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Camorra e Calcio Criminale

CALCIO CRIMINALE…. Un “Libro Inchiesta” in una recensione di Adelfia Franchi, ricca di osservazioni ed interviste.

“Il calcio criminale è una minaccia seria, concreta e attuale, sia per chi opera onestamente nel mondo del pallone, sia chi ne è sinceramente appassionato”. Viene cosi presentato il libro scritto da Pierpaolo Romano, ricercatore e giornalista pubblicista, attualmente è coordinatore nazionale dell’associazione  Avviso Pubblico. Fino al 2008 è stato consulente della commissione Parlamentare Antimafia.

UNA STAGIONE TIRA L’ALTRA…

Una volta si tirava il pallone in rete ed era goal !!!  chi urlava di gioia, chi abbassava la testa per la delusione.

Oggi gli obbiettivi strategici del calcio sembrano diventati quelli del ”crimine”; ogni stagione si chiude con drammatiche e difficili rivelazioni. Un confronto importante e un tentativo di farci capire ce lo offre Pierpaolo Romano con questo libro dal titolo forte e durissimo: “CALCIO CRIMINALE”.

Il giornalista, supportato dalla sua professione, da amici che lo apprezzano per la sua serietà professionale, ha indagato e raccolto elementi che ci portano all’interno di un mondo oscuro; veniamo a conoscenza di elementi che pensavamo solo esistere in altri mondi. Tutto ciò ci farà mangiare delusioni e sprofondare in abissi dove risiedono MAFIA, CAMORRA, NDRANGHETA ed ”estorsioni mascherate da sponsorizzazioni” dove in nostro aiuto verrà un amico Prete che tutti conosciamo: DON CIOTTI, risveglierà in tutti noi e nel calcio pulito la voglia di lottare per risvegliare coscienza sociale, per avere la forza di denunciare…CHI SA DEVE FARLO…

LUCI E OMBRE…indagini complesse che a volte prendono piede in alcune zone d’Italia. Luci che diventano progetti come quelli dell’Associazione LIBERA, che con il calcio rimette in gioco con la Nazionale Italiana, i campi in Calabria, anche questa è denuncia, a raccontarci quest’avventura è Roberto De Benedettis – 48 anni, responsabile del settore Sport di Libera ………. La giornata di Rizziconi (Rc) ha significato molto per la presa di coscienza del mondo dello sport nei confronti della società che circonda questa sorta di “isola felice”. Isola felice lo dobbiamo mettere tra virgolette, perché i valori importantissimi che dovrebbero essere  le colonne portanti dello sport, a volte fanno difficoltà ad affermarsi, soprattutto quando gli interessi economici, distorcono la visuale dei protagonisti dell’evento sportivo. Assistiamo ormai quotidianamente agli scandali che lo sport ci propone, dal Calcio scommesse, alle situazioni che riguardano il doping, allo spettacolo a volte inguardabile delle  elezioni quadriennali dei vertici federali.

Quel giorno, seppur importante, non basta, se a distanza di poche settimane il capitano della nazionale, Gianluigi Buffon dichiara – a proposito del famoso gol del milanista Muntari – “Anche se mi fossi accorto che la palla fosse entrata, non avrei aiutato l’arbitro”. E i valori dello sport? La lealtà, la correttezza, il fair play, il rispetto delle regole, dell’avversario di se stessi? Tutto bruciato in 15 parole. Buffon era presente a Rizziconi, così come gli altri azzurri aveva apprezzato le fortissime parole di Don Luigi Ciotti dichiarando: “Per noi era un dovere morale essere qui, un senso di responsabilità che bisogna avere in situazioni e occasioni come quelle di oggi. Adesso devono scendere in campo tante persone, la politica ci dovrà e ci deve sostenere e dare una mano, ma dovranno scendere in campo in primo luogo i valori della liberta’ che regnano in ogni abitante di questa terra – ha proseguito Buffon -. Come ha detto don Ciotti, che ha parlato in maniera esemplare senza le solite litanie che si sentono in queste occasioni, il grimaldello deve essere quello di migliorare la nostra cultura singolarmente, conoscere a fondo la storia di ogni paese e di ogni città, solo una conoscenza diretta di quello che e’ stato e di quello che e’ può smuovere le coscienze”.

Ecco, alle parole devono seguire i fatti, ognuno di noi deve guardarsi dentro e rispondere in prima persona alla propria coscienza. Le parole sono vuote se a queste non corrispondono i comportamenti. Per questo dobbiamo rifarci all’etica, e lo sport o è etico o non è sport.

UN PONTE DI LEGALITA TRA  LOMBARDIA E CALABRIA…

Per questo non vuole sentire parlare di ombre il giovane consigliere di ROMA CAPITALE Marco Siclari, delegato del Sindaco ai rapporti istituzionali e territoriali tra Roma Capitale e le Università, lui che, di origini calabresi ha fatto diventare Roma la sua città, il suo ruolo istituzionale gli permette un approccio con i giovani di tutta  Italia. ”Questo messaggio che l’Italia è solo criminalità deve finire, gli investitori interessati al nostro paese vivono in uno stato di allerta continua, il calcio è un veicolo importante anche sotto questo punto di vista; è pur vero che ci sono aspetti negativi nella società: criminalità, corruzione … ma non rappresenta la maggioranza.  Bisogna iniziare a mettere in risalto e, quasi nessuno lo fa, quello che di meglio esiste al mondo; questo è il made in Italy: dieta mediterranea, prodotti della terra, moda, prodotti alimentari, ambiente …fino ad arrivare al calcio che è il nostro argomento “QUESTO CRIMINALE” che rappresenta un linguaggio universale, purchè rimanga un confronto, dove le diverse culture, Stati contrapposti si PARLANO. Il calcio criminalizzato non aiuta in questo percorso. Si dichiara d’accordo con l’autore del libro quando racconta delle forme di business legate alla criminalità … Continua, convinto che ”chi considera questo sport una risorsa nobile deve tenere lontano chi può condizionare la trasparenza e, quei valori che rendono lo sport un linguaggio di legalità, di rispetto, disciplina, di una società pulita. L’aspetto del calcio che trascina i giovani deve riportare l’Italia a parlare la lingua nazionale non più settoriale, ma geografica, altrimenti rimarremo sempre più divisi e ghettizzati, dobbiamo tornare a parlare di regioni che nella diversità culturale e storica devono rappresentare legami fra tutti i cittadini Italiani.”

DI SCOMMESSE SI PUO ANCHE MORIRE

Una volta si moriva per amore, per continuare in quest’avventura ho preso il trenino, come lo chiamano a Roma, sono scesa a SAXA RUBRA, ho sbagliato fermata …forse volevo sognare un po’… sapete li c’è la sede RAI …A piedi raggiungo invece la mitica sede provinciale FIDAL PARAOLIMPICA, dove mi aspetta Riccardo Viola, Presidente provinciale del CONI Roma; chi non ricorda il suo papà? DINO VIOLA, Presidente della Roma Calcio.

Non si perde in preamboli il Presidente ”partiamo dal fatto che si parla di gioco-calcio, deve essere difeso con tutte le nostre forze, fa sognare milioni di persone, fa gioire e trepidare se fatto con i sentimenti. Icalciatori sono idoli, per molti bambini diventano icone. Il mondo del calcio  deve essere salvaguardato,non si possono distruggere anni di sano lavoro, vuol dire pugnalare anche le persone sane. ”Un argomento che tocca le corde del cuore di RICCARDO VIOLA questo del calcio-scommesse, la sua voce si abbassa leggermente, continua dichiarando” il pericolo che secondo me corre il calcio, da una parte il grande interesse economico che tocca questo mondo, serie A-B-C, dove spesso i giocatori rischiano di non prendere lo stipendio…dall’altra parte il calcio-scommesse che, non è solo quello clandestino ma anche quello legalizzato, perché quando girano intorno alle partite troppi soldi li si può vacillare, sono i giocatori in campo che possono decidere il risultato, che in una situazione finale può produrre il volume d’affari importante…allora anche in una situazione più normale c’e questo pericolo ”Ci ricorda, che molti dei nostri giocatori sono giovanissimi“ è un aspetto delicato, sono ragazzi, spesso catapultati in un mondo dorato fatto non solo di soldi, non solo di veline,ma di VULNERABILITA,avvicinati da personaggi non del tutto “cristallini”e, allora può succedere di tutto. A questo punto, proprio perché nello sport ci può  stare l’errore, è stabilire o trovare il divario tra un errore naturale o un errore pilotato. Credo che la grande responsabilità del dirigente sportivo e del mondo referente sia fare di tutto per far si che questo giocattolo non si rompa. Credo che a fronte di ogni scandalo si rischia che una grande percentuale di tifosi abbandona lo stadio per non tornarci più …i tradimenti si pagano e al di la della morale Cristiana, non ci deve essere perdono, soprattutto giustificazioni. Usciamo dai luoghi comuni,la regione Lombardia ha avuto un assessore incriminato. Le organizzazioni non sempre sono incentrate nelle regioni di rappresentanza,ma internazionali, riguarda tutti, non facciamo i provinciali, il marcio non è solo legato all’appartenenza di nascita. Un mondo che rischia di esplodere, dove i numeri sono troppo elevati, ci possono essere scorciatoie che possono arrivare alla clandestinità. Chi ama lo sport, lo deve difendere e, non lo deve far esplodere, l’impegno di chi non guadagna deve essere rispettato, chi scrive deve farlo solo quando è sicuro di quello che scrive…”Alla mia domanda di raccontarmi un episodio di quando era insieme al padre, come responsabile tecnico della Roma mi ha detto”al di là del valore  tecnico, i giocatori che sono cresciuti avevano tutti una famiglia che gli stava vicino”

BIGLIETTI OMAGGIO ….COSI DIVENTIAMO TUTTI COLPEVOLI….

Nel momento che iniziamo a fare questo tipo di richieste iniziamo a generare il valzer dei soldi incontrollabili … la tifoseria diventa violenta inizia a rivendicare un ruolo nella società..questo libro è di grande interesse,dà un contributo di rilievo, per  fatti e notizie, su frodi e irregolarità sportive. Abbiamo inoltre un quadro aggiornato e completo delle normative di riferimento.

IL CALCIO NON DEVE DEROGARE, NON DEVE SCENDERE A COMPROMESSI, DEVE SCENDERE IN CAMPO. I CALCIATORI, DEVONO FARE IL LAVORO…E NON UNA “BRILLANTE CARRIERA” altrimenti vengono travolti da storie a tinte fosche..

Adelfia Franchi

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