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“Circoli della Marina”: milioni di €uro ai “soci” militari che, però, non contano nulla

L’Ente ha una personalità giuridica ma, ad oggi, privo della qualità di “ente pubblico”. Dai 60 ai 120 euro all’anno per ogni militare. Queste sono le cifre – da moltiplicare, ovviamente, per il numero dei militari della Marina – che ogni marinaio versa obbligatoriamente nelle casse dell’Ente Circoli della Marina Militare. La legge vigente non ha ancora ufficialmente riconosciuto la qualifica di “pubblico” a tale Ente, nonostante il riassetto normativo operato dal Codice dell’Ordinamento militare.

Tuttavia numerosi giuristi, di opposto avviso, ritengono che una molteplicità di “obblighi” a cui l’Ente Circoli della Marina militare è sottoposto ne qualifichi pienamente la natura “pubblica”, nonostante la Suprema Corte di Cassazione, dall’analisi della struttura dell’Ente ha dedotto che è costituito al di fuori «di ogni collegamento con finalità di pubblico interesse».

Tralasciando la “natura” dell’Ente Circoli della Marina militare, quello che è certo e che ormai da anni si trascinano una molteplicità di problemi tuttora irrisolti.

«Sembra una novità – spiega Antonello Ciavarelli, delegato Co.Ce.R. della Marina militare – ma, la sottrazione di una quota dal proprio stipendio, è quanto si perpetua da ben 77 anni a carico dei Sottufficiali ed Ufficiali della Marina. Nel lontano 1937– XVI anno dell’era Fascista, con il Regio Decreto (leggi) a firma del “Capo del Governo, Primo Ministro, Ministro per la Marina”, veniva istituito l’Ente “Circoli della Regia Marina”, e con tale decreto tra l’altro veniva imposto al personale l’obbligo di pagare una quota, pena provvedimenti disciplinari. Infatti, la Marina è stata tra le prime a porsi il problema di provvedere a favore del personale l’istituzione di “aree di convegno e organizzazioni sportive e ricreative con lo scopo di rinforzare i vincoli di solidarietà marinara” (art. 6 dello statuto).

«Nel corso dei decenni – continua Ciavarelli – nell’ambito dell’Amministrazione Difesa sono nati gli O.P.S. (Organismi di Protezione Sociale), i cui intenti sono ben riportati nella circolare SMD-G-023 del 1997. Fin dal 2006 il Cocer è intervenuto sull’argomento, rappresentando una serie di paradossi che sono connessi all’esistenza di questo Ente. Una volta, addirittura, a seguito di una delibera, il Capo di stato maggiore pdf ha risposto dichiarando l’argomento fuori dalle competenze della Rappresentanza militare in quanto l’Ente risulta “esterno all’amministrazione” e per l’esattezza: “le specifiche modalità di costituzione e di amministrazione di MARICIRCOLI non prevedono alcuna competenza da parte della R.M., nè l’inserimento di delegati delle categorie interessate nella struttura dirigenziale dell’Ente e nei direttivi dei Circoli“.

«Quindi, nonostante l’Ente Circoli Marina e gli OPS abbiano gli stessi fini, si riscontrano nel primo diverse e incomprensibili anomalie.

  1. Se lo considerassimo un Ente esterno all’amministrazione, con propria personalità giuridica, perché le Presidenze e i Consigli Direttivi vengono imposte dal Ministro per la Presidenza Centrale e dagli Alti Comandi per le Presidenze periferiche? Perché, invece, non sono eletti dai soci?
  2. Perché i bilanci non sono approvati dai soci, ma dalla Presidenza dell’Ente? Perché i bilanci di tutti i circoli non vengono inviati a tutti i soci, con le uscite e le entrate riportate nello specifico?
  3. I bilanci sono separati fra Ufficiali e Sottufficiali? Se così fosse viste le proporzioni, i circoli dei Sottufficiali dovrebbero essere almeno 3 volte migliori in quantità e qualità rispetto a quelli degli Ufficiali.
  4. Perché, se lo si considera un ente esterno all’amministrazione, vi è l’obbligo di pagare una quota, o meglio, perché questa è detratta forzatamente dallo stipendio? Infatti qualora i soci si “rendessero morosi  … saranno perseguibili con provvedimenti disciplinari ed amministrativi senza perdere la qualità di soci.” (art. 29 dello statuto);
  5. Perché, se i soci subiscono tali imposizioni, non possono esprimere il proprio parere e/o condivisione sulla gestione anche economica di tale Ente? Sono, infatti, noti agli stessi il raddoppio dei prezzi delle stanze o l’aumento dei costi dei servizi, senza che né gli stessi, né tanto meno i rappresentanti abbiano avuto la possibilità di esprimere il proprio pensiero. Oggi spesso si trovano alberghi o bed andf breakfast, molto migliori per ubicazioni e servizi a parità di prezzi
  6. Inoltre non si comprende come mai non solo il personale militare, ma anche civile, sia destinato presso tali Circoli che provvedono a loro volta anche ad esternalizzazioni di alcuni servizi. E quindi, non si comprende perché il personale militare debba essere esposto alle responsabilità giuridiche di un Ente esterno e, i soci militari gestiti ed amministrati da personale dipendente civile lì destinato. I Sottocapi/graduati in Spe non possono frequentare i Circoli, però possono essere lì impiegati per fare i camerieri e i baristi, come ci è capitato di assistere ad Ancona. Caso che ad onor del vero sembrerebbe ripetersi anche per il Circolo Barberini di Roma dove 2°Capi/Sergenti Maggiori, che non possono frequentare quel circolo, servono agli Ufficiali ai tavoli del ristorante e bar».

«Nel frattempo – si chiede Ciavarelli – dal 1937 ad oggi, cosa succede?»

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«Dal 1995 anno di istituzione della categoria Graduati/Sottocapi, proprio coloro che percepiscono meno di stipendio si trovano senza la possibilità di usufruire di Circoli O.P.S.. Per la verità me è stato istituito uno dopo circa 15 anni a La Spezia. Quindi c’è buona speranza che in circa sessant’anni si risolva questo problema per la basi maggiori. Con la delibera dello scorso settembre 2013, il COCER Marina è tornato per l’ennesima volta sulla questione, chiedendo al Comandante corrispondente di uscire dall’ambiguità. In estrema sintesi ha chiesto, di unificare l’Ente ed uscire dall’anacronistica separazione dei soli Ufficiali, dei soli Sottufficiali e per i Graduati nulla. Unificare, quindi, in un’unica gestione l’Ente inglobando la categoria più “debole” economicamente. Ciò porterebbe ad un aumento dei soci e quindi delle quote versate (sia pure proporzionalmente ridotte), oltre che la fruizione e la frequentazione degli stessi, con la possibilità di un abbassamento dei prezzi. Tutto ciò con la contestuale partecipazioni alle Presidenze locali e Nazionali dei membri della Rappresentanza. Inoltre si darebbe immediato accesso a chi ha più bisogno di protezione sociale senza aspettare lo stanziamento di fondi ed ulteriori spese per la costruzione di nuove strutture per i soli “Sottoccapi/Graduati”».

«Se ciò non si potrà/vorrà attuare – incalza il delegato Cocer – , il Consiglio Centrale, ha chiesto la trasformazione delle strutture dell’Ente Circoli in O.P.S. consentendo comunque il libero accesso a tutti, così come avviene nelle altre Forze Armate, indistintamente dal grado e dal corpo di appartenenza. A livello Interforze non riusciamo a spiegare perché il nostro Sottocapo, ad esempio, può usufruire del circolo “Macao” o “Lungara” dell’Esercito a Roma e il Sottufficiale dell’Esercito non può accedere al Circolo Sottufficiali di Marina. Perché io posso usufruire dei Circoli dei Carabinieri e l’Appuntato non può accedere ai Circoli di Marina?»

«Riguardo la risposta del Capo di Stato Maggiore della Marina durante l’ultimo/unico incontro avuto in più di un anno, ho spiegato che la risposta è apparsa un “copia ed incolla” delle precedenti. Non ho mancato di esternagli la delusione. Infatti dallo stesso Capo di Stato Maggiore che in varie occasioni esprime capacità decisionali e senso pratico, mi sarei aspettato qualcosa di diverso dal rimanere su posizioni che si sono ripetute ciclicamente dal 2006. Infatti sono note alcune ottime gestioni rimaste nel complesso “internalizzate” come quella ad esempio della spiaggia dei Sottufficiali di Taranto che grazie alle sue decisioni, hanno visto accolte le proposte del Cocer. Tale O.P.S. è un esempio di buona amministrazione che può ancora migliorare».

«La speranza è che, soprattutto a livello culturale, qualcosa cambi. Infatti all’incontro avuto lo scorso febbraio, lui stesso ha accettato la riapertura del confronto sull’argomento, tant’è che il Cocer ha richiesto un incontro con l’Ente circoli».

«Il motivo per il quale ritornerò come un tormentone anche su questo argomento- avverte Ciavarelli -, è culturale ed inerente alla dignità di persona dei rappresentati. L’auspicio è che fra il personale non si percepisca più che questi Enti esistano per “nostalgici privilegi consolidati” di qualcuno, ma che esistano per aiutare a sentirci tutti sulla “stessa barca” con gli stessi sentimenti di solidarietà. Guardando all’aspetto sociale e non operativo, ad esempio, nei Carabinieri o nella Guardia di Finanza ci si sente Carabiniere e Finanziere indipendentemente dal fatto di essere Generale o Appuntato. Così spero che un giorno anche noi potremo sentirci tutti orgogliosi di essere semplicemente Marinai e non “Ufficiali distinti dai sottufficiali e graduati non pervenuti”, divisioni che rischiano a volte di far ricordare il sistema feudale dei “Vassalli, Valvassori e Valvassini”».

 

Antonello CIAVARELLI – Delegato del Co.Ce.R. (Organismo di Rappresentanza dei Militari) – antonellociavarelli@libero.it

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