Baby prostitute dei Parioli, Soldi …sesso…successo..
Una storia abitata da mostri,papponi, streghe e fanciulle sfiorite
Una brutta favola? Purtroppo no, una storia vera, una delle tante, che ormai siamo ormai abituati a sentire, leggere, digerire e, dimenticare nel giro di qualche settimana. Come definire la storia delle due baby prostitute dei Parioli che all’epoca dei fatti avevano 14 e 15 anni? In particolare, è agghiacciante il ruolo avuto dalla madre della più piccola, che non solo sapeva dell’attività della figlia, ma si preoccupava del mancato”introito”, magari a causa di un malessere. Perché ormai quei soldi erano diventati parte integrante delle entrate di famiglia. Condannati gli otto imputati,la pena più severa a Mirko Ieni ha avuto 10 anni,Pizzacalla 7 l a madre della ragazzina che chiedeva continuamente soldi è stata condannata a 6 anni di reclusione ed è stata anche dichiarata decaduta dalla potestà genitoriale. A parere del giudice Costantino De Robbio le due ragazze oggetto della vicenda si sono lasciate coinvolgere “nell’attività di meretricio senza alcuna remora, avendo di mira esclusivamente la prospettiva di guadagni facili ed immediati per poter acquistare vestiti, borse e cocaina, fino a reagire con sorpresa e perfino con iniziale fastidio all’intervento delle forze dell’ordine e della Procura che” ha posto “fine al loro scellerato sistema di vita” Nelle 90 pagine di motivazione della sentenza di condanna di primo grado – Il Tempo ne pubblica alcuni stralci – il giudice per le udienze preliminari De Robbio è durissimo:
“La ragione del micidiale incrocio di vulnerabilità ed assenza di valori che costituisce l’humus su cui sono innestate le condotte delittuose”. La mamma della giovanissima avrebbe avuto 150-200 euro al giorno. E lei “ha scelto di non farsi domande sulla provenienza del denaro.”La ragione del micidiale incrocio di vulnerabilità e assenza di valori che costituisce l’humus della vicenda è probabilmente dovuto all’incredibile indifferenza mostrata dalle persone a cui era naturalmente e istituzionalmente affidata la cura della crescita e dell’istruzione delle due ragazzine. Si fa riferimento – scrive ancora il Gup – alla madre” della più giovane delle due, “che per lungo tempo ha ricevuto dalla figlia 14enne versamenti quotidiani di denaro ed ha scelto di non farsi domande sulla provenienza del denaro, non solo prendendo atto della circostanza ma cominciando ben presto a fare conto su quel denaro la cui provenienza illecita era più che evidente, e giungendo infine a sollecitarne i versamenti”.
Un pianeta di mostri in guerra per la gestione di due ragazzine si minorenni, ma, capaci di contare soldi dei clienti, clienti avidi di mettere le mani su due minorenni. Scrive ancora il giudice: “Emerge un desolante quadro di superficialità e cinismo, che accomuna organizzatori della prostituzione minorile e clienti, nel consapevole intento di approfittare per il proprio tornaconto (sia esso economico o di soddisfacimento della libido sessuale) dell’evidente incapacità delle due ragazzine di rendersi pienamente conto delle conseguenze di ciò che stavano compiendo”.
“In nessuna delle numerosissime conversazioni degli imputati – prosegue il Gup – emerge alcuna preoccupazione o scrupolo in relazione alla scelta di indurre alla prostituzione delle ragazzine da poco uscite dalle scuole medie; la loro giovane età è anzi sempre vista come fonte di maggiore attrattiva ‘commerciale’ e dunque di guadagno per gli sfruttatori Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla e di piacere sessuale per gli altri”.Possibile che ogni giorno che passa siamo diventati tutti cosi ciechi, cosi sordi da non vedere sentire cosa succede intorno a noi? A non interessarci di uno sguardo triste di una bambina figlia della nostra vicina di casa?Questa fame di soldi anche quando non ne abbiamo necessità, da dove ci arriva?Sopratutto, mi chiedo: quanto tempo abbiamo per restare ad occhi “chiusi?
Adelfia Franchi