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Etica e Politica

La POLITICA  “del FARE”….. a prescindere dai “Gufi e Rosiconi”

__________________________________________________Giuliano MARCHETTI

Ricollegandoci al famoso “…Eppur si muove !” coniato a suo tempo da uno dei numerosi geniacci della Toscana, valutando oggi l’attività di Matteo Renzi – quale neo Presidente del Consiglio dei Ministri – si potrebbe dire: “… Eppur conclude !”

Infatti, divenuto Presidente del Consiglio verso fine febbraio (22.2), già a metà aprile (18.4)- dopo alcune brillanti performance – il Premier riusciva a far varare l’annunciato aumento di €.80  in busta paga per circa 10/milioni di cittadini con redditi di lavoro pari a €.1.500 mensili netti. E’ vero che da tale provvedimento sono rimasti esclusi gli incapienti, gli esodati, molti pensionati e gran parte di altre categorie deboli …. Ma – tra un assoluto non fare ed un parziale intervento per migliorare determinate situazioni – come non approvare le iniziative del neo-Premier ?

A prescindere che a favore delle suddette categorie presto dovrebbero essere previsti nuovi provvedimenti, va rilevato come troppo spesso abbiamo assistito a governi – di diversa colorazione e (in)consistenza politica – che, pur volendo dar vita a riforme epocali, hanno realizzato solo una serie di flop, ingabbiati da un parlamentarismo paludoso ed inconcludente. E quando questi stessi governi hanno cercato di essere decisionisti a forza di decreti leggi, i risultati sono stati spesso parimenti negativi.

D’altra parte i così-detti esodati (altro bruttissimo neologismo !) sono stati prodotti da “Tecnici Famosi” che (anziché andare in vacanza in un’ isola televisiva) con il  precedente governo sono riusciti a conseguire indiscutibili risultati fallimentari su tutta la linea ! Infatti, oltre al disastro della “riforma del lavoro” attuata dalla coppia accademica  MONTI – FORNERO  (molto meno simpatica della coppia di “Famiglia Adams”), a favore dello stesso governo tecnico va annotata la disastrosa conduzione della controversia con il governo indiano, riguardante i nostri Fucilieri di Marina.

Comunque se debbo fare una autocritica, mi ricordo personalmente di aver seguito (anche dal web della Consul Press) con una certa simpatia iniziale – purtroppo sbagliando – l’ingresso del Prof. Mario Monti nell’ arena politica, per una duplice motivazione.

In primo luogo, perché ritenevo che la sua partecipazione al Bilderberg Club o ad alcune “Logge” poteva non essere ritenuto un marchio d’infamia. In secondo luogo, per il diverso stile personale rispetto al quello del suo predecessore,  divenuto oramai impresentabile ed insopportabile, per le vicende riguardanti la presunta nipotina di Moubarak, le olgettine, nonché i lauti aiuti economici elargiti ad una “famiglia in gravi difficoltà”, come quella di un certo Tarantino, notoriamente   implicato nella corruzione sanitaria pugliese ed in vorticosi giri di escort.

Ma purtroppo ho dovuto verificare come per il peggio non ci sia mai fine, dato che a certi comportamenti fuori misura del Cavaliere si sono avvicendati – per imposizioni Quirinalizie – una serie di sermoncini accademici del Professore – alias “IL GRIGIOCRATE”,  come lo stesso Mario Monti è stato argutamente denominato e narrato in un eccellente libro, scritto da Andrea Mercigliano, Daniele Lazzeri e Augusto Grandi. E, proprio per una lunga serie di insuccessi, il governo presieduto dal Prof. Monti è stato considerato da “Scenarieconomici.it” (sito web specializzato in analisi), come uno dei peggiori negli ultimi 18 anni della nostra repubblica.

Torniamo ora all’attuale governo presieduto dall’ex Sindaco di Firenze che – personalmente proprio per certi suoi atteggiamenti un po’ guasconeschi – inizia forse a piacermi, augurandomi di non sbagliare o di dovermi ricredere, come inizialmente mi era capitato per il governo presieduto dall’ex Rettore della Bocconi.

In un panorama politico sino a circa un anno fa basato sulla gerontocrazia e sulla inamovibilità delle cariche e degli incarichi, affermare ora da parte del nuovo Premier che se non si riesce ad attuare il programma “si ritorna a casa”… beh, significa avere le idee chiare e la schiena dirittaE c’è da augurarsi che tale affermazione possa essere considerata come uno ulteriore squillo di tromba in un Paese in cui finalmente l’elettorato, nelle ultime consultazioni, è riuscito a mandare a casa due persone senza valori come Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro, in attesa che la stessa sorte capiti anche a Massimo D’Alema !

Pur non considerandomi un ammiratore di Renzi – evitando la conversione dell’ultima ora, secondo una prassi di cortigianeria verso i politici in auge – e precisando che proprio sulla Consul Press lo stesso Renzi è stato più volte criticato da altra brillante firma toscanaccia della Redazione (nome e cognome: Adelfia Franchi), credo di poter senz’altro concordare con alcune precedenti  iniziative e successive dichiarazioni firmate da questo Premier, che qui di seguito mi  piace ricordare, anche se con alcune osservazioni critiche.

E precisamente:

  • Aver giustamente rimandato a casa un “ministro inutile”, come Madame Cécile Kienge (che non si capisce perché sia stata chiamata nel precedente governo da Enrico Letta – anche lui Toscano).
  • Aver giustamente bacchettato per i piagnistei ricattatori un “sindaco inutile”, come Ignazio Marino che fisicamente e vocalmente sembra essere sempre più una imitazione incolore del Cardinal Bagnasco, senza però sfiorare temi intelligenti o interessanti affrontati a volte da Sua Eminenza.
  • Aver giustamente cercato di ridurre le auto blu in dotazione ad ogni ministero, in quanto Sottosegretari e Direttori Generali possono andare anche a piedi (o utilizzare auto personali).
  • Essere riuscito finalmente ad avviare l’ iter per una ampia e strutturale riforma del Senato, così come attualmente funzionante nel nostro sistema costituzionale. Personalmente a me questa riforma non entusiasma eccessivamente in quanto, a mio parere, il Senato andava semplicemente “abolito” ….. punto e bastaMa, d’altra parte, non si può pretendere troppo coraggio da parte di tale giovane Premier – considerando anche il suo passato di ex Boy Scout, a prescindere dal  suo discorsetto effettuato proprio al raduno nazionale degli Scout il 9 agosto a San Rossore. E se nei tempi passati, tra i colleghi scout di Renzi, troviamo alcuni nomi importanti come Francesco Rutelli ed Enrico Lusi (ex Tesoriere de “La Margherita”), è sempre l’ago della bilancia ad indicare Matteo Renzi come lo scout migliore. E quindi una riforma parziale e non ottimale è sempre preferibile all’immobilismo di una “non riforma”.
  • Aver opportunamente riportato sul tavolo dei provvedimenti da varare l’abolizione delle Province, già a suo tempo calendarizzata dai precedenti Governi presieduti da Berlusconi, poi da Monti ed infine da Letta, senza però mai nulla concludere. Personalmente avrei preferito, anziché l’abolizione delle Province, quella delle Regioni che – da quando costituite – sono riuscite a moltiplicare, tramite il decentramento, la corruzione politica, la mala gestione tecnica ed amministrativa e le ruberie istituzionalizzate. Ma, anche in questo caso, data la impossibilità di abolire le Regioni, bisogna accontentarsi, purtroppo, di abolire le Province.
  • Essere riuscito a non genuflettersi, almeno formalmente, di fronte alla arroganza della Troika, al contrario di altri tre Presidenti del Consiglio, suoi predecessori …. sia di fronte alle recentissime sciagurate affermazioni del Governatore Draghi, in merito ad una doverosa (?) cessione di quote di sovranità alla UE, da parte di alcuni Stati Nazionali.
  • Voler giustamente parametrare le retribuzioni dei manager pubblici ad un tetto non superiore a 240.000 €uro annui, così come quelle dei magistrati, bacchettando altresì l’A.N.M. (altra lobby di potere), in quanto non disponibile a subire riduzioni retributive, considerandole come un presunto attentato alla propria libertà ed indipendenza.
  • Aver proposto di ridurre le ferie estive ai “Signori Magistrati” per cercare di ridurre, anche tramite altri provvedimenti, la imponente mole di procedimenti giudiziari giacenti , nonché la lunghezza biblica della durata dei processi, introducendo altresì   il concetto di responsabilità per i giudici,  una nobile battaglia sempre combattuta dal Partito Radicale e dal piccolo ma serio M.s.i. dei vecchi tempi.

Una precisazione è però necessaria, per quanto riguarda il tetto dei 240.mila €uro, che viene definito “Olivetti” dal nome di Adriano Olivetti – senz’altro un grande, prestigioso ed illuminato imprenditore italiano, secondo il quale in una azienda nessuno dovrebbe guadagnare una retribuzione superiore 10 volte di quella dell’ultimo lavoratore. Principio giustissimo, quasi “etico”, a cui sembrerebbe volersi ispirare Matteo Renzi e al quale, proprio per una sua certa sensibilità, vorrei segnalare quanto – in tempi ancor precedenti a quelli di Adriano Olivetti – ebbe a dire un altro illustre Fiorentino:

“Il danno degli alti e altissimi stipendi, degli alti e altissimi profitti non é tanto materiale quanto morale. Pochi milioni in meno in qualche migliaio di tasche private non risolvono, non risolveranno il problema della pubblica miseria negli Stati moderni. Il danno é morale perché snerva gli afflitti da codesta obesità morale, li asservisce al denaro, all’ammassar denaro, li estrania da quello che è la dura, faticata vita dei popoli. È morale perché necessariamente, inevitabilmente – dovremmo dire umanamente – polarizza l’attenzione e la forza dei giovani, questa materia viva, su ‘carriere’ meschine quando non addirittura vergognose.”  …………Questo breve inserto è tratto da uno scritto del 1935 di Berto Ricci, docente di matematica a Firenze, Prato e Palermo, nonché scrittore e giornalista, nato a Firenze nel 1905 e morto sul fronte libico nel 1941 –  e,  personalmente, desidero ricordare che Berto Ricci era un “Fascista”.  

 

 


Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.