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Autore: Redazione

Prima Nazionale de “La Chiave di Virginia B” di Isabel Russinova

Quartieri Contemporanei

Seconda Edizione

..il buio dell’alba..

memoria, eroismo, mistero, erotismo

Direzione Artistica Isabel Russinova

PRESENTA

La chiave di Virginia B

di Isabel Russinova

Omaggio a Junichiro Tanizaki

Argo editore

Una produzione Ars Millennia Production in collaborazione con il Teatro Belli

Con Antonio Salines, Isabel Russinova, 

Arianna Ninchi e Ugo Bentivegna

Regia di Rodolfo Martinelli Carraresi

Aiuto regia Martina Gatto

Musiche Antonio Nasca

Scene e costumi Wilma Lo Gatto

Fotografia Bruno Oliviero

Teatro Francesco Stabile – Potenza

31 Marzo 2015

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Ministro Poletti: incontro su Cig e per centri per l’ impiego

Simoncini (Regioni): incontro con Ministro Poletti su Cig e Centri per l’impiego

Roma, 26 marzo 2015  “Abbiamo offerto al Governo tutta la nostra collaborazione per la soluzione dei problemi sia relativi alla cassa integrazione che per i centri dell’impiego, al fine di seguire un percorso comune che superi le gravi situazioni presenti”.

Così l’Assessore Gianfranco Simoncini, coordinatore della materia lavoro per la Conferenza delle Regioni, dopo l’incontro al Ministero del lavoro con il Ministro Giuliano Poletti sul tema del finanziamento degli ammortizzatori sociali.

“Siamo andati dal Ministro – ha spiegato Simoncini – chiedendo che si arrivasse rapidamente all’emanazione del decreto che permettesse di coprire tutto il 2014, superando così le situazioni di difficoltà che vivono decine di migliaia di lavoratori. Al tempo stesso abbiamo chiesto anche che si attivino le risorse del 2015, sottolineando che siamo già ad aprile.

Il Ministro ha presentato le misure che intende mettere in atto finalizzate nelle prossime settimane, all’emanazione di un decreto che copra tutte le domande che le Regioni hanno ferme per mancanza di risorse.

Si tratterebbe quindi di un atto che metterebbe a disposizione delle regioni dai  480 ai 500 milioni per chiudere tutto il 2014, anche grazie  al contributo che le Regioni Calabria, Sicilia e Sardegna daranno attraverso la riprogrammazione con proprie risorse.

Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri ravvicinati bilaterali tra le regioni e il ministero del lavoro per la puntuale definizione del riparto.

Inoltre abbiamo chiesto che insieme al decreto per il 2014 sia emanato un decreto che attribuisca risorse per il 2015. In tal senso il Ministro Poletti ha assicurato che nel bilancio dello Stato ci sono le risorse per coprire tutto l’anno. Questo decreto, quindi, permetterebbe alle regioni di cominciare ad autorizzare la Cig a quelle aziende che ne hanno fatto richiesta dall’inizio dell’anno.

Il Ministro si è riservato di dare una risposta in merito, pur ritenendo ragionevole la richiesta da parte delle Regioni.

Per quanto riguarda invece la riorganizzazione dei Centri per l’impiego, l’incontro è servito per ribadire la fortissima preoccupazione rispetto non solo per il loro futuro, ma soprattutto per mettere in rilievo l’emergenza nella quale si trovano quasi tutte le Province. E’ tale, infatti, la situazione “di limbo” in cui si trovano i servizi per il lavoro provinciali, grazie al combinato disposto della riforma delle Province e del jobs act. Molte province infatti denunciano il rischio che nelle prossime settimane possano trovarsi nella impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, con il conseguente blocco delle attività di questi servizi fondamentali per il lavoro e per il sostegno all’occupazione.

La Conferenza delle Regioni ha pertanto consegnato al Ministro un’ipotesi di riordino dei servizi per il lavoro che punti sia ad un rafforzamento del livello centrale di coordinamento delle politiche del lavoro, sia al mantenimento a livello territoriale di questi servizi.

Il ministro ha fatto le sue valutazioni e l’incontro si è concluso con l’attivazione di un tavolo di confronto ravvicinato per arrivare a una ipotesi di proposta condivisa da presentare a Governo e Conferenza delle Regioni”.

  Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

31-3-2015 a Potenza: La chiave di Virginia B

Quartieri Contemporanei

Seconda Edizione

..il buio dell’alba..

memoria, eroismo, mistero, erotismo

Direzione Artistica Isabel Russinova

PRESENTA

La chiave di Virginia B

di Isabel Russinova

Omaggio a Junichiro Tanizaki

Argo editore

Una produzione Ars Millennia Production in collaborazione con il Teatro Belli

Con Antonio Salines, Isabel Russinova, 

Arianna Ninchi e Ugo Bentivegna

Regia di Rodolfo Martinelli Carraresi

Aiuto regia Martina Gatto

Musiche Antonio Nasca

Scene e costumi Wilma Lo Gatto

Fotografia Bruno Oliviero

Teatro Francesco Stabile – Potenza

31 Marzo 2015

 

A Milano: Master bilancio

25-03-2015
Sede BPM – VIA MASSAUA, 6 – MILANO
Durata 4 ore
Orario 14.30 – 18.30
Programma

Master Bilancio

Nuova relazione sulla gestione
Bilancio & Relazione con i nuovi OIC

UN NUOVO APPROCCIO E UNA NUOVA FILOSOFIA
NELLA REDAZIONE DEL BILANCIO
O.I.C. 13 – Magazzino.
O.I.C. 23 – Lavori in corsi su ordinazione.
O.I.C. 25 – Il trattamento contabile delle Imposte sul Reddito.
Bilancio XBRL & Relazione sulla Gestione – Esercitazioni.
Esempi per Società Immobiliari, Industriali e Commerciali.
Relazione sulla Gestione – La Parcella
L'evento è accreditato presso l'ODCEC di Milano
con 3 CFP 1 CFP nelle materie obbligatorie.

 

Relatori
Laura Restelli ODCEC Milano
Stefano Verna ODCEC Milano
Davide Stellini Datev Koinos
Crediti 4
Partecipazione Gratuita
Numero massimo partecipanti 450
Contatti associazione@ugrc.info

A Sant’Antimo, incontro dei Cavalieri

Sabato 28 Marzo 2015, alle ore 10,30 presso l’ABBAZIA di SANT’ ANTIMO  – Montalcino (SI), si svolgerà il secondo incontro  del 2015 ed il Tema che verrà trattato nella giornata di studio sarà “Il Protestantesimo”, con la Guida Spirituale di Padre DOMINIQUE.  –  A tale incontro, organizzato dallo S.M.E.C. – Suprema Militia Equitum Christi –  Gran Priorato Santi Apostoli, in una ottica di crescita e di collaborazione tra Associazioni ed Ordini – parteciperanno i Fratelli e Sorelle del Sacro Ordine Ecumenico Equestre Templare e dell’Ordine Supremo Cavalieri Ospitalieri di San Martino di Tour.

Si può visionare la relativa convocazione cliccando sul LINK qui in calce indicato, ove si troverà l’orario e la mappa del ritrovo.  Si prega confermare la eventuale presenza e partecipazione almeno una settimana prima per organizzare la logistica,

Nella piattaforma informatica www.supremamilitia.org  alla voce “Eventi” è possibile scaricare i file di tutti gli incontri effettuati nel 2014.

Convocazione S.M.E.C.

 

 

“Paesaggi della Fede” – Dialogo fotografico romeno-italiano dedicato alla Pasqua

ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA

“Paesaggi della Fede” – Dialogo fotografico romeno-italiano dedicato alla Pasqua

Peisajele credintei”– Dialog fotografic româno-italian dedicat sarbatorii Pastelui

Vernisage: Mercoledì 25 marzo 2015 ore 18.00
Accademia di Romania. Sala Esposizioni.

Venerdì 27 marzo 2015 ore 12.00
Lettorato Romeno presso l’Università l’Orientale di Napoli (Via Duomo, 216, Napoli)

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Nessuno si salva da solo (ma anche sì)

Delia (Jasmine Trinca) e Gaetano (Riccardo Scamarcio) sono stati sposati e hanno due figli, Cosmo e Nico. Da poco tempo vivono separati, lei ha tenuto la casa con i bambini, lui vive in un residence. Delia, che in passato ha sofferto di anoressia, è una biologa nutrizionista. Gaetano è uno sceneggiatore di programmi televisivi. Delia e Gaetano si incontrano per una cena in un ristorante. Devono apparentemente discutere dell’organizzazione delle vacanze dei loro figli. Ma presto capiamo che quell’incontro servirà ai due protagonisti per compiere un viaggio dentro la loro storia d’amore e scoprirne le ragioni della fine. La cena occupa l’intero svolgimento del film, ma attraverso una serie di flash back viene ripercorsa la vita della coppia, dall’entusiasmo dei primi anni di vita in comune, l’amore la passione, ai primi problemi e frustrazioni reciproche che hanno cominciato ad allontanarli, fino alla separazione.

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Tor Marancia: un museo a cielo aperto

Nel quartiere romano di Tor Marancia, l’ 8 gennaio scorso è partito il progetto Big City Life, curato da Francesca Mezzano, Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, fondatori della galleria romana di Urban art 999 Contemporary. L’intervento è stato realizzato in 70 giorni da 20 artisti, provenienti da tutto il mondo, utilizzando 756 litri di vernice e 974 bombolette spray. Le opere ricoprono facciate alte 15 metri, per un totale di 2610 metri quadri di spazio pubblico e misurano 145 metri quadri l’una. Le palazzine sono quelle dell’ ATER in via Annio Felice.
Un’opera ambiziosa che punta a trasformare il lotto degradato di un quartiere popolare in un museo a cielo aperto, con la collaborazione dei residenti, i laboratori artistici e professionali, le scuole e le associazioni di quartiere.

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La Linea Cadorna

Agli inizi del XX secolo il Regno d’Italia guardava con una certa preoccupazione al suo confine settentrionale. Il pericolo, in un momento storico in cui le alleanze tra i grandi stati europei erano tutt’altro che stabili, poteva venire potenzialmente da qualunque grande potenza militare che occupando la Confederazione Elvetica,  violandone così la neutralità, avrebbe potuto far giungere i suoi eserciti ben oltre le Alpi. A quel punto gli eserciti invasori non avrebbero infatti più avuto davanti a loro alcun ostacolo che gli impedisse di discendere rapidamente verso la Pianura Padana. A preoccupare lo stato maggiore del Regno erano in particolare le armate di Francia, Austria e soprattutto Germania.Anche la stessa Svizzera, in realtà, poteva considerarsi un pericolo per l’Italia, in quanto in un’ottica di guerra tra i grandi stati europei non era da escludersi un attacco preventivo svizzero verso la Lombardia teso a rendere più sicuri e difendibili il Cantone Ticino e il Gottardo occupando le aree dell’Ossola e della Valtellina e spingendosi addirittura fino a Milano, Brescia e forse Torino. La discussione su un piano di invasione che andasse in questo senso, pur non essendo stata resa nota alla popolazione, all’epoca era peraltro all’ordine del giorno tra le alte sfere militari confederate. Non era poi da escludersi neppure un possibile accordo tra la Svizzera e qualche potenza europea che volesse semplicemente far transitare il proprio esercito attraverso il territorio della Confederazione per poi riversarsi nella Pianura Padana.Per queste ragioni l’Italia decide dunque di costruire una possente linea difensiva fortificata i cui lavori iniziano nel 1899 e si completano solo nel 1918, estendendo e inglobando diverse fortificazioni minori già esistenti. La Confederazione Elvetica risponde a questa mossa construendo anch’essa una serie di fortificazioni che si contrappongono a quelle italiane.

La Linea Cadorna deve il suo nome al generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano tra il 1914 e il 1917. Curiosamente si tratta però solo di un’attribuzione che risale a pochi decenni orsono, in quanto la Linea era originariamente conosciuta semplicemente col nome di “Frontiera Nord”, contrazione del nome più esteso di “sistema difensivo italiano alla Frontiera Nord verso la Svizzera”.

Nel corso della prima guerra mondiale la linea Cadorna, pur restando sempre militarmente presidiata almeno fino alla disfatta italiana di Caporetto, non sarà mai realmente interessata dai combattimenti. La linea tornerà però di attualità nel 1938, quando Mussolini per un momento pensa seriamente a un’invasione della Svizzera che fortunatamente non metterà mai in atto.

Verso la fine della seconda guerra mondiale alcune fortificazioni della Linea Cadorna sono teatro di alcuni scontri tra l’esercito tedesco e i partigiani. Infine, una volta tornata la pace, la linea viene ben presto abbandonata e in parte smantellata, ma ne resta ancora quasi per intero la struttura, che è oggi diventata una popolarissima destinazione per escursioni e passeggiate montane. Le fortificazioni della linea Cadorna si estendono per diverse decine di chilometri, partendo dalla Valle d’Aosta, attraversando il Piemonte Nord Orientale e sviluppandosi lungo gran parte del confine settentronale della Lombardia.

 

Associazione Culturale Terra Insubre – Via Oslavia, 4 – 21100 Varese
Tel/fax: 0332 286542 – segreteria@terrainsubre.org

“Lunedì Santo” in Ospedale

Le Liturgie della Santa Pasqua in ospedale 


All’ Ospedale  Sandro Pertini in Roma
, lunedì 30 marzo alle h.16, si svolgerà la tradizionale “VIA CRUCIS” nei reparti dello stesso Ospedale, con la guida Pastorale di S.E. Mons. LORENZO LEUZZI, Vescovo Incaricato per la Pastorale Sanitaria e Presidente Commissione Regionale della C.E.L. per il Servizio della Salute, nonché Cappellano della Camera dei Deputati. 

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Un deprecabile “sistema bancario”

UNA DENUNCIA AL SISTEMA BANCARIO, da parte di un Imprenditore *

L’argomento è forte e dirompente: il Sistema Bancario attualmente vigente nella Repubblica Italiana non tiene assolutamente conto del finanziamento a scopo imprenditoriale, dirò di più, ormai non sono più sufficienti le garanzie tradizionalmente note, come le ipoteche sugli immobili, per ottenere un finanziamento. Ciò in quanto, a seguito della caduta verticale del prezzo e del sistema economico immobiliare, le stesse garanzie da tempo non rappresentano più una sicurezza dal punto di vista dello sportello bancario, poiché soggette a rapide e franose svalutazioni. La favola del finanziamento all’impresa, regolata dall’idea di realizzare qualcosa che potrebbe avere senso in un qualsiasi tipo di mercato, è rimasta tale. Il concetto anglosassone di premiare l’idea e quindi il progetto di un’impresa da noi non ha mai preso piede e tanto  meno ora, sia a causa di questa crisi ormai cronica, che per un freno di natura psicologica che attanaglia tutti i settori della produzione inibendo qualsiasi, anche timida, ripresa dei consumi.

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Divina Liturgia

Programma per il Capitolo e Divina Liturgia

del 21 Marzo 2015 a Nettuno (Roma)

 

Ore 10 inizio Divina Liturgia officiata da Monsignor Ireneo, Primate ed Arcivescovo della Chiesa Ortodossa Italiana  assistito dal Segretario e Cancelliere Padre Massimo Elia

Nel corso della Divina Liturgia verranno consacrati alcuni Ipodiaconi e verranno accolte nella nostra Chiesa le Confraternite Religiose Cavalleresche:

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“Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”

Road Show “Etica delle Professioni”, successo per la VII tappa
“Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”
Milano, 5 marzo 2015

 Se è tenuta il 5 marzo a Milano, presso il Circolo della Stampa, la settima tappa del Road Show “Etica delle Professioni” con il convegno “Etica, Deontologia e Pari Opportunità: il ruolo delle donne nelle professioni”, che ha riscontrato un’ottima e sentita partecipazione da parte del pubblico.

Nel corso della giornata – che permetteva di ottenere, per i partecipanti, crediti formativi professionali da parte del Consiglio dei Notai, dell’Ordine degli Avvocati e dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili – si sono succedute importanti professioniste e relatrici, il cui dibattito è stato moderato dal vicedirettore del Tg3 Giuliano Giubilei.

L’intento della tavola rotonda – che ha ricevuto il Patrocinio della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano – era quello di raccogliere esperienze in merito al tema della parità e dell’etica professionale al femminile nei diversi ambiti ordinistici e stimolare una strategia di sviluppo con l’adozione di politiche di genere che possano fornire un efficace contributo alla qualità del “Sistema Vita”.downloadDonneDONNE

Per far luce sulla questione, interessanti e approfonditi sono stati gli interventi delle relatrici presenti al convegno. Dopo l’introduzione dell’Avv. Valeria Ruoppolo, si sono succedute ai microfoni: la Dott.ssa Cristina Tajani – Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca del Comune di Milano; l’Avv. Ilaria Li Vigni – Presidente Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano; la Dott.ssa Grazia Mariapia Ticozzelli – Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano; l’Avv. Cinzia Preti – Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Milano; la Dott.ssa Donatella Gerosa – Consigliere dell’Unione Provinciale ANCL di Milano; la Dott.ssa Cecilia Bolognesi – Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Milano; la Dott.ssa Elena Bonanni – Giornalista economico-finanziaria, cofondatrice di EticaNews; la Dott.ssa Giulia Borromeo – Consigliere ONCEOMI Commissione Albo Odontoiatri (CAO); la Dott.ssa Maria Teresa Zocchi – Consigliere Ordine del Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano – Referente commissione Pari Opportunità.

Ogni contributo di queste professioniste di prim’ordine (le cui video-interviste sono disponibili sul nostro sito ) si è rivelato di estremo interesse e di primaria importanza per tentare di rilanciare il ruolo delle donne nella società, stimolando un radicale cambiamento etico e morale nel mondo delle professioni e, di riflesso, dell’impresa e della politica.

“Etica delle Professioni” vi dà appuntamento in primavera con una nuova tappa del nostro Road Show.

 

 

 

Report Caritas sulla povertà

  •  Report su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana

Il Report su povertà ed esclusione sociale che Caritas Italiana ha pubblicato il 17 ottobre, Giornata Mondiale di lotta alla povertà, disegna uno scenario reale della situazione che milioni di persone vivono nelle nostre città. Vi diamo una sintesi del report che in forma integrale si può leggere suwww.caritas.it

 

1. POVERTÀ, TERRA DI NESSUNO. UTOPIE E ATTESE PER L’EUROPA DEL 2020

Nel 2012 un totale di 124,2 milioni di cittadini europei erano a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sono 9,3 milioni i cittadini europei che soffrono di povertà ed esclusione sociale, in base agli indicatori Eurostat.

Rispetto all’obiettivo dell’UE di eliminare il rischio di povertà o esclusione sociale per 20 milioni di persone, i dati riferiti al 2012 ci dicono che solo sei Paesi hanno raggiunto o appaiono molto prossimi al proprio obiettivo nazionale (Olanda, Repubblica Ceca, Germania, Portogallo, Polonia e Romania), mentre almeno nove Paesi, tra cui l’Italia, sembrano molto lontani dal raggiungimento dell’obiettivo. L’obiettivo fissato per il 2020 dal nostro Paese è quello di ridurre di 2 milioni 200mila unità il totale complessivo di persone a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel corso degli anni la distanza dell’Italia dall’obiettivo prefissato è andata aumentando: nel 2010, secondo i dati Eurostat, il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia era pari a 14.757.000 unità. L’uscita dallo stato di povertà di 2 milioni 200mila persone entro il 2020 porterebbe il totale di persone povere alla cifra di 12 milioni 557mila unità. Ma la situazione è diversa: in termini assoluti, dal 2010 al 2013 i poveri in Italia sono aumentati di 2 milioni 569mila unità: una cifra maggiore dell’obiettivo assoluto di “poveri in meno” previsto dal nostro Paese per il traguardo del 2020. Il Poverty Gap EU-2020, ossia la distanza dell’Italia dall’obiettivo del 2020, è ormai pari ad oltre quattro milioni e mezzo di persone.imagesP ASSOLUTA

2. IL CASO ITALIA: UNA POVERTÀ OLTRE GLI ARGINI

In Italia nel 2013 le persone in povertà assoluta risultano essere 6 milioni e 20mila; le famiglie 2 milioni e 28mila. L’incidenza della povertà risulta in continua crescita, attestandosi oggi al 9,9% per gli individui e al 7,9% per le famiglie. Dal 2007 (anno che anticipa lo scoppio della crisi) ad oggi i livelli di povertà risultano più che raddoppiati, palesando così tutte le difficoltà di un Paese che non conosce segnali di ripresa. I dati della statistica ufficiale consentono di evidenziare almeno due elementi: si sta assistendo ad una recrudescenza delle ormai note situazioni di criticità; accanto alle vecchie e irrisolte situazioni se ne aggiungono delle nuove, che definiscono inediti percorsi di impoverimento.

Di particolare gravità è la “questione meridionale”. Il Sud, che prima della crisi evidenziava

situazioni di svantaggio, sembra vivere adesso situazioni di autentico dramma sociale. Oggi nel Mezzogiorno le persone che non riescono a far fronte a quelle spese base, che garantiscono una vita dignitosa, sono il 14,6% del totale (il 12,6% delle famiglie). In termini assoluti si contano in queste aree oltre 3 milioni di incapienti, praticamente la metà dei poveri di tutta la nazione. Tuttavia non è solo il Mezzogiorno a registrare segnali negativi. Le aree del Centro e del Nord in poco più di un lustro hanno visto praticamente raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione. Infine se fino a qualche anno fa le categorie più vulnerabili erano perlopiù le famiglie di anziani, i nuclei con 5 o più componenti, le famiglie con disoccupati. Oggi a queste se ne aggiungono di nuove: nuclei di giovani, famiglie con uno o due figli, famiglie il cui capofamiglia risulta occupato (le cosiddette in work poverty).imagesCARITASS

3. LA POVERTÀ LETTA DAI CENTRI DI ASCOLTO “CARITAS”

Da gennaio a giugno 2014 si sono rivolte ai Cda inclusi nella rilevazione 45.819 persone .

Si registra un forte aumento dell’incidenza degli italiani tra gli utenti Caritas.

Tra gli assistiti oggi quasi uno su due è di nazionalità italiana (esattamente il 46,5%). Solo un anno fa, nel primo semestre 2013, la percentuale si attestava al 31,1%. È soprattutto il Mezzogiorno a registrare l’incremento più evidente: in queste zone gli italiani rappresentano il 72,5%. In termini di età prevalgono i giovani adulti della fascia di età 35-44 (27,1%) e di quella 45-54 (26,0%).

Tra gli stranieri risulta più alta l’incidenza degli under 34; tra gli italiani al contrario è più elevato il peso degli over 55. Rispetto alla condizione occupazionale prevale chi è in cerca di un’occupazione (il 62,7% del totale).

Diminuisce nel corso degli anni il peso degli occupati. Tale tendenza può essere letta come una conseguenza del calo di occupazione che sta vivendo il nostro Paese e che produce effetti ancor più negativi su chi, già prima della crisi, viveva situazioni di fragilità sul fronte lavoro: precari,working poor, lavoratori saltuari.

Come un anno fa prevalgono i bisogni legati a situazioni di povertà economica: più di un utente su due (il 54,3%) ammette di vivere in uno stato di deprivazione. Tali situazioni vissute in modo analogo da italiani e stranieri coincidono spesso con l’assenza di un reddito o con un livello di reddito insufficiente.

Seguono poi i problemi occupazionali (45,0%) e abitativi (20,1%).  

Tra gli italiani non irrisorie le situazioni di chi vive disagi e vulnerabilità familiari (15,9%). Rispetto agli interventi prevale l’erogazione di beni e servizi materiali (56,3%); tra questi spiccano in particolare la distribuzione di viveri e di vestiario e i servizi mensa.

La seconda voce di intervento è quella dei sussidi economici, in particolare: pagamento bollette, contributi per le spese di alloggio, acquisto di generi alimentari, sostegno per le spese sanitarie. Tra gli interventi realizzati, alto è anche il peso delle attività d orientamento, in crescita rispetto al passato; a beneficiare di tali servizi sono soprattutto i cittadini stranieri, presumibilmente i più fragili sul fronte amministrativo-legale. In molti, infine, hanno beneficiato dei soli interventi di ascolto, magari in profondità e reiterati nel tempo.

Dati raccolti nel corso nel primo semestre 2014 provenienti da 531 Cda (18,7% del totale) in 85 diocesi (38,6% del totale)

4. LE RISPOSTE ANTICRISI MESSE IN ATTO DALLE CHIESE LOCALI

Nel corso del 2013 Caritas Italiana ha supportato le Caritas diocesane, con sostegni economici ad hoc, nella realizzazione di interventi di contrasto alla crisi economica in atto. Il peggioramento delle condizioni economiche di molta parte della popolazione ha reso necessario potenziare gli interventi di supporto in ordine soprattutto ai seguenti ambiti: abitazione, lavoro, spese di prima necessità, sostegno al credito. Da giugno a dicembre 2013, ha presentato richiesta di rimborso il 76% delle Caritas diocesane.

Fra le tipologie di spese sostenute, la prevalente risulta essere quella dei contributi al reddito, che assorbe il 39,6% dell’ammontare complessivo di spese rimborsate, seguita dall’acquisto di beni di prima necessità (32%). In modo particolare, al Sud hanno prevalso nettamente le spese destinate alla costituzione di fondi di garanzia presso istituti bancari per la realizzazione di attività di microcredito all’erogazione di contributi al reddito e per il sostegno alle esigenze abitative. Mentre al Nord risultano prevalenti le spese per i voucher.

5. POLITICHE DEBOLI, IN UN ORIZZONTE TEMPORALE POCO DEFINITO.

LO STATO DELLE POLITICHE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ IN ITALIA

Il 2015 non sarà, per il nostro Paese, l’anno della svolta. Il quadro economico è segnato da indicatori ancora più negativi degli anni precedenti. Una Europa, secondo la BCE, con una ripresa stentata, e il nostro Paese tendenzialmente in deflazione, con tassi di disoccupazione al più stabili ed effetti ambivalenti delle politiche governative in tema di rilancio dell’economia. Ma anche le misure specifiche anti-crisi finora introdotte non hanno generato effetti rilevanti (poco meno che una famiglia in povertà assoluta su quattro ha avuto il “bonus di 80 euro mensili” introdotto dal Governo Renzi).

A meno di ulteriori sviluppi finora non annunciati, l’onda delle povertà assoluta al 10 per cento nel nostro Paese verrà contrastata dal probabile rifinanziamento della social card tradizionale, dalla prosecuzione delle sperimentazioni previste già dal governo Letta, dall’avvio progressivo dell’utilizzo delle risorse del FEAD, il nuovo fondo europeo per sostenere i cittadini sprovvisti di beni essenziali. A nostro avviso, queste misure non sono in grado di prendere in carico le povertà vecchie e nuove del Paese, e questo anche a causa del carattere eccessivamente categoriale di molti di tali provvedimenti, limitati a segmenti di famiglie in condizioni di disagio. Inoltre, il carattere sperimentale di molte novità legislative rischia di trasformarsi in un alibi per perenni strategie dilatorie, di rinviata presa in carico istituzionale del problema della povertà e dell’esclusione sociale in Italia.

Condividiamo la necessità espressa dal ministro Poletti di un piano nazionale di contrasto alla povertà, a patto di rispettare alcune cautele: avviare un lavoro di consultazione con la comunità civile, i soggetti sociali e istituzionali; comunicare in modo trasparente i risultati delle sperimentazioni; definire le tappe di una roadmap in grado di qualificare in senso sussidiario il sistema di protezione sociale territoriale; fondare sempre le nuove proposte su attività di studio, in grado di quantificare i fabbisogni sociali dei diversi territori.

A quest’ultimo riguardo, pesa la scomparsa della Commissione nazionale di indagine per l’esclusione sociale, provocata dai tagli al bilancio del Governo Monti, e di altri luoghi di consultazione sociale e scientifica, in grado di superare pregiudizi e luoghi comuni sulla povertà.

Per tutte queste ragioni Caritas Italiana ha promosso – insieme ad altri soggetti sociali e forze sindacali – l’Alleanza contro la povertà in Italia, allo scopo di sensibilizzare il Paese su questo tema e proporre una nuova misura

di contrasto universale ai fenomeni connessi, il Reddito di inclusione sociale, in una forma progressiva e sostenibile sul piano della finanza pubblica, per fornire risorse e progetti di inclusione a quanti vivono sotto la soglia della povertà assoluta.

 

Piano Povertà

La povertà non si risolve con l’assegnino dell’Inps. Proviamo a costruire un piano nazionale per contrastarla”. È quanto ha affermato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, intervenendo alla presentazione del rapporto di Caritas Italiana su “Il bilancio della crisi. Le politiche contro la povertà in Italia”.imagesP ASSOLUTA

Il ministro ha così in parte ascoltato le richieste del direttore della Caritas Francesco Soddu , che sostiene la necessità di inserire nell’agenda politica l’obiettivo del contrasto alla povertà con un piano d’azione nazionale al posto di sperimentazioni continue e frammentarie. “Il piano nazionale deve definire una governance condivisa per riorganizzare tutte le risorse di contrasto alla povertà di modo che questo insieme trovi una sua modalità di gestione. Serve una radicale riorganizzazione degli strumenti a disposizione e una valutazione degli stessi – ha detto Poletti – Il nostro Paese non ha mai avuto una politica sociale degna di questo nome”.
Sull’introduzione del Reddito d’inclusione sociale, Poletti ha risposto che “c’è sempre qualche elemento di preoccupazione di induzione alla passività e alla dipendenza, per cui una misura di questo tipo potrebbe diventare tossica. Bisogna ridurre il rischio di un trasferimento monetario che fa diventare passivi perché la nostra idea è di una politica attiva”. facciamo”. Poletti non ha dato ulteriori dettagli su quali possano essere le misure effettive di contrasto alla povertà, suscitando critiche da parte delle associazioni. In una nota, Gianni Bottalico, presidente delle Acli, attacca: “da Poletti nessun segnale concreto per contrastare la povertà”. “Le dichiarazioni del ministro di quest’oggi, riferite alla lotta alla povertà, ci lasciano un po’ preoccupati, nel senso che non abbiamo riscontrato una volontà politica atta ad avviare un percorso strutturato contro la povertà – si legge nel comunicato di Bottalico – Ci è stata assicurata attenzione alle nostre proposte, ma sul piano della volontà di attivarsi da subito con un piano nazionale della povertà strutturato, pluriennale e con risorse da assegnare è stato evasivo. Questo ci lascia molto perplessi, soprattutto questa impostazione tutta orientata verso la social card, uno strumento che ha rivelato tutti i suoi limiti, piuttosto che a una soluzione come noi continuiamo a indicare più autorevole, più strutturata e più politica che è quella del Reis”.poveri-italiani

In conferenza stampa il ministro Poletti ha dichiaratoSarà necessario almeno un anno per vedere attuata la riforma del Terzo settore approvata ieri dal Consiglio dei ministri. È chiaro che per poter fare i decreti delegati è necessario che il parlamento approvi la legge delega, pensiamo che nell’arco di sei otto mesi sia possibile avere l’approvazione della legge delega e poi abbiamo sei mesi per l’approvazione dei decreti delegati, quindi direi 12 mesi per la concreta attuazione”. Rimane ancora poco chiara la copertura finanziaria della legge. “Sul piano delle risorse – ha continuato il ministro – al momento noi abbiamo immesso una norma che dice che, prima dell’approvazione, ogni decreto delegato deve definire le risorse eventualmente necessarie. Abbiamo valutato che con le risorse presenti nel fondo specifico per il servizio civile, più le risorse inutilizzate e quelle risorse disponibili per il Programma garanzie giovani, noi siamo in grado tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 di avere circa 40mila giovani italiani che possano fare il servizio civile. Per noi è già una buona risposta come primo step per arrivare a centomila in tre anni. Stiamo dialogando con altri ministeri come l’Ambiente e la Cultura per vedere se mettendo insieme le risorse possiamo fare bandi specifici per i giovani su temi ambientali o culturali. Quarantamila partiranno per il servizio civile, i bandi nazionali e regionali sono già in predisposizione”Nel corso del suo intervento alla Caritas, ha spiegato anche lo spirito della legge delega di riforma del Terzo settore. “Abbiamo assunto un orientamento che ha due pilastri: la partecipazione attiva dei cittadini, e il fatto che prima del mercato e dello Stato vengono le persone e le comunità – ha detto – In campo ci sono tre soggetti: lo Stato, il mercato e la società”. Secondo questo approccio, ha ribadito il ministro, “il terzo settore non è un soggetto chiamato in campo difronte alle emergenze, o quando lo Stato non ci arriva, ma pensiamo a tre soggetti che agiscono insieme in modo strutturale e sistematico”. Infine, Poletti ha concluso annunciando che “la Commissione europea ha approvato il piano operativo garanzie giovani dell’Italia, in questo caso siamo arrivati secondi dopo la Francia”.

Il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, ha commentato cosi il piano” Sarebbe veramente ora che il governo, dopo sette anni di crisi che ha destabilizzato la parte più debole del paese,affrontasse seriamente il problema della povertà in Italia e, attivasse davvero un piano concreto e responsabile per contrastarlo” Il segretario conclude senza mezzi termini “Non si tratta di limitarsi agli annunci o di proporre strumenti parziali ed effimeri, ma il contrasto alla povertà deve essere racchiuso in un piano nazionale che preveda un mix di interventi strutturali come la riduzione del peso fiscale su lavoratori, pensionati e famiglie, a partire da quelle più povere. Rilanciare investimenti sul territorio che favoriscano occupazione, inclusione sociale e politiche attive del lavoro.”

 ” il nostro Paese non solo è malato: lo è gravemente. È malata la democrazia come forma di governo chiamata a garantire a tutte le persone una vita libera e dignitosa. Questa garanzia da tempo non esiste più: vale solo sulla carta, mentre nei fatti è continuamente smentita. Libertà, dignità, lavoro sono diventati – da diritti – privilegi, beni solo per chi se li può permettere. “(Don Ciotti Presidente di Libera)


Occupati e disoccupati (mensili)A gennaio 2015 il tasso di disoccupazione è pari al 12,6%, -0,1 punti percentuali su dicembre
Periodo di riferimento: Gennaio 2015 -ISTAT-

 

Adelfia Franchi

Stop burocratico per la Granai Run

 

Le parole del Presidente Catarci descrivono da sole il nostro stato d’animo” dicono Patrizio Mancini e Ferdinando Zinni, organizzatori della Granai Run “non ci aspettavamo assolutamente una comunicazione di tre righe con cui l’ottavo gruppo di Polizia di Roma Capitale vuole relegare in archivio una delle migliori manifestazioni podistiche della Capitale”.

 Se l’azione della polizia locale andasse in porto” evidenziano Mancini e Zinni, “oltre alla grande gara agonistica”, che nel 2014 ha visto partecipare quasi 2500 atleti, “la Capitale perderebbe un altro vero e proprio patrimonio dello sport di tutti: la Saetta dei Granai, lodata anche dal mitico Pietro Mennea, con i suoi 1500 bambini che si sfidano sulle leggendarie distanze dei 100 e 200 metri su via Mario Rigamonti”.

 Il Comitato Organizzatore della Granai Run, in soli sei anni e grazie all’impagabile collaborazione offerta dal Municipio VIII (ex XI), dal Centro Commerciale i Granai e dalla FIDAL Lazio ha saputo creare e sostenere un evento che non è solo una grande gara di corsa su strada. La Granai Run è un evento con un format creato ad-hoc per essere alla portata di tutti: famiglie, scuole, società sportive e gruppi organizzati in un momento di forte contrazione dell’economia e con innumerevoli problemi organizzativi (che sono sempre stati risolti grande all’intraprendenza, al coraggio e ad una spropositata passione per l’atletica leggera e lo sport).

 Quanto detto per sostenere con forza che questa manifestazione e l’orgoglio degli organizzatori non possono cadere sotto i colpi della burocrazia dettati dalla Polizia di Roma Capitale.

 “Restiamo costernati soprattutto perché nella riunione in conferenza dei servizi i rappresentanti della Polizia Locale non avevano espresso quanto poi contenuto nella striminzita comunicazione che ci è stata recapitata qualche giorno fa” proseguono Mancini e Zinni, “si era addirittura riprogrammata la seconda e finale riunione per i primi giorni di aprile per risolvere le ultime problematiche e proiettarci sull’evento”.

 Dal conto nostro avevamo già comunicato la presenza di 52 volontari della protezione civile e 5 scorte tecniche (auto e moto) degli operatori specializzati e patentati ASA inoltre avevamo dato la nostra disponibilità a contribuire agli straordinari dei Vigili, nonostante le nostre siano associazioni no-profit e quindi non vincolate dai regolamenti comunali a tale azione” precisano Mancini e Zinni.

 Ma la domanda che tutto il Comitato Organizzatore si pone questa mattina è: “come è possibile che ad un mese dall’evento, dopo anni di grande ed efficace collaborazione e dopo aver espresso la volontà di voler venire incontro all’amministrazione e alle sue note problematiche, una letterina di tre righe sbatta la porta in faccia alla Granai Run? Dove sta il vero problema?”paolo masini

 Oggi la vicinanza dell’Assessore allo Sport di Roma Capitale Paolo Masini, quella di Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII e quella di Fabio Martelli, presidente del Comitato Regionale Lazio della FIDAL” concludono Mancini e Zinni, “si uniscono alla stima e alla preoccupazione dei dirigenti delle Società Sportive Romane, di tanti insegnanti e di tanti amici podisti che ci danno la determinazione e la forza di affermare che il 12 aprile si correrà una GRANDE edizione della Granai Run!”.