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Continente Russia. Dall’Insubria all’Eurasia

INSUBRIA, TERRA D’EUROPA

www.insubriaterradeuropa.net

Continente Russia.
Dall’Insubria all’Eurasia

Il Festival, che si terrà a Varese dal 3 al 15 giugno,
quest’anno sarà dedicato alla Russia


Grandi nome della politica, della storia dell’arte, del giornalismo d’inchiesta, scrittori, artisti e protagonisti d’oltreconfine per la nuova edizione di “Insubria Terra d’Europa”, il Festival che l’associazione culturale Terra Insubre organizza dal 3 al 15 giugno a Varese e che quest’anno sarà dedicato al Continente Russia (“Dall’Insubria all’Euroasia”) e che – tra gli altri eventi – proporrà una retrospettiva di Ivan Bianchi con le prime storiche fotografie di una magica ottocentesca San Pietroburgo. L’importanza dell’evento è anche testimoniata dalla decisione di tenere la conferenza stampa di presentazione – questa mattina – nella sala Gonfalone di Palazzo Pirelli a Milano, il luogo consacrato da Regione Lombardia per promuovere le iniziative di maggior importanza. Ad alzare il velo sulla manifestazione c’era la padrona di casa Cristina Cappellini (assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie), il sindaco di Varese Attilio Fontana, il commissario della provincia di Varese Dario Galli, il presidente di Terra Insubre Marco Peruzzi, Arminio Sciolli de Il Rivellino di Locarno e Jean Olaniszyn dell’archivio Ivan Bianchi di Locarno.

“Si tratta di un progetto – ha sottolineato l’assessore Cappellini – che non guarda solo all’Insubria, ma che aiuterà anche a scoprire i legami tra Insubria ed Eurasia a partire dal contributo degli architetti ticinesi, varesini e bergamaschi e del fotografo Ivan Bianchi alla costruzione e alla diffusione dell’immagine di San Pietroburgo”. “La manifestazione – ha detto l’assessore – ha il pregio di mettere a sistema le specificità del territorio varesino e dell’Insubria”. “Proprio la decisione di mettere in luce il ponte tra Insubria e Russia – ha spiegato l’assessore – ci consente, come Assessorato, di potenziare il nostro lavoro nei rapporti con altre culture, identità e autonomie”.

“Come sindaco grande orgoglio – detto Fontana – di ospitare questa manifestazione, che propone sempre argomenti importanti e significativi è bello riscoprire le radici profonde che uniscono la nostra terra con la Russia e San Pietroburgo in particolare, un’occasione affascinante per ripercorrere le figure che legano Varese con patria degli Zar”. Il commissario Galli, oltre a confermare il pieno appoggio al Festival e al lavoro dell’associazione Terra Insubre, ha ricordato come sia importante rafforzare i rapporti tra Varese e la Russia anche dal punto di vista economico “perché c’è un immenso mercato per le nostre aziende, opportunità che le piccole e medie imprese non possono e non devono perdere: penso al settore plastico, alla meccanica di precisione ma non solo”.
L’evento rappresenta da anni ormai un momento importante di cultura e di discussione nell’area a cavallo tra Italia e Svizzera e anche per questo fra gli ospiti che parteciperanno al Festival ci saranno autorità e studiosi provenienti dal Canton Ticino, come il consigliere di Stato Norman Gobbi e il sindaco di Lugano Marco Borradori. Quest’anno – come ha sottolineato il presidente Marco Peruzzi – si è voluto dedicare l’appuntamento al Continente Russia, un’area particolarmente strategica e in questo momento di grande attualità. Si partirà dalle tradizioni e dalla storia, ma anche dalla straordinaria opera di Ivan Bianchi, fotografo varesino di nascita e ticinese d’adozione: a lui è dedicata la retrospettiva con una mostra fotografica che riproporrà i primi scatti (1852-1854) in bianco e nero di San Pietroburgo, immagini affascinanti e magiche. La perla che si affaccia sul Baltico celebra il terzo centenario della sua fondazione e la festa è anche infatti un po’ insubre: i primi edifici della nuova capitale voluta da Pietro il Grande perché fosse il ponte gettato dalla Russia verso l’Europa furono infatti progettati dall’architetto ticinese Domenico Trezzini che introdusse il gusto barocco nel vasto Impero che lo Zar intendeva modernizzare. Come hanno ben sottolineato Olaniszyn e Sciolli, un posto d’onore tra gli insubri che operarono alla corte va però anche assegnato a Ivan Bianchi, autore del primo documento fotografico dell’antica capitale russa. “Le sue istantanee, esposte di recente in occasione dell’ultima assise del G20 tenutasi proprio a San Pietroburgo, saranno oggetto – parola di Sciolli – di una rassegna ospitata nella Sala Veratti a Varese in collaborazione con il Rivellino di Locarno e con l’Archivio Ivan Bianchi sempre di Locarno: ci saranno anche degli inediti assoluti”.

Ma il Festival non sarà solo questo. Una serie di significativi appuntamenti arricchiranno un programma che approfondirà le relazioni geopolitiche (antiche e nuove) tra Russia ed Europa, il grande sogno euroasiatico, le storie e la letteratura che coinvolsero il popolo russo e quello mitteleuropeo. E ancora, la ridefinizione degli spazi geopolitici ad Est rimane uno dei grandi temi di tutta la politica internazionale che spesso guarda ai conflitti più che agli elementi di unità antica delle culture che da Vladivostok corrono, sottili e profonde, sino al golfo di Finlandia e oltre, sino a Dublino, investendo l’intera Europa. Non diversamente di attualità le relazioni tra le due Chiese, di Oriente e di Occidente, dove il cattolicesimo e l’ortodossia stanno riaprendo porte serrate da secoli in vista di una nuova alleanza, non più sincretista quanto, appunto, euroasiatista. Così passando per le montagne della Carnia dove il popolo Cosacco, per le curiose e crudeli vicissitudini della storia, si trovò, alla fine del secondo conflitto mondiale, ad affrontare la sua ultima cavalcata, sì straordinariamente narrata da grandi scrittori come Sgorlon e Magris. Saremo in viaggio con un compagno di eccezione, tale Corto Maltese, che ci guiderà alla scoperta di un altro personaggio straordinario, il Barone Von Ungern, che nel cuore dell’Asia avrebbe ridato vita al mito euroasiatico che già fu di Alessandro Magno prima e di Gengis Khan poi. Mille storie in questo Festival che vogliono tentare di abbracciare quella geografia mistica che ha solcato popoli, terre e destini, che portarono i venti della steppa sino a noi e da noi tornarono verso quella ‘luce dell’Est’ che nel ‘700 fondò Pietroburgo coi i nostri, cari, magut lombardi.

Sul sito del Festival (www.insubriaterradeuropa.net) e della mostra (www.mostraivanbianchi.info/) tutto il programma degli eventi