….. Brexit or not Brexit
Brexit or not Brexit, that is the Question
(with Sir William & Sir Wiston)
Nei giorni scorsi un lettore del Corriere della Sera ha posto a SERGIO ROMANO, che cura la rubrica LETTERE AL CORRIERE la domanda “Secondo lei se Churchill fosse ancora in vita voterebbe la Brexit?
L’ Ambasciatore Romano nella risposta ha ricordato che Churchill, dopo che nel 1945 aveva perso le elezioni, «aveva ricominciato a scrivere e a pronunciare discorsi: due attività per cui aveva una straordinaria vocazione». Proprio in uno di quei discorsi, pronunciato all’Università di Zurigo, nel 1946, «auspicò la nascita una grande famiglia europea intorno al nucleo di una indispensabile associazione franco-tedesca»
Romano ha concluso la sua risposta con queste parole «posso immaginare che la compagnia di Boris Johnson, ex sindaco di Londra, Nigel Farage, leader del Partito indipendente del Regno Unito e Rupert Murdoch, magnate dei mezzi d’informazione e proprietario del Sun (tre entusiastici partigiani della Brexit) non gli sarebbe piaciuta».
Churchill è scomparso il 24 gennaio del 1965 e le cronache di allora ci raccontano che «Intorno a Westminster, una folla silenziosa e composta ha formato per tre giorni un’interminabile fila, per portare l’ultimo saluto a « Winnie ». C’erano gli inglesi che hanno visto la guerra, che ricordano Londra sventrata dalle bombe e Churchill intrepido tra le macerie a predicare la resistenza. E c’erano i giovani nati dopo, nati in questi anni, nei tempi di libertà che egli contribuì a preparare per tutti. Sui volti degli anziani, la mestizia per la scomparsa dell’inglese più grande del secolo si accompagna all’orgoglio di essergli stati compagni nell’ «ora più bella» della vecchia Isola». (EPOCA 7 febbraio 1965)
Il voto del 23 scorso ha visto trionfale proprio quei tre entusiastici partigiani della Brexit che, secondo Romano, a Churchill non sarebbero piaciuti. I favorevoli all’uscita hanno superato i contrari di una minima percentuale ed il Paese si ritrova diviso in due parti quasi uguali. Il Regno Unito è in crisi, e forse la Union Jack, adottata nel 1801, dovrà essere ridisegnata. Spariranno le croci di San Patrizio e quella di Sant’Andrea?
La Scozia e l’Irlanda del nord non hanno votato come il resto del Regno Unito, hanno votato per rimanere nell’Unione Europea e quindi è prevedibile che, prima che la Gran Bretagna esca definitivamente dall’Unione Europea, la Scozia effettui un nuovo referendum per l’indipendenza e l’Irlanda del nord per la riunificazione con la repubblica d’Irlanda.
Ma il voto ha creato in Gran Bretagna anche uno scontro generazionale, i nonni, con il loro voto maggioritario a favore della Brexit, hanno deciso il futuro dei nipoti. Ma questi nonni non erano forse i giovani che, 51 anni fa, in quel lontano gennaio del 1965, in fila, intorno Westminster, accompagnati dai loro genitori o dai loro insegnanti, volevano portare l’ultimo saluto a “Winnie”?
I giovani di allora, che potremmo definire i nipoti di Churchill, legati ad un passato che non ritorna, che avevano visto, all’uscita dalla chiesa di San Paolo, tra i rappresentanti di tutto il mondo venuti a rendere omaggio a “Winnie”, il generale De Gaulle, Giuliana d’Olanda, il re Federico di Danimarca, il presidente israeliano Shazar, il re Olaf di Norvegia e tanti altri ex alleati di guerra ed ex nemici, con il loro voto sono andati contro il vecchio “Winnie”, ma sono riusciti a riportare all’attenzione del mondo intero il loro paese che se una volta ha contribuito a salvarlo ora contribuisce a mandarlo a picco.
Le borse di tutto il mondo sono in caduta libera, la costruzione dell’Unione Europea scricchiola, ci potrà essere un effetto domino. Altri paesi, prevalentemente quelli del nord, che non amano troppo l’unione con i paesi mediterranei, una volta uscita la Gran Bretagna dall’Unione Europea, vorranno consultare l’opinione dei loro cittadini e nuovi referendum proporranno “exit Si, exit NO”. Se ciò dovesse accadere personalmente non credo che sarà un bene per l’Europa; si tornerà ai confini nazionali non più aperti ai cittadini dell’Unione e ciascun Stato vorrà riprendersi la sua sovranità monetaria.
Forse L’Unione è cresciuta troppo, l’accelerazione è stata dovuta dal crollo dei regimi comunisti, è un carrozzone troppo burocratico, è da riformare, ma si deve riformare dall’interno, non uscendone fuori.
Alessandro Ricci
La foto: Gennaio 1965, Londra, in fila per rendere omaggio a “Winnie”