Chàvez …. un punto fermo nel “patrimonio dell’umanità”
La relazione del Prof. Luciano Vasapollo a “La Sapienza”: Chávez non è solo un patrimonio del Venezuela ma di tutta l’umanità
Nel quadro delle attività organizzate per celebrare il 3° Anniversario della scomparsa fisica del Comandante Hugo Rafael Chávez Frías, l’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in collaborazione con Sapienza Università di Roma, ha realizzato il Seminario Internazionale “Il ruolo della Rivoluzione Bolivariana in America Latina: unità dei popoli, democrazia e multipolarità”, al termine del quale è stato proiettato il documentario “Mi amigo Hugo”, del regista Oliver Stone.
Il prestigioso Ateneo ha aperto le sue porte al governo Bolivariano affinchè un gran numero di studenti, docenti e ricercatori conoscessero la realtà affrontata in questo momento dal popolo venezuelano e latinoamericano, che vivono una costante lotta contro il neoliberalismo selvaggio.
Il professor Luciano Vasapollo, Delegato del Rettore della Sapienza per le Relazioni Internazionali con i paesi dell’America Latina e dei Caraibi, nel suo intervento ha riassunto la gestione del leader della Rivoluzione Bolivariana, il quale ricevette nelle sue mani un paese che, per più di 40 anni, aveva vissuto sotto il dominio delle cupole adeco-copeyane (principali partiti al potere), che avevano consegnato la nazione nelle mani del FMI e della Banca Mondiale, organismi che, attraverso le loro misure politiche, avevano sommerso il popolo in una crisi profonda.
Vasapollo ha sottolineato che Chávez svolse un ruolo fondamentale nell’integrazione latinoamericana, nella lotta contro un determinato sistema economico, politico, sociale e nella ricerca di una nuova geopolitica dell’integrazione e della cooperazione tra i popoli, basata sul rispetto e la fratellanza. In questo senso, ha dichiarato “Il Comandante Supremo si è sempre sacrificato per il suo popolo e non ha mai abbandonato il campo di battaglia: è stato un uomo semplice, umile, che ha saputo rappresentare il potere popolare. Per questo, al mondo, non c’è rivoluzionario che non ricordi la figura di Chávez”.
Il Seminario ha permesso, allo stesso tempo, di far conoscere il lato umano e sensibile del Comandante Eterno, cui ha fatto più volte riferimento Vasapollo e che Oliver Stone ha cercato di plasmare nel documentario “Mi amigo Chávez”: la proiezione, infatti, ha catturato i presenti, evocando in tutti l’essenza di questo leader che è rimasto nella storia venezuelana come “Il Gigante”. “Chávez, non è solo un patrimonio del Venezuela ma di tutta l’umanità, per le sue lotte e le sue conquiste” ha concluso Vasapollo.
All’evento ha preso parte anche l’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, Julián Isaías Rodríguez, che ha spiegato che forse Chávez non immaginava la trascendenza storica che avrebbe avuto per il Venezuela e per la nuova geopolitica mondiale. “E’ stato un uomo che ha voluto darci una formazione politica e sociale, lasciando seminato dentro di noi qualcosa che potesse perdurare e germogliare proprio come un seme”. Secondo Rodríguez, grazie al Comandante Chávez “Il paese oggi possiede maggiore coscienza di se” ed ha aggiunto: “Non mi riferisco semplicemente alla coscienza di classe o alla coscienza dei più umili e degli esclusi: anche la borghesia ha preso coscienza di quello che rappresenta e, per questo, in tutto questo tempo ha esercitato la sua condizione di borghesia, mentre il popolo ha esercitato la sua coscienza di classe, storica e di identità con il suo paese”. “Chávez è seminato in un paese ed è latente in tutto il Venezuela ed in molti paesi del mondo che ha visitato, come i paesi africani, latinoamericani, arabi, che lo sentono molto vicino. Oggi abbiamo un Venezuela che non si lascerà vincere: dovrà mandare giù bocconi amari e duri, ma non si lascerà sconfiggere”, ha concluso Rodríguez.
a cura dell’Ufficio Stampa della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana