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COME USCIRE DALLA CRISI

Come uscire dalla crisi: 

la proposta dell’UNAIT

 L’ Italia è per il 13° trimestre consecutivo in recessione. “Dato tecnico atteso” secondo Palazzo Chigi ma sufficiente a fare tornare indietro il Pese di 10 anni per ricchezza e propensione ai consumi che, alimentando il clima di sfiducia strisciante,  mentre rende vani gli sforzi di Renzi nel “cambiare verso”, frena le decisioni di investimento e consumo da parte di tutti.

È un circolo vizioso: prudenza e rinvio nel comprare una macchina, un vestito, un libro, diminuzione dei consumi primari, quelli che impattano direttamente con il tenore di vita, rallentamento del ciclo produttivo, diminuzione del prodotto interno lordo, minore disponibilità al credito e al debito.

E mentre la fotografia dell’Italia diventa sempre più sbiadita, la tensione sociale si scatena nelle piazze, lo scontro sul Jobs Act esce dal Parlamento e investe direttamente il vivere quotidiano, uno sciopero generale è indetto per il 5 dicembre.

  • La domanda principale è: quando si inizierà ad uscire da questa crisi?

«Non esiste una ricetta unica e vincente per la complessa realtà italiana – dichiara Giorgio Ventura, Presidente di UNAIT, l’Unione nazionale delle associazioni del terziario – ma tante possibili opzioni, adatte a risolvere problemi specifici. Renzi fa bene ad appellarsi al senso di responsabilità di ciascuno, a prospettare nuove regole per il lavoro flessibile richiesto dal mercato, ma il suo compito è quello di accelerare sul percorso delle riforme, e di collaborare responsabilmente con le parti sociali in questa direzione».

«In questo momento la priorità è il rilancio dei consumi, si favorisca l’applicazione di contratti di lavoro che prevedano validi incentivi alla produttività. Dal lato degli investimenti aziendali – prosegue Ventura – la Confederazione propone un sistema di incentivazione per i piccoli imprenditori che operano nel settore manifatturiero ed alimentare di qualità e che producono prodotti al 100% “Made in Italy”: un mix di contributi in conto impianto e conto gestione, con accesso al credito bancario agevolato, che permetterà a tante eccellenze produttive nazionali di emergere nei mercati globali».

Le soluzioni proposte da Ventura e da Unait possono ottenere risultati certi nel medio periodo: maggior reddito disponibile con la contrattazione aziendale che favorisce gli incrementi di produttività.

«Nel brevissimo periodo – conclude il Presidente – l’esecutivo faccia la sua parte,  e dimostri vicinanza anche ai piccoli imprenditori, che tengono in piedi la nostra economia, e che non riescono mai ad avere visibilità dai “decision maker” di Roma. Ogni tanto, il Premier, dopo avere definito artigiani e piccoli imprenditori eroi del nostro tempo, vada anche a trovarli: verificherà che nelle piccole e medie imprese italiane operano quegli imprenditori che, con i loro collaboratori, sanno come l’unica forma di globalizzazione possibile per loro sia quella di rilanciare il made in Italy».