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G.d.F. v/ Mafia Capitale

G.d.F. – Comunicato Stampa del 1° febbraio 2016 #  SEQUESTRATI BENI PER UN VALORE DI 28 MILIONI DI €URO  TRA CUI L’IMBARCAZIONE APPARTENUTA A BENITO MUSSOLINI, NELLA DISPONIBILITA’ DI PERSONE LEGATE A SALVATORE BUZZI.  Vi è anche la “Fiamma Nera”, l’imbarcazione appartenuta a Benito MUSSOLINI, tra  i beni sequestrati ad un imprenditore, su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma.

Dagli accertamenti economico-patrimoniali delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, era emersa, oltre alla sua pericolosità sociale, la grande sproporzione tra i redditi dichiarati e l’elevato tenore di vita, probabilmente frutto di una carriera criminale, costellata da vicende di evasione fiscale e di fallimenti pilotati.

Alcuni degli immobili colpiti dal provvedimento erano stati concessi in locazione alla cooperativa “Domus Caritatis”, legalmente rappresentata da Tiziano ZUCCOLO, nonché al consorzio di cooperative sociali “Eriches 29” di Salvatore BUZZI, tra i principali indagati nella nota inchiesta “Mafia Capitale”.

Applicando la normativa prevista dal c.d. “Codice Antimafia”, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, nei confronti di3 persone e 10 società, il sequestro di  75 immobili e 32 terreni,per un valore  stimato in circa 28 milioni di euro, tra cui alcuni vani di un castello, locali del “Palazzo Noccioli” a Fiumicino, diverse tenute, appartamenti, uffici e negozi ubicati a Roma, di quote societarie e disponibilità bancarie e finanziarie, oltre a due autovetture di lusso e due imbarcazioni, fra cui la “KONIGIN II”, di mussoliniana memoria e di rilevante interesse storico.

La storia di quest’ultima è particolarmente travagliata; dopo essere stata acquistata nel 1935 dal gerarca fascista Alessandro PARISI NOBILE, le venne imposto il  nome di “Fiamma Nera”per esserne quindi oggetto di dono al Duce. Nel 1943, alla vigilia della caduta del regime fascista, la barca fu affondata dal proprio armatore per impedire che cadesse in mano ai tedeschi e, caduto il regime, recuperata e restaurata ad opera del conte SERENI e rinominata “Serenella”.

Dopo una serie di passaggi di proprietà e vari cambi di denominazione, fu acquistata da una delle società sottoposte a sequestro, le cui quote, inizialmente intestate al figlio dell’imprenditore destinatario del provvedimento di sequestro, sono state successivamente trasferite ad uno dei “prestanome”, pluri-pregiudicato e nullatenente.

L’attività si inquadra in un più ampio monitoraggio, sviluppato negli ultimi mesi dalla Fiamme Gialle di Roma, rivolto all’individuazione di grandi patrimoni immobiliari, soprattutto se affidati a società interposte o “di comodo”, sottratti all’imposizione sui redditi. Finora ammontano a 12,5 milioni di euro gli affitti di appartamenti e ville non dichiarati al Fisco che sono stati proposti all’Agenzia delle Entrate per il recupero a tassazione, nonché sequestrati appartamenti e terreni per oltre 500.000 euro, al fine di cautelare l’Erario per i crediti vantati in relazione alle imposte evase, alle sanzioni ed agli interessi maturati.

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Note a margine della Redazione  – Un po’ goliardicamente, un po’ seriamente si potrebbe concludere che, grazie al recupero della FIAMMA NERA, da parte della G.d.F è stato inferto un altro smacco a “Mafia Capitale”, così come grazie a Cesare Mori – il  Prefetto di Ferro – dallo Stato Fascista venne inferto un definitivo colpo alla Mafia in Sicilia. Quella stessa “mafia” ritornata in auge dopo la c.d. “Liberazione” al seguito degli invasori Anglo-Americani, …. quella stessa mafia che, divenuta “piovra”, è riuscita con i propri tentacoli a penetrare in tutti i centri di potere ed anche a Roma. Con buona pace delle patetiche ed isteriche farneticazioni di un certo ex sindaco di nome Ignazio Marino. (G.M.)