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Dall’Atlantico agli Urali …..

Alla ricerca di una “IDENTITA’ PERDUTA”

La strage di venerdì sera del 13 novembre a Parigi è stata definita come “L’ XI SETTEMBRE Francese”. Allora, nel 2001, moltissime persone ritennero giusto definirsi “Siamo Tutti Americani”, così come oggi tante altre ritengono sia doveroso ripetere “siamo tutti Parigini” ……

A prescindere dalla spietata efferatezza dl questo nuovo barbaro massacro – e dalla necessità di dover obbligatoriamente “REAGIRE” – è opportuno, però, fare alcune considerazioni, trattandosi di situazioni notevolmente diverse.

Preliminarmente vorrei comunque evidenziare di aver molto apprezzato, pur nutrendo una mia personale disistima verso il popolo americano ed i loro leader politici, la frase “Ich bin ein Berliner”, pronunciata il 26 giugno 1963  da John Fitzgerald Kennedy, davanti al “muro della vergogna” (avevo allora 21 anni),  poi successivamente crollato il 10 novembre 1989.

Dal 1963 ad oggi, molti Anni, Decenni ed anche Ventenni sono passati e forse obliati ma, per fortuna, la mia minimale e personale memoria storica ancora resiste …. pertanto, vorrei tornare a quest’ ultima strage avvenuta ora a Parigi e che, a mio avviso, deve essere inquadrata diversamente, rispetto sia a quella precedente del 7 gennaio 2015 sempre a Parigi (presso la Redazione di Charlie Hebdo), sia a quella più lontana dell’11 settembre 2001 a New York. (*)

Infatti, questa recente strage deriva da una serie di catastrofici errori da addebitare principalmente alla stessa Europa che, ritenendo opportuno (e stoltamente) imitare gli Stati Uniti d’America, ha voluto imbarcarsi in una serie di “guerre sbagliate” ed ora sta duramente pagando tali errori. Infatti, un grave errore è stata la partecipazione al 2° conflitto contro l’Irak per abbattere Saddam Hussein, accodandosi successivamente agli U.s.a. in una mal condotta guerra in Afghanistan. Altrettanto grave, da parte dell’Europa, è stata una perversa ostilità nei confronti del regime di Bashar al Asshad in Siria, fomentando inopportunamente una guerra civile interna; ancor più grave l’intervento in Libia per detronizzare Mu’Amar Gheddafi.

Trattasi di vere e proprie guerre di aggressione, contrabbandate falsamente come interventi umanitari a favore di popoli oppressi ed intraprese invece sia per rafforzare i propri interessi petroliferi, sia per ragioni di “mercato”. A voler essere buonisti (ma non mi piace fingere), tali interventi potrebbero essere inquadrati come demenziali e velleitari tentativi di “esportare la democrazia”, tra l’altro imponendola a popoli da cui non era richiesta.  Grazie alla miopia del “nuovo Asse Franco-Britannico” (riedizione revanscistica della Guerra di Suez) ora abbiamo i terroristi dell’ ISIS ( subentrati nel ruolo e nelle funzioni di AL QUAEDA) che hanno non solo davanti alle nostre frontiere, ma dentro le nostre stesse Città !  L’ascesa e l’espansione de “Il Califfato del Terrore” doveva essere già affrontata e bloccata militarmente sul territorio da oltre una anno e diplomaticamente con una diversa politica verso l’Islam, quale nostro interlocutore in un “Progetto Mediterraneo”.

E su questa frontiera comune la così detta “E.U.” (Unione Europea ?) – erroneamente occidentalista ed atlantista – dovrebbe agire all’unisono con la Russia di Putin, contro la quale invece ha commesso ancora una serie di errori politici e diplomatici, culminati nelle recenti “sanzioni”, che tanto rammentano inique memorie.

Si parla di “Europa Unita” e/o di “Unione Europea”  …. Ma quale, ma dove, ma quando ?

Roma ed Aquisgrana sembrano irrimediabilmente aver ceduto la loro essenza e la loro spiritualità alla B.C.E. mentre gli “organismi centrali” di Bruxelles e di Strasburgo impartiscono ed impongono le direttive economiche/finanziarie di Berlino alle altri capitali europee … e mentre i presuntuosi discendenti di Napoleone e di Nelson si dedicano a velleitarie quanto improvvide azioni belliche per i loro piccoli interessi di bottega.

Mai come ora questa Europa è caduta a suoi “minimi storici”, mai come ora questa Europa dovrebbe ritrovare i suoi valori, una sua identità, una sua missione. E proprio riappropriandoci della nostra memoria, mai come ora andrebbe riattualizzata la visione di una “Europa Unita dell’Atlantico agli Urali” proposta a suo tempo da un grande statista e presidente francese: Charles De Gaulle, ….tanto alto lui, quanto piccini piccini  i suoi successori Nicolas Sarkozy e Francois Hollande.

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 (*) so che le autocitazioni andrebbero evitate, ma in questa occasione ritengo però opportuno riproporre due miei precedenti interventi polemicamente “fuori dal coro” su due specifici episodi accennati in questo contesto: uno pubblicato il 14.9.2011 sul quotidiano “Rinascita” in occasione del X anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle  > nel Xale dell’XI Settembre; // un altro pubblicato su questo web nella sezione “Olio di Ricino” nel gennaio 2015, in occasione del precedente attentato a Parigi, con un titolo non allineato “JE NE SUIS PAS CHARLIE”

Giuliano MARCHETTI


Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.