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Autore: Redazione

Latte in polvere: no allarmismo, pericoloso per il “made in Italy” agroalimentare

 Il formaggio fatto senza latte, diciamolo forte, non ci piace,ognuno di noi, siamo abituati, sia che lo acquistiamo al supermercato, o al negozio di quartiere, ad annusare, assaggiare, vedere da dove arriva, se regionale, la nostra è meglio della vostra, il campanilismo si fa sentire.Da Pienza alla Sardegna, dal pecorino romano al parmigiano, poco importa, importante è: che non sia un intruglio senza latte, senza scadenza, senza paese d’ origine, senza profumi e sapori, sapori di casa nostra. La rabbia degli allevatori noi consumatori la sentiamo poco, forse ci giunge troppo ovattata, forse i nostri politici pensano che ai consumatori non interessa? Le reazioni di chi lavora nel settore agroalimentare dovrebbero essere più forte secondo i consumatori che si incontrano fuori dai supermercati.Questa volontà di globalizzare e standardizzare quasi tutto, rendendo possibile gli acquisti delle materie prime ovunque capiti e da chiunque, sta attaccando il nostro patrimonio, che fino ad ora è stato l’ unico al mondo.

Queste le dichiarazioni del Presidente della Cia:

Il presidente della Cia Scanavino: sbagliato diffondere notizie superficiali che mancano del necessario approfondimento. Il latte in polvere è vietato nella produzione dei formaggi Dop e, comunque, per gli altri prodotti resta l’obbligo di indicarne un eventuale utilizzo tra gli ingredienti.

        Il polverone mediatico che si sta creando intorno al divieto di utilizzare il latte in polvere per i prodotti lattiero-caseari “rischia di innescare preoccupanti allarmismi tutti a svantaggio del made in Italy agroalimentare”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, commentando la vicenda della lettera con cui la Commissione Ue ha richiamato l’Italia a correggere la legge n.138 del 1974.

formaggi in polvere

            “Sarebbe opportuno che tutte le organizzazioni di categoria facessero chiarezza sulla questione e richiamassero alla razionalità, anziché spaventare i consumatori con paure spesso infondate -prosegue Scanavino-. È bene chiarire innanzitutto che il latte in polvere non può essere utilizzato, a prescindere, per la produzione di prodotti a denominazione di origine protetta. Parmigiano, Grana Padano, Mozzarella di bufala, Pecorino, Asiago, Provolone e tutti gli altri 50 prodotti caseari ‘made in Italy’ restano estranei a questa vicenda”.

            Sono queste le produzioni che utilizzano gran parte del latte trasformato e dove i disciplinari non prevedono il latte in polvere. Per gli altri prodotti, qualora anche le prossime riunioni a Bruxelles dovessero tradursi in un nulla di fatto per l’Italia, resta l’obbligo di indicare un eventuale utilizzo di latte in polvere tra gli ingredienti.

            “Certamente -continua il presidente della Cia- si può e si deve discutere riguardo alle modalità con cui gli ingredienti sono indicati sulle etichette dei formaggi e sulla possibilità di incidere per modificare la normativa europea. Ma cosa ben diversa è l’atteggiamento e l’azione di alcuni preoccupati unicamente a diffondere allarmismo. Eppure quelli che oggi infondono paure sono gli stessi che hanno sostenuto il progetto per il polverizzatore del latte nel Nord Italia. Se ci fosse un po’ più di coerenza -conclude Scanavino- magari si riuscirebbe a difendere e a tutelare le imprese agricole, anziché metterne a rischio la redditività attraverso la diffusione di informazioni e notizie superficiali e che mancano del necessario approfondimento”.

Riportiamo infine il commento del Ministro  delle Politiche Agricole Maurizio Martina”difendere fino in fondo la qualità del sistema lattiero caseario italiano e la trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori”

 I consumatori sono sempre più attenti alla qualità, vogliono , nonostante la crisi, prodotti curati.

Bruxelles negli ultimi anni ha preso il vizio di venire a fare la spesa a casa nostra:il vino senza uva, la nutella senza nocciole e burro di cacao e, ora vogliono anche il nostro buon formaggio, a quando le pere?

Adelfia Franchi

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Legambiente presenta il rapporto ecomafie

Legambiente presenta il nuovo rapporto Ecomafia: “Il 2015 è lo spartiacque: con la legge sugli ecoreati chi inquina pagherà”

 29.293 reati accertati per un giro d’affari pari a 22 miliardi di euro Nel 2014 il business dell’ecomafia cresce ancora. Aumentano le infrazioni nel settore dei rifiuti (+26%) e del cemento (+4,3) alimentate dal fenomeno della corruzione. Numeri eclatanti nell’agroalimentare, che fattura 4,3 miliardi di euro per 7.985 illeciti e nel racket degli animali che colleziona 7.846 reati . Puglia in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria  è la prima del Nord. Lombardia al top per le indagini sulla corruzione. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha inviato un messaggio di saluto: “Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese”

Finalmente gli ecocriminali saranno costretti a pagare.Dopo 21 anni di battaglie, la legge n. 68 del 22 maggio 2015, ha introdotto i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale. Questa edizione 2015 del rapporto Ecomafia, realizzato col contributo di Cobat, ed edito dalla casa editrice Marotta e Cafiero, non può che aprirsi quindi con un grido di gioia e con la speranza che questo 2015 sia uno spartiacque, l’anno in cui le ecomafie e l’ecocriminalità cominceranno ad essere contrastati con gli strumenti repressivi adeguati.

Intanto, il 2014 si è chiuso con un bilancio davvero pesante:29.293 reati accertati, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora, per un fatturato criminale che è cresciuto di 7 miliardi rispetto all’anno precedente raggiungendo la ragguardevole cifra di 22 miliardi, cui ha contribuito in maniera eclatante il settore dell’agroalimentare, con un fatturato che ha superato i 4,3 miliardi di euro.

Cresce l’incidenza criminale nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di infrazioni (ben 14.736), con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri. Si registra un calo dei reati in Campania (-21% circa), dovuto forse ai tanti riflettori accesi di recente sulla regione, e un aumento degli illeciti in Puglia, col 15,4% dei reati accertati (4.499), 4.159 denunce e 5 arresti. Numeri dovuti al capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione dalle forze dell’ordine (in particolare da Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale dello Stato), coordinate operativamente da diversi anni grazie a un Accordo quadro promosso e finanziato dalla Regione Puglia. Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+ 26%) e le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti (art.260 Dlgs 152/2006), che arrivano addirittura a 35. Aumentano anche gli illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati (+4,3%), realizzati soprattutto in Campania e poi in Calabria, Puglia e Lazio

Numeri e storie di corrotti, clan e inquinatori, sono state illustrate oggi a Roma da Legambiente per la presentazione del rapportoEcomafia 2015, alla presenza di Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Donatela Ferranti, presidente della Commissione giustizia della Camera, Salvatore Micillo, copromotore della legge sugli ecoreati, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Serena Pellegrino, copromotrice della legge sugli ecoreati, Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera e copromotore della legge sugli ecoreati, Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. Durante la presentazione è stato letto anche messaggio di saluto inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sottolinea: “ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese”.ECOMAFIA3

“Quella del 2015 è una data straordinaria – ha dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni -, l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. La corruzione può servire per ottenere un determinato provvedimento o più semplicemente per far voltare dall’altra parte l’occhio vigile del funzionario, l’ultimo e traballante anello di una lunga catena di legalità. C’è bisogno allora dell’applicazione della legge sugli ecoreati – ha concluso Rossella Muroni –, ma anche di un complessivo cambio di passo, verso un paradigma economico più giusto e in grado di sollecitare nuova fiducia, partecipazione e trasparenza, perché non ci si rassegni a pensare al malaffare come a un male senza rimedi”.

Di questo parla anche Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che nell’intervista di Toni Miracontenuta nel rapporto afferma: “Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata”. I dati in questo senso parlano da soli.Sono ben 233 le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale, concluse con l’arresto di 2.529 persone e la denuncia di 2.016, grazie al contributo di 64 procure di diciotto regioni. La Lombardia è la prima regione dove il fenomeno corruttivo si è maggiormente diffuso con 31 indagini, seguita subito dopo dalla Sicilia con 28 inchieste, la Campania con 27, il Lazio con 26 e la Calabria con 22. Dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell’Alta velocità, dai Grandi eventi alle ricostruzioni post terremoto, dalla gestione dei rifiuti all’enogastronomia e alle rinnovabili, il fenomeno è purtroppo nazionale.ECOMAFIA2

Analizzando le tipologie di reato, Ecomafia 2015 evidenzia, come già detto, un boom di infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti, che superano la soglia delle 7mila, per la precisione 7.244, quasi 20 al giorno. Alto è stato anche il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti (art. 260 Dlgs 152/2006), ben 35 nel 2014, facendo salire il bilancio a 285 a partire dal 2002. Impressionante anche il quantitativo di rifiuti sequestrati in questo ultimo anno e mezzo: in appena 16 inchieste di questo tipo sono stati bloccati da provvedimenti giudiziari più di tre milioni di tonnellate di veleni.

I traffici di rifiuti corrono anche lungo le rotte internazionali dove a farla da padrone sono i materiali di scarto destinati illegalmente al riciclo o a un approssimativo recupero energetico: rottami di auto e veicoli soprattutto (38%) per il recupero dei materiali ferrosi, scarti di gomma e/o pneumatici (17,8%), e poi metalli, plastica, Raee e tessili.

Crescono anche i reati accertati nel settore del cemento, 5.750 (+ 4,3%), mentre la Campania si conferma regione con il più alto tasso di illegalità, seguita da Calabria, Puglia e Lazio. A questi dati vanno aggiunte le stime sull’abusivismo edilizio elaborate dall’Istituto di ricerca Cresme Consulting, che nel 2014 sarebbe quantificabile in circa 18mila nuove costruzioni fuori legge, circa il 16% del nuovo costruito, con un giro d’affari che supera abbondantemente il miliardo di euro.

Nel 2014 il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato quello agroalimentare, il cui fatturato, tra sequestri e finanziamenti illeciti ha superato i 4,3 miliardi (l’anno prima era intorno ai 500 milioni) per 7.985 reati accertati. Nel racket degli animali le forze dell’ordine hanno verbalizzato ben 7.846 reati tra bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti, con la denuncia di 7.201 persone, l’arresto di 11 e il sequestro di 2.479 tra animali vivi e morti. La Sicilia è la regione dove se ne sono contati di più. Se cala poi il numero degli incendi aumenta però la superficie boschiva finita in fumo, che dai 4,7mila ettari del 2013 arriva ai 22,4 dello scorso anno, quasi 5 volte tanto. Non mancano i reati ai danni di aree tutelate da vincoli paesaggistici e archeologiche, musei, biblioteche, archivi, mercati, fiere e altri luoghi a rischio. Nel 2014 sono stati 852 i furti d’opere d’arte accertati dalle forze dell’ordine. Furti che hanno portato alla denuncia di 1.558 persone e all’arresto di 15. L’attività più ricorrente tra quelle legate all’archeomafia è quella della ricettazione. Come gli altri anni il Lazio si conferma la regione con il maggior numero di reati, seguita da Emilia Romagna, Campania e Toscana.

Il 2014 è stato un anno di lavoro intenso per le Forze dell’Ordine che hanno raggiunto risultati sorprendenti nella lotta all’ecomafia. Il Corpo forestale dello Stato, insieme ai corpi regionali, come gli scorsi anni ha portato alla luce il numero più alto di infrazioni, 14.135, più del 48% del totale (con 11.214 denunce, 74 arresti e 3.778 sequestri). Risultati che fanno apparire ancora più incomprensibile la decisione del Governo di smembrare questo Corpo per inglobarlo in un’altra forza di polizia. Spicca anche il lavoro svolto dai vari nuclei della Guardia di finanza, che seguendo l’odore dei soldi sporchi è sempre più spesso sulla scia degli ecocriminali: con 3.027 reati accertati ha messo a segno più del 10% del totale nazionale, raggiungendo numeri alti  anche per l’alto numero di denunce, 6.131, di sequestri, 3.027, e di arresti, 31.

I professionisti dell’ecomafia. L’ecomafia cresce (324 i clan monitorati ad oggi), oltrepassa i confini nazionali, vede i suoi interessi economici aumentare e assume sempre più la forma di una vera e propria impresa al cui interno operano figure professionali precise e definite. C’è il trafficante dei rifiuti che ha reso questa attività illegale un affare dove a guadagnarci sono tutti gli anelli della catena, dai trasportatori agli industriali, dai tecnici agli intermediari con le istituzioni e agli utilizzatori finali che sotterrano i rifiuti nelle cave dismesse o nei terreni agricoli. C’è l’imprenditore edile che favorisce il controllo diretto delle famiglie mafiose sugli appalti più “succulenti”, contribuendo alla devastazione dei luoghi più belli dell’Italia. L’uomo del supermarket o cassiere dei boss è colui che, attraverso le casse dei supermercati, ricicla ingenti quantità di denaro per conto della mafia. Da semplici prestanome a veri e propri tesorieri, questi imprenditori della grande distribuzione, negli ultimi vent’anni hanno fondato imperi economici in Sicilia, in Calabria e in Campania all’ombra dei clan. Tra le figure chiave troviamo ilpolitico locale, eletto grazie ai voti o al sostegno economico delle famiglie mafiose, che una volta in carica si deve sdebitare, prendendosi cura dei loro interessi. Spesso si tratta addirittura di politici “regolarmente” affiliati a un clan. Ma c’è anche il funzionario pubblico, meglio noto come “colletto bianco”, figura che svolge un ruolo fondamentale negli uffici delle pubbliche amministrazioni e degli enti, quando si tratta di rilasciare un permesso a costruire, un’autorizzazione, una licenza. Poi ci sono iltecnico, l’esperto e il consulente, figure coltivate in passato in seno alla famiglia mafiosa, oggi facilmente reclutabili sul mercato, spesso superprofessionisti utili per estendere il raggio dei propri business. Una novità assoluta è rappresentata dallosviluppatore, professionista legato agli affari illeciti della green economy, esperto conoscitore dei meccanismi di sviluppo delle rinnovabili. In ultimo, ma non meno importanti compaiono il truffatore agroalimentare che, ai danni della salute dei consumatori, etichetta e vende prodotti di scarsissima qualità, scaduti o addirittura nocivi, sotto false diciture; il contrabbandiere di cuccioli che si macchia dei reati di compravendita illegale, occupazione di suolo pubblico, accattonaggio, truffa e maltrattamento di animali; il mercante di archeo mafia che, avvalendosi di squadre di cercatori, saccheggia i siti archeologici per rivendere anfore e statuette sul mercato nero degli appassionati del genere.RINNOVABILI

“Finalmente – ha dichiarato il presidente nazionale di LegambienteVittorio Cogliati Dezza – i reati ambientali saranno adeguatamente puniti. L’approvazione del Ddl dopo 21 anni di attesa rappresenta sicuramente un salto di civiltà e una vittoria che avremmo voluto condividere con le tante realtà che fino ad oggi hanno dovuto fare i conti anche con la concorrenza sleale dell’imprenditoria criminale. Ma così non è stato. Confindustria, dopo aver fatto di tutto per insabbiare e snaturare la legge, ha reagito alla sua approvazione come ad un indegno attacco all’imprenditoria italiana, senza capire che solo una netta separazione tra economia sana ed economia illegale può rilanciare l’indubbio ruolo positivo dell’imprenditoria, e sprecando un’ottima occasione per valorizzare le imprese sane. Peccato: sarebbe stato un bel segnale per il futuro del Paese che oggi paga costi altissimi, in termini economici ma anche sanitari e sociali, per aver garantito finora l’impunità agli inquinatori. Infine oltre al ddl ecoreati, vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perché ci auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti”.

 

Al seguente link è possibile scaricare le infografiche di Ecomafia 2015

https://bit.ly/Infografiche_ecomafia2015

 

 Il rapporto Ecomafia è stato realizzato, come ogni anno, grazie al contributo delle forze dell’ordine: L’Arma dei carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e delle regioni e delle province a statuto speciale, la Guardia di finanza, la Polizia di Stato, le Capitanerie di porto, l’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, le Polizie provinciali, la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione nazionale antimafia.

 

Il rapporto ECOMAFIA 2015, Corrotti, clan e inquinatori. I ladri di futuro all’assalto del Belpaese, pubblicato da Marotta e Cafiero editori è in vendita a 18,00 euro.

Da questa edizione Ecomafia cambia pelle e diventa multimediale. Il volume è infatti accompagnato da un dvd contenente i videoreportage tematici prodotti in collaborazione con la International Filming Organization e numerosi contenuti extra, tra cui un’opera a fumetti sulle agromafie. I numeri del crimine ambientali regione per regione, le notizie di attualità e numerosi approfondimenti sono disponibili sul portale www.noecomafia.it.

Il prossimo autunno l’opera “multilinguaggio” sarà completata da uno spettacolo teatrale sugli interessi dei clan nell’agroalimentare.LEGAMBIENTE

 

 

la classifica regionale dell’illegalità ambientale nel 2014
regione infrazioni accertate % su totale nazionale denunce arresti sequestri
1 Puglia ↑ 4.499 15,4% 4.159 5 2.469
2 Sicilia = 3.797 13% 2.769 13 667
3 Campania ↓ 3.725 12,7% 3.636 37 1.202
4 Calabria = 2.715 9,3% 2.168 16 789
5 Lazio = 2.255 7,7% 2.022 6 540
6 Sardegna ↑ 1.869 6,4% 3.903 20 472
7 Toscana ↓ 1.695 5,8% 1.726 8 397
8 Liguria = 1.526 5,2% 1.704 8 217
9 Veneto ↑ 965 3,3% 1.048 3 302
10 Lombardia ↓ 941 3,2% 1.019 10 364
11 Marche ↑ 767 2,6% 813 1 263
12 Emilia Romagna ↓ 743 2,5% 832 4 166
13 Abruzzo = 742 2,5% 718 2 175
14 Umbria ↑ 670 2,3% 586 0 118
15 Basilicata ↓ 602 2,1% 426 1 114
16 Friuli V.  Giulia ↑ 507 1,7% 533 0 197
17 Piemonte ↓ 469 1,6% 631 2 106
18 Trentino A. Adige = 412 1,4% 325 3 66
19 Molise = 349 1,2% 254 0 113
20 Valle d’Aosta = 45 0,2% 60 0 14
  TOTALE 29.293 100% 29.332 139 8.751

Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine, Capitanerie di porto e polizie provinciali (2014)

Temi:

9-7-2015 a Roma: convegno CICAS

 

CICAS presenta le nuove nomine

 e la convenzione con il gruppo UNIPOL e Methorios Insurance Broker

 

Giovedì 9 Luglio 2015 ore 11,00 

Circolo Canottieri Lazio

Lungotevere Flaminio 25  – Roma

  

Giovedì 9 Luglio 2015 alle ore 11,00 a Roma presso il Circolo Canottieri Lazio Lungotevere Flaminio 25 il Presidente Nazionale CICAS Cav. Giorgio Ventura presenterà alla stampa e ai dirigenti della Confederazione le nuove attività del 2015 volte all’accesso al credito delle piccole e medie imprese, allo sviluppo dell’imprenditoria femminile e alla tutela complessiva delle piccolissime imprese.

Durante la conferenza stampa verranno presentate anche alcune delle nuove assegnazioni di cariche sociali. In particolare la nuova nomina di Coordinatore Provinciale di Roma al Dott. Alberto Valli, esperto consulente finanziario e broker di lunga esperienza.

Nuove nomine anche per Impresa Donna, struttura di emanazione diretta di CICAS che rivolge la sua attenzione e fornisce sostegno alla donna imprenditrice, lavoratrice autonoma, intellettuale, artista, soggetto in ogni caso attivo nel portare avanti con determinazione lo specifico femminile nella società. Il Presidente Nazionale CICAS Cav. Giorgio Ventura ha assegnato la co-presidenza di Impresa Donna CICAS alla Dott.ssa Letizia D’Antoni e alla dott.ssa Lorenza Fruci che presenteranno le linee guida del loro programma, i servizi e le attività finora attivati.  

Durante la conferenza stampa inoltre verrà presentato il nuovo protocollo d’intesa tra CICAS e il gruppo Unipol. In particolare Unipol banca ha sottoscritto una convenzione per consentire a tutti gli associati CICAS rapporti bancari agevolati, nei costi e nelle procedure, valida su tutto il territorio nazionale. Sottoscritto anche un accordo con Unipolsai Assicurazioni per l’apertura di un canale preferenziale a tutti gli associati CICAS con validità su tutto il territorio nazionale, che prevede sensibili sconti tariffari su tutti i rami.

Saranno presenti il Dott. Mauro Ellena Agente Generale Unipolsai, il Dott. Gabriele Cotumaccio Unipol Banca e la Dott.ssa Roberta Zaza Unipolsai Assicurazioni.

Verrà presentata anche la nuova collaborazione tra CICAS e Methorios Insurance Broker per l’assicurazione sui crediti presentata dal Dott. Vincenzo Albini Methorios Insurance Broker e la Dott.ssa Marilena Franco Methorios Insurance Broker.

Saranno presenti Dirigenti Nazionali CICAS.

Modererà l’incontro l’Avv. Niki Dragonetti Coordinatore Regionale Regione Lazio CICAS.

Capodarco l’altro festival

 

I muri dell’Europa dominano il premio L’anello debole

Due reportage sulla barriera per i migranti a Melilla vincono per i corti della realtà e per gli audio. “L’impresa” primo per la fiction, “Shame and glasses” vince nei Cortissimi. Premio speciale Ecopneus allo spot di “Puliamo il mondo”. “Dear future mom” migliore campagna sociale su web. Successo per il Capodarco l’Altro Festival

Un “muro” apparentemente insormontabile, fatto di tre reti d’acciaio parallele, alte 6 metri e piene di filo spinato. È la barriera di Melilla, enclave spagnola sulla costa del Marocco, porta d’accesso all’Europa che migliaia di migranti africani tentano quasi ogni giorno di forzare, respinti brutalmente dalla polizia sotto gli occhi di indifferenti golfisti che giocano nel soffice green adiacente. Un muro pieno di ipocrisia, di violenza, di corruzione. E che è oggi il simbolo più potente (insieme a Lampedusa, Calais e al fiume Evros tra Turchia e Grecia) dell’atteggiamento dell’Europa verso le masse di popolazioni povere e perseguitate che bussano ai suoi confini.
La storia di Melilla ha dominato il IX premio l’Anello debole, il riconoscimento della Comunità di Capodarco per i migliori video e audio cortometraggi sui temi sociali e ambientali, assegnato sabato 27 giugno nella serata presentata dal direttore artisticoAndrea Pellizzari. Una premiazione giunta al termine di un Capodarco L’Altro Festival particolarmente ricco di ospiti (Mastandrea, Garrone, Fofi, Zonta…) e spettatori (2.400 presenze nelle sei serate sulla terrazza della Comunità marchigiana).

Vincitore della categoria video cortometraggi della realtà è stato dunque il reportage “Melilla, la frontiera della vergogna” di Francesca Nava (16′), trasmesso nel programma de La 7 “Piazza pulita” e prodotto da Magnolia. 
Mentre “Bastione M.”, un altro reportage inedito su Melilla, realizzato da Andrea Cocco, Marzia Coronati, Marco Stefanelli (25′) e prodotto da Amisnet, si è aggiudicato il premio per gli audio cortometraggi. Due opere che hanno colpito allo stesso modo sia la giuria di qualità che la giuria popolare, che li ha potuti apprezzare venerdì 26 e sabato 27 giugno nella “Notte dei corti” e sul “Radio Bus”. Un’unica vicenda trattata in entrambi i casi con una particolare ricchezza di contenuti e di spunti utili per comprendere tutte le dinamiche principali del fenomeno migratorio. I due premi sono stati consegnati rispettivamente dal presidente della Fondazione Carifermo Alberto Palma e dall’assessore alla cultura del comune di Fermo Francesco Trasatti.

Ha invece vinto il premio per la categoria video cortometraggi di fiction“L’impresa” di Davide Labanti (16′), storia nera e scomoda del tragico salvataggio di un’azienda in crisi, recitata da attori del calibro di Giorgio Colangeli e Franco Trevisi. Premio consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista.
La quarta ed ultima sezione del premio, quella dei video cortissimi, è stata vinta da “Shame and glasses” di Alessandro Riconda (5′), dove un bambino supera in modo inaspettato la paura di farsi vedere mentre indossa gli occhiali dalla coetanea di cui è innamorato. 

Legate ai cortissimi anche le opere che si sono aggiudicate i due premi speciali in palio quest’anno. “Puliamo il mondo” di Andrea Tubili (35”), geniale spot per l’omonima iniziativa di Legambiente, ha vinto il premio per il miglior video sui temi ambientali e sulla “economia circolare” messo in palio dal consorzio Ecopneus e consegnato dal suo presidente Giovanni Corbetta.
Mentre “Dear future mom”, ha vinto il premio per la migliore campagna sociale diffusa prevalentemente su web. Centrata sul video realizzato da Luca Lucini (2′ 28”), la campagna è stata promossa in tutto il mondo da Coordown, capofila insieme ad associazioni simili di 9 paesi in un progetto di comunicazione per la giornata mondiale della sindrome di down: solo con questo video sono state raggiunte su Youtube quasi 7 milioni di visualizzazioni. Premio consegnato dal consigliere regionale delle Marche Francesco Giacinti.

Erano 21 quest’anno le opere finaliste per le quattro sezioni ufficiali (15 video e 6 audio) selezionate dalla giuria di qualità sulle quasi 200 pervenute. Al centro non solo l’immigrazione ma innumerevoli altri temi come il mondo visto con gli occhi dei combattenti dell’Isis, gli sforzi per arginare l’ebola, il riciclo e la sostenibilità insieme alla denuncia di crimini ambientali poco noti. E poi i tanti risvolti della crisi economica, il lavoro come opportunità di inserimento sociale e di un nuovo equilibrio mentale; il carcere, l’adozione, la disabilità, con tutte le emozioni e gli affetti che li caratterizzano.

Oltre ai 6 premi citati sono state assegnate delle menzioni speciali della giuria. Di seguito il riassunto delle opere in ordine di piazzamento e i link per la loro visione e ascolto:

Audio cortometraggi

  1. Bastione M. di Andrea Cocco, Marzia Coronati, Marco Stefanelli (25′) –Primo premio assoluto (€ 1.500)
  2. When I was a terrorist di Antonella Palmieri (05′ 55”) – Premio speciale della giuria di qualità
  3. Bellissime di Flavia Piccinni (24′ 06”)
  4. Cambogia, il genocidio che fa ancora paura di Michela Sechi (24′ 41”)
  5. I badanti famigliari di Alessandra Bartali (04′ 30”) – Premio speciale della giuria di qualità
  6. Il leone ha le ali sporche di Marzia Ciamponi e Elisabetta Ranieri (15’26” )

Video cortometraggi della realtà

  1. Melilla, la frontiera della vergogna di Francesca Nava (16′ 21”) – Primo premio assoluto (€ 1.500)
  2. La sedia di cartone di Marco Zuin (16′) – Menzione speciale della giuria di qualità
  3. Green soldiers di Alessandro Bernard, P. Ceretto (11′)
  4. La cella zero di Salvatore Esposito (12′ 24”)
  5. Sierra Leone, la vita al tempo di Ebola (25′)
  6. Prigionieri, 2014 fuga dall’Isis di Cristina Scanu, Giuseppe Ciulla (24′ 55”)

– Tra i non finalisti la giuria di qualità ha inoltre assegnato una menzione speciale a “Musica”, di Patrizia Santangeli (8’ 36”)

Video cortometraggi di fiction

  1. L’impresa di Davide Labanti  (15′ 58”) – Primo premio assoluto (€ 1.500)
  2. Corso Dante di Gianni Saponara  (11′ 49”)
  3. The restaurant di Stefano Scarafia (8′)
  4. Sinuaria di Roberto Carta (15’18”)

Video Cortissimi

  1. Shame and glasses di Alessandro Riconda (5′) – Primo premio assoluto (€ 1.500)
  2. Puliamo il mondo di Andrea Tubili (35”) – Premio speciale Ecopneus “per l’economia circolare” (€ 1.000)
  3. Dear future mom di Luca Lucini (2′ 28”) – Premio speciale per la migliore campagna sociale su web (€ 1.000)
  4. Lettera a me stesso di Donatella Ceralli (3′ 41”) – Menzione speciale per le campagne sociali su web
  5. Pasaje no reemborsable di Emilia Ruiz (2′ 08”)
 

Bambini e adolescenti nel mondo: We World index

WeWorld Index 2015, il rapporto sulla condizione dei bambini e adolescenti nel mondo

Un indice sintetico per misurare il valore dell’inclusione, partendo da donne e bambini che rappresentano il 70% della popolazione.

34 indicatori, 167 nazioni, 1 indice sintetico per misurare il valore dell’inclusione, partendo da donne e bambini che rappresentano il 70% della popolazione mondiale ma ancora  oggi sono le categorie sociali più a rischio di esclusione. E’ il WeWorld INDEX 2015, il primo rapporto sulla condizione di bambine, bambini,  adolescenti e donne nel mondo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale presentato alla Farnesina da WeWorld Onlus, organizzazione no profit che opera in Italia e nel Sud del Mondo per la tutela dei diritti di donne e bambini.

WeWorld INDEX 2015 presta una specifica attenzione al benessere di bambine, bambini, adolescenti e donne, partendo dall’assunto che il progresso di una società dovrebbe essere misurato non solo attraverso indicatori economici, ma anche analizzando le condizioni di vita dei soggetti più deboli o comunque più a rischio di esclusione.

“Un’analisi mondiale utile ad individuare le priorità anche per i bambini e gli adolescenti che vivono in Italia. Uno dei motivi che dovrebbe convincere i decisori politici ad agire con urgenza per mettere in piedi un sistema di contrasto alla povertà e alle condizioni di disagio delle famiglie è la tragica constatazione, che in una situazione come quella italiana caratterizzata da scarsa mobilità sociale risulta ancora più evidente:  la povertà si eredita.” ha commentato il Garante Spadafora.

Con il termine “inclusione”, si intende un concetto  multidimensionale, che non riguarda solo la sfera economica, ma tutte le dimensioni del sociale (sanitaria, educativa, lavorativa, culturale, informativa, di sicurezza, ambientale). L’esclusione è un concetto molto più ampio di povertà che comprende disoccupazione, accesso all’istruzione e ai servizi sanitari, le condizioni abitative la sicurezza personale e collettiva…

“Abbiamo dato importanza ad aspetti che incidono profondamente sulle possibilità di vita di una persona: la sicurezza, il livello di inquinamento, l’alfabetizzazione degli adulti”. Dichiara Marco Chiesara, Presidente di WeWorld – “Alcune di queste categorie agiscono in maniera diretta rispetto all’inclusione, altri hanno effetti più diretti di quanto possa sembrare a prima vista. Per questo crediamo che tutti questi valori, insieme, ci permettano di ottenere una misurazione puntuale dell’inclusione. Alcune delle principali cause di esclusione, infatti, non vengono mai prese in considerazione. Indipendentemente dalla ricchezza di un Paese, vivere in un contesto con un tasso di omicidi alto o in una nazione che ha subito conflitti ha ricadute profonde sul tessuto sociale, in particolare su donne, bambini, bambine e adolescenti.”2.2.Contichiariegaranzie1

“L’affermazione dei diritti delle donne, degli adolescenti e dei bambini rappresenta una priorità per la Cooperazione Italiana. E’ essenziale che questi restino al centro della nuova Agenda globale dello sviluppo che sarà definita quest’anno nel quadro delle Nazioni Unite” –  ha commentato Giampaolo Cantini, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI  – “Gli obiettivi di sviluppo del millennio hanno permesso di  migliorare condizioni di partenza molto arretrate per un gran numero di bambini e adolescenti e per stimolare un miglioramento della condizione della donna. Ma si tratta di un’Agenda che non è stata appieno realizzata. Ci dobbiamo dare oggi obiettivi e mete più ambiziosi verso la costruzione di uno sviluppo più equo ed inclusivo per tutti: nessuno deve restare indietro”.

Un aspetto innovativo del lavoro è che Il WeWorld Index, nel 2015 alla sua prima edizione, si concentra sul forte nesso tra diritti dell’infanzia e parità di genere. Pur continuando a considerare donne e bambini come soggetti distinti, dotati di diritti propri, di cui sono state individuate alcune dimensioni – e relativi indicatori – l’aspetto innovativo del rapporto consiste nel considerare l’interdipendenza tra donne e bambini, valutandone congiuntamente alcune condizioni di vita con specifici indicatori, che riguardano entrambe le categorie.  Sono proprio donne e bambini, che insieme rappresentano il 70% della popolazione, le categorie più a rischio di esclusione sociale. Il destino di donne e bambini è, inoltre, innegabilmente correlato: il benessere dei bambini dipende strettamente dal benessere di chi se ne prende cura. Migliorare la condizione delle donne, quindi, rappresenta anche un primo passo per contrastare la povertà di bambini, bambine e adolescenti. Inoltre migliorando la condizione dei bambini, in particolare delle bambine, si creano le premesse per una migliore inclusione delle donne.

Osteoporosi: salviamo le nostre ossa, niente più latte

Anche l’autorevole sito Save our bones (Salviamo le nostre ossa) distrugge il mito del lattecome buona fonte di calcio.

Da Harvard, Yale, Penn State e dal National Institutes of Health arrivano le conferme su ciò che sosteniamo da tempo: i latticini non solo sono inutili come portatori di calcio ma, addirittura, danneggiano le ossa!
La pubblicità ce lo mostra fresco, bianco, abbondante e puro ma, in realtà, questo alimento si traduce in caseina, pesticidi, ormoni e proteine animali acidificanti. Le correlazioni con asma, riniti, allergie, artriti e infiammazioni varie si moltiplicano e le nuove ricerche sulla nutrizione non fanno che confermarlo.

Si traduce anche in bieco sfruttamento nei confronti di alcune delle specie più bonarie e materne del pianeta, ovvero le mansuete mucche alle quali i fattori strappano i cuccioli appena nati affinché non succhino il latte che spetterebbe loro di diritto. Vengono quindi alimentati artificialmente e macellati dopo pochi giorni di vita, lontano dalla madre.MUCCHE DA LATTE 1

 

Quando diciamo “mucca da latte”, tutti immaginiamo che questi animali producano “automaticamente” latte. Senza soffermarci a pensare alla somiglianza con la nostra stessa specie, visto che invece lo producono allo stesso identico modo di ogni altro mammifero, donne umane incluse: solo quando partoriscono un figlio. Nessuna femmina di mammifero è in grado di produrre latte senza partorire! Cosa accade dunque a queste mucche? Vengono ingravidate (di solito con l’inseminazione artificiale), dopo nove mesi partoriscono e il loro figlio viene portato via a poche ore o giorni di vita. Immaginate lo strazio della madre e del figlio!

Il vitellino viene tenuto in un piccolo recinto, senza nemmeno la possibilità di correre e giocare con gli altri malcapitati cuccioli. Viene nutrito con una dieta inadeguata, povera di ferro in modo che la sua carne rimanga bianca e possa essere venduta con l’etichetta di “vitello a carne bianca”. A soli sei mesi, quindi ancora cucciolo, viene mandato al macello.

Il dolore del piccolo dura per tutta la sua breve vita; quello della madre è ancora maggiore, perché si rinnova con l’allontanamento del suo successivo figlio, in un tormento che si ripropone e si somma di anno in anno. Sì, perché, come per tutti i mammiferi, donne umane incluse, la produzione di latte dura solo per un certo periodo. Poi serve un’altra gravidanza per ricominciare, specie se si vuole estrarre dalle mammelle gonfie e doloranti, malate di mastite, una quantità abnorme di latte, 10 volte quella che l’animale produrrebbe in natura per suo figlio.

La mucca “da latte” (e ora sappiamo che questa definizione va tradotta nella realtà in “sfruttata per produrre latte”) viene fatta partorire, sistematicamente, una volta l’anno. Ogni volta deve subire il dolore del figlio che le viene strappato e che non può accudire. Tra i suoi figli, solo una femmina verrà risparmiata, quella che prenderà il suo posto quando lei non sarà più in grado di produrre abbastanza latte e verrà quindi macellata.

Questi animali vengono sfruttati in una maniera così intensa che alla fine non si reggono più in piedi e devono essere caricati sui camion con un argano. Sono le cosiddette “mucche a terra”, di cui ogni tanto si sente parlare (non troppo, per non turbare la coscienza dei consumatori). Le mucche, trattate come “macchine da latte” anziché da esseri senzienti quali sono, hanno una “durata” sempre minore: da un ciclo di 6-7 anni ora sono arrivate a 2-3 anni (contro i loro potenziali 20 anni di vita), dopodiché sono da “rottamare”, inutilizzabili.

Osservando la cosa da un punto di vista esterno, sembrerebbe quasi un racconto orrorifico. Se qualche civiltà aliena ci osservasse, probabilmente valuterebbe seriamente la nostra immediata estinzione. E come dargli torto…

Non solo questo alimento danneggia la salute in modo diretto (vedi spiegazione di seguito). Non solo crea sofferenze indicibili a quei poveri animali. Ma crea anche dei danni ambientali che dovrebbero farci riflettere seriamente sull’utilità del consumo di animali e derivati.IMPATTO AMBIENTALE

 

E’ ormai ben noto che l’allevamento di animali per l’alimentazione umana è causa di un devastante impatto sull’ambiente. Che sia per la produzione di carne o pesce, di uova o di latte, non fa differenza, perché sempre di allevamento si tratta; il fatto che gli animali, prima di essere uccisi per la loro carne, abbiano prodotto latte o uova, cambia poco, per quanto riguarda il problema dell’impatto ambientale.

Ormai la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali, semi oleosi, foraggi, proteaginose, destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda – in continuo aumento, in quanto le popolazioni che tradizionalmente consumavano pochi alimenti animali oggi iniziano a consumarne sempre di più – si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, per far spazio a nuovi pascoli o a nuovi terreni da coltivare per gli animali, che in breve tempo si desertificano, e si fa un uso smodato di prodotti chimici per cercare di ricavare raccolti sempre più abbondanti.

Un esempio numerico: l’associazione di consumatori tedesca Foodwatch ha pubblicato nel 2008 un report sull’impatto dell’agricoltura e dell’allevamento sull’effetto serra. Lo studio ha tenuto conto delle emissioni di gas serra risultanti dalla coltivazione dei mangimi per gli animali, dall’utilizzo dei pascoli per l’allevamento e dalle deiezioni prodotte dagli animali stessi (escrementi e gas intestinali). Tenendo conto di tutte le attività produttive del settore agricolo (compreso l’uso di energia, acqua, sostanze chimiche, ecc.), è stato calcolando l’impatto totale per la produzione di cibo per un anno per una persona che segua una di dieta onnivora, una latto-ovo-vegetariana e una vegana.

I risultati ci dicono che il tipo di alimentazione più ecologista è quella 100% vegetale. L’alimentazione latto-ovo-vegetariana ha un impatto 4 volte più alto, quella onnivora 8 volte più alto!

Quindi, anche considerazioni puramente ecologiste ci suggeriscono di evitare i cibi di origine animale – latte e latticini inclusi, considerato anche il fatto che l’allevamento di bovini è quello che ha il maggior impatto in assoluto, rispetto ad altre specie – e di preferire sempre, nella nostra alimentazione quotidiana, piatti preparati con ingredienti vegetali.LATTE

Il latte animale non è un cibo adatto agli umani

Dicono spesso “il latte fa bene alle ossa”. Ma chi lo dice dovrebbe informarsi meglio…

Il latte è un usuraio della peggior specie, quegli usurai che vi fanno un prestito ma poi, se non gli ridate tutto con gli interessi impossibili, vi mandano picchiatori a spaccarvi le ossa.

Il latte contiene calcio, utile alle ossa, e per questo viene consigliato, ampiamente consigliato, per l’osteoporosi. Ma contiene anche proteine animali, acide, che, per essere smaltite, consumano calcio.

Come un usuraio, il latte presta un po’ di calcio, ma, alla fine, ne consuma più di quello che dà. Le proteine del latte, sommate a quelle provenienti da carne e pesce, costringono l’organismo a sottrarre calcio all’osso per poter provvedere al loro smaltimento.

Infatti, la salute dell’osso dipende molto più da quei fattori che impediscono le perdite di calcio dall’organismo che dalla semplice quantità di calcio assunta. Quasi tutto il calcio dell’organismo è contenuto nello scheletro, che è la banca del calcio. Il calcio viene perso continuamente attraverso le urine, le feci e il sudore, e queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio nell’osso, che cede quindi calcio in continuazione. Il calcio immagazzinato nell’osso viene poi reintegrato con quello alimentare.

Esiste dunque quello che viene chiamato “bilancio del calcio”: bisogna che il calcio assunto con la dieta sia maggiore di quello perso, altrimenti il bilancio è negativo, e si va incontro all’osteoporosi.

In generale, nelle popolazioni che consumano molto latte l’incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre è rara nei paesi dove non si beve latte. É noto che tra gli esquimesi, che assumono oltre 2.000 mg di calcio al giorno, l’osteoporosi dilaga.OSSO ROTTO

Vari studi, tra i quali l’Harvard Nurses’ Health Study, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l’aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.

Il latte, dunque, è sì l’alimento ideale, ma solo per il lattante, e solo il latte umano! Di seguito sono elencati alcuni problemi correlati al consumo di latte in adulti e bambini.

  • Carenza di ferro: il latte ha un bassissimo contenuto di ferro (0.2 mg/100 mg di latte), e per riuscire a raggiungere la dose di ferro raccomandata di 15 mg al giorno, un bambino dovrebbe bere 7.5 litri di latte. In aggiunta, il latte è responsabile di perdite di sangue dal tratto intestinale, che contribuiscono a ridurre i depositi di ferro dell’organismo.
  • Diabete Mellito: su 142 bambini diabetici presi in esame in uno studio, il 100% presentava nel sangue livelli elevati di un anticorpo contro una proteina del latte vaccino. Si ritiene che questi anticorpi siano gli stessi che distruggono anche le cellule pancreatiche produttrici di insulina.
  • Calcio: la verdura a foglia verde, come la cicoria, la rucola, il radicchio e la bieta, è una fonte di calcio altrettanto valida, se non addirittura migliore, del latte.
  • Contenuto di grassi: ad eccezione del latte scremato, il latte e i prodotti di sua derivazione sono ricchi di grassi saturi e colesterolo, che favoriscono l’insorgenza di arteriosclerosi.
  • Contaminanti: il latte viene frequentemente contaminato con antibiotici, ormoni della crescita, oltre che con gli erbicidi e i pesticidi veicolati dal foraggio. Inoltre i trattamenti di sterilizzazione permettono in realtà la sopravvivenza nel latte di germi, e la Direttiva Europea 92/46/CE stabilisce un limite non superiore ai 100 mila germi per mL. La stessa Direttiva ammette anche un contenuto non superiore a 400 mila per mL di “cellule somatiche”, il cui nome comune è “pus”.
  • Lattosio: molti soggetti asiatici o africani sono incapaci di digerire lo zucchero del latte, il lattosio, con conseguenti coliche addominali, gas e diarrea. Il lattosio, poi, se viene digerito, libera il galattosio, un monosaccaride che è stato messo in relazione con il tumore dell’ovaio.
  • Allergie: il latte è uno dei maggiori responsabili di allergie alimentari: durante la sua digestione, vengono rilasciati oltre 100 antigeni (sostanze che innescano le allergie). Spesso i sintomi sono subdoli e non vengono attribuiti direttamente al consumo di latte, ma molte persone affette da asma, rinite allergica, artrite reumatoide, migliorano smettendo di assumere latticini.
  • Coliche del lattante: le proteine del latte causano coliche addominali, un problema che affligge un lattante su cinque, perché se la madre assume latticini, le proteine del latte vaccino passano nel latte materno. In 1/3 dei lattanti al seno affetti da coliche, i sintomi sono scomparsi dopo che la madre ha smesso di assumere questi cibi.

Gentile concessione  di  (CONSULENTI OLISTICI)

Cinzia Leone nell’ estate romana

TRIPLICE APPUNTAMENTO DI CINZIA LEONE NELL’ ESTATE ROMANA CON DISORIENT EXPRESS

Uno spettacolo che racconta la confusione generata da una forma di democrazia virtual-virale alla quale eravamo impreparati: milioni di persone che improvvisamente, grazie alle infinite opportunità di espressione offerte dalla tecnologia e dalla virtualità, parlano, esprimono opinioni e aggiungono informazioni. Siamo disorientati da un vento di contraddizioni che ci spettina tutti i pensieri.. Questo è il perno del racconto plasmato dall’intelligente e diretta ironia di una predicatrice, previsionista e affabulatrice comica che si immedesima – tra battute, gag e copioni tratti dalla nostra vita quotidiana – nella mente confusa di ognuno di noi.
Si intitola DISORIENT EXPRESS, l’ultimo lavoro di Cinzia Leone scritto a 4 mani con Fabio Mureddu e prodotto da Cristian Di Nardo in scena a Roma il 3 e 4 luglio a Le Terrazze (Palazzo dei Congressi, EUR) e il 17 luglio nell’ambito della rassegna All’ombra del Colosseo.

“Non è la storia di un treno che non sa dove andare – preannuncia l’attrice che dichiara essersi ispirata dai milioni di input che la giungla tecnologica ci offre – “è una fotografia di gruppo in cui ci siamo tutti e tutti abbiamo un’espressione visibilmente disorientata. 
Siamo disorientati, sì. Ci aggiriamo nel mondo con l’espressione di nonna nella foto di Natale, scattata dopo che l’hanno rimbambita cercando di farle ricordare i nomi di tutti e trentasei i nipoti.
E come può non essere disorientata un’umanità travolta ogni minuto da un cambiamento?
Come possiamo essere sicuri di noi stessi e della realtà che ci circonda se ad ogni notizia sentita in televisione possiamo trovare contemporaneamente la smentita su Internet?
Come possiamo accontentarci anche solo di un lavoro qualunque, in un momento in cui, qualunque sia il lavoro non ti pagano e il massimo che puoi farci è mettertelo nel … curriculum?   
Come possiamo rilassarci con lo zapping, se, anche potendo scegliere tra centinai di canali, troviamo ovunque la stessa cosa: gente che canta o che cucina?”

Per raccontare tutto questo in una sola rappresentazione, che la vede interagire sul palco insieme allo stesso Mureddu e ad una serie di proiezioni, Cinzia affronta i contenuti provando ad aggiornarli in tempo reale, esattamente come avviene nei programmi in diretta, come se ci fosse una redazione costantemente connessa al mondo esterno in tutte le sue inaspettate varianti.

“Credetemi sulla parola, la realtà vista così è destabilizzante e comica allo stesso tempo perché i cambiamenti e le contraddizioni continue la rendono invisibile. E’ per questo che siamo disorientati, proprio come treni che viaggiano senza un binario e che non sanno dove andare…”

Da un’idea di Cinzia Leone 

con Fabio Mureddu

Regia: Fabio Mureddu ed Emilia Ricasoli

Musiche: Marco Schiavoni
Scenografie: Adriano Betti
Costumi: Francesca Mescolini
Consulenza artistica: Giuliano Perrone
Un ringraziamento speciale a Gianluca Giugliarelli
Si ringraziano per la preziosa collaborazione:
Daniele Falleri, Mauro Fratini, Pietro Sparacino, Sara Vannelli

Info e prenotazioni 06 54221107
Pagina FB Cinzia Leone:
https://www.facebook.com/pages/CINZIA-LEONE/302710933072342?fref=ts

 


Festival dei 2 Mondi


Il Festival dei Due Mondi di Spoleto, quest’anno in programma dal 26 giugno al 12 luglio, riserva al suo pubblico 17 giorni di grande spettacolo, con opere, concerti, balletti, recital, pièce teatrali, insieme a rassegne di cinema, laboratori, convegni, incontri, premi, concorsi, eventi speciali, con uno sguardo attento anche all’arte contemporanea.

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FOOD DAL CUCCHIAIO AL MONDO


FOOD DAL CUCCHIAIO AL MONDO

Gallerie 1 e 2
a cura di Pippo Ciorra insieme a Giulia Ferracci, Alessio Rosati, Alessandra Spagnoli.

Nell’anno dell’EXPO di Milano, la mostra FOOD vuole approfondire i temi architettonici legati a immagazzinamento, distribuzione, consumo e smaltimento del cibo e delle materie prime, stimolando il confronto con le questioni primarie dello spazio e del tempo che abitiamo.

Una mostra per raccontare come il cibo attraversa, cambia e influenza il corpo, la casa, le strade, le città, il paesaggio di tutto il mondo.

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8-7- 2015 a Roma: Project Management nell’ICT – Le sfide del Cloud Computing

 1° POMERIGGIO ALL’UNIVERSITA’ 2015

Project Management nell’ICT – Le sfide del Cloud Computing

ROMA, 8 LUGLIO

Università degli Studi Roma Tre – Via Silvio D’Amico 77, Roma

Dipartimento di Studi Aziendali – AULA 11

Tre gli ospiti del nostro evento avremo:

  • Luca Uria, Account manager Aruba S.p.A.
  • Corrado Giustozzi, Security Evangelist & Strategic Information Security Consultant
  • Maurizio Irlando, Responsabile Architetture Telecom Italia Information Technology s.r.l. 

Per partecipare all’evento è necessario ISCRIVERSI ON LINE:

Il canto di speranza è diventato un “pianto”,siamo tutti sulla nave che affonda

 

 L’ IDEEA DI UN REFERENDUM IN GRECIA FA INFURIARE LA TROIKA: E, NOI IN MALAFEDE , STIAMO A GUARDARE

 Nelle acque ferme nasce la malaria, in Maremma è un detto che serve per disprezzare chi non fa, chi non reagisce. Oggi in Italia, improbabili politici in acque ferme, sputano ormai sentenze di ogni tipo. Intanto i greci se la vedono da soli e – unici finora – tentano di mettere in riga EUROGROUP.TROIKA

Cederanno su qualcosa? Per forza. Se non li lasceremo completamente soli, com’è accaduto finora, potrebbero anche riuscire a non fare passi indietro sui principi. Concederanno gli spiccioli, si accorderanno su aspetti marginali, e quando tutto sembrerà chiuso restituiranno la parola alla gente per un referendum. Se andrà bene, metteranno sul tavolo della trattativa i milioni di no agli strozzini travestiti da politici. Non so se stanno trattando anche con la Russia e non riesco a immaginare cosa ne verrà fuori, ma credo che sia ragionevole e fondata l’idea che più gente sosterrà nelle piazze la loro battaglia, più forza e coraggio troveranno per resistere e portare a casa risultati. Intanto è corsa a svuotare i bancomat, vivranno peggio di adesso? E, noi italiani?Meglio sarebbe dire l’ Italia che non c’è più, grazie all’ euro, siamo dopo la Grecia la “miseria dell’ euro”, invece di andare in piazza a manifestare con loro, andiamo al mare ad abbronzarci. La Malafede parla per noi, tornano i tempi del “non vedo, non sento, non parlo”—Insomma, se mi faccio i fatti miei è meglio—

 Un’Italia che pareva sepolta ed è tornata invece di sconcertante attualità: quella in cui, la gente civile e colta si convertì al culto della malafede.
Perché accade? E’ una costante della storia: di fronte al potere, molti si piegano. Servilismo, viltà, conformismo istintivo, calcolo senza passione,
Tempi di malafede sono oggi quelli della politica e dei suoi protagonisti. La malafede, infatti, si legge in un libro di Gerbi, «non è uno stato dell’animo, è una sua qualità» che consente a chi punta al successo, costi quel che costi, di dare il peggio di sé e venderlo come bene prezioso. Perché tutto questo funzioni, occorrono naturalmente un contesto – un sistema di potere autoritario – e gli acquirenti che in ogni tempo fornisce il mercato. Tempi di malafede sono quelli in cui c’è una crisi così profonda della politica, che chi vuole può ignorare ogni confine di natura etica e persino l’impossibilità di mettere assieme termini inconciliabili tra loro, come accade oggi con «sinistra» e «destra», che esprimono sistemi di valori antitetici e riguardano le coscienze. Può ignorarlo, però, solo chi, decide di scegliere in base al tornaconto. Scegliere, insomma, come si fa in tempi di malafede, nei quali un De Luca qualunque può disprezzare le regole di cui dovrebbe essere garante. Per lui la legge Severino non esiste, lui se ne frega e, insieme a lui chi gli permette di candidarsi,e, chi lo vota, cittadini analfabeti ignoranti e irrispettosi delle leggi, autentici corresponsabili di eleggere una classe politica , locale e nazionale attuale, che altrimenti non esisterebbe per nessun motivo.Siamo mafiosi dentro: Fortissimi con i Deboli; debolissimi con i Forti, (sopratutto con quelli che governano l ‘Europa e la Finanza mondiale).
Che strano Paese è l’Italia! Le leggi non contano nulla e gli elettori meritano rispetto solo quando le ignorano o se le mettono sotto i piedi. Dopo il Parlamento dei «nominati», eletti contro la Costituzione e diventati subito «padri costituenti», ora c’è il presidente di Regione ineleggibile per legge, che si appella al voto di chi non doveva votarlo e invece l’ha eletto E, fa ricorso al giudice.
quando si tratta di codici morali non siamo tutti uguali.SCUOLA

Penso con la mia testa, dico ciò che penso, ne pago le conseguenze ,e,il mondo della scuola che mostra i segni del lutto, ma inganna se stessa, puntando ipocritamente il dito solo sul governo e su Confindustria, un tardivo risveglio della protesta, la sconfitta della scuola viene da lontano, anestetizzato da una duplice consapevolezza.

Nel cuore e nella mente sopravvive anzitutto una certezza: ci sono momenti della storia in cui bisogna toccare il fondo, per pensare a una risalita; noi il fondo l’abbiamo toccato da tempo e l’abbiamo colpevolmente ignorato, aspettando che il Senato firmasse il certificato di morte della scuola statale. Ieri, solo ieri, ci siamo accorti della tragedia, tardi e , la rabbia esplode fuori tempo.

 I funerali della scuola pubblica si sono celebrati in forma strettamente privata, senza “bella ciao”, senza moti dell’animo e crisi d’isteria, , nel dicembre del 2010, dopo la sconfitta degli studenti, in una Roma blindata, tra ambulanze e pantere lanciate a sirene spiegate, cariche violente, fumo d’incendi e lacrimogeni e il Senato difeso a mano armata come una trincea sul Piave dopo Caporetto.

Il gioco è fatto e le generazioni di disperati non hanno valori di riferimento per immaginare un’uscita dalla gabbia non dico rivoluzionaria,ma solo “resistente”GUERRA

  E’ un sistema collettivo di potere che può sostituire i capi e dar l’idea che esistano regole e partecipazione. Si sono inventati un’egemonia culturale priva di pensiero, hanno lavorato per sostituire le leggi della convivenza civile con un’unica legge: quella della  giungla, sulla quale si regge un’economia da prima rivoluzione. Sullo sfondo, terribilmente reale, la guerra.

Adelfia Franchi

La pasta italiana in “cabina di regia”

 

Cabina di regia della pasta: Agrinsieme, iniziativa nuova e positiva

 Il coordinamento che raggruppa Cia, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari commenta l’iniziativa dei Ministri Martina e Guidi: “Lavorare per la qualità, per una migliore organizzazione della filiera e una maggiore penetrazione sui mercati a vantaggio del reddito degli agricoltori”

 Agrinsieme accoglie con soddisfazione l’istituzione della “Cabina di regia sulla pasta”. Si tratta -spiega Agrinsieme- di uno strumento che andrà meglio valutato alla prova dei fatti, ma che risponde all’esigenza di una migliore organizzazione della filiera della pasta e di maggiore penetrazione del prodotto sul mercato internazionale.

La pasta -continua il coordinamento- rappresenta per l’agroalimentare made in Italy nel mondo, un must da valorizzare al massimo. Lo strumento della Cabina -aggiunge Agrinsieme- può fare da apripista per altri comparti, rendendo effettivamente più coese e funzionali le filiere con un’equa redistribuzione del valore lungo tutti i segmenti. Negli ultimi anni la parte agricola ha registrato una forte perdita di reddito, che spiega il calo strutturale delle superfici investite a grano duro nel nostro Paese.

L’Italia si pone l’obiettivo di aumentare sempre più il fatturato dell’export agroalimentare e l’iniziativa inerente la pasta può tornare utile al fine. La pasta -sostiene Agrinsieme- si fa con il grano e questo lo producono gli agricoltori. Il prodotto di qualità si fa con il grano di qualità e questo si produce se c’è adeguata redditività anche per le imprese agricole, cosa che in questi anni è mancata.

 A livello mondiale l’Italia è ancora il maggior produttore di pasta con 3,4 milioni di tonnellate, ma una quota crescente di questa domanda è soddisfatta dall’offerta di pasta non italiana (USA, Brasile, Turchia, Russia, ecc.) o sottratta alla produzione italiana dal cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding. Recuperare quote di mercato alla produzione nazionale e consolidare la posizione di preminenza nel mercato mondiale, attraverso la leva della qualità: questo l’obiettivo finale della Cabina di Regia. Le misure promosse dalla Cabina di Regina sono gli strumenti attraverso i quali il sistema produttivo assieme al Governo intende raggiungere questo obiettivo. Quella di oggi è stata la riunione di insediamento, cui hanno preso parte i componenti della Cabina di Regia, ossia: due presidenti delegati (Stefano Firpo – MiSE e Luca Bianchi – Mipaaf)

 Sarà importante secondo Agrinsieme prestare maggiore attenzione anche alla ricerca e innovazione, ambito in cui l’Italia rischia di perdere un ruolo perché la ricerca genetica è ormai in mano alle multinazionali e alla Francia.

Agrinsieme riconosce ai Ministri Guidi e Martina il merito dell’intento, propedeutico per un’inversione di rotta nel comparto, che da molto tempo non ha goduto della dovuta attenzione. La Cabina di regia è, per Agrinsieme, un’iniziativa nuova e positiva. Agrinsieme garantisce totale impegno nella direzione dell’organizzazione di prodotto, effettivo apporto e contributo. Una prima occasione per concretizzare il lavoro della Cabina di regia potrebbe essere senz’altro la grande vetrina dell’Expo, in tal senso Agrinsieme si propone alle istituzioni per individuare iniziative e modalità per dare slancio al potenziale della filiera della pasta.

 

7-7-2015 a Milano: “Sustainable economies and good governance”.

Women in business

“Sustainable economies and good governance”.

Ore 9,00.

Palazzo Mezzanotte, piazza Affari, 6

Partecipano, tra gli altri, Raffaele Jerusalmi, a.d. Borsa Italiana; Paolo Gentiloni, ministro degli Affari esteri; Cristina Scocchia, a.d. L’Oreal Italia; Massimo Tononi, presidente Prysmian e Borsa Italiana; Anna Maria Tarantola, presidente Rai; Lucrezia Reichlin, membro cda UniCredit; Elisabetta Magistretti, consigliere indipendente Pirelli & Co, Mediobanca, Luxottica; Marco Morganti, a.d. Banca Prossima; Stefano Agostini, presidente e a.d. San Pellegrino; Valerio Camerano, a.d. A2A.

7-7-2015 a Brindisi: cooperazione e progetti per il futuro delle imprese creative

MARTEDI’ 7 LUGLIO
Ore 9.00 @ Hub della conoscenzaBRINDISI
COOPERAZIONE E PROGETTI
PER IL FUTURO DELLE IMPRESE CREATIVE

Il Distretto ‘Puglia Creativa’ ha avviato un piano di animazione territoriale per favorire il dialogo e la nascita di idee di progetto tra le imprese pugliesi.
Tre mesi per elaborare nuovi progetti, strategie e accordi di cooperazione, per un percorso supportato da esperti, facilitatori e project manager.

Il secondo appuntamento si terrà a Brindisi martedì 7 luglio, dalle ore 9.00 negli spazi dell’Hub della conoscenza.

PROGRAMMA

  • 9.00 – Registrazione
  • 9.30 – Presentazione del Distretto e delle attività future
  • 9.45 – Creazione di una rete territoriale
  • 10.00 – Diamo gambe allo sviluppo: strategie e finanziamenti
  • 11.00 – Pausa
  • 11.15 Gruppi di lavoro
    * Idee per il consolidamento delle imprese – Coordina Girolamo Lopriore
    * Idee per la digitalizzazione – Coordina Luigi Partipilo
    * Progetti creativi per un nuovo territorio – Coordina Cinzia Lagioia
    * Idee per l’innovazione sociale – Coordina Marco Ranieri
    * Sportello per l’accesso al credito – Coordina Francesco Carabellese
  • 13.30 – Conclusioni della sessione mattutina
  • 14.00 Pausa pranzo
  • 14.30 Incubatore di idee e progetti – Incontri in piccoli gruppi tra partecipanti ed esperti del Distretto
  • 17.30 Fine dei lavori

La giornata avrà dunque come obiettivi:

A) sostenere le imprese creative regionali nella stesura di progetti;

B) creare un dialogo efficace con project manager ed esperti di progettazione per accompagnare e sviluppare le idee delle imprese ai fini della candidatura a uno dei futuri bandi regionali, nazionali o comunitari.

Una giornata di lavoro da dedicare al vostro futuro.

7-7-2015 a Roma: cena d’estate

La Cena sociale d’ Estate è  fissata per martedì 7 luglio alle ore 20 nei locali di via Francesco Caracciolo 12.  Parcheggio a pagamento in via Tunisi 52, 24h su 24.

Tutti i soci fondatori, sostenitori ed ordinari sono invitati a partecipare. Naturalmente ognuno può intervenire con famigliari od amici.

Seguirà la proiezione di un docufilm, della serie rai “Intelligenze scomode del Novecento” di Giano Accame e Sergio Tau, su Gino Boccasile, pittore, disegnatore e grande artefice della pubblicità commerciale e propaganda politica nell’Italia degli Anni ’30 e ’40’.

 

Info e prenotazioni 3394987052 – 3480468591

Il costo della cena-buffet è di 20€. L’incontro, oltre che conviviale, ha anche uno scopo di sostegno alle attività dell’Associazione pertanto ognuno si attivi per non mancare e per coinvolgere altre persone amiche. Si accennerà anche alle future iniziative più importanti dell’ultimo quadrimestre del 2015.

Un “Quadrifoglio” per Luglio ed Agosto

I cappellani carmelitani dell’ospedale Sandro Pertini, Padre Carmelo e Padre Carlos, con i  volontari tutti, nell’augurarvi un’estate non troppo “CALDA”, un clima il più “RESPIRABILE” possibile e che si possa trovare tutti un'”OASI DI PACE” nel nostro e nell’altrui cuore, vi invitano a dare uno sguardo al quadrifoglio allegato. Una buona estate a tutti e un arrivederci a settembre.

per visionare il Quadrifoglio, cliccare >   Quadrifoglio PDF estate 2015

CAPPELLANIA SANT’ ELIA PROFETA – OSPEDALE SANDRO PERTINI

Via dei Monti Tiburtini 385  – 00157 ROMA # Tel. 0641433527 (Chiesa); 0641433556 (Ufficio Assistenti Religiosi)