Arrivederci AFRICA !
ARRIVEDERCI AFRICA ! – L’Economia vince il fanatismo
Al tempo della globalizzazione, una sorta di cooperativa mondiale, oggi multinazionale delle disgrazie, quando lutti e rovine non solo materiali si abbattono quasi per imitazione in ogni luogo e la progressione del PIL ristagna in un ancora ricco occidente, c’è un posto, un continente che oltre alla consueta routine, gode di un PIL in costante e forte aumento: l’Africa.
Tante entità statali, nate nel secondo dopoguerra, alcune delimitate da confini geometrici tracciati dalle Cancellerie e per niente rispettosi di etnie e religioni dove, causa corruzione ed incapacità amministrativa, la povertà segna con i conseguenti malanni il quotidiano che toglie futuro a quelle popolazioni.
Eppure, ad illuminare questo quadro oscuro, esistono Paesi del continente che hanno imboccato, pur tra mille contraddizioni, la strada dello sviluppo. Si stima, come sottolineato nel corso del recente convegno di geopolitica tenutosi il 13 u.s. presso il Ministero degli Affari Esteri organizzato dall’IDOS e dal Centro Piemontese di Studi Africani, come il PIL di grandi e meno grandi Paesi subsahariani ed equatoriali in progressiva crescita raggiungerà quota 20 nei prossimi quattro anni : un traguardo raggiunto con il buon governo, con la fine di lotte tribali e con l’utilizzo mirato degli aiuti internazionali, ed anzitutto, con la diffusione della scolarizzazione tecnica e culturale in genere. Se il tempo delle caste di potere, mangiatrici di ogni risorsa volge al tramonto, avanza, come le cronache quotidianamente riferiscono, il terrorismo di stampo islamista; la Somalia è uno degli esempi più eclatanti, dove , dopo un lungo periodo non brillante per la democrazia, ma contraddistinto da una assoluta tolleranza religiosa, con una economia non ultima in quel continente, e dove il rispetto della popolazione femminile ne permetteva la partecipazione alla vita politico-istituzionale.
Il caos seguito alla caduta di Siad Barre , la diffusione ad arte, delle scuole coraniche al posto dell’istruzione pubblica, ed in primo luogo, il crollo economico, hanno favorito la nascita e l’affermazione di un integralismo sanguinario. Lo stillicidio di un terrorismo che si spinge anche oltre i confini del Kenia e che colpisce la stentata quotidianità, tende ad instaurare anche nel Corno d’Africa quelle ideologie fondate sulla rivalsa sull’Occidente.
Una decolonizzazione forse più tragica di tante vicende del colonialismo, una necessità dunque, in questo mondo globalizzato di comprendere finalmente quale pericolo il fanatismo rappresenti. Più imprenditorialità e meno fideismo; è forse l’unica ricetta per salvare il salvabile.
Alessandro BENINI