Giubileo Flop ?
Il “flop” del Giubileo della Misericordia
La domanda da porsi è quale Giubileo abbiamo vissuto. Una domanda che bisogna porsi per l’importanza dell’evento, ma anche perché è mancato una visione complessiva dell’evento, soprattutto dopo i terribili tragici attentati del fondamentalismo islamico.
L’unica visione globale è stata quella religiosa tracciata da S. S. Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario “Misericordiae vultus”, che ha orientato il mondo cattolico e, quindi, avrebbe dovuto orientare anche l’azione dei laici cattolici impegnati nel sociale. Ma questa visione prevalentemente religiosa avrebbe dovuto essere integrata da una altrettanta lucida valutazione ed azione nel campo politico, economico, sociale e dei costumi.
Governo ed amministrazioni locali hanno perduto tempo prezioso ed ora registriamo il flop di cui ha parlato nei giorni scorsi “Il Tempo”.
L’Italia, di fatto, è restata spettatrice di un evento che pure la avrebbe dovuto riguardare in tutti gli aspetti e che sarebbe dovuto divenire il grande propulsore, non solo economico, ma anche culturale, morale e spirituale. Il Giubileo non è solo un affare, (che non ci è stato a seguito della diffusa paura di attentati) ma avrebbe dovuto essere un grande momento di tensione morale.
I Giubilei per Roma, per l’Italia e l’intera cristianità hanno costituito sempre un momento di grande tensione spirituale e culturale, hanno avuto influenza sui costumi, sull’arte, sull’economia, sulla politica.
Questo Giubileo avrebbe dovuto rappresentare una tappa importante verso il rinnovamento del “modello di civiltà” che in tutto il mondo è entrato in crisi per l’incertezza dei valori di riferimento. Questa opportunità non è stata colta. Avrebbe dovuto tendere alla formazione di una nuova coscienza e di una tensione spirituale in grado di riportare l’etica nella politica, nell’economia e nella finanza e la solidarietà nella vita civile. Non è avvenuto. Chi è arrivato a Roma e in Italia per il Giubileo ha trovato un’Italia avviata alla sua rigenerazione, che ha lasciato alle spalle la corruzione? Non sembra proprio. Di fronte a questa situazione il Giubileo si è retto solamente sulla spiritualità e sulla cultura cristiana, elementi che ci appartengono e ci distinguono.
Mentre sarebbe stato necessario in questi ultimi mesi agevolare la visita ai siti religiosi, di cui il Lazio è particolarmente ricco.
L’intero sistema bisognava fosse integrato con i territori contermini a nord e sud del Lazio, offrendo la possibilità di un collegamento funzionale con l’Umbria, le Marche e con l’Italia meridionale, anche nella prospettiva di un naturale ponte, in questo particolare momento di tensione, verso gli altri Paesi del Mediterraneo ed in particolare verso la Terra Santa, sia per recuperare una naturale funzione storica, sia per inserirsi nell’ambito della visione giubilare della Chiesa che tende a coinvolgere nell’evento numerosi santuari del Sud ed a proiettarsi verso Gerusalemme.
Il Santo Padre però nella sua Bolla di indizione del Giubileo aveva stabilito «che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete dei tanti pellegrini» (Cfr. Papa Francesco, “Misericordia Vultus”, Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, Roma 11 Aprile 2015). Occorre tener conto perciò che molti pellegrini hanno preferito restare nelle proprie diocesi evitando di sottoporsi a lunghi viaggi ed a possibili pericoli di attentati.
Anche per questo il Giubileo non ha riguardato l’intero territorio nazionale ed ha interessato meno del previsto anche la città di Roma.
Riccardo Pedrizzi
Vicepresidente nazionale UCID
(Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)