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Effemeride: Henry Furst

L’11 ottobre 1893 nasceva a New York Henry Furst. Intellettuale americano ma di cultura europea, fu scrittore, giornalista, regista, critico letterario e traduttore.
Studi alla Columbia University, a Berlino, a Oxford, a Padova dove si laureò in Lettere e a Roma dove studiò Giurisprudenza.
Infine scelse l’Italia come sua seconda patria dopo un viaggio a Siena nel 1912. 
Nel 1914 passò dal calvinismo al cattolicesimo, facendosi battezzare a Parigi.
Fu con Gabriele d’Annunzio nell’impresa fiumana dove fu anche suo segretario, Sottotenente della Legione Dalmata. Nel 1919, assieme a d’Annunzio, al belga Léon Kochnitzky e a Giovanni Comisso, redasse il “proclama agli italiani”.
Collaboratore de “L’Idea Nazionale”, organo nazionalista, dalle sue posizioni conservatrici non amava il fascismo rivoluzionario e scriveva lettere a Mussolini firmandosi “il vostro affezionatissimo frondeur Enrico Furst”.
Nel 1929 ritornò negli USA e svolse incarichi di bibliotecario nella Casa Italiana per poi passare a dirigere la “divisione documenti” della Library of Congress di Washington.
Ma l’Italia gli mancava e nel 1932 ci tornò ed entrò nel giro longanesiano de “L’Italiano”, mantenendo con il suo paese d’origine legami culturali, principalmente a causa della sua attività di corrispondente letterario per l’Italia del “New York Times”.
Galeotta fu la “Fiera Letteraria” a far incontrare Furst con quella che sarebbe diventata sua moglie, la donna della sua vita, Orsola Nemi. Si conobbero quando leì gli procurò delle annate arretrate della “Fiera” e andò a portargliele nella sua torre a picco sul mare a Recco sulla costa ligure.
Un incontro che per la scrittrice Nemi significò anche il balzo nella notorietà letteraria quando Furst la presentò a Montale e questi pubblicò alcune sue poesie su “Letteratura” (raccolte poi in volume nel 1942). Inizio di un percorso nel mondo letterario italiano che la vide in relazione con Sibilla Aleramo, Ungaretti, Flaiano, Anna Maria Ortese, Calvino, Prezzolini, Vittorini e molti altri.
Nel 1939, con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale Furst chiese ai francesi di potersi arruolare nella Légion étrangère ma non gli fu concesso di mantenere il suo grado di ufficiale. Tornò quindi in America dove trascorse tutti gli anni di guerra mantenendosi in contatto epistolare con la moglie Orsola fino all’ingresso degli Stati Uniti in guerra.
Appena poté tornò in Italia e da sua moglie. Riprese i contatti con il mondo letterario, principalmente con Leo Longanesi, dando una mano, assieme a Indro Montanelli e Giovanni Ansaldo, nella fondazione della Casa Editrice Longanesi per la quale fu traduttore dall’inglese e dal tedesco; traduttore di Ernst Jünger, di Werner Sombart, Robert Louis Stevenson, Edgar Allan Poe, Herman Melville, Charles Dickens, di Joseph Conrad. Orsola invece traduceva dal francese (oltre che essere lei stessa scrittrice di romanzi), sue sono ottime versioni italiane di Balzac, Baudelaire, Flaubert.
Nel marzo 1950, quando Longanesi fondò il settimanale “Il Borghese”, Furst e la moglie Orsola furono per il resto della loro vita tra le colonne della pubblicazione della destra conservatrice, assieme a Mario Tedeschi, a Gianna Preda, a Giuseppe Prezzolini e a Montanelli che si firmava con lo pseudonimo di Adolfo Coltano.
Nel 1952 fu Furst assieme a Marcello Staglieno, a recuperare i resti del Sottotenente Ernstl Jünger, unico figlio di Ernst Jünger, ucciso dai partigiani sulla Linea Gotica, a Codena, sui monti davanti a Carrara nel novembre 1944.
Henry Furst è morto a S. Bartolomeo (La Spezia) il 15 agosto 1967.

Amerino Griffini