati al lavoro poco dopo le otto. L’impresa, da quanto si apprende, sembra si occupasse di lavorazione del ferro. In troppi non lo pagavano, troppe commesse portate a termine e nessuno che mette mano al portafogli! L’ imprenditore 48 anni, padre di tre figli, si è suicidato impiccandosi. L’impresa, da quanto si apprende, sembra si occupasse di lavorazione del ferro.
La crisi dunque ha ucciso un altro uomo, un altro imprenditore perugino di soli, lo ribadiamo, 48 anni: un uomo che si era fatto da solo e ora lascia una famiglia con tre figli. Il corpo lo hanno trovato i dipendenti entrando nel capannone industriale di Ponte Pattoli. Sul posto, poco prima delle 8 del 17 novembre, si sono recati i carabinieri e il personale del 118 che ha potuto constatare solo il decesso.
LA GRANDE RABBIA – I dati sulla strage di imprenditori e non solo a causa della crisi sono snocciolati da Federico Lupatelli di Confesercenti Perugia. “A questo punto bisogna domandarsi che cosa sta facendo la politica per fermare questi suicidi…” – “E’ una mattanza e non se ne può più. la politica deve fare qualche cosa, immediatamente per non lasciare soli gli imprenditori, sopratutto i titolari delle piccole e medie imprese”, Federico Lupatelli, coordinatore comprensoriale della Confesercenti di Perugia, ci va giu’ duro dopo l’ennesimo suicidio di un imprenditore strangolato dalla crisi, dal credito e da chi non paga. “Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo”, ricorda Lupatelli, segnalando una notizia riportata dal Sole 24 ore che riporta i dati di Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell’Università degli Studi Link Campus University”.
“La crisi uccide e lo fa tra i disoccupati e tra i titolari di impresa. Circa un suicida su due (45,6%) – secondo il Link Lab, come riportato dal Sole 24 ore, nel 2013 – è imprenditore (68 i casi nel 2013, 49 nel 2012).Il fenomeno non conosce più differenze geografiche. Persino al Sud, dove il tasso dei suicidi per crisi economica è stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, c’è un allarmante aumento. Politica, Enti, Istituzioni, e soprattutto il Credito – ha spiegato la nota di Federico Lupatelli di Confeserc
enti – sono chiamati a trovare subito, senza se e senza ma, una soluzione per porre fine a questa immane tragedia”.
Un baratro che ha risucchiato troppe persone, in tutta Italia, colpevoli di nulla, precipitate in un “abisso” prima economico e poi personale e psicologico, che nessuno dei nostri governanti è stato in grado di arginare. Piccole imprese che chiudono, licenziano, CIG che scatta per lungo tempo, la collettiva’ che paga, l’azienda che consegna i libri in tribunale e fallisce. Tragedie, tragedie tante tragedie di cui i sindacati sono preoccupatissimi, con famiglie che vanno in crisi e con una politica che invece e’ “in ritardo e assente”. Federico Lupatelli segnala che l’impresa di Ponte Pattoli lavorava per gli Enti, oltre che per i privati.
Adelfia Franchi