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Europa e scadenza dei cibi

Alimenti: Coldiretti, con data di scadenza Ue taglia anche qualità cibo

Ci sono momenti in cui non si capisce il perchè bisogna andare a votare, sopratutto per il Parlamento europeo, in un momento in cui , tutti noi siamo un pò arrabbiati, ma se prendessimo la buona abitudine di andare a spulciare altrove, forse capiremmo perchè . è importante votare alle prossime europee rappresentanti che vadano realmente in Europa a difendere gli interessi concreti del nostro Paeseimagesconsumarsiiii

Nel consiglio Europeo del 19 maggio scorso si è discusso di abrogare la data di scadenza dei prodotti alimentari a lunga conservazione. La proposta , viene dai paesi del nord-europa: i rappresentanti di Olanda e Svezia, con il sostegno di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo ritengono che questa possa essere una misura per ridurre gli sprechi.

  “Con l’eliminazione della ‘data di scadenza’ l’Unione europea taglia di fatto la qualità del cibo in vendita in Europa, che con il passare del tempo perde le proprie caratteristiche nutrizionali in termini di contenuto in vitamine, antiossisidanti e polifenoli che fanno bene alla salute, ma anche le proprietà organolettiche, di fragranza e sapore dal quale deriva il piacere di stare a tavola”. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in riferimento alla riunione di Consiglio agricoltura in cui si affronteranno le proposte delle delegazioni di Olanda e Svezia, che con il sostegno di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo chiedono l’esenzione dell’obbligo di indicare in etichetta il termine minimo di conservazione ‘da consumarsi preferibilmente prima’ per prodotti come pasta, riso e caffè, attraverso l’estensione dell’allegato X del regolamento Ue 1169/2011.

“Si tratta del solito tentativo dei Paesi del Nord Europa di livellare il cibo sulle tavole europee ad uno standard di qualità inferiore al nostro, con la scusa – sottolinea la Coldiretti – di tagliare gli sprechi alimentari che nell’Unione europea hanno raggiunto il quantitativo record di 89 milioni di tonnellate. In realtà con la crisi si è registrata una storica inversione di tendenza e quasi 3 italiani su 4 (73%) hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. Tra questi, l’80% fa la spesa in modo più oculato, magari nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove i prodotti sono più freschi e durano di più; il 37% guarda con più attenzione la data di scadenza e il 26% ha ridotto le dosi acquistate, ma sono il 56% quelli che riutilizzano quello che avanza”.

Moltissime delle  soluzioni proposte a Bruxelles  sembrano paradossali: tornando alla data di scadenza,  è ovvio che una cosa è parlare di data di scadenza per un prodotto “industriale” nord-europeo, altro è parlarne per un prodotto tipico italiano.downloadcibo italianooooooooo

La “deregulation” delle date di scadenza degli alimenti è tutto a vantaggio di altri paesi.  Votare alle prossime europee rappresentanti che vadano realmente in Europa a difendere gli interessi concreti del nostro Paese darà un senso al nostro sentimento di inadeguatezza, sarà utile per tutte quelle aziende sane che nel nostro paese continuano a credere che il Made in Italy sia la forza che ci farà uscire da questa crisi feroce.Difendere il nostro cibo oltre ad essere una battaglia identitaria è una questione di salute.

Adelfia Franchi